Sanremo oggi più che mai rock…

Ci siamo lasciati alle spalle pure la 71ª edizione del Festival della canzone italiana e credo che nessuno sia troppo triste neanche quest’anno.

Per la critica, per i media, per gli sponsor e pure per il pubblico (solo da casa, vista l’assenza di spettatori nella platea dell’Ariston), è stato un vero successo.

Lo era prima di iniziare, come ogni anno, e lo è stato anche ora che è finito.

Ma andiamo con ordine.

Fino allo scorso anno la musica trap ed il suo dio, quell’idiozia colossale ed antiartistica chiamata Auto-Tune, hanno permesso l’ingresso nella finzione discografica a veri e propri cani ululanti, incapaci di una dizione media ed incapaci pure di infilare in una singola frase un soggetto, un predicato verbale ed un oggetto.

Presenza scenica, costumi, provocazioni al limite della decenza e la parità di genere ridotta a commedia kafkiana; questo è stato il Festival dello scorso anno!

L’edizione 2021 invece ha esteso lo spettro musicale a più generi, pur mantenendo un filo con alcuni “interpreti” di un modello culturale prettamente estetico e provocatorio, legato al movimento trap.

Imitare precursori “glam” del calibro di DAFT PUNK, SLIPKNOT, KISS, il grande DAVID BOWIE e, dalle nostre parti anche i TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI, non renderà artista chi non lo è… pagliaccio invece si!

Così Fabrizio Rioda dei RITMO TRIBALE sulle apparizioni del Festival 2021 di Achille Lauro: “Non voglio togliere nulla ai vestiti di scena (così si chiamano) e alla performance (così si chiama) del buon Achille. (…) Buona finale sul divano, ragazzi. Che atroce pagliacciata!”

Mi domandavo e ci domandavamo lo scorso anno quanto ci avrebbe messo a scomparire la Musica in Italia; ma quest’anno è stato diverso, quest’anno, le Majors, prese dal timore del calo delle vendite e dell’interesse, soprattutto dei consumatori più giovani, hanno optato per scelte più Rock ed anche più neo melodiche, puntando sui non-più-tanto-giovani e sui non-più-tanto-big. E’ stato bello per me vedere i MANESKIN sul gradino più alto del podio sanremese con la loro “Sono fuori di testa”.

Una band che suona per davvero, sbaglia pure gli assoli, ma che porta in palco la propria musica  e lo fa con passione e dedizione… altro che Auto-Tune!!!

Parlando di Rock e di Sanremo, non tutti sanno che legata alla città che ospita la più famosa manifestazione canora italiana c’è un’altra manifestazione musicale…

sanremorock uemmepi

Sanremo Rock! Ho avuto la fortuna di partecipare alla finale con la mia band, gli UEMMEPI, tre anni or sono.

Per giungere in finale il percorso è stato lungo,  fatto di concerti e di giurie provinciali, regionali e nazionali.

Più di tremila artisti e band Rock, R’n’B, Soul, Jazz, Jive e Rockabilly provenienti da tutt’Italia e tutti con la propria musica e qualche sogno.

E’ stata un’esperienza unica tanto che, se il pubblico a casa avesse potuto vedere (e ascoltare!), avrebbe compreso di più il movimento musicale “underground” che esiste in Italia e forse avrebbe smesso di bere la spazzatura sdolcinata e smancerosa che il potere mediatico ci propina da molti anni! Tornando al Festival 2021, si deve riconoscere comunque al “grande esperto”, “profondo conoscitore di musica” nonché “Direttore Artistico” della Suprema Manifestazione Canora (ovvia l’ironia… Amadeus è un presentatore, non un critico musicale, ricordiamocelo! N.d.a.) il merito di aver dato retta alle Discografiche.

Ha puntato infatti su due cavalli di razza: la “Oriettona” Berti (in gara) e Ornella Vanoni che, a 86 anni suonati, potrebbe insegnare a cantare a quasi tutti gli artisti presenti all’edizione 2021 (escludo dalla lista Arisa e Francesco Renga!) ed alcuni ospiti di eccezione: Fogli, Tozzi, Zarrillo.

L’edizione 2021 è stata molto seguita e forse c’è da riflettere su come poter proporre il prossimo Festival della Canzone Italiana, perché siamo ancora lontani da una proposta culturale vera.

