La prima tribuna politica in Italia

 

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=gmTgypliTMw&w=640&h=480]



“Il Potere Creativo Del Logos”

Galeotto fu Socrate

Protagonista di questa Pagina di Diario è Giuseppe Bellantonio.

L’ho “incontrato” in “Socrate”, gruppo su whatsapp che riunisce persone accomunate dall’amore per la scienza, l’antroposofia, la spiritualità, la musica e la bellezza: punto di riferimento per uomini e donne che amano farsi domande e, nel rispetto delle opinioni di ciascuno, approfondire vari argomenti scambiandosi link ad articoli, video e podcast di ispirazione.

Il Passato

Esperto nell’ambito della Formazione e delle Tecniche di Gestione e di Marketing, Giuseppe matura una rilevante esperienza nell’ambito del sistema Banche e Finanza.

Già pubblicista, free-lance journalist, interviene con scritti, saggistica e interviste su numerose testate e fogli d’informazione digitale.

Ama studiare e approfondire ogni tematica riguardante i suoi vasti interessi culturali, che spaziano dalla storia alla filosofia, all’esoterismo.

 

Il Presente

È raro, oggigiorno, imbattersi in persone come Giuseppe.

Proprio com’è raro il suo modo di conversare: rispettoso delle opinioni del suo interlocutore, non si  preoccupa di far valere a tutti i costi le proprie. Le sue pause precedono frasi memorabili. Prende tempo per soppesare le parole prima di pronunciarle, nella consapevolezza che una parola di troppo, inutile o sconveniente, avrà un’eco eterna e l’Universo non sarà mai più lo stesso.

Per questo suo atteggiamento nei riguardi delle parole, Giuseppe esprime autorevolezza. Anche nei momenti di silenzio.

 

In Principio era il Verbo

L’ho intervistato sul potere creativo della prima Parola che sia mai stata pronunciata: il “Verbo”, o “Logos”.

Il Suono, Rumore, Tuono, Ruggito, “Fragore di grandi acque” come onda che, nel propagarsi, ha portato all’esistenza materia più o meno densa in molteplici forme, colori, apparenze.

Una cosa è certa: più indago in ambito scientifico, più mi innamoro della vita. Ogni giorno più grata del privilegio di testimoniare il miracolo del Tutto, di cui sono parte.

Scienza e Spiritualità vanno per mano. Si spiegano, completano e arricchiscono a vicenda.
Il resto è cultura, tradizione e rito, che vanno rispettati perché ciascuno di noi è in Viaggio al suo passo. Tanto il punto d’arrivo, qualunque nome gli diamo o comunque lo descriviamo, è lo stesso.

In questa piacevolissima chiacchierata, Giuseppe e io parliamo in modo scientifico-spirituale, oltre che della Creazione, del senso della Vita, dell’importanza dei Valori guida, di come ciascuno di noi possa dare il suo contributo a un risveglio collettivo delle coscienze, di Libertà.

Buon Ascolto!

Ondina Wavelet (JL)

 

 

 

 

 

 




Qualunquemente …

Siamo tornati a passeggiare sulle spiagge, a farci un aperitivo in piazza, ad uscire senza mascherina…

Sembra passata un’epoca, da quando il covid ci ha messo in ginocchio.

Eppure, non è passato molto tempo da quando è iniziato l’incubo.

Forse l’emergenza sanitaria ha fatto il suo corso, almeno in Italia, sembra…

Ma quella economica è in pieno sviluppo, dentro e fuori i confini nazionali.

Da febbraio, le economie mondiali hanno cominciato a fermare la produzione a causa della pandemia.

All’inizio della crisi, la maggior parte delle persone aveva previsto una ripresa veloce, immaginando che l’economia avesse solo bisogno di una pausa.

Con due mesi di cure, un bel po’ di denaro ed un balletto di decreti legislativi e di strategie economiche, si pensava, avrebbe ripreso da dove si era fermata.

Ma ormai siamo a luglio e la ripresa veloce è un’illusione (nonché una bugia sparata ad arte N.d.D).

L’economia del dopo pandemia sarà probabilmente debole, non solo nei paesi che non sono riusciti a gestire il contagio (come gli Stati Uniti), ma anche in quelli che si sono difesi bene.

Il Fondo monetario internazionale prevede che, entro la fine del 2021 l’economia globale sarà appena più ricca di quanto era alla fine del 2019, e che le economie di Stati Uniti ed Europa saranno del 4 per cento più povere.

Le attuali prospettive economiche possono essere esaminate su due livelli.

Il primo si manifesta nei comportamenti macroeconomici.

