“La Vita è una Scultura” con Sergio Grasso.

Aperitivo in trattoria …

Sono passati trentatré anni dalla sera in cui, in quella trattoria nel trevigiano, aspettando che si liberasse un tavolo, Sergio propose di farci un “cicchetto” al bancone.

Non dimenticherò mai il suo sguardo, quando mi azzardai a chiedere una cola: a distanza di più di tre decenni, al solo ricordarglielo, sgrana gli occhi come alla vista di uno spettro. Divertito però.

Ma torniamo indietro di trentatré e una manciata d’anni.

 

… nella ridente Marca Trevigiana.

Correva l’anno 1976. Le prime Radio private spuntavano qui e lì, come funghi dopo una bella piovuta.

Un giorno mamma portò a casa una bianca Brionvega.

Non mi ci volle molto a scoprire il paradiso, selezionando la modalità “fm”.

Fu subito amore: abbandonai la Barbie e Ken per Radio Marca, un crogiuòlo di talenti vocali tra i quali spiccava, per spessore e autorevolezza, lo speaker Sergio Grasso, allora poco più che ventenne.

Ci sono cose che la ragione non può spiegare. L’istinto invece sì: è “lui” a dirti che qualcuno è lì soltanto di passaggio, che il suo Destino è altrove, e la sua voce sarà udita (quasi) ovunque.

Così è stato.

Trentatré e una manciata d’anni dopo …

… mentre il resto d’Italia è davanti alla tv per godersi la finale del Festival di San Remo, incontro il mitico “Sergione” per una chiacchierata.

Nato a Venezia l’undici dell’undici del cinquantacinque alle ventidue e ventidue – quale esperto numerologo non vorrebbe tracciare il suo profilo? – la vita di Sergio si snoda in cicli della durata di undici anni: giusto il tempo di farsi venire nuove Idee, intraprendere nuove avventure, portare a compimento nuove imprese.

La prima di una serie di tappe che lo avrebbero portato, negli anni successivi, a esplorare il variegato mondo dei media come “voce” e non solo, fu la Radio.

Interviene e puntualizza: “Si dice ‘mèdia’, non ‘mìdia’, visto che deriva dal latino”.

In vena di confidenze, Sergio ammette di aver sempre odiato la sua voce fin da quando, appena undicenne, prendeva lezioni di canto lirico da Mario Del Monaco. Come baritono.

Prosegue raccontando che, quando gli capitava di chiamare l’amichetta per chiederle di uscire … se rispondeva lei, tutto bene. Se invece rispondeva il suo papà, Sergio si spacciava per suo padre e a quel punto, cominciava la commedia degli equivoci.

Alla fine, malgrado i paradossi, ad averla vinta è l’Esistenza: ovunque Sergio ha messo piede – alla radio, in studio di registrazione, in sala di doppiaggio, alla tv e in teatro – rimane l’eco del suo “vocione”, le emozioni che ha trasmesso, il piacevole ricordo di chi lo ha apprezzato come Speaker, Doppiatore, Autore, Attore, Regista Teatrale …

 

Una Voce, una Penna e un’ardente Passione per la Cultura del Cibo.

Ecco i tre ingredienti della magica Ricetta di una Vita che è sempre un work-in-progress! O, per dirla all’italiana, un “lavori in corso”!

Di Sergio ho sempre ammirato il coraggio di superare i limiti imposti da ogni “ruolo”, da lui già incarnato con successo.

Di persone eccellenti in ciò che fanno ne incontriamo, nella vita. E non importa se, nel tempo, si appassioneranno ad altro: la tentazione, per l’attore, è continuare a crogiolarsi sugli allori del passato. Lo spettatore invece si addormenta, certo che il proprio beniamino sia “quel che ha già  fatto” e più nient’altro.

Ma torniamo a Sergio.

Nei primi Anni Novanta, la sua vena artistica incontra e si fonde con quella di Alchimista dell’Arte Culinaria, Filosofo del Gusto e della sua Storia, Antropologo alimentare, Amante dei prodotti tipici e della Cultura che li ha generati – Storia, Geografia, Usi e Costumi, Tradizioni, Arte, addirittura Archeologia – cogliendone i significati rituali e sociali.

Ed ecco entrare in gioco l’esperienza, fino a quel momento maturata in teatro: il carisma dell’attore, la colta creatività dell’autore e la leadership del regista, fanno di lui l’ospite televisivo perfetto, il giudice imparziale disposto a giocarsi l’approvazione dell’audience, pur di non scendere a compromessi con i “Cuochi d’Artificio” (i personaggi costruiti a tavolino dal “sistema”: più divi e “influencer”, che veri cuochi).

