Un “Aspern” che passerà alla storia

Prologo

“Strano, certamente, oltre ogni stranezza / che nell’inseguire tracce su tracce / ci fossimo imbattuti in fantasmi e polvere / meri echi di echi …”

Con queste parole, pronunciate dal narratore al microfono che rende la voce solenne come quella di un prete durante l’omelia, prende l’abbrivio uno spettacolo mai visto né sentito prima in questo modo: “Aspern”, “Singspiel” in due atti di Giorgio Marini e Salvatore Sciarrino, tratto dal racconto di Henry James “Il carteggio di Aspern”. Musica di Salvatore Sciarrino.

 

 

Una geniale Edizione

L’idea della giovane regista Sara Flaadt consiste nel celebrare il felice connubio fra prosa e musica contemporanea in uno degli auditorium più apprezzati d’Europa, quello della sede di Lugano della Radio Svizzera Italiana.

Accanto al fondale c’è l’Ensemble900, diretto dal Maestro Arturo Tamayo, costituito da due flauti (Benedetta Ballardini e Ilaria Torricelli), viola (Charlotta Westerback), violoncello (Elide Sulsenti), clavicembalo (Marco Borghetto) e percussioni (Igor Tiozzo Netti).

Nel proscenio si muovono e alternano gli attori a impersonare, rispettivamente: il poeta e narratore Henry Jarvis (Daniele Ornatelli), Giuliana (Giuseppe Palasciano), Titta (Jasmine Laurenti) e l’ermafrodito (Diego Pitruzzella).

A fare da contrappunto, fuori campo e in campo, è lo “spirito” impersonato dalla cantante soprano Elisa Prosperi.

Per consentire al pubblico di immergersi nell’atmosfera intessuta da strumenti e voci – grazie a sette microfoni collocati in quattro differenti postazioni, due intorno alla “testa”, due nell’area del “dialogo”, uno sul proscenio a mo’ di pulpito, due in cabina per gli ambienti esterni – ogni spettatore è dotato di un paio di cuffie stereo.

 

 

Note dell’Autore: Salvatore Sciarrino

A differenziarlo dal teatro realizzato fino a quel momento è “la scelta di un taglio stilizzato e ironico, al limite del paradossale: l’opera ‘a numeri’… È un singspiel deformato dalla lontananza dai suoi modelli: l’ouverture, le arie, i parlati, i ‘melodrammi’, i brani solo strumentali, si stemperano gli uni negli altri … Nell’insieme lo spettacolo mantiene nettissimi rigore e precisione pur nell’originalità dell’espressione … Abbastanza insolito, almeno per il teatro musicale contemporaneo, è il fatto che una situazione in taluni punti fin mortuaria, possa crescere e svilupparsi ai confini del riso … Altra anomalia è il fatto che l’unico personaggio cantante non abiti la scena – come del resto non alloggia in buca l’orchestrina – ma anzi la diserti d’abitudine. Infine, i testi musicati sono ‘altro’ da ciò che si sarebbe definito il libretto vero e proprio; essi, che pur garbatamente s’attagliano allo svolgersi dell’azione, la mettono in realtà quasi in discussione, offrendosi talvolta persino, più che come commenti, come il senso riposto dei fatti (‘la morale’), con ironia e malizia settecentesche, senza dubbio: tutto diviene finzione”.

Salvatore Sciarrino, dalla nota illustrativa redatta in occasione della première di Aspern, composta su commissione del Maggio Musicale Fiorentino, presso il Teatro della Pergola l’8 giugno 1978.

 

Trentaquattro anni dopo, a Lugano …

… prende il testimone Sara Flaadt, autrice e regista per il settore fiction della RSI. Nonostante la sua giovane età Sara ha un curriculum costellato di radiodrammi, pièces teatrali, opere musicali e il suo primo film, “Rivivendo Baudelaire”, presentato in anteprima al Lux Art House di  Massagno-Lugano lo scorso 9 aprile.