Infatti, la macroeconomia ci dice che i consumi diminuiranno, perché famiglie e aziende hanno meno soldi a causa dei fallimenti e del comportamento prudente indotto dall’incertezza sul futuro.

Il secondo è evidente nelle scelte dei singoli.

Infatti, la microeconomia ci dice che il virus agisce come una tassa sulle attività che prevedono un contatto umano ravvicinato e continuerà a cambiare gli andamenti dei consumi e della produzione, che a loro volta porteranno a una trasformazione sociale.

La storia cosa ci insegna?

La teoria economica e la storia c’insegnano che i mercati, da soli, fanno fatica a gestire un simile cambiamento, considerando soprattutto quanto è stato improvviso.

Non è facile trasformare dei dipendenti di compagnie aeree in tecnici di Zoom, o gli insegnanti vecchio stampo in maghetti della DAD…

E anche se potessimo, i settori oggi in espansione richiedono meno manodopera e più competenze rispetto a quelli che stanno sparendo.

Sappiamo anche che le trasformazioni strutturali creano un tradizionale problema keynesiano, quello che gli economisti chiamano effetto di reddito e sostituzione.

Anche se i settori che non prevedono il contatto umano si stanno espandendo, l’aumento dei consumi che generano sarà controbilanciato dalla diminuzione della spesa causata dal calo del reddito di chi lavora nei settori in crisi.

Inoltre ci sarà un terzo effetto: l’aumento delle disuguaglianze.

Visto che le macchine non possono essere infettate dal virus, diventeranno una soluzione più attraente per i datori di lavoro.

E poiché le persone a basso reddito devono spendere una parte più consistente dei loro guadagni per i beni essenziali, ogni aumento delle disuguaglianze prodotto dall’automazione determinerà una contrazione.
Ci sono altri due motivi per essere pessimisti.

Il primo motivo è dato dai limiti della politica monetaria in sé.

Infatti, la politica monetaria può aiutare alcune aziende a fronteggiare la scarsa liquidità, come è avvenuto nella recessione del 2008, ma non può risolvere i problemi di solvibilità, né stimolare l’economia quando i tassi d’interesse sono già vicini allo zero.

Inoltre, negli Stati Uniti e in alcuni altri paesi, le obiezioni dei “conservatori” all’aumento del disavanzo e del debito ostacoleranno le azioni di stimolo.

Le stesse persone erano felici di tagliare le tasse a miliardari e grandi aziende nel 2017, di salvare Wall street nel 2008, e di dare una mano alle multinazionali quest’anno.

Ma i sussidi di disoccupazione e la copertura sanitaria sono un’altra storia.

In pratica, è tutto questione di priorità.

Le priorità a breve termine sono state chiare fin dall’inizio.

La più evidente è che bisogna affrontare l’emergenza sanitaria, perché non può esserci ripresa economica finché il virus non sarà contenuto.

Dunque chi salvare?

Bisogna proteggere le persone più bisognose, fornire liquidità per evitare fallimenti evitabili, e mantenere i legami tra i lavoratori e le aziende.

Ma ci sono anche scelte dolorose da fare.

E dunque cosa eliminare?

Non dovremmo salvare le aziende che erano già in declino prima della crisi.

Questo creerebbe degli “zombi”, con il risultato di limitare la crescita.

Né dovremmo salvare aziende che erano già troppo indebitate.

Il covid-19 rimarrà tra noi a lungo, quindi abbiamo tempo per fare in modo che i consumi e gli investimenti riflettano le nostre priorità.

Quando è arrivata la pandemia, la società statunitense era segnata da disuguaglianze razziali ed economiche, dal deterioramento degli standard sanitari, e dalla dipendenza dai combustibili fossili.

Ora che la spesa pubblica è stata enormemente aumentata, i cittadini hanno il diritto di esigere che le aziende che ricevono aiuti contribuiscano alla giustizia sociale, alla salute pubblica e a un’economia più verde.

Una spesa pubblica mirata, che investa nella transizione verde, può essere utile, può coinvolgere una consistente forza lavoro (contribuendo così a combattere la disoccupazione) e può rivelarsi uno stimolo per l’economia.

Non ci sono ragioni economiche che impediscono agli Stati Uniti di adottare programmi di ripresa in grado di farli somigliare alla società che dichiarano di essere.

Viceversa, la nostra povera Italia, a un’unica estrema ragione, economica, politica e sociale.

Quella di sopravvivere.

Forse noi Italiani, in primis, dobbiamo rivendicare aiuti finalizzati alla giustizia sociale, alla tutela della salute dei cittadini, all’incremento di un’economia ecologica.