Nel frattempo, la sua fama di esperto di storia sociale del cibo e dei costumi alimentari, varca i confini d’Italia e si spande per il mondo, come profumo di pane appena sfornato.

Per lui, infatti, gli alimenti sono più che “nutrienti”: sono “marcatori culturali”!

In altre parole: il cibo di un Popolo ne rappresenta l’Identità, la Cultura, la Civiltà. Non rimane che metterci a tavola e assaggiarlo, per conoscere davvero la Nazione che ci ospita!

 

Un Curriculum lungo una vita.

Come è facilmente intuibile, le sue aree di interesse più importanti sono: Cibo, Cultura, Civiltà antiche e moderne, Arte, Storia, Geografia, Viaggi, Archeologia, Antropologia alimentare …

Dal suo profilo – aggiornato con cura dall’Ufficio Stampa – estraggo i ruoli da lui rivestiti nei momenti più salienti della sua carriera, ancora in pieno svolgimento.

Il mio elenco, sommario e incompleto, rende l’idea di chi sia il professionista “Sergio Grasso”: speaker radiofonico e pubblicitario; doppiatore cine televisivo; autore e conduttore televisivo; autore e interprete di monologhi legati all’arte, alla storia e all’alimentazione; regista e attore teatrale; documentarista; food-writer; docente universitario; ricercatore e membro di commissioni scientifiche e tecniche; antropologo e consulente alimentare; esperto di gastronomia e merceologia; giudice tecnico e “mentore” del programma “La Prova del Cuoco”; autore e coordinatore dei contenuti antropologici e agronomici del reality “La Fattoria 1870”; animatore di manifestazioni enogastronomiche; curatore della progettazione e realizzazione di eventi gastronomici legati alle rappresentazioni del cibo nell’arte; scrittore, editore, pubblicista …

L’elenco potrebbe continuare, ma mi fermo qui.

Come una lista della spesa non può esprimere un pranzo preparato con amore, da gustare con gli affetti a noi più cari … un curriculum da solo non basta a raccontare la bellezza e il valore di un Essere Umano.

È stata una piacevole chiacchierata, quella di venerdì 5 marzo con Sergio Grasso, perché si è parlato un po’ di tutto.

Ne è uscito il ritratto di un Uomo coerente con se stesso e con i propri Valori; un uomo che, piuttosto che tradire ciò in cui crede, ringrazia con garbo, saluta e se ne va per la sua strada.

Il suo Viaggio dell’Eroe è tuttora in corso.

Verso la fine del nostro incontro, Sergio accenna a interessanti novità delle quali, “per scaramanzia”, preferisce non parlare.

Prima di accomiatarci, mi mostra con fierezza i “santini digitali”: le foto di Shanti, la sua adorata nipotina.

Di lui, questa bellissima bambina ricorderà che “… se l’ha avuto, un nonno, è già una fortuna; che il nonno scherza, ride e la fa ridere, le morde il sederino …”

La sua eredità per lei, la frase-mantra è: “Aspettati poco dagli altri: quel che ti serve nella vita, è già dentro di te”.  

E ancora: “La vita è una scultura, non una pittura: la pittura si fa aggiungendo delle cose su una tela bianca; la scultura, invece, si fa togliendo della materia per tirar fuori quel che c’è ‘dentro'”. La nostra vera Essenza!

Questa intervista è un’altra gemma preziosa incastonata nel Progetto di valore sociale “Ondina Wavelet World”, il Progetto multimediale che ha per Scopo la creazione di una Cultura basata sulla consapevolezza del Potere creativo delle nostre Parole.

E quando le Parole che pensiamo, diciamo e agiamo in coerenza, coincidono con i veri Valori dell’Uomo, possiamo dar vita, tutti insieme, a un mondo bellissimo.

Per partecipare iscriviti al Canale YouTube “Jasmine Laurenti” e, se i contenuti risuonano con te, fai del Progetto il “tuo” Progetto, abbonandoti al Canale stesso.

Ecco il video e il podcast della stupenda chiacchierata con “Sergione”.

Alla prossima!

Con Amore,

la vostra Eroina acquatica Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“Malattia: Messaggio D’Amore?”

“Dimmi che scherzi”.