Per risollevare la Musica (con la “M” maiuscola) dall’immensa mole di immondizia in cui la discografia moderna ha contribuito a sprofondarla, ci vuole ben altro che un riff iniziale impeccabile della canzone vincitrice a Sanremo, oppure il testo coraggioso e pressoché perfetto di WILLIE PEYOTE: “Le major ti fanno un contratto se azzecchi il balletto e fai boom su Tik-tok” [questa la bellissima frase del brano in gara: “Mai dire mai (La Locura)”; n.d.a.].

Ci vuole cultura! Ci vuole un’educazione musicale, soprattutto dei giovani. Ci vogliono i veri maestri al servizio dell’Arte.

Non mi soffermo a parlare di altri artisti in gara, perché sono state a mio avviso delle mediocri comparse.

Una delusione c’è, per me che sono cresciuto con le sue canzoni ed i suoi vocalizzi: Francesco Renga.

Ma forse sono lontani i tempi dei TIMORIA.

 

 

PERTH

 

 

 

 

 

 

Festival di San Remo, ultima fortezza del monopolio della Musica!

OSCAR: “PERSA UNA GRANDE OPPORTUNITA’ AL FESTIVAL DI SANREMO”




Luciano Zanin e la cultura del “Dono”

Luciano Zanin e la cultura del “Dono”

Nella seconda puntata de dil Fundraising per le scuole, Chiara Sparacio e Francesca Donati hanno incontrato Luciano Zanin, preclaro consulente di fundraising.

Luciano ha parlato del concetto di dono e di quanto sia fondamentale, da avere e saper trasmettere, quando si fa fundraising.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=M2_-EFycJp0?start=4&w=640&h=360]

 

 

Il Fundraising per la Scuola

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Donor care e effetto cuore – Natascia Astolfi

 

In questa puntata a Chiara Sparacio e Francesca Donati hanno incontrato la fundraiser Natascia Astolfi.

Si è parlato della cura del donatore, dell’effetto cuore e di come si crea una lista di donatori.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=y1ZTQKPbi6k?feature=oembed&w=640&h=360]



OSCAR: “PERSA UNA GRANDE OPPORTUNITA’ AL FESTIVAL DI SANREMO”

 

Lo scorso anno in piena prima ondata pandemica abbiamo intervistato Oscar Giammarinaro degli Statuto (BetaPress.it – EZIO BOSSO, UNO DEI MODS: Intervista a Oskar degli Statuto) che ci ha raccontato della grande amicizia con Xico, il Maestro Ezio Bosso.

Dopo la prima serata del 71° Festival della Città dei Fiori, ho commentato in un post FB quel che pensavo: Maneskin bel riff e GRANDE Willie Peyote! Tutto il resto… il solito clichè! Dispiace che il mitico Oskar degli Statuto non sia stato ammesso con un pezzo in onore del grande Xico (Ezio Bosso)!

Desidero ora condividere e pubblicare integralmente il pensiero d Oscar postato sulle sue pagine Social.

PERSA UNA GRANDE OPPORTUNITA’ AL FESTIVAL DI SANREMO

Considero totalmente riprovevole, incomprensibile, triste e avvilente che su ben cinque serate di trasmissioni del Festival della Canzone Italiana, durate almeno quattro ore ciascuna, non sia stato trovato il tempo per ricordare anche solo con una frase, un pensiero, un’immagine il Maestro Ezio Bosso, uno dei più grandi compositori contemporanei che nel 2016 aveva illuminato e impreziosito il palco del Teatro Ariston con un’esibizione rimasta unica nella storia per coinvolgimento, emozione e umanità. Ezio Bosso, con il suo sorriso, la sua sensibilità, il suo coraggio seppe dimostrare in pochi minuti che davvero “tutto è possibile”, regalando forza, speranza e amore a tante persone,specialmente a quelle in difficoltà.

Ezio Bosso, compositore strabiliante e geniale, direttore d’orchestra e anche pianista, arrivò dritto nel cuore degli Italiani con parole sublimi (grazie anche alla eccellente professionalità di carlo Conti) e un’esecuzione struggente che,oggettivamente, è rimasta una delle perle migliori di tutte le edizioni del Festival. Escludo problemi “aziendali”, in quanto la RAI ha dato a Ezio Bosso molto spazio e programmi prestigiosi in date e orari fondamentali e ricordo, commosso, la sua ultima intervista rilasciata proprio all’amico Fausto Pellegrini su Rainews 24,poco prima della sua scomparsa. Non mi permetto di esprimere valutazioni artistiche, musicali o televisive sulla qualità del 71°Festival della canzone italiana,non ne ho alcun interesse e neanche le competenze necessarie, ma esprimo sdegno per non aver sentito o visto il nome del musicista che ha portato l’eccellenza musicale italiana nel mondo proprio in quel programma in cui la musica è, comunque, la parte più importante e che Ezio Bosso aveva deciso di valorizzare, esibendosi al pianoforte.

