“L’Energia del Denaro” con Massimiliano Mazia

L’energia del Denaro

L’ultimo episodio di “Born 2 Win”, rubrica* condivisa con Massimiliano Mazia – mental e business coach in ambito imprenditoriale e sportivo –  all’insegna della Crescita Personale, ha avuto come protagonista il denaro. Anzi, l’energia relativa al denaro.

Per quanto possa sembrare strano, infatti, l’Universo è composto di particelle “danzanti” a determinate frequenze e anche il denaro ha le sue.

Di per sé neutro, può diventare “buono” o “cattivo” a seconda dell’uso che se ne fa, del modo in cui lo si percepisce e lo si tratta … considerandolo un fine in se stesso, oppure un mezzo per dare vita a un progetto, realizzare un sogno, creare valore per il mondo intero.

Cinquanta minuti sono volati, ascoltando Massimiliano e le sue colte e sagge considerazioni sul denaro e sugli atteggiamenti più funzionali alla sua “creazione”, gestione, protezione, investimento!

Prendendo spunto dalle sue parole, da libri letti sull’argomento e dalla mia esperienza personale, ho stilato un Vademecum che spero con tutto il cuore possa ispirare e incoraggiare chi, in questo particolare momento storico, abbia bisogno di un booster vitaminico.

 

È una questione di mentalità! 

La ricchezza è uno stato mentale.

Il fatto è che la nostra mente antica, il nostro cervello “rettile”, non è programmato per la ricchezza, la prosperità e l’abbondanza.

È “settato” per la mera sopravvivenza e la sua voce si fa sentire, in quello che chiamiamo dialogo interiore, con inutili allarmismi, suscitando preoccupazioni, paure, ansia addirittura.

Quando il pensiero torna a vicende passate per non ripetere certi errori o precorre il futuro, animato da convinzioni più o meno consapevoli, sta costruendo – dietro le quinte del nostro quotidiano tran tran – la realtà che vivremo.

Gestire l’instancabile chiacchiericcio della mente, così come le emozioni da esso suscitate, è impresa non facile ma alla nostra portata.

Vademecum dell’Abbondanza finanziaria 

  1. L’abbondanza, la prosperità e la ricchezza sono QUI e ORA. Non da qualche parte là fuori, in un tempo futuro. Sono uno stato mentale ed emotivo.
  2. Il denaro è un MEZZO per arrivare a un fine.
  3. È opportuno che impari ad averne rispetto, ad apprezzarlo e a esserne grato.
  4. Imparo a praticare la gratitudine: così facendo, distolgo la mia attenzione da ciò che manca per portarla su quello che già c’è. La gratitudine favorisce l’insorgere di emozioni positive, l’innalzamento delle vibrazioni e l’attrazione di altro denaro.
  5. La formula, per i lettori avvezzi alla spiritualità, è: CHIEDO, CREDO, RICEVO.
  6.  Penso, parlo, sento, mi vesto, scelgo di agire COME SE avessi già quello che chiedo.
  7. Non aspetto di ricevere, per agire. Parto subito con quello che ho!
  8. Accetto pienamente la mia attuale situazione e me ne assumo totalmente la responsabilità.
  9. Non aspetto che una persona, una circostanza, un evento arrivino a salvarmi. Vivo pienamente nel qui e ora e … mi salvo da me!
  10. Pur accettando con gratitudine la benevolenza di chi mi offre il suo aiuto, non nutro aspettative nei confronti di persone o circostanze.
  11. Non aspetto di diventare ricco per essere felice. Imparo a essere felice dovunque io sia, con ciò che possiedo.
  12. La libertà finanziaria che voglio parte da uno stato interiore: se riesco a SENTIRMI libero indipendentemente da quanto ho in tasca, allora SONO veramente libero.
  13. La sequenza corretta dei verbi che portano alla ricchezza sono: ESSERE, FARE, AVERE. Non il contrario. È necessario che io diventi la persona che agisce in un determinato modo al fine di ottenere certi risultati.
  14. Recito la mia parte sul palcoscenico della vita, COME SE  già fossi quella persona. Scelgo un mentore tra coloro che ammiro di più e cerco di pensare, parlare, agire come farebbe lui/lei.
  15. È importante capire CHI sono e qual è il MOTIVO che ispira il mio agire.
  16. Mi impegno a raggiungere l’eccellenza in ciò che faccio, coerentemente con i miei Valori, Obiettivi e il mio “Big Why”.
  17. IMPORTANTISSIMO: mi focalizzo sul fare ciò che faccio con eccellenza, e non sul risultato che desidero ottenere! Quest’ultimo sarà una naturale conseguenza del mio agire.
  18. Il mio obiettivo non è la mera SOPRAVVIVENZA, ma la CREAZIONE di VALORE e ricchezza.
  19. Per i più spirituali di noi: “So chi sono, faccio quello che so fare meglio, ottengo la ricchezza che è già mia per diritto divino!”
  20. Ascolto AFFERMAZIONI che mi aiutino a rimanere sintonizzato su alte frequenze.
  21. Presto attenzione a che il mio agire venga ispirato non dall’ego ma dallo Spirito che abita in me. Se il mio agire è ispirato dall’ego, infatti, ciò che otterrò sono emozioni “low vibes” come paura, ansia, preoccupazione per la sopravvivenza, ecc. Se le mie azioni sono ispirate dallo Spirito, il mio desiderio è creare ricchezza e aiutare gli altri a fare lo stesso.
  22. Semino parole, pensieri e azioni buone, senza aspettarmi nulla in cambio: l’Universo – Dio, la Vita – mi ripagheranno in modi e tempi imprevedibili in grande, esuberante, gioiosa abbondanza.
  23. La Prosperità è figlia della Generosità e dell’Amore.
  24. Quando non riesco a spiegarmi perché io mi trovi in una data situazione mi affido alla Vita, nella certezza che la sua superiore Intelligenza farà cooperare tutto al mio massimo Bene.
  25. La mia preghiera costante è: “Grazie”.
  26. Invece di lamentarmi per ciò che non va o ancora non ho, mi assumo piena responsabilità della mia situazione e mi rimbocco le maniche!
  27. Imparo ad accettare tutto quello che mi accade, cercando di trarne il meglio.
  28. CHIEDO, RINGRAZIO, MI AFFIDO.
  29. Quando arrivano brutti pensieri, non lascio loro il tempo di fare il nido: li accetto, attribuisco loro buone intenzioni – ad esempio, proteggermi da illusori pericoli – e li ringrazio. Poi scelgo di pensare a qualcos’altro, di bello e di buono.
  30. Mi ricordo sempre che ciò che esperimento, realizzo e ottengo nella vita, non ha nulla a che vedere con ciò che accade intorno a me o con altre persone: È TUTTO NELLA MIA MENTE!