Altrimenti, altro che sogno americano, a noi, resta solo l’incubo italiano!

 

Fonti:

Joseph Stiglitz

https://www.internazionale.it/sommario/1366

BLOG di FRANCESCO MACRI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Coronavirus: andrà tutto bene?

 




Migliorare l’apprendimento attraverso la mnemotecnica

Le difficoltà di apprendimento, con particolare riferimento al processo di  memorizzazione, rappresentano una tra le principali cause di disagio e molte persone non sanno che questo ostacolo può essere superato attraverso la conoscenza di tecniche specifiche.

È quindi possibile passare da una situazione di difficoltà di apprendimento ad una di successo ma per questo è fondamentale avere un’adeguata conoscenza di sé e delle proprie potenzialità al fine di attuare un cambiamento.

Possiamo dunque parlare di possibilità che ciascun soggetto ha di “imparare ad apprendere” mettendo in gioco sia la motivazione personale sia l’acquisizione di  tecniche di  memorizzazione.

Bandura, ad esempio, ritiene che ogni individuo debba poter organizzare le proprie risorse al fine di superare le situazioni difficili.

In un’ottica di criticità di apprendimento tale concetto può far riferimento alle convinzioni circa le risorse a disposizione che un soggetto sente di possedere per poter apprendere.

Come sostiene Bandura “le persone convinte di essere in possesso delle capacità necessarie per compiere efficacemente determinate attività hanno più probabilità di attivare un impegno maggiore e più prolungato di quanto non ne avrebbero se nutrissero dubbi su di sé e restassero passive qualora insorgessero dei problemi”.

Quanto sopra evidenziato è applicabile anche a coloro che manifestano difficoltà di apprendimento.

Essere positivi e vivere con fiducia tali processi aumenta il senso di autoefficacia; al contrario, vivere l’apprendimento come una difficoltà fa affrontare lo studio con un approccio errato.

La convinzione di autoefficacia diviene significativa, se rielaborata, in quanto regola l’agire umano attraverso processi cognitivi, motivazionali, affettivi e di scelta.

Per quanto concerne la convinzione in oggetto in relazione ai processi cognitivi è necessario introdurre il concetto di “obiettivo”. 

Ognuno di noi agisce per uno scopo/obiettivo e quanto più un individuo si percepisce autoefficace, tanto più si prefiggerà di raggiungere mete più elevate e viceversa.

Se il senso di autoefficacia è basso, il soggetto si autolimiterà non uscendo dal proprio spazio e chiudendosi in se stesso.

Il soggetto con senso di autoefficacia alto si pone nei confronti del compito sviluppando le proprie ambizioni attraverso la pianificazione di un percorso per raggiungerle.

Quando si manifesta una difficoltà di apprendimento prevalgono emozioni quali: paura, rabbia, noia, tristezza e per questo risulta incoraggiante per il soggetto apprendere le tecniche di memoria al fine di superare questi vissuti negativi. 

La mnemotecnica si collega all’apprendimento e più specificatamente al metodo di studio ed ha origini antichissime.

La necessità di ricordare nasce con i cantori epici ma vedremo poi come Cicerone con la tecnica dei loci, già precedentemente presente in trattati di retorica, darà una svolta fondamentale ed innovativa che porterà i nostri contemporanei ad utilizzare il cosiddetto “palazzo della memoria”.

Questa tecnica consiste nell’immaginare uno spazio esistente nel quale fare un percorso predefinito lungo cui vi sono luoghi da associare a concetti, trasformati in immagini secondo la tecnica della P.A.V.

La P.A.V. consiste nel creare un’immagine dal gusto paradossale, che susciti la nostra attenzione e che contenga un’azione per sua natura caratterizzata dal movimento e non statica.

L’immagine creata, inoltre, deve essere vivida e cioè deve coinvolgere uno o più sensi facendo credere a chi la immagina di essere lì a viverla. 

Tale tecnica può, ad esempio, permettere di memorizzare una lista di cose da fare o una pagina letta.

Sulla base della mia esperienza ho potuto constatare che al posto di usare una stanza è possibile utilizzare anche un quadro, creando associazioni tra gli elementi scenografici raffigurati nell’opera d’arte ed i concetti da immagazzinare in memoria.