Quello che è il programma TV più visto, ha perso una grande occasione per dar lustro a quello che, nonostante tutto, dovrebbe continuare ad essere un servizio pubblico.

 

 

 

PERTH

 

 

 

 

 

 

EZIO BOSSO, UNO DEI MODS: Intervista a Oskar degli Statuto.

Festival di San Remo, ultima fortezza del monopolio della Musica!

Il mondo della musica, e non solo, piange Ezio Bosso

 




Francesca Donati – 10 cose da fare subito per raccogliere fondi per la scuola

In questa puntata Chiara Sparacio e la fundraiser Francesca Donati fanno il riepilogo dei precedenti incontri e Francesca Donati parla delle 10 cose indispensabili per fare fundraising a scuola

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=j0t26CGpNw0?feature=oembed&w=640&h=360]

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Aiutiamo le scuole col fundraising

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Per quella Donna …

E’ patetico e ridicolo aspettare l’8 marzo per festeggiare la donna, per di più quest’anno.

Io voglio solo celebrare la vita di ogni donna, in quanto tale, ma soprattutto ricordare tutte quelle donne che, dall’8 marzo del 2020, ce l’hanno fatta, che sono sopravvissute a quest’ultimo anno di vita.

A queste donne dedico il mio articolo, non sono donne inventate, io le ho incontrate.

Per quella donna, psicologa in pensione, da sempre impegnata nel sociale, che ad 84 anni suonati, fa ancora volontariato, per aiutare le altre a reagire.

Per quella donna il cui marito fa una “sosta extra”, ogni sera, dopo il lavoro; lei lo sa, ma lo aspetta, comunque, cullando l’illusione che cambierà.

Per quella donna che crede nella vita e piange la perdita di una gravidanza che nessun altro conosceva.

Per quella donna che guarda sempre avanti, anche se, proprio i suoi cari, marito e figli, vorrebbero farla tornare indietro, perché temono il suo percorso di libertà.

Per quella donna licenziata, per l’ennesimo ritardo, perché sveglia da troppo tempo, con un bambino autistico che non dorme mai.  

Per quella mamma single, che già non sapeva come pagare le bollette di ogni mese, e, adesso, ha pure le spese in più, per il tablet ed i giga del figlio in dad

Per quella donna che ha due lauree ed un master, ha provato e riprovato a partecipare a diverse selezioni del personale, nei test psico attitudinali è sempre la migliore, ma in sede di colloquio perde punti, perché, si sa, nell’ organigramma aziendale, “una donna in età fertile è un problema per la società”.

Per quella donna che ancora non si è perdonata per l’aborto avvenuto 20 anni fa, perché, per tutti in paese, se l’era cercata, e lei non ce l’ha fatta.

Per quella donna anziana, davanti a me al supermercato, ha comprato ali di pollo, passata e pastina, guarda gli altri e si vergogna, mentre conta le monete.

Per quella donna che apre la porta alla notizia della morte del marito, all’estero, tre settimane prima del suo ritorno a casa.

Per quella donna che soffre di ansia, mangia fino a scoppiare, ma nessuno capisce cosa la fa stare così male.

Per quella donna che dà alla sua famiglia tutta sé stessa, ogni giorno, ed avrebbe solo bisogno di una pausa.

Per quella donna che sorride agli estranei tutto il giorno in pubblico, ma piange silenziosamente ogni notte.

Per quella donna che voleva farla finita, ma ha trovato la forza per continuare.

Per quella donna che ogni notte dorme accanto ad uno sconosciuto, solo perché è pur sempre il padre dei suoi figli.

Per quella donna la cui genetica non le permetterà mai di sembrare alle altre, a quelle delle riviste, e non capisce quanto ci sia bisogno di lei, così com’è.

Per quella donna che sopporta una relazione interrotta dopo l’altra, perché nessuno le ha insegnato cos’è l’amore.

Per quella donna che alleva una figlia senza padre e prega che la storia non si ripeta.

Per quella donna che ama con tutto il cuore il vecchio padre malato d’Alzheimer e che ha un disperato bisogno di essere riconosciuta da lui.

Ecco, per queste donne ha senso festeggiare non un giorno, ma ogni giorno.

