Quante verità ha il Laparelli?

Le verità nascoste: la confusa storia dell’IC Laparelli, la DS contro tutti?

Cosa Succede al Laparelli

L’Istituto Comprensivo via Laparelli di Roma, nella zona di Torpignattara, è un istituto scolastico formato da sei plessi che accolgono la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria.

Ha una bella storia il Laparelli: una storia di inclusione e inserimento all’interno del “nessuno” sociale.

Negli anni le DS, i docenti e il personale amministrativo hanno lavorato per riuscire a fare la differenza e lo hanno fatto con importanti progetti di inclusione nazionali e internazionali.

L’ultima DS in carica si chiama Marilena Pera.

Di lei e della sua carriera sappiamo poco in quanto il suo curriculum non è disponibile on line.

Glielo abbiamo chiesto, ci aveva detto che non era al corrente che il suo curriculum non fosse on line e che sarebbe stato pubblicato entro poche ore.

Ma sono passati giorni.

E la DS sapeva che il suo curriculum non era on line in quanto era stato richiesto da più parti anche in modo ufficiale.

Della DS Pera ci viene detto che, da quando c’è lei, le cose all’IC Laparelli non vanno più tanto bene.

Innanzitutto il Laparelli non è più la scuola dell’inclusione: ragazzi stranieri non vengono più coinvolti in progetti, come accadeva prima, e gli ingressi di ragazzi con disabilità si sono dimezzati nel corso di un anno.

Ma, in generale, anche gli alunni sono diminuiti: siamo passati da 1510 di 5 anni fa ai 1300 attualmente dichiarati dalla DS.

Sui gruppi social del quartiere la scuola viene sconsigliata motivando il fatto con una direzione non adeguata intrapresa dalla scuola stessa.

Il Laparelli non è più la scuola in cui mandare i propri figli.

Alcuni imputano la causa di questo declino alla nuova Dirigente che, per parte sua, si dichiara vittima di un complotto.

Abbiamo mandato alla DS molte email (tre da febbraio ad oggi) per ascoltare la sua versione, ma non abbiamo avuto alcuna risposta ufficiale.

Siamo per caso riusciti a sentirla telefonicamente in un momento in cui né noi né lei eravamo preparati a questo incontro, ci aveva promesso di fissare un appuntamento ma non lo ha mai fatto.

Nonostante avessimo mandato una ulteriore email.

 

I punti salienti

Noi di Betapress raccogliamo segnalazioni sull’IC via Laparelli da febbraio.

In questi mesi abbiamo letto centinaia di pagine, trascorso decine di ore al telefono, preso pagine e pagine di appunti  e mandato email alla DS per conoscere la sua versione dei fatti.

Purtroppo il frutto di questa ricerca non è buono:  sono risultate numerose situazioni spiacevoli alcune delle quali sono attualmente punti di una richiesta di chiarimenti scaturita da una recente ispezione dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio.

Riportiamo qui alcuni punti di doglianza sollevati da docenti, genitori e personale amministrativo che lavorano o hanno lavorato nel corso degli ultimi 4 anni all’IC via Laparelli:

  • Totale chiusura al dialogo e al confronto da parte della DS.
  • Assenza sul sito di documentazione indispensabile per la trasparenza amministrativa (a partire dal CV della DS).
  • Cattiva gestione dell’emergenza COVID (segnalata già dall’inizio dell’anno scolastico con una articolo di AdnKronos riportato tra i crediti).
  • Cattiva gestione di gravi casi di bullismo.
  • Dimissioni in blocco di 7 persone su 7 in amministrazione.
  • Mancata creazione del Gruppo di Lavoro per l’Inclusione.
  • Mancanza di trasparenza nell’assegnazione di contratti di sostegno.

 

Il nostro scambio con la DS

Difficile lavorare alla ricerca della verità quando la DS, perfino con noi, cambia le carte in tavola nel giro di pochi minuti.

Nel corso di questa nostra inchiesta abbiamo potuto tracciare un profilo umano professionale della prof. Pera basato sulle testimonianze delle persone intervistate e sulle rilevanze raccolte.

Per deontologia professionale, quando scriviamo un articolo, non entriamo mai nel merito della personalità delle persone di cui raccontiamo e le opinioni raccolte restano le opinioni di chi le ha espresse, non le nostre.

Un imprevisto

Abbiamo detto che la DS non ha mai risposto alle nostre email.