 

A questo punto non mi resta che invitarvi a guardare “L’Energia del Denaro“, inspirational talk con Massimiliano Mazia.

Alla prossima!

Con Amore, la vostra Ondina Wavelet (Jas Laurenti)

 

*appuntamento quindicinale del giovedì sera alle 20:30 sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”

 

 




LA “MUSICA” ALLA RADIO: SCELTA O IMPOSIZIONE?

LA MUSICA ALLA RADIO: SCELTA O IMPOSIZIONE?

C’è stato un tempo in cui scegliere la musica era possibile.

Un tempo in cui le emittenti radiofoniche trasmettevano i talenti, gli artisti, quelli veri che con semplicità raggiungevano gli ascoltatori.

Le canzoni piacevano oppure no, gli artisti avevano il giusto successo oppure sparivano dalle scene.

Tutto questo oggi non ha più senso.

Ognuno di noi ha programmato nello stereo in auto, nel pc in ufficio, nel Hi-Fi Dolby Surround a casa almeno 6 o 7 stazioni radio appartenenti a network radiofonici a diffusione nazionale più che conosciuti: Radio 105, Radio Capital, Radio 24, Radio Deejay, R 101, Radio Dimensione Suono, RTL 102,5, Radio 24 e, per i più “Rock”, la mitica Virgin!

Sono innumerevoli e popolari pure i network più locali che hanno una programmazione di base legata al territorio e dove a volte la professionalità degli speakers è più legata all’idioma che alla cultura musicale.

Partendo da un’ipotesi (assunto per chi scrive; n.d.a.) che la cultura musicale oggi in Italia sia frutto di un assillante procedimento di desensibilizzazione da parte dei Media, la Televisione in primis (vedasi anche: http://betapress.it/index.php/2016/09/09/x-factor-x-rock/) e la Radio poi, ho deciso di esaminare qualche giorno fa i palinsesti di alcune emittenti nazionali.

Quale migliore occasione dell’autostrada nel tragitto Ancona-Milano?

Ho sintonizzato i 16 canali dello stereo ed ho cominciato la mia analisi. Pubblicità a parte, che ho notato essere praticamente concomitante a tutte le stazioni, ho contato circa una sessantina di canzoni in onda nell’arco di poco più di tre ore, di queste una decina erano presenti a ripetizione in ogni singola emittente.