È sua l’idea di fare di “Aspern” un evento sonoro in cui musica e voci, sovrapponendosi e avvicendandosi, accompagnino lo spettatore-ascoltatore a vivere un’esperienza unica e memorabile.

Lo stesso Sciarrino, presente alle prove generali la sera prima del debutto, esprime parole di encomio per ogni singolo membro dello staff tecnico e artistico: un premio prezioso per l’impegno profuso!

Al termine della performance gli spettatori – alcuni di loro estimatori del genere, altri curiosi di provare un’esperienza di questo tipo – condividono il loro apprezzamento per l’originalità e la “fruibilità” dello “singspiel”. Qualcuno di loro mi omaggia con brevi riprese fatte col telefonino. Realizzo allora che, a “orecchio nudo” – senza cuffie – sarebbe impossibile godere di questa meraviglia: la magia, infatti, è frutto della perizia di un team di tecnici audio che, dal mixer in regia, “dosano” musica e prosa con la stessa maestria di un pittore che gioca coi suoi colori.

 

 

La storia, in breve

Uno scrittore – il narratore, che assume di volta in volta anche le voci di Giuliana e di Titta – rievoca la sua ricerca del carteggio del poeta americano Geoffrey Aspern, in possesso dell’ormai decrepita Giuliana Bordereau, un tempo amica – o forse amante – dell’ormai defunto poeta.

Così, con la scusa di doversi trattenere a Venezia per un lavoro letterario, riesce a prendere in affitto a un prezzo esoso alcune stanze della spettrale dimora delle due donne. La sua speranza è quella di potersi impadronire delle carte di Aspern, alla morte della vecchia signora.

In una rara conversazione con Titta, lo scrittore ne conquista il favore ottenendo conferma dell’esistenza delle lettere di Aspern a Giuliana. Quest’ultima le legge nottetempo, se ne prende cura e preferirebbe vederle distrutte piuttosto che cederle ad altri.

Approfittando dell’oscurità e della porta stranamente spalancata, il narratore si introduce nella camera dell’anziana signora nella speranza di trovare il prezioso carteggio.

Purtroppo non riesce nel suo intento: Giuliana si accorge della sua presenza e, in preda alla furia, cade all’indietro, morta, tra le braccia della nipote.

Il giorno dopo lo scrittore chiede a Titta delle fatidiche lettere e lei gli fa capire che, sposandola, potrebbe entrarne in possesso. Il narratore farfuglia un rifiuto e se ne va. Ci ripensa e torna il giorno seguente, ma è troppo tardi. Titta già ha bruciato le lettere, una ad una.

(una sintesi dell’argomento, dal libretto di sala).

 

 

Applausi

Dedico la mia standing ovation, oltre che allo scrittore Henry James, agli Autori Giorgio Marini e Salvatore Sciarrino, alla regia (Sara Flaadt), alla produzione (Francesca Giorzi), ai tecnici audio (Thomas Chiesa, Yuri Ruspini, Lara Persia), al Maestro Arturo Tamayo, ai musicisti dell’Ensemble900 (Benedetta Ballardini, Ilaria Torricelli, Charlotta Westerback, Elide Sulsenti, Marco Borghetto, Igor Tiozzo Netti), alla soprano Elisa Prosperi, agli attori Daniele Ornatelli (narratore), Giuseppe Palasciano (Giuliana), Diego Pitruzzella (ermafrodito), e anche a me nei panni della nipote di Giuliana, Titta.

Dallo spettacolo, andato in scena domenica 27 novembre 2022, verrà estratto un radiodramma. Il video verrà trasmesso dalla Tv Svizzera in data da stabilire.

Per ora è tutto. Alla prossima Pagina di Diario!

Jasmine Laurenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“Un FANtastico Capodanno”

Un Capodanno FANtastico, come i “FAN” che l’hanno desiderato.