Per coincidenza mi sono però trovata in viva voce per pochi minuti con lei, ecco come è andata:

“Dirigente che piacere! Sono Chiara Sparacio di Betapress.it, la sto cercando da un po’ per una intervista”

“non rilascio nessuna intervista se non in presenza del mio avvocato” [da chiedersi il perché ci voglia un avvocato per raccontare quello che un DS fa nella scuola NdD]

“… Mi va bene lo stesso, mi dica quando”

Sono ancora in attesa.

 

La richiesta del protocollo covid

“Dirigente,  già che ci siamo le anticipo alcune delle domande che mi piacerebbe farle. Per prima cosa mancano le procedure di gestione del covid e tutte le documentazioni relative a bandi e amministrazione trasparente”

La dirigente mi spiega che il sito è in rifacimento e che sono andati persi tutti i documenti da Agosto ad oggi.

Anche qui la storia è un po’ ambigua:

  1. quale gestore di sito cancella tutto il contenuto senza fare una copia di backup?
  2. quanto tempo ci vuole per fare un sito?
  3. questa anomalia non risulta comunicata a nessun referente istituzionale.

Per quanto riguarda la documentazione relativa al covid la DS ci ha rimandati a una pagina del sito (che nei giorni precedenti dalle nostre ricerche risultava vuota) che però tra i tanti documenti presenti non riporta quello richiesto.

L’intervista che avrei voluto fare

Come detto, ad oggi la DS dell’IC via Laparelli di Roma, Marilena Pera, non ha ancora risposto alla mia richiesta d’intervista con una data di conferma, ma solo con un laconico “verrò in presenza del mio avvocato” [che peraltro non avremmo problemi ad ospitare su queste pagine NdD].

Ecco però quali argomenti in circostanze più adeguate rispetto a una telefonata inaspettata e frettolosa, avrei voluto affrontare.

1) Totale chiusura al dialogo e al confronto da parte della DS e silenzio sui casi di bullismo.

Avrei voluto chiedere se è vero che docenti e genitori non riescono a comunicare con lei e, secondo lei, perché.

Perché non si presenta alle riunioni e dice di non ricevere le email o di perdere le PEC?

Se è vero che non c’è un dialogo e qual è la sua impressione sul fatto che 7 dipendenti su 7 sono andati via dalla segreteria.

Perché docenti e genitori si dimettono dalle loro cariche istituzionali?

2) Covid, Bullismo e GLI

Avrei voluto chiedere il motivo della gestione inadeguata dei gravi casi di bullismo verificatesi, il motivo per cui davanti a degli episodi gravi non sia stata aperta una tavola di confronto ma, al contrario, siano state chiuse tutte le porte (abbiamo la documentazione comprovante questa chiusura)

O ancora avremmo voluto sapere il motivo per cui manca una presa di responsabilità per la gestione di alcuni casi covid a scuola.

Perché non ci sono comunicazioni ufficiali e protocollati recanti la sua firma?

Perché non è stato creato il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione, obbligatorio ad apertura dell’anno scolastico, convocato per la sua costituzione a febbraio ma mai composto perché la DS non si è presentata e non ha delegato nessuno.

Altrove la DS ha affermato che aveva mandato a quella riunione un suo delegato ma l’articolo 9.8 del DL 66/17 dice che

Il gruppo e’ nominato e presieduto dal dirigente scolastico

Inoltre non abbiamo traccia, tra la documentazione ufficiale firmata archiviata con numero di protocollo elettronico, della delega sopracitata.

Ma, comunque sia, perché ad aprile questa grave mancanza non è ancora stata sanata visto soprattutto che il GLI va composto entro Ottobre?

Chi pianifica le attività dei ragazzi disabili?

Chi pianifica le attività di inclusione?

Che fine ha fatto lo sportello di ascolto?

Probabilmente,  questo, che per tanti anni è stato un fiore all’occhiello della scuola, non è un argomento che sta a cuore all’attuale DS.

Fonti vicine a Betapress segnalano che la DS avrebbe avuto il veto di parlare con la stampa nientemeno che dallo stesso Direttore generale dell’ufficio scolastico regionale, ecco quindi il perché non ci risponde.