E mi piacerebbe pensare che, a partire da quest’anno, si incominci a festeggiare non la donna o l’uomo.

Ma la persona, in quanto essere pensante, libero, capace di agire e di reagire, di lasciare il segno, con la sua unicità.

Mi piacerebbe pensare che, imparando da questi nostri ultimi giorni non si divida più il genere umano in uomini e donne, ma in persone, di spessore e di valore da una parte, ed ignavi maschi o femmine che sia, (ma pur sempre amorfi ed insulsi) dall’altra.

 




Siamo in Europa ma il MIUR non è d’accordo

Ci dicono che siamo in Europa ma non è vero

Per quanto ciascuno di noi si senta cittadino europeo per il ministero dell’Istruzione Italiano non lo è abbastanza.

In questo articolo raccontiamo un paradosso istituzionale che tiene prigionieri centinaia di italiani che non vedono riconosciuti i propri diritti nonostante il TAR riconosca la loro ragione.

Nello specifico in questo articolo si affronterà il problema attualissimo e impellente dell’abilitazione all’insegnamento.

Attuale perché la scuola italiana ha un bisogno fondamentale di insegnanti formati e adeguati al ruolo completamente nuovo che devono ricoprire.

Impellente perché il mondo della formazione è cambiato drasticamente nel giro di pochi mesi e ci troviamo davanti l’urgenza di tre generazioni che non possono pagare nella loro vita futura la perdita di anni di studio degli anni della formazione.

Bloccare gli studenti oggi vuol dire non avere scampo tra dieci anni e doverci piegare all’involuzione del progresso impossibile senza le dovute basi.

Cosa denunciamo

In questo articolo segnaliamo la condizione di circa 4.000 laureati che hanno conseguito il titolo di abilitazione all’insegnamento in un paese europeo diverso dall’Italia e che il MIUR non riconosce valida.

Chi vuole insegnare in Italia deve essere innanzitutto molto aggiornato e al passo coi tempi.

Non nel senso di superamento di un eventuale gap tecnologico generazionale ma nel senso che deve essere aggiornato su tutte le novità del ministero.

In principio l’abilitazione all’insegnamento avveniva tramite concorso e successive prove di esami.

All’inizio del 2000, con l’ingresso nella crisi lavorativa si è scoperto che quello della formazione poteva essere un mercato interessante così sono ante le varie scuole di abilitazione (SSIS e compagnia cantando) che poi sono state dismesse e sostitute con i crediti formativi addizionali (i famosi 24 cfu) che hanno costituito lo zoccolo duro del bilancio di numerosi enti di formazione.

 

Un po’ di storia

Ma vediamo cosa aveva previsto la storia, come tutto era stato progettato al meglio.

Era il 1945 e nel continente europeo un gruppo di nazioni avevano avviato una serie di trattative volte a rivoluzionare le relazioni internazionali.

Era finita la seconda guerra mondiale e si iniziava a parlare di Mercato Comune Europeo.

Vennero gli anni ’60 e il boom economico fu favorito anche dall’assenza di dazi doganali tra i paesi europei.

Negli anni ’70 la comunità di nazioni si allarga e inizia la sensibilizzazione al tema dell’ambiente.

Gli anni ’80 sono segnati dall’epocale caduta del muro di Berlino e dalla nascita del Mercato Unico.

Ma sono gli anni ’90 che ci fanno sentire tutti cittadini Europei: il trattato di Maastricht del 1993 sancisce l’uguaglianza dei cittadini Europei liberi di far circolare  beni, servizi, persone e capitali.

Da lì in poi si sono aggiunti paesi, abbiamo imparato a viaggiare in Europa senza passaporto, abbiamo unito la moneta e abbiamo affrontato il mercato di lavoro internazionale come cittadini e non come migranti.

Il paradosso

Nel periodo della propaganda europeista avevano perfino fatto una serie per bambini con Cristina D’Avena che recitava e cantava nella sigla “l’Europa siamo noi, un’unica nazione”.

Eppure pare che così non sia.

Nonostante quanto ci venga detto, c’è qualcosa all’interno dello stato italiano che non si arrende a questo tassello che ha simboleggiato una cesura epocale tra l’era delle guerre economiche e l’era dei trattati.

Nonostante oggi ogni cittadino europeo sia libero di viaggiare, fare acquisti, lavorare in Europa, pare che secondo il ministero dell’Istruzione Italiano non possa studiare.

O meglio, un cittadino europeo è libero di studiare dove vuole salvo che il MI non riconoscerà il suo titolo.