Tutto è cominciato il giorno in cui un fan di “City Hunter”, la serie animata cult che vede come protagonisti il private eye Hunter – nella versione japan “Ryo Saeba” – e la sua aiutante Kreta – nella versione originale Kaori Makimura – si è messo in contatto con il doppiatore italiano del personaggio protagonista: Guido Cavalleri.

Cristian – questo il nome del nostro fan – avrebbe tanto desiderato vedere i volti dei doppiatori italiani dei personaggi principali del suo anime preferito: Hunter, Kreta, Selene e Falcon.

Ed ecco la telefonata di Guido, preceduta da un messaggio su whatsapp.

Ho subito pensato a una live Reunion a quattro. Promossa e diffusa sui social più gettonati, ci avrebbe permesso di raggiungere, con la freschezza della diretta, il maggior numero possibile di fan.

L’Evento, “Buon Natale City Hunter”, è stato trasmesso in live streaming il 22 dicembre 2020: eccolo.

 

Un’eco imprevedibile.

E chi si sarebbe aspettata una partecipazione del genere? Io no di certo.

Nei giorni successivi, i commenti al video e i messaggi in modalità privata, su Messenger e Instagram, continuavano a fluire. Rispondere a tutti sarebbe stato impossibile: dovevo fare una cernita, per quanto sommaria, e scegliere quelli più rappresentativi.

Da giorni mi stavo arrovellando sul dono che avrei potuto fare ai miei viewers, in vista dell’Anno nuovo. Desideravo che fosse un momento prezioso, emozionante, caldo come l’abbraccio di un vero amico. Una diretta poteva essere l’ideale: un’ora spensierata per coloro che, a motivo delle restrizioni sanitarie, non avrebbero potuto raggiungere amici o parenti.

Non esiste un Capodanno senza abbracci. Dovevo fare qualcosa.

 

… ed ecco i commenti che mi hanno intenerito il cuore.

Maila: “Mamma mia mi viene da piangere a sentirvi”.

Emanuele: “Grazie di cuore di avermi cresciuto da piccolo ed emozionarmi ancora di più anche ora che da ragazzo sono adulto. Penso di parlare a nome di tutti: VE VOLEMO BENE”

Ivano: “Spero facciate altre reunion ragazzi, ci avete fatto passare una bella serata. Tanti auguri a tutti voi ragazzi. Siete meravigliosi e grazie di tutto.”

Ilaria: “Siete un pezzo della nostra meravigliosa infanzia”.

E infine il colpo di grazia di … Grazia: “Grazie per averci regalato un ritorno all’infanzia in un periodo così difficile. Passano gli anni ma l’emozione di sentire le voci di personaggi che tutti portiamo nel cuore rimane la stessa,  l’amore e la professionalità che mettete nel vostro lavoro si vede e coinvolge tutti noi fans. Tantissimi auguri di buone feste a tutti voi e spero di vedere altre reunion, vi si ama!”

Ok. Questa diretta s’ha da fare.

 

Ragazzi … ci siete?

Mi affaccio alla Messaggeria e creo un gruppo, aggiungendo i nomi dei doppiatori che via via mi vengono in mente. Con alcuni di loro ogni tanto ci si “parla” commentando i nostri post. Con altri mi sono persa di vista da tempo. L’algoritmo di Facebook, si sa, non perdona: se non c’è interazione ci si perde.

Ero consapevole del fatto che mi stavo muovendo a ridosso del Capodanno e che, con un tempo di preavviso così breve, non mi sarei potuta aspettare una risposta corale.

Eppure, la mia folle fiducia nell’esistenza mi ha suggerito di creare uno “spazio” così che la Natura, che aborrisce il vuoto, potesse venire a colmarlo a modo suo e nei suoi tempi. E così è stato.

 

… Ed ecco chi ha risposto all’appello.

In ordine di ingresso nel salotto virtuale del Canale YouTube:

Nicola Bartolini Carrassi: imprenditore, giornalista, doppiatore, scrittore, autore e produttore televisivo, sceneggiatore e paroliere italiano.