[ma non aveva detto che avrebbe fatto l’Intervista con il suo avvocato? NdD]

3) Le MAD (Misteriose Assegnazioni Discrezionali)

Perché le graduatorie del GPS non sono state pubblicate sul sito né il problema dell’aggiornamento del sito è stato comunicato con alcun documento ufficiale?

Secondo quale criterio sono stati assegnati gli incarichi provenienti dalle domande MAD (Messa a Disposizione)?
Come mai sembrerebbe che persone con titoli inferiori ad altri candidati hanno avuto la precedenza?

E perché la convocazione è stata fatta tramite telefonata e non tramite il Sistema Informativo Dell’Istruzione?

Per non parlare delle assegnazioni capestri di incarichi a parenti di personale scolastico.

Queste e tante altre sono le domande che vorremmo fare alla DS Pera e ci auguriamo di ricevere presto risposte chiare, coerenti, non contraddittorie e corrispondenti al vero.

Altrimenti dovremmo chiederle al direttore regionale…

Ce lo auguriamo perché la scuola è uno dei pilastri della nostra società e non possiamo permetterci di comprometterla.

 

L’opacità dell’amministrazione trasparente

A noi può anche stare bene che il sito sia in ristrutturazione e possiamo anche credere che ci voglia molto tempo per concluderlo.

Vogliamo anche credere che non sia stata fatta una copia di backup ma vogliamo confidare nel futuro.

Ci piacerebbe sperare che il mese di giugno 2021 si popolino sul sito le sezioni ad oggi deserte che sono tali da anni.

Da quando 7 persone su 7 dell’amministrazione hanno lasciato la scuola, che avevano scelto e in cui lavoravano da anni, per incompatibilità lavorativa con la nuova arrivata e non hanno, quindi, più aggiornato il sito.

Speriamo di vedere aggiornata la sezione Disposizioni generali che ad oggi ha come ultimo aggiornamento marzo 2019.

O la sezione sezione organizzazione aggiornata novembre 2018.

La sezione organigramma non aggiornata da due anni

Speriamo di veder popolata la sezione consulenti e collaboratori che riporta come ultima data di aggiornamento il 16/03/2019, ma che adesso è vuota.

Ci piacerebbe poter vedere cosa è successo nella sezione Personale dal 2018 ad oggi.

Se dal gennaio 2020 ad oggi sono stati pubblicati Bandi di gara e se avremo il piacere di leggere i bilanci.

Perché non smetteremo di cercare la verità sulla scuola

Le scuole sono sistemi complessi che hanno come obiettivo quello di formare individui adulti e preparati alla società che incontreranno.

Per fare questo dirigenti, docenti, personale amministrativo e famiglie si impegnano e danno il loro massimo.

Quattro colonne il cui collante e coordinatore spesso è chiamato ad essere il dirigente scolastico.

Se il dirigente non è in grado (per motivi personali, professionali o di qualunque genere) di non svolgere perfettamente il proprio difficilissimo lavoro di coordinamento, direzione, supporto e correzione, il sistema basato sulle quatto colonne rischia di essere messo in crisi, con danno certo degli studenti.

Lo ripetiamo: gli studenti sono i soggetti da tutelare e le scuola l’ideale da portare avanti.

Come noi la pensano molti docenti, personale amministrativo, dirigenti e genitori.

Proprio per sostenere questa nostra convinzione ci troviamo a raccontare storie che hanno bisogno di essere corrette.

 

L’IC via Laparelli sta attraversando anni delicati: il vecchio prestigio della scuola sta venendo meno per una gestione della quale si occuperanno di far chiarezza le autorità competenti già al lavoro.

Però il Laparelli non cederà perché può contare su un corpo docente che, nonostante gli inviti a rinunciare, non molla e non abbandona i ragazzi; può contare sui genitori che difenderanno il diritto dei figli ad avere una scuola buona; può contare sul personale ATA che non farà passare nulla che non sia trasparente.

Forza Laparelli, non vediamo l’ora di scrivere dei tuoi successi.

 

Un chiarimento per tutti – manifesto di redazione

Permetteteci di chiarire un punto del nostro modus operandi redazionale.

Noi non siamo un giornale che cerca la notizia veloce, quella da tanti click per capirci.

Quando noi lavoriamo su un qualunque articolo e in particolare su una indagine relativa a una scuola, prendiamo tempo.

Tempo per ascoltare più fonti, tempo per capire in che contesto si inserisce la segnalazione, tempo per raccogliere tutti gli incartamenti che renderanno il nostro articolo veritiero e verificabile: una roccaforte al riparo da ogni possibile dubbio.