Ad un orecchio poco “allenato” queste dinamiche possono sfuggire ma con un pizzico di pazienza ed attenzione ci si rende conto dell’imposizione cui siamo indotti.

Non voglio assolutamente inoltrarmi in discussioni sterili circa le “opere” di artisti nostrani “pluri-decorati”: Rockers, Poppers e Sweeters. Ho colto fin troppo bene negli anni il sistema imbarazzante che gira attorno agli “attempati talenti” che con i passaggi radio e le fastidiose interviste promuovono il lavoro del momento, credo inoltre sia chiaramente visibile a tutti la condizione di mesmerizzazione in cui versano e con cui vengono tenuti costantemente in vita dalle rispettive Label .(Il mesmerismo  è una terapia, non riconosciuta ufficialmente, per malattie o disfunzioni, basata sulle teorie di Franz Anton Mesmer, medico tedesco del Settecento, che prevedeva di curare i pazienti con elettro-calamite. NDR).

Voglio invece puntare il dito sulle solite canzonette all’ultima moda udite durante il mio viaggio: canzonette legate a personaggi che di talentuoso hanno ben poco e soprattutto il dito (medio; n.d.a.) lo voglio puntare verso i contorti e distorti meccanismi discografici e radiofonici.

Siamo in un regime totalitario dove il singolo ascolto è finalizzato esclusivamente ad una mera questione economica, prerogativa di chi produce e commercializza musica, senza nessuna regola e senza proposizione alcuna.

Profetica la frase nel pezzo del 1992 “Atti Osceni” dei Timoria (una delle mie band preferite; n.d.a.) in cui Francesco Renga confessava: “…spacci musica e lo fai pure bene (…)”.

Vorrei rivolgere anche al lettore incuriosito alcune domande che mi sono posto: “…perché si sentono in radio sempre le stesse cose? Perché i nomi del mondo della musica e dello spettacolo sono quasi sempre gli stessi? Perché ci sono artisti che hanno tanta visibilità pur non meritandosela? Perché artisti che offrono proposte di effettiva qualità hanno difficoltà a trovare spazio?

La risposta è arrivata da un caro amico discografico: “Music Control”! Music Control è il mezzo di rilevazione dei passaggi radiofonici (l’esatto meccanismo è alquanto complesso per cui non mi dilungherò nella spiegazione tecnica) il cui scopo è quello di conoscere l’effettiva airplay di un brano sul territorio nazionale.

Da qui nasce la classifica dei brani più ascoltati, della permanenza di un artista nella hit etc. Stesso discorso vale per la promozione: la presenza di un artista in Music control garantisce la diffusione totale di un prodotto nella radiofonia nazionale e condiziona notevolmente gli altri media, soprattutto giornali che scrivono dei soliti noti ed emittenti televisive che invitano sempre gli stessi artisti.

Music Control è lo strumento attraverso cui le Majors riescono ad influenzare i Network Radiofonici e viceversa.

I Direttori Artistici delle radio, unici veri signori e padroni del palinsesto, oggi sono in grado di “barattare” con le case discografiche loro “brani da far passare” a vantaggio di “investimenti sulle proprie frequenze”.

Si entra così in una spirale pericolosa che sintetizzo: scarsa qualità musicale proposta – competizione tra artisti più e meno brillanti inesistente o finta (il programma “Amici” della De Filippi ne è un esempio) – omologazione globale – GAME OVER!

E la ricetta? Difficile combattere contro questi meccanismi ben oliati! Troppi interessi, troppi legami indissolubili, troppa falsità, non c’è una ricetta!

Ma possiamo e dobbiamo iniziare ad educarci (innanzitutto noi!) e ad educare soprattutto le giovani generazioni, dobbiamo favorire la crescita di sensibilità verso la Musica con la “M” maiuscola!

Dobbiamo favorire l’ascolto di programmi in emittenti con amplia cultura musicale e possibilmente fuori dagli sporchi giochi del business dei Network, dobbiamo tornare ai Concerti ed ai Festival dove artisti propongono la loro musica, dobbiamo favorire pure i social e la rete: quest’ultima entrata prepotentemente nella filiera della discografia.

Dobbiamo in sintesi conoscere e far conoscere la vera arte!

Quella che non muore mai quella che non è mai morta.

Ah, a proposito di arte, notiamo: se per caso qualcuno di voi NON conosce “Another Brick In The Wall”… scagli la prima pietra!
PERTH

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libera la radio che c'è in te
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