Ho chiesto a “Niki”, data la sua esperienza come doppiatore e soprattutto come autore, dialoghista, creativo organizzatore di eventi –  di rimanere con me per tutta la durata della maratona delle voci in diretta. Neanche a dirlo, la mia scelta si è rivelata azzeccatissima.

Elisabetta Cesone: attrice, doppiatrice, direttrice di doppiaggio.

Tra gli indimenticabili personaggi da lei doppiati: Picchiarello; la Zia Polly in “Pollyanna”; Miki in “City Hunter”; Meg in “Una Per Tutte, Tutte Per Una” (versione cartoon di “Piccole Donne”); Shirley Bennett (Ivette Brown) in “Community”; Jacqueline Mazerin (Josiane Balasko) nel film cinema “Torno Da Mia Madre” (la sottoscritta prestava la voce a sua figlia Stephanie, interpretata dall’attrice Alexandra Lamy).

Guido Cavalleri: doppiatore del personaggio di Ryo Saeba ovvero Hunter in “City Hunter”.

Dal 1990 al 1996 Guido ha condotto il programma per ragazzi “Ciao Ciao”. Dal 2001 è stato autore televisivo del programma “La Macchina Del Tempo” di Rete 4. Inoltre ha firmato il programma “Missione Natura” trasmesso su LA7.

Danja Cericola: doppiatrice e direttrice di doppiaggio.

Tra i personaggi da lei doppiati si ricordano: Marie Verneuil (Chantal Lauby) in “Non sposate le mie figlie” (la mia mamma! Io doppiavo la figlia depressa, Ségolène Verneuil); Evelyn in “Evelyn e la magia di un sogno d’amore”; Lady Isabel ne “I Cavalieri dello Zodiaco”; Pollyanna in “Pollyanna”; la Regina Nehellenia in “Sailor Moon SuperS”; Jirobay in “Dragon Ball”; Margherita e Barbara in “Lovely Sara”; India Von Halkein (Mary Kay Adams) nella soap opera “Sentieri” (qui doppiavamo madre e figlia adottiva: Dorie Von Halkein, interpretata dall’allora giovanissima Kimi Parks, aveva infatti la mia voce).

Stefano Bersola: cantante, compositore, interprete, autore.

Figlio d’arte – la sua mamma, Katty, faceva l’indossatrice ed è stata la prima donna d.j. in Italia mentre il papà, Giorgio, faceva l’attore di fotoromanzi – e fratello di Giovanna Bersola, in arte Jenny B.

Nel 1998 Stefano incide la sigla televisiva dell’anime “City Hunter” (arrangiata da Alberto Radius), in onda su Italia 7 Gold.

Nello stesso anno compone “Mi Hai Rapito Il Cuore” (arrangiata da Nicolò Fragile), sigla della serie d’animazione “Lamù La Ragazza Dello Spazio”, a cui seguono le sigle di “Patlabor”, “Sun College” e “Credi Sempre In Te”, per la serie direct-to-video “Magic Knight Rayearth”.

I suoi CD: nel 2014 “Anime Songs”; nel 2016 “City Hunter” (The Remixes); nel 2017 “Anime Duet” (con Luigi Lopez) e nel 2018 “Anime Collection”.

Pietro Ubaldi: doppiatore, cantante, attore.

Voce del pupazzo Four in “Ciao Ciao” e di Uan in “Bim Bum Bam”, ha prestato la sua voce, tra gli altri, ai personaggi di Marrabbio e Giuliano nelle serie TV: “Love Me Licia” (1986); “Licia Dolce Licia” (1987); “Teneramente Licia” (1987); “Balliamo E Cantiamo Con Licia” (1988).

Pietro ha inoltre doppiato, tra gli altri personaggi, il Re in “Mio Mini Pony”; Doraemon; Spike in “Alla Ricerca Della Valle Incantata”; Scooby-Doo in “Scooby-Doo”; Patrick Stella in “Sponge Bob”; vari personaggi in “Dragon Ball”.

Gianni Quillico: attore teatrale, doppiatore.