Per etica redazionale, noi inseguiamo la verità e non la notizia.

Prima di scrivere una sola riga, noi verifichiamo che sia vera e provabile, cerchiamo di dare la parola a tutti gli attori della notizia stessa .

Noi non insinuiamo e non supponiamo, noi riportiamo un concentratissimo distillato di ciò che abbiamo raccolto.

Detto questo, la verità alle volte viene portata da chi ha il coraggio di dirla che non sempre è la maggioranza.

Spesso le persone non parlano perché hanno paura: paura di intromettersi, di esporsi, delle sconosciute conseguenze…ma anche di perdere i loro privilegi, i loro piccoli poteri, i loro vantaggi…

Chi parla, ed è la storia dei nostri eroi, è chi vede nel bene da conseguire (nel nostro caso il bene degli studenti che hanno il diritto di frequentare una scuola ben gestita) un ideale più grande del proprio interesse personale.

Quindi non sempre noi possiamo ascoltare la maggioranza, ma sempre dedichiamo il tempo a chi non vuol tacere.

Riporto un esempio che fa sempre il nostro direttore Corrado Faletti

“In un caso di omicidio normalmente 100 persone dicono di non aver visto nulla, 10 dicono che hanno visto ma non vogliono essere coinvolti, solitamente  è una persona sola che se la sente di parlare. E proprio chi parla deve essere obbligatoriamente ascoltato, perché quell’unica voce può magari anche poi essere smentita, ma almeno permette di affrontare il problema”.

Ovviamente come ogni esempio è estremo, ma credo renda bene la nostra etica.

 

Crediti

Articolo AdnKronos

DECRETO LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 66

Il metodo Montessori che fa fuggire i bambini

 

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Le Università a confronto

Al netto delle futili discussioni che prendono piede dai social network e da cui ogni giorno veniamo sommersi, penso che occorra dare voce a tutte le persone, giovani e non, che decidono di intraprendere un percorso universitario nella giungla delle offerte oggi presenti nel panorama italiano.

L’imperativo è migliorarsi professionalmente o trovare un posto di lavoro che dia la possibilità di una vera indipendenza economica.

Sino alla fine degli anni 80 le università statali italiane nel campo della formazione si equiparavano alle università private, ed erano prese a modello dalle altre nazioni. Con l’avvento delle nuove tecnologie e con la globalizzazione tale situazione è per così dire quasi stata completamente stravolta cambiando anche in modo drastico la didattica e tutti i metodi di insegnamento.

Dando uno sguardo ai dati del Miur notiamo che nell’anno accademico 2015-2016 risultavano attivati in Italia 9.985 corsi, a cui erano iscritti 1.641.696 studenti (immatricolati 260.755 di cui 39.469 private\telematiche) suddivisi in 92 sedi universitarie (comprese le 11 telematiche), Ora seppure il dato delle telematiche con i suoi 57.204 iscritti non sia elevatissimo è sicuramente sintomatico di una nuova idea di università che solo per motivi piu che altro economici non esplode con numeri ben piu corposi.

Senza entrare nell’offerta formativa universitaria, la vera differenza che si riscontra parlando con docenti e studenti è che le università telematiche garantiscono due elementi essenziali: organizzazione e network – chi studia nelle università telematiche non solo avrà accesso ad un architettura di servizi piu efficienti come libri, video lezioni, dispense, classi virtuali, chat con il professore, etc., ma usufruirà anche di una docenza più organizzata e motivata in conformità della richiesta formativa 3.0.

Sulla nuova università del futuro la qualità non basta più, occorre aggiungere ulteriori forme di coinvolgimento e studio non piu statiche e ingessate su vecchi schemi, ma piu corrispondenti alla richiesta del mercato del lavoro che esige una pronta formazione: laboratori e classi virtuali durante la formazione e nel post laurea corsi, stage e master.

Ed è proprio su questo che il divario tra pubblico e privato si acuisce, il pubblico è lontano anni luce dall’organizzazione delle private e telematiche, chi fa business sulla formazione tende ad investire prima ed enfatizzare poi i risultati, rispondendo nel migliore dei modi a coloro che hanno scelto quel tipo di università (che vede premiati i propri sforzi mentali ed economici) e proponendo agli altri possibili studenti l’auspicio degli stessi risultati.