Sembra paradossale e infatti lo è.

Lo è perché il TAR riconosce come validi i titoli conseguiti all’estero ma il Ministero dell’Istruzione no.

 

L’eccezione alla regola

Solo che non è sempre così.

Guardando lo storico dei decreti emanati, non sempre il MIUR è stato contrario alle abilitazioni prese all’estero.

Dalle ricerche in corso, ci risulta che almeno 5 (ma le ricerche non sono finite) persone sono sfuggite al nazionalismo istituzionale.

Avv.Maurizio Danza
Avv.Maurizio Danza

Per capire meglio abbiamo contattato l’ufficio preposto al riconoscimento dell’abilitazione, le asce turche che, nonostante il richiamo del TAR si ostinano a mantenere la barricata.

Queste informazioni sono state prese dagli allegati che lo studio Legale Danza ha sottoposto sia al TAR sia Consiglio di Stato per segnalare questa condotta stonata.

Per completezza di informazione segnaliamo che abbiamo chiesto anche alla direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione una intervista per chiarire questa condizione ma fino al momento di pubblicazione di questo articolo non abbiamo ancora ricevuto risposta alla nostra richiesta di intervista ma siamo sempre aperti a un confronto e a una integrazione.

Vi terremo aggiornati sui risvolti.

 

 

Crediti

https://www.miur.gov.it/abilitazione-all-insegnamento1

Il Ministro Azzolina, verso l’infinito e oltre




Draghi e McKinsey: attenti a quei due.

Draghi chiama McKinsey per aiutarlo a scrivere il recovery plan.

Questa è la notizia, così almeno titolano gran parte dei quotidiani in questi giorni.

Ma la vera notizia non è questa, questo è il fatto, la notizia che ci colpisce e salta all’occhio, ameno al nostro è: Perché?

Senza nulla togliere al nostro Mariuccio, e senza nulla togliere al nostro McKinseino, la domanda è proprio ma perché?

possibile che in un paese con fior fiore di università, centri di ricerca, scuole di management ci volesse proprio una società di consulenza Americana?

Possibile che in un paese come questo non fosse possibile mettere assieme tre/quattro università e farle lavorare bene?

Possibile che con il MEF che abbiamo pieno di tecnici e di specialisti ci volessero gli americani?

Ma poi con tutte le società di consulenza che ci sono al mondo, perché proprio McKinsey?

e poi non esiste un codice degli appalti nella pubblica amministrazione? a si, scusate, questo è un contratto sotto soglia, AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH, per non dire altro.

Però McKinsey è McKinsey, casualmente la stessa che Banca d’Italia, che ricordiamolo Draghi ha gestito per anni, ha da sempre “suggerito ” alle banche del nostro paese, se lo dice McKinsey … e le banche a dare fior fiore di progetti e di soldi a questa società di consulenza strapagata e francamente inutile visto come sono finite le banche italiane, il tutto per far contenta banca di Italia.

Chiamare Mck era anche un’abile scusa per i manager, così non si assumevano nessuna responsabilità, se lo dice McKinsey, era il mantra di tutti, banca d’Italia compresa.

Peccato che nel 2002 Enron colò a picco assieme ad Arthur Andersen, e chi erano i consulenti strategici???

Persino Banca delle Marche, piccola banchetta ormai fallita ed inesistente, si era affidata a McK per la sua pianificazione commerciale …

Bei Risultati.

E chi avrebbe dovuto chiamare il nostro Mariuccio Draghi se non la società che ha tanto aiutato banca d’Italia a riposizionare così bene il mondo bancario italiano?

Ma chi poteva chiamare Mariuccio Draghi calcolando che McK ha messo i suoi uomini in infinite posizioni chiave di tutti i paesi?

e già, e chi poteva chiamare …

Invito tutti, per un momento di riflessione, a rivedere lo studio “Concept 1992” di McK .

Ma secondo voi una società di consulenza privata come ridisegnerà il recovery plan, ed in favore di chi? di chi gli paga la consulenza? di chi gli assume i manager per metterli in posizione chiave (Colao insegna)? chi favorirà McK tra aziende che le passano soldi con contratti milionari e aziende che non sono clienti?

Siamo sicuri che non c’è nemmeno un poco di conflitto di interessi?

una società di consulenza che suggeriva agli stati di abolire il welfare può fare il bene dei cittadini?

Ma veniamo ora ai partiti che su questo tema stanno facendo melina.

Il PD, ma come fa il PD, ma anche gli altri, a non dire nulla???