Ha dato la voce all’Uomo Ragno nel cartone animato degli anni 80, a Roger Girard (Bruno Le Millin) in “Primi Baci” (io doppiavo sua figlia Justine, interpretata dalla giovane attrice Camille Raymond), a Giobatta in “Calimero” (il papà di Priscilla), a Leslie Claret (Kurtwood Smith) in “Patriot”, all’Imperatore Carlo il Calvo (Lothaire Bluteau) in “Vikings”, a Francesco in “Essere Leonardo Da Vinci”, per la regia di Massimiliano Finazzer Flory.

Come attore televisivo ha partecipato ad alcuni episodi di “Casa Vianello” (2001) e “Camera Café” (2007). Inoltre ha recitato sul set di “Non si può morire ballando”, film diretto dal regista indipendente Andrea Castoldi.

Marco Benedetti: attore, doppiatore, produttore di cortometraggi, film, telefilm e spettacoli teatrali.

Marco è specializzato in Pronuncia inglese standard American e standard British.

Come doppiatore ha dato la sua voce, tra gli altri, ai seguenti personaggi: McAfee (Harris Dickinson) in “Matthias & Maxime” di Xavier Dolan; Makoto Edamura in “Great Pretender” (serie animata su Netflix); Bryce Walker (Justin Prentice) in “Tredici” (telefilm su Netflix); Alain in “Pokemon”.

Vittorio Bestoso: speaker, doppiatore e direttore di doppiaggio.

Tra i personaggi doppiati si ricordano Satam in “Aida Degli Alberi” e Falcon in “City Hunter”.

Lorella De Luca: attrice, doppiatrice e speaker.

Lorella è la bellissima voce di spot pubblicitari, documentari, film, telefilm, cartoni animati, videogame, audiovisivi promozionali e didattici, corsi di lingue e favole per bambini.

Dal 2011 è anche la voce ufficiale dei promo del canale televisivo Cartoonito.

Massimo Di Benedetto: doppiatore.

I personaggi da lui doppiati in film cinema, film d’animazione, serie TV e serie animate sono innumerevoli, e per questo vi rimando alla sua pagina su Wikipedia.

Nella manifestazione annuale “Cartoon & TV Awards” del 2005, gli è stato assegnato il premio “Miglior Rivelazione Voce Maschile”!

 

È stato un Evento memorabile …

La Live Reunion di Capodanno, tra amarcord, simpatici aneddoti e considerazioni sull’attuale non felicissima situazione degli attori e doppiatori italiani, è durata più di due ore. Eccola.

Vivissima la partecipazione dei nostri fan: il tempo è volato assieme a loro!

L’obiettivo dell’Evento è stato raggiunto: far sapere che ci siamo, che non siamo solo “voci”, che percepiamo e ricambiamo il loro affetto.

Abbiamo brindato insieme alla Vita, che ci ha accompagnati fin qui e ci guiderà ancora nell’anno a venire.
Se siamo ancora qui, infatti, vuol dire che abbiamo brillantemente superato imprevisti, prove e sfide.
Essere Eroi di anime e manga, tutto sommato, è facile.
Ecco perché i veri Eroi siamo tutti noi.
JL

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“Svegliati, palombaro!”

“Parlane con Carlo”…

Mi dice un giorno Rita Minelli, da me recentemente intervistata su suggerimento di Paola Ferraro …

Perché è di questo che si tratta: di una catena virtuosa di “parlane con …” e finisco per prenotare un’altra intervista.

In un momento storico in cui i media cantano in coro la stessa canzone sette giorni su sette, ventiquattro ore al giorno, mi chiedo se esista, da qualche parte, un’oasi di silenzio dove ritrovare Se stessi e lì, accorgersi che non esiste altro.

Un po’ di pace, finalmente. Per respirare a fondo e fare il punto. Studiando il da farsi in modalità attiva, anziché reattiva.

Come dire: queste sono le circostanze, là fuori.