Concludo dicendo che la realta delle telematiche oggi necessita di un ulteriore perfezionamento sul numero dei docenti rispetto al numero degli alunni, infatti se nelle università telematiche, nella media, ci sono circa 90 studenti per ogni docente, nelle tradizionali ce ne sono solo 30. E questo, se si calcolano tutti i docenti, sia quelli di ruolo (ricercatori, associati e ordinari) sia quelli straordinari e a tempo determinato.

 

http://www.anvur.org

http://statistica.miur.it/scripts/IU/vIU1.asp

Dati aggiornati al 23/01/2017

 

Francesco Melis

 




Confronto tra la scuola e i giovani nativi digitali

La denuncia di questi giorni di 600 professori sulla incapacità di tanti laureandi che non conoscono le regole base della lingua italiana, mi fa riflettere sul percorso formativo di questi giovani.

 

Come è possibile che questi giovani siano riusciti ad arrivare fino alla laurea con queste profonde lacune.

A mio parere i professori devono un po’ fare un “mea culpa” sul permissivismo scolastico degli ultimi venti anni che ha prodotto e produce una cultura mediocre.

I problemi della scuola non sono stati risolti da una “finta” apertura alla scolarizzazione di massa, anche con l’avvento di nuove tecnologie che invece di aiutare una maggiore evoluzione delle menti, stanno producendo un nichilismo preoccupante, giovani che conoscono a menadito un computer ma non riescono a coniugare correttamente il soggetto, predicato e complemento.

E’ vero che la scuola non ha fornito i frutti che si speravano, la causa, però, dev’essere ricercata nella mancata attuazione  di nuovi metodi di insegnamento, al mancato passaggio generazionale dei valori fondamentali di una società, alla mancata attuazione di nuovi metodi di insegnamento.

Oggi i giovani possono avvalersi di strumenti potentissimi eppure hanno una ignoranza disarmante, un Cartesio qualsiasi ne sapeva infinitamente di più di qualsiasi studente di oggi, capisco che sono al confine di un assurdo, non è un paradosso visto  che lo dicono i famosi 600 professori.

Di certo i “professori” devono stare molto attenti a  lamentarsi, perché le carenze maggiori sono nel sistema scolastico, infatti chi ne esce si trova sprovvisto delle più elementari nozioni che riguardano la vita sociale e il lavoro che, al contrario, richiede oggi sempre più una notevole precisione nelle attività e nel dialogo tra le persone, e non sto parlando dei social.

Gli studenti di oggi non sanno scrivere perché non hanno cultura, scrivono come zombi usando l’italiano con una approssimazione irritante.

Eppure la lingua è, se non l’unico, il principale e insostituibile mezzo di comunicazione.

Non so se i giovani d’oggi, oltre ad essere i maghi nell’uso delle tecnologie digitali, sanno che ciò che distingueva Leopardi da un qualsiasi altro individuo, rimasto anonimo nella sua epoca, era la  sua capacità di definire ciò che provava in termini ben precisi e reali: un linguaggio corretto, ricco ed efficace con cui avvolgeva la sua arte poetica. Cari professori, ammettiamolo, questa capacità linguistica manca alla maggior parte degli italiani, la cui povertà delle regole linguistiche è un difetto ben noto e socialmente disastroso.

Basta pensare ai discorsi indecifrabili della maggior parte dei politici che , ironia della sorte, dovrebbero occuparsi della “ buona scuola”.

Ma chi sono questi giovani “nativi digitali” del 4.0?

Coloro che nascono e vivono in simbiosi  con le  nuove tecnologie; che si confrontano in un dialogo virtuale privo di contatti con gli altri; influenzati facilmente dall’ideologia  e dalla visione della vita e della società che i mezzi di comunicazione di massa inculcano quotidianamente, impedendo o rallentando d’altronde una adeguata presa di coscienza della realtà effettiva.

Proviamo, per un attimo, a riflettere.

Quando i giovani sbagliano gli adulti si devono interrogare sul “come” e “perché”!

Gli adulti e gli insegnanti di oggi si devono appropriare del loro ruolo di educatori !

L’ignoranza  dei giovani d’oggi è unicamente il fallimento della generazione precedente   nel suo ruolo di genitori e insegnanti!

Io non sono immune da questa responsabilità ma almeno cerco di capire…