Ma Voi cari lettori li votate ancora? li voterete?

Se mai si tornerà più a votare ovviamente, perché a me tutte queste situazioni fanno pensare che i nostri governanti ci ritengano ormai un paese di deficienti completi, tanto che non ci fanno più votare, non valutano l’eccellenza italiana quando devono fare scelte e così via.

Certo che se poi nei comitati tecnico scientifici si mettono solo gli amichetti di partito o gli inutili per poterli manovrare allora certo che la figura degli italiani non viene benino.

Però tranquilli il MEF chiarisce, solo supporto tecnico, ma ci prendete davvero per cretini????

“Gli aspetti decisionali, di valutazione e definizione dei diversi progetti di investimento e di riforma inseriti nel Recovery Plan italiano restano unicamente in mano alle pubbliche amministrazioni coinvolte e competenti per materia. L’Amministrazione si avvale di supporto esterno nei casi in cui siano necessarie competenze tecniche specialistiche, o quando il carico di lavoro è anomalo e i tempi di chiusura sono ristretti, come nel caso del Pnrr. In particolare, l’attività di supporto richiesta a McKinsey riguarda l’elaborazione di uno studio sui piani nazionali Next Generation già predisposti dagli altri paesi dell’Unione Europea e un supporto tecnico-operativo di project-management per il monitoraggio dei diversi filoni di lavoro per la finalizzazione del Piano. Il contratto con McKinsey ha un valore di 25mila euro +Iva ed è stato affidato ai sensi dell’art. 36, comma 2, del Codice degli Appalti, ovvero dei cosiddetti contratti diretti ‘sotto soglia’. Le informazioni relative al contratto saranno rese pubbliche, come avviene per tutti gli altri contratti del genere, nel rispetto della normativa sulla trasparenza”.

Cretini, ci prendono per cretini.

Ma se tu fai passare un anno senza fare una mazza di nulla è ovvio che poi i tempi li hai stretti, ma quali competenze tecniche specialistiche non ha il mef, questo mi preoccupa, non ha le competenze per fare questo lavoro???

ma chi sono??? degli ignoranti??? e cosa ci stanno a fare al MEF???

NO, la verità è un’altra, ci prendete per cretini.

Ma questo non era il governo migliore scelto da Draghi in persona, senza se e senza ma, a che serve McK?

Ma qualcuno non aveva detto che una buona squadra di governo riscrive il recovery in tre giorni?

Basta vedere sulla pandemia covid 19, un anno passato e siamo peggio di prima, DAD ritornata, blocchi totali, aziende che falliscono, aiuti zero, soldi buttati, commissari sostituiti, mascherine inutili, forse c’era altro da fare?

Cretini, ci prendono per cretini!

Ma noi non lo siamo, questo sarà opportuno che ve lo ficchiate in testa, perché l’italiano magari si fa anche prendere per cretino perché gli fa comodo, ma qui voi state facendo l’errore di fare in modo che agli italiani non stia più comodo niente.

E questo è un grave errore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Corrado Faletti

 

 

 

 

 

 




Massimo Coen Cagli parla di Fundraising per le scuole

Massimo Coen Cagli ci parla del fundraising

In questa puntata de “il fundraising per le scuole” Chiara Sparacio (la sottoscritta) e Francesca Donati  hanno ospitato Massimo Coen Cagli il più famoso fundraiser nel settore della scuola.

Massimo Coen Cagli ha dimostrato come ogni scuola può fare fundraising e come attingere alle risorse umane all’interno della scuola stessa.

All’interno di una puntata molto concreta, ha spiegato come chiedere e a chi.

 

Di seguito il video

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=hoJ0rzi7xfo?feature=oembed&w=640&h=360]

Il Fundraising per la Scuola

Aiutiamo le scuole col fundraising

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Riccardo Friede parla del fundraising

Riccardo Friede ci parla del fundraising

Per la prima puntata della trasmissione “il fundraising per le scuole” Chiara Sparacio (la sottoscritta) e Francesca Donati  hanno ospitato  Riccardo Friede che ha parlato delle regole base del fundraising.

Riccardo ha spiegato cosa è il fundraising e che per fare fundraising bisogna:

  • individuare una buona causa

  • creare un gruppo di persone che si impegni nel fundraising

  • individuare i donatori (e conservarne i contatti sotto forma di lista)

  • chiedere

  • portare a termine i progetti

 

Di seguito il video

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=dCgPptEPTtk?start=41&w=640&h=360]

 

Il Fundraising per la Scuola

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