Se reagisco secondo la logica della sopravvivenza, l’avranno vinta loro su di me.

Ma se mi fermo un attimo e respiro, in silenzio, realizzo che sto avendo un sogno lucido: la vita è un grande show e ciascuno di noi ha il suo copione e il suo ruolo. Tutt’intorno, una scenografia di cartapesta scambiata per “realtà”.

 

… Ed eccomi in Zoom call con Carlo Dorofatti.

Scrittore, libero ricercatore, divulgatore, Carlo è istruttore di meditazione e formatore nel vasto campo delle Tradizioni Spirituali d’Oriente e d’Occidente.

Sorride bonariamente mentre gli racconto di come un giorno abbia deciso di smettere i panni di “attrice” per scendere dal palco e sedermi in platea e da lì, godermi lo spettacolo.

Capisce al volo che sto usando una metafora per descrivergli il momento del “risveglio” dalla matrix.

“Matrix” è il nome che i ricercatori spirituali di nuova generazione usano per definire ciò che un essere umano percepisce come unica realtà, mentre è assorto in uno stato ipnotico, onirico, guidato dall’inconscio collettivo.

Carlo paragona l’attuale stato in cui si trova l’Umanità a uno stato ideale in cui l’Uomo scrive il proprio copione e lo agisce consapevolmente, in linea con il proprio Scopo.

“Dobbiamo recuperare la consapevolezza di ciò che siamo”, continua. “Noi siamo dei palombari svenuti nei nostri scafandri. Vediamo lo scafandro muoversi, lambito dalle correnti del fondale oceanico. Ci sembra vero, ci sembra vivo, ci sembra che si muova, in realtà si muove per reazione alle correnti che lo investono. Dentro, il palombaro dorme. Dentro, il palombaro è svenuto. Quello che cerco di fare, a me stesso prima di tutto come stimolo agli altri, è un percorso di schiaffeggiamento del palombaro.”

 

“La Parola chiave è Risveglio.”

Il Risveglio di un attore che decide di deporre il copione e i panni del personaggio interpretato fino a quel momento, in cui si era forse troppo identificato; il Risveglio di un palombaro chiuso nel suo scafandro, nel liquido amniotico della Vita che lo ha concepito; il Risveglio alla consapevolezza che tutto ciò che esiste è frutto del potere creativo del Verbo, Logos, Parola.

Dal Risveglio in poi, quello con Carlo è un Percorso a ritroso: da ciò che esiste alla Parola che l’ha generato, al suono, alla musica, al canto, su, sempre più su, fino al Respiro.

Il Respiro che è Vita, infusa in ciascuno di noi. Azione involontaria che diamo per scontata. Eppure, è portando l’attenzione su di essa che possiamo, in presenza, ritrovare Chi noi siamo e quale sia il nostro Scopo.

Dietro l’apparenza, dietro la maschera, dietro un copione già deciso in partenza.

Ed ecco che l’attore scende in platea. Il palombaro esce dal suo scafandro. Entrambi hanno capito che quello che stavano vivendo era solamente un sogno.

I loro occhi si sono aperti alla contemplazione della Bellezza e dell’Amore. E di Bellezza e di Amore arricchiranno il mondo.

È questo, alla fine, il vero Senso della Vita.

E questa è l’intervista.

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Orgoglio e pregiudizio a teatro

Orgoglio e pregiudizio, non aspettatevi quello che avete visto finora

È un adattamento teatrale bello, veloce e divertente quello di Orgoglio e Pregiudizio realizzato da Antonio Piccolo con la regia di Arturo Cirillo.

Non è mai facile prendere un testo così famoso e così rappresentato e dargli una personalità propria e caratteristica.

Parliamo di un’opera che dal 1940 ad oggi ha avuto 15 versioni cinematografiche e, solo in lingua italiana, 23 traduzioni.

Tutti conosciamo il sig. e la sig.ra Bennet e le figlie Jane ed Elisabeth e ci siamo fatti una idea ben precisa di Charlotte, Collins, Bingley e Dancy, chi per conoscenza diretta sui libri o al cinema o chi per sentito dire nei numerosi richiami.

