Bianchi: pandemia ancora presente.

Su fanpage.it, pochi minuti fa, è apparsa la dichiarazione del Ministro dell’Istruzione Bianchi: “Da settembre scuola in presenza, ma resta il problema trasporti, pandemia non è finita”.

Ma no, dai, davvero?!?

Certo che, se bisogna essere ministri per rilasciare certe dichiarazioni, tutto il personale scolastico potrebbe d’emblée entrare a par parte del governo…

Chiunque faccia parte della scuola, dirigente, docente, studente, ha sperimentato, sulla propria pelle, che la pandemia ha scatenato l’inferno, più fuori che dentro le aule, che le lezioni sono continuate comunque, per un altro intero anno scolastico, così, a singhiozzo, in presenza, per le medie, e più spesso, a distanza, per le superiori.

Si è andati avanti alla “spera in Dio” per i prof. e alla ”speriamo che me la cavo” per gli alunni.

A scuola, giorno dopo giorno, sono state applicate rigorosamente le misure del protocollo anti-covid.

Ogni mattina, ho visto con i miei occhi, i miei alunni mettersi in fila, con la mascherina, come tanti soldatini, per farsi misurare la febbre dal bidello.

Ogni giorno, ho controllato autocertificazioni mediche allegate alla giustifica di qualsiasi assenza, anche per motivi familiari.

Ogni lezione, ho spiegato ed interrogato con la mascherina, tenendo le finestre aperte.

Ogni intervallo, i miei alunni, hanno mangiato la merenda seduti al banco e sono andati in bagno a turno.

Ciclicamente, al primo sospetto di contagio, la classe è stata messa in quarantena ed è stata attivata la D.A.D.

Qualora fosse stato isolato il sospetto contagiato, si procedeva con la didattica mista, la classe in presenza ed il contagiato a casa, on line.

Bene, e fuori scuola, cosa succedeva?

Alunni ammassati alla fermata del pullman, alunni obbligati a salire su quell’unico mezzo per raggiungere la scuola, alunni pressati in bus stracarichi, tutti insieme appiccicati.

Ogni cittadino ha potuto verificare che le misure di prevenzione del contagio, cioè l’obbligo della mascherina, ma, soprattutto, il distanziamento sociale, sono stati possibili ovunque, tranne che sui mezzi pubblici.

Già l’anno scorso, a settembre, si era individuato il problema del contagio sui trasporti.

Risultato?

Si è preferito sacrificare gli alunni, soprattutto quelli delle superiori, imponendo loro la fruizione di un servizio scolastico mutilato, obbligandoli ad estenuanti ore di D.A.D, piuttosto che affrontare alla radice il problema della carenza dei trasporti scolastici, soprattutto nelle periferie delle grandi città.

Come se non bastasse, il ministro dell’Istruzione ha spiegato che il futuro sarà la didattica in presenza, ma che “non bisogna avere paura degli strumenti”.

E chi ha paura degli strumenti?!? Basta averli…

La D.A.D. ha messo in ginocchio le famiglie più povere, e gli alunni più deboli.

Cittadini che più che avere paura, non hanno i soldi per computer, connessione, tablet e giga…

La D.A.D. ha portato a galla la disparità di strumenti tecnologici e di servizi informatici tra regioni lontane, ma anche tra comuni vicini, comuni della stessa provincia con connessione ballerina.

Provare per credere!

Infine, Bianchi ha sottolineato che c’è un grande lavoro in atto per permettere il ritorno a scuola in sicurezza, ma che serve ancora “grande attenzione”, perché “la pandemia non è finita”.

E, a questo punto, mi ribolle il sangue, perché vorrei ricordare che, già la scorsa estate, i responsabili della sicurezza scolastica, i referenti covid, i vari collaboratori dei presidi e i Dirigenti stessi hanno passato mesi a misurare aule, definire percorsi, segnare distanze…

Ma forse, il Ministro non lo sa, magari per due ragioni.

Primo, la scorsa estate era al mare o in montagna, a riposare.

Secondo, in questi ultimi mesi, durante un intero anno scolastico, a scuola, non ci è mai entrato, perché era impegnato a vaneggiare in politica…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MA VAFFAN DAD …

Esame sì, esame no, esame boom…

GIOVENTU’ INVISIBILE, SCUOLA E PROMESSE…




Torino chiede “scusa” ad Ezio Bosso.

 

Sono stati intitolati ad Ezio Bosso, l’amato direttore d’orchestra, compositore e pianista scomparso nel maggio dello scorso anno, i giardinetti di Piazza Statuto, dove negli anni Ottanta si ritrovavano i Mods, la band di cui faceva parte.

“Quando uno scopre di essere Mod lo rimane per tutta la vita”, è la scritta sulla targa scoperta dalla sindaca Chiara Appendino e dal presidente del Consiglio comunale, Francesco Sicari, alla presenza del nipote del maestro, Tommaso Bosso, e di Oskar Giammarinaro, il leader del gruppo musicale mods Statuto.

    Per i mods Ezio Bosso era ‘Xico’.

“Questa era la sua piazza e, quando tornava a Torino, veniva sempre a trovarci – racconta Oskar -.

Questo è un riconoscimento che la città da a Xico, un riconoscimento dovuto, perché ha portato la città in tutto il mondo con la sua musica, con quello che ha composto, divulgato e insegnato”.
   

“Non è stato solo un grande artista ma una grande persona, una personalità forte che ha trasmesso tanta energia e tanta forza ai giovani – ricorda il maestro la sindaca Appendino

Dedicargli uno spazio è anche un modo per cercare di colmare una mancanza del passato, perché la città non lo ha valorizzato a sufficienza”.
   

“Questo è un giorno importante: Ezio ha un luogo che gli appartiene – commenta il nipote Tommaso -.

Ed è anche una sorta di rappacificazione con una città che lo aveva dimenticato”.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mondo della musica, e non solo, piange Ezio Bosso

EZIO BOSSO, UNO DEI MODS: Intervista a Oskar degli Statuto.

OSCAR: “PERSA UNA GRANDE OPPORTUNITA’ AL FESTIVAL DI SANREMO”

 




GIARDINO EZIO BOSSO: LA RIVINCITA DEI MODS

 

MOD non si nasce ma si scopre di esserlo.

Così diceva nell’intervista rilasciata a Betapress circa un anno fa, Oscar Giammarinaro, leader degli Statuto, raccontandoci dell’amico Xico (Ezio Bosso).

Oggi (22 giugno 2021) la Città di Torino ha reso immortale il più grande artista contemporaneo, dedicandogli i giardini di Piazza Statuto, storico ritrovo dei MODS.

Le varie personalità del mondo politico, istituzionale e artistico hanno ricordato Ezio Bosso nel corso della Cerimonia di intitolazione con parole che ci piacerebbe sentire anche nelle occasioni in cui viene “celebrata” la musica italiana.

Abbiamo raccolto più di 16.000 firme per questa causa, anche la sua famiglia è d’accordo, speriamo di essere ascoltati”, diceva Oskar all’inizio di quest’anno.

La sua tenacia ha ripagato NON SOLO Oskar e i MODS …grazie Oskar!

Perth

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EZIO BOSSO, UNO DEI MODS: Intervista a Oskar degli Statuto.

Il mondo della musica, e non solo, piange Ezio Bosso