Ad esempio, se devo ricordare qualcosa come la celebre poesia di Quasimodo Ed è subito sera che recita

“Ognuno sta solo sul cuor della terra

trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera”,

la modalità di procedere sarà la seguente:

  • Scegliere un quadro come, ad esempio, Campo di grano con volo di corvi di Van Gogh.
  • Individuare gli elementi scenografici presenti e cioè, in questo caso, il campo di grano giallo, i tre sentieri senza persone, lo stormo di corvi neri ed il cielo tempestoso.
  • Creare associazioni tra gli elementi scenografici e le parti della poesia: i tre sentieri senza persone – ognuno sta solo; il campo di grano – sul cuor della terra; il giallo del campo di  grano – trafitto da un raggio di sole; lo stormo di  corvi  neri e/o il cielo tempestoso – ed è subito sera;  

Utilizzando lo stesso quadro di Van Gogh possiamo ricordare anche una sequenza di parole di un esame di medicina come: tessuto epiteliale, tessuto connettivo, tessuto muscolare, tessuto nervoso.

Lavorando sempre per associazioni si può infatti correlare il tessuto epiteliale al grano che ricopre la terra, il tessuto connettivo ai tre sentieri che “connettono” più luoghi, il tessuto nervoso al nero dei corvi perché nervoso richiama il neologismo “neroso”, il tessuto muscolare all’azione del mietere che rafforza i muscoli.

Per questa azione di memorizzazione, da me denominata “mnemotecnica del quadro”, suggerisco di avere, nella fase iniziale, una stampa dell’opera prescelta davanti a sé al fine di  rafforzare il processo di associazione e di interiorizzazione dei contenuti.

Possiamo concludere che la mnemotecnica e la motivazione, in prospettiva sinergica, permettono di ottimizzare il processo di apprendimento.

Inoltre, riteniamo che le tecniche di memoria rappresentino un utile mezzo di stimolo per lo sviluppo ed il potenziamento della fantasia.

Ci chiediamo tuttavia come mai la mnemotecnica non rientri nei programmi didattici presenti nel contesto scolastico, dal momento che agevolerebbe ed implementerebbe le capacità del soggetto rispetto al suo metodo di studio.




“Il Poncho Dei Papi”

La pulce nell’orecchio …

Un giorno un’amica mi mette una pulce nell’orecchio: “Dovresti intervistare Christian Gaston Illan. Ha inventato un social in cui chi si iscrive si incontra veramente! Organizzano eventi e partecipano: sono menti brillanti, imprenditori di alto profilo, creativi, artisti … Un po’ di tutto. Li riconosci dal braccialetto che indossano …”

La mia amica Ary conosce la mamma di Christian: una signora che, orgogliosa del proprio figlio, ne condivide le iniziative e le idee vincenti. L’ultima è “iLoby”, il primo social che ha lo scopo di creare proficue liaisons tra persone attive nell’ambito del business e dell’imprenditoria.

 

Il primo “vero” social network

Se mi guardo indietro nel tempo, mi accorgo che tutte le volte che ho temporeggiato prima di contattare persone o intraprendere nuovi progetti, ho finito per innescare virtuosi processi e generare, più o meno consapevolmente, importanti conseguenze. Senza praticamente alzare un dito. Lasciandomi andare al Flusso della Vita.

La stessa magia si è ripetuta con Christian. A distanza di qualche mese dal suggerimento della mia amica, gli mando un messaggio su FB al quale risponde con garbo e disponibilità. Fissiamo il nostro appuntamento in una profumeria di nicchia nel cuore fashion – luxury di Milano per parlare di iLoby, il primo social network di persone “vere” che si incontrano per davvero.

La Mission di iLoby è creare liasions tra amici e amici degli amici: sintonizzati sulle stesse frequenze, fondati sugli stessi Valori, con lo sguardo proiettato ben oltre le circostanze contingenti. Tutti accomunati dal desiderio di creare Valore.

Clicca qui per vedere la prima parte dell’intervista.

E qui per vedere la seconda parte. 

 

Lo “Smart Villag[g]e Cloud”

A un mese dal nostro incontro, il mondo si ferma. Ma Christian prosegue la sua corsa e con Maria Giulia, la sua fidanzata, inaugura lo “Smart Villag[g]e Cloud”, la chat su whatsapp che annulla in un click gli altrimenti inevitabili effetti del “lockdown” e del “social distancing”. Mentre ne scrivo, il gruppo conta circa un centinaio di membri riuniti all’insegna dell’Amicizia, dell’Imprenditorialità e del Networking. Tra loro non ci sono solamente imprenditori ma atleti, giornalisti, speaker, attori, doppiatori, scrittori, artisti … addirittura direttori d’orchestra.

