“La Via Della Sensualità”

C’erano una volta l’Uomo …

L’Uomo era infuso dell’Energia cosmica maschile più pura e più nobile, in azione.

Questa Energia si esprimeva – e ancora si esprime, laddove è presente – in modo funzionale al processo spirituale evolutivo, a partire dal primo impulso dato all’anima per incarnarsi, per poi scoprire, sperimentare, conoscere gli aspetti della materia.

L’Essere Umano dotato di quest’energia aveva una naturale propensione all’ordine, alla classificazione, alla pianificazione, all’organizzazione e all’armonia.

Il suo Obiettivo era – ed è ancor oggi – intraprendere la Via che porta alla Saggezza.

 

… e la Donna.

La Donna, infusa dell’Energia cosmica femminile superiore, accompagnava l’Uomo nel suo Percorso.

L’Energia femminile primigenia, contraddistinta da Valori quali l’Accoglienza, l’Ascolto, la Condivisione, l’Empatia, la Tenerezza, il Timore reverenziale, la Devozione, la Generosità, la Comprensione, l’Inclusione, l’Integrazione, l’Amore incondizionato, la Fiducia nell’Esistenza, la Gioia di vivere, manteneva la Donna in costante contatto con il Divino.

L’Uomo si prendeva cura della Donna e la proteggeva garantendole Sostegno, Stabilità e Sicurezza nei più che naturali alti e bassi della quotidianità.

 

Finché non arrivò “Matrix”.

Sembra la trama di un film. E invece è successo davvero.

Qualcosa, qualcuno, a un certo punto della Storia è intervenuto a rimescolare le carte del Gioco chiamato Vita.

Un po’ alla volta, nell’Uomo e nella Donna, si è insinuato un altro tipo di energia, un’energia a bassa frequenza vibrazionale.

Questo tipo di energia è il risultato dell’abbassare di un’ottava la frequenza vibratoria dell’Energia maschile di tipo superiore: ciò che ne risulta è la fredda razionalità, il calcolo, l’egoismo, l’aggressività, il “mors tua vita mea”, la competitività, la “lotta per la sopravvivenza” che genera insicurezza e paura.

Chi lotta per sopravvivere, chi non ha altro valore che il proprio benessere a discapito di quello altrui, non ha più occhi per vedere la Bellezza.

La Bellezza che continua a sussurrare all’anima dei viventi che è l’Amore la Via che porta alla Saggezza, la Risposta delle Risposte, il Senso ultimo del nostro vivere.

 

Una guerra santa dall’esito poco felice.

Negli anni Settanta del secolo scorso la donna scende in campo contro l’uomo per rivendicare pari diritti, responsabilità e opportunità in ogni ambito – professionale, politico, economico e sociale – al di fuori della famiglia dove si sente “stretta” nei suoi ruoli di moglie e madre.

La sua è una “guerra santa” più che giustificata nei suoi obiettivi.

Matrix lo sa e ne approfitta, instillando in lei l’aberrante convinzione che per essere riconosciuta, valorizzata e rispettata nei suoi nuovi ruoli, debba indossare gli abiti del “nemico”: ed ecco che anche la donna adotta valori, consuetudini e atteggiamenti che finiscono per allontanarla dalla sua vera natura.

I Valori di cui era incarnazione vivente, gli stessi Valori che facevano di lei un Ponte sacro per consentire all’Uomo di ricongiungersi col Divino, vengono disprezzati e considerati punti deboli di cui vergognarsi, fragilità da nascondere sotto la maschera androgina di un nuovo essere, né maschio né femmina, omologato e obbediente agli standard imposti dal sistema.

 

La Via della Salvezza.

La Salvezza, nell’Era dell’Acquario contraddistinta dall’influsso dell’Energia femminile superiore, sta nel recupero di questi Valori.

È nel riconoscere, accogliere, riconciliare a Sé , da parte dell’Uomo e della Donna, questo Femminile.

Solo così l’Uomo potrà risvegliarsi dall’addormentamento psichico in cui è rimasto come ipnotizzato: uno stato di demenza adolescenziale, immaturità, irresponsabilità che lo rendeva e rende cieco di fronte alla Bellezza della Vita: una vita ricca, abbondante, piena di Significato. Solo così può ritrovare il suo ruolo di Compagno che protegge la sua Donna dalle insidie di un mondo che l’ha trasformata in ciò che non è.

Solo così la Donna potrà ritrovare Se stessa in rapporto al suo ruolo di “Beatrice” per l’Uomo – Dante che ha smarrito la Via della Saggezza. Solo così, la Donna potrà tornare alla Fonte alla quale è sempre rimasta connessa, per brillare di luce divina e portare il Cielo sulla Terra.

Solo così, infine, Uomo e Donna potranno lasciarsi alle spalle la paura, l’incertezza, la fredda, cinica e razionale lotta per la sopravvivenza e aprire il loro sguardo sull’Abbondanza che li attende nello Spirito, nell’Anima e nella “Carne”, ritrovando la Gioia di Vivere e la Fiducia nell’Esistenza.

 

“La Via della Sensualità”.