Per Monica Grando, Naturopata e Consulente del BenEssere a 360°, la malattia è il modo in cui l’anima fa sapere al corpo che il suo “abitante” si è smarrito per via.

Lo stesso sintomo, sotto forma di disagio o addirittura dolore fisico, è il linguaggio con cui l’anima esprime l’allontanamento del paziente dal suo e nostro comune Scopo: risvegliarci all’Amore, alla Bellezza, alla Perfezione del Tutto di cui facciamo parte; fluire con la Vita, rimanendo collegati alla Sorgente da cui la Vita stessa procede; mantenere, durante il Viaggio in una dimensione più densa, Armonia, Integrità, Coerenza tra il mondo interiore e le nostre azioni / reazioni alla realtà esterna.

La domanda che sorge spontanea è se sia da considerarsi allo stesso modo la malattia di un bimbo appena nato, o quella che sorprende un Viaggiatore, ormai vicino al suo Traguardo, reso inconsapevole da una mente vuota, senza più memoria né giudizio né “presenza”.

Monica risponde alla mia prima domanda con serena lucidità: anticipando inevitabili obiezioni, estirpando sul nascere i pregiudizi di chi si affida alla medicina ufficiale come unica risorsa, preparando un fertile terreno di Fiducia all’imminente semina di chicche di Consapevolezza.

 

“Stai zitto!”

In due parole liquidiamo il sintomo quando si presenta, il dolore fisico, il disagio con cui l’anima ci parla.

Un antidolorifico e via. Tutt’al più ci accontentiamo di una cura che si accontenta di assopire la parte del corpo in cui l’anima, amorevolmente, continua a mandarci i suoi messaggi.

Il corpo in tutto questo non ha colpa alcuna. Nella sua innocenza, si presta a essere canale di comunicazione tra le dimensioni più sottili e quelle più dense della “carne”.

È l’ego qui, a farla da padrone. Fino a che il Viaggiatore non arriva al limite di sopportazione e riceve, a volte in modo un po’ brusco, la sua “chiamata dell’Eroe”.

Ed ecco che il malessere diventa viatico di Conoscenza, Porta d’accesso a una Saggezza antica, vero e proprio Percorso iniziatico.

Nella totale identificazione dell’Eroe nei suoi disagi e dolori fisici, non c’è speranza di salvezza: tutto si risolverà, se si risolverà, nella dimensione in cui il corpo abita. Qui a dolore e sintomo risponde la chimica, non la Consapevolezza.

La Sorgente della Vita è aperta a tutti, ma non tutti hanno il coraggio di risalire la corrente: decidere di farlo implica il voler guardare in faccia la propria verità, l’assumersi la responsabilità delle proprie scelte, il coraggio di aprirsi al Cambiamento.

 

“Il ruolo del Terapeuta”

E qui entra in gioco il Terapeuta che, consapevole del proprio ruolo, accompagna il Viaggiatore nel suo Percorso verso la Guarigione.

Guarigione che, esprimendosi a livello fisico con la progressiva attenuazione e scomparsa del sintomo, affonda le sue radici nella Consapevolezza di essere molto di più di un corpo dotato di intelligenza: siamo spirito, anima – sede del raziocinio e delle emozioni – e corpo fisico: inseparabili, intercomunicanti.

Punto di partenza di ogni Terapia è la rinuncia, da parte del Viaggiatore, al proprio ego – programmato per la mera sopravvivenza – riconoscere di aver perso il contatto con la parte più profonda e più vera di Se Stesso; lasciar fare alla Vita che, con infinito amore, ripristina Equilibrio, Armonia e Coerenza interiore.

Il Terapeuta, da parte sua, deve mettersi da parte e, con umiltà e saggezza, educare il Viaggiatore all’ascolto e alla piena accettazione del dolore come parte integrante dell’Esperienza.

È così che il nostro Eroe può imparare a decifrare il messaggio che l’anima gli porge!

A Viaggiatore e Terapeuta non rimane che lasciar fare a Dio – o comunque lo si voglia chiamare – in un attivo abbandono all’infinita intelligenza della Vita.

Ondina Wavelet – Jasmine Laurenti

Per guardare il “Soul Talk” con la Naturopata e Consulente del BenEssere Monica Grando, clicca qui.

Scopri i vantaggi riservati ai sostenitori del Progetto multimediale “Ondina Wavelet World”, che ha lo scopo di creare una cultura basata sulla consapevolezza del potere creativo delle nostre Parole pensate, dette e agite, cliccando qui.