La cosa bella di assistere a questo spettacolo è conoscerli di nuovo sotto nuove vesti.

Fare una versione teatrale (la prima italiana) di Orgoglio e Pregiudizio è una azione audace e, in questo caso, l’audacia è stata premiata.

Il risultato è stato uno spettacolo con personaggi dalle personalità definite e trasparenti che non sono caduti negli stereotipi che a torto o ragione hanno finora plasmato la disposizione del pubblico.

Sono tutti giovani i personaggi di questa rappresentazione, giovani dentro e fuori, giovani nelle emozioni e nei rapporti tra loro, giovani come sono davvero nel romanzo e come sarebbero oggi.

Lo spettacolo aveva debuttato in prima nazionale al Mercadante il 4 luglio per il Napoli Teatro Festival con una produzione del Teatro Stabile di Napoli, Teatro Nazionale e Marche Teatro.

Adesso è tornato a Napoli all’inizio della tournée invernale che seguirà il seguente calendario

Orgoglio e pregiudizio in tournée

Pavia, Teatro Fraschini, 6 – 8 marzo 2020

Brescia, Teatro Sociale, 12 – 15 marzo 2020

Torino, Teatro Carignano, 17 – 22 marzo 2020

Genova, Teatro Duse, 25 – 29 marzo 2020

Reggio Emilia, Teatro Ariosto, 31 marzo – 1 aprile 2020

Udine, Teatro Giovanni da Udine, 2 – 4 aprile 2020

La Spezia, Teatro Civico, 7 – 8 aprile 2020

Consigliamo a chi può, di non perdersi lo spettacolo.

Lo spettacolo è consigliato sia agli appassionati del teatro, sia a chi desidera passare una serata gradevole e diversa.

Durata

La rappresentazione dura 1,45 minuti senza intervallo ma non si sente mai la narrazione e talmente incalzano e la regia talmente agile che non si sente la necessità di prendersi una pausa.

Il cast

Gli attori sono tutti all’altezza della compagnia e dello spettacolo, danzano e cantano sulla scena al ritmo di mambo sulle musiche originali Francesco De Melis

Arturo Cirillo, interpreta Bennet e Lady Catherine De Bourgh non ha bisogno di confermare la sua bravura e la sua professionalità: attore di valore riconosciuto e regista armonioso e scaltro.

Valentina Picello, regala al personaggio di Elizabeth un carattere nuovo, reale, concerto conferendole la personalità che la Austen certamente avrebbe approvato.

Sara Putignano dona convincente una dolce freschezza a Jane.

Riccardo Buffonini è Fitzwilliam Darcy in una versione caratteriale giovane, credibile e accattivante.
L’eccellente Alessandra De Santis è la simpaticissima sig.ra Bennet.

Rosario Giglio ci presenta un Collins divertente, simpatico e ammiccante.

Giacomo Vigentini, ovvero  Charles Bingley e Reynolds riesce a dare un carattere attivo al suo personaggio.
Giulia Trippetta passa dalla sciocca Charlotte alla intrigante Caroline senza problemi dando carattere e credibilità ai due personaggi

Le luci di Camilla Piccioni hanno giocato e valorizzare le scene di Dario Gessati che ha pensato per le scene a 4 specchi – finestra mobili e fortemente scenografici nella loro semplicità che ben soddisfano le esigenze di regia 

Gianluca Falaschi con i suoi costumi ha ben sottolineato i caratteri dei personaggi.

in scena

Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Mercadante di Napoli

dal 19 febbraio al 1 marzo

Info e Orari su www. teatrostabilenapoli.it

Biglietteria: tel. 081.5513396




Franco Branciaroli Macbeth a teatro – Teatro – ANSA.it

“Una sfida affascinante, anche da perdere al limite”.(ANSA)

Sorgente: Franco Branciaroli Macbeth a teatro – Teatro – ANSA.it