Per Fabio Grimaldi, Scrittore e Ricercatore Spirituale, in questo particolare momento storico è necessario adottare un Cambiamento nel modo di osservare la vita, grazie al contatto col mondo del Femminile: il mondo della Sensualità.

Il termine “Sensualità” negli ultimi secoli è stato svilito e manipolato.

Il suo vero significato risiede nella capacità dell’anima di esprimere le sue qualità attraverso la materia, nell’espressione, manifestazione della nostra parte divina nella vita di ogni giorno.

“La Via della Sensualità” – titolo di uno dei suoi libri – è il nome attribuito dall’Autore al suo percorso spirituale: una forma di ricerca della Bellezza sotto ogni aspetto e in ogni ambito: l’Arte, la Musica, la Natura, e soprattutto gli Esseri Umani.

Ce ne ha parlato in occasione del “Soul Talk” di venerdì 9 ottobre 2020 alle 22:30, in diretta sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”.

Per guardare il video clicca qui.

Un abbraccio e a presto, dalla tua Ondina Wavelet (JL).

 

 

 

 

 

 

 




La Tenerezza: unica cosa che rimane nella vita quotidiana.

LA TENEREZZA è il titolo del film di Gianni Amelio uscito nelle sale cinematografiche il 24 aprile come film d’apertura del Bifest 2017.

 Il film racconta un dramma familiare doloroso e delicato e si propone come uno sguardo disincantato sul mondo degli affetti umani, dove le stagioni della vita non conoscono emozioni prestabilite.

Più che di tenerezza, bisognerebbe parlare di amarezza, o forse ricordare il titolo del romanzo di Lorenzo Marone da cui è tratto il film: “La tentazione di essere felici”.

Questa frase, infatti, fotografa alla perfezione lo stato emotivo dei personaggi raccontati da Amelio.

Per ognuno di loro la felicità appare perduta, forse per sempre irraggiungibile, ma se esiste una dimensione da cui ripartire, quella è proprio la tenerezza, l’affetto istintivo nei confronti di qualcuno.

LA TENEREZZA diventa così la storia di una ricerca di senso del vivere umano.

Il film si trasforma in un’indagine lenta, ma densa, del regista calabrese che, svelando a poco a poco, il vissuto dei suoi protagonisti, conduce lo spettatore a “ scavare ” nell’animo, tra le luci e le ombre di ognuno di noi.

Amelio ispeziona l’animo fallibile (ed a tratti mostruoso) delle persone comuni, senza adagiarsi sulle etichette sociali.

Non è scontato che un figlio ami suo padre, non è scontato che tutti sappiano essere genitore.

La tenerezza non abita nei rapporti familiari di sangue, ma si nutre di legami profondi tra estranei che, così, diventano intimi.

 Il film scardina dunque ogni rassicurazione legata alla famiglia.

E’ la storia di Lorenzo, anziano avvocato di Napoli, con problemi di cuore.

Un uomo, padre, marito e professionista pieno di pentimenti impersonato da un ruvido e vibrante Renato Carpentieri.

L’uomo vive in una grande casa vuota, in mezzo a vecchi ricordi, vuole starsene solo, lontano dagli altri.

Persino dai suoi due figli a cui non vuole più parlare, che forse ha smesso d’amare.

Un giorno, di ritorno da un ricovero ospedaliero, Lorenzo incontra Michela (Micaela Ramazzotti), giovane madre un po’ sbadata, con la quale nasce subito un affetto sincero.

 Da questo incontro, avvenuto per caso, su un pianerottolo, parte una lenta ed inevitabile resa dei conti.

Il bilancio esistenziale di padri troppo assenti, di nonni non abbastanza amati, di figli che si sentono orfani senza esserlo.

La famiglia di Lorenzo, spezzata e logorata, e la famiglia di Michela, in apparenza felice e compatta, abitano di fronte.

Questi due focolari domestici, forse agli antipodi, diventano due famiglie allo specchio dove non mancano crepe.

Rappresentano però anche un miraggio di tenerezza costruita su sfumature quotidiane, su attimi condivisi, su piccole attenzioni all’altro.

E così, tra sprazzi di vite impregnate di ricordi, di rimorsi e di rimpianti, emergono pentimenti, parole non dette, confessioni non fatte che finalmente vengono a galla. La tenerezza diventa la singola capacità di ascoltare, sentire, amare.

La tenerezza è dentro il sorriso di una sconosciuta, che diventerà una figlia da non lasciare mai sola in un letto d’ ospedale.

La tenerezza è nella stretta di mano di un nipote che il nonno “ruba” alla scuola per stare un po’ con lui.  

La tenerezza è nell’amore della figlia (Giovanna Mezzogiorno ) che, pur sapendolo, lo lascia fare e non si arrende mai all’essere orfana di un padre ancora in vita. La tenerezza è il contenere in un abbraccio l’ira di Fabio (Elio Germano) marito di Michela, che nasconde un malessere alienante …

La tenerezza è dunque il dramma della vita familiare, piena di perdite e di riconquiste, in cui l’amore più tenero è un bene fragile e prezioso che va conquistato ed alimentato di continuo.