La loro frase – simbolo è l’aforisma di Thomas Edison: “Se facessimo veramente tutto ciò che siamo capaci di fare rimarremmo letteralmente sbalorditi.” Il tag del Gruppo più bello del pianeta è #insieme, e richiama il motto di iLoby “Insieme Siamo Più Forti”.

Mai motto fu più profetico: in tre mesi di inevitabile vita domestica, i membri più attivi della chat hanno stretto amicizia, avviato progetti e interessanti iniziative … insieme.

 

“Il Poncho Dei Papi”

… Christian aveva un sogno nel cassetto: raccontare la storia del suo incontro con papa Bergoglio, per consegnargli di persona il poncho acquistato da Marco e Patricia, i suoi genitori, su indiscutibile ordine di nonna Ita. Un poncho di rara fattura e bellezza – blu, con i lembi bianchi – fatto con amore da “Tero Guzman”, l’artigiano che ha reso il poncho, indumento gaucho di antica tradizione indigena del popolo salteno, famoso in tutto il mondo.

Ancora una volta si rivela prezioso l’apporto di Maria Giulia, che aiuta il suo compagno a mettere per iscritto la sua testimonianza di coraggio e perseveranza.

Nasce così “Il Poncho Dei Papi”, libro che racconta la storia di un Eroe dei nostri tempi che, sostenuto dalla fede e dalle parole di nonna Ita – “Il mondo appartiene agli audaci” –  sfida e vince le stesse insicurezze che, in simili circostanze, avrebbero dissuaso dall’azione la maggior parte di noi.

Ed ecco la nostra chiacchierata. Buon ascolto e, soprattutto, ottima Ispirazione!

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




START … SI (RI)PARTE … VROOOOOM

Con nota prot. 1324 del 17 luglio il Ministero dell’Istruzione ha disposto la rilevazione dei fabbisogni degli arredi scolastici per far (ri)partire la scuola in sicurezza, garantendo il distanziamento.

La rilevazione, scadenza 20 luglio poi prorogata al 21, ha permesso ad ogni scuola di indicare le quantità di banchi monoposto con relative sedie e delle ormai famose “sedie innovative”.

Il Pavoncelli, nella rilevazione dei fabbisogni in arredi scolastici, ha indicato solo banchi monoposto, soluzione unica che potrà con tutte le difficoltà del caso assicurare il distanziamento statico.

Meglio il tradizionale banco in legno, perché più utile alle attività di classe, per poggiare quaderni e libri, per utilizzare l’ingombrante album da disegno.

Inoltre la scelta farà risparmiare sensibilmente le casse pubbliche passando da 40 euro per un banco monoposto a circa 300 euro per una sedia innovativa. Da altre scuole ci scrivono: “… abbiamo acquistato questo tipo di sedie con il PON Ambienti digitali. In molte le ruote si sono rotte, non sono comode per i ragazzi e i più indisciplinati le usano tipo autoscontro”.

Per garantire il distanziamento fisico meglio i “vecchi” banchi che saranno posizionati nelle aule nel rispetto di “… 1 metro dalle rime buccali” e segnata sul pavimento la loro corretta posizione, in modo che possa essere facilmente ripristinata dopo le quotidiane operazioni di pulizia e sanificazione.

Con le sedie provviste di ruote sicuramente aumenterà la capienza delle aule scolastiche, ma come si farà a far rispettare il distanziamento? Occorrerebbe un freno a mano e docenti/ausiliari del traffico per vigilare sul rispetto del distanziamento.

Eppure molti sembrano entusiasti dell’iniziativa, come se in una qualsiasi classe di una qualsiasi scuola, al nord come al sud non ci fossero mai entrati.

Si sente dal Ministero che le sedute con rotelle sono “la soluzione che garantisce il maggior distanziamento” e “in futuro permetteranno invece l’avvicinamento per avere un’innovazione didattica che permette agli studenti di lavorare in gruppo”.

La scuola innovativa non si fa con nuove sedie, ma attraverso la personalizzazione dell’insegnamento/apprendimento, possibile solo con MENO alunni per classe e PIÙ personale docente e ata.

 

D.S. Pio Mirra




Il nichilismo di oggi

Da accademia, se pensiamo al nichilismo e alla sua formulazione, pensiamo a Nietzsche (a me, almeno, succede così).

Umberto Galimberti, filosofo contemporaneo, parla molto di come il nichilismo oggi faccia da sovrano e bruci le vite e le persone.

Il nichilismo è “l’ospite inquietante” come lo chiama Heidegger,

la malattia del nostro secolo,

lo spaesamento del nostro Essere che cerca i valori in assoluto e non li trova.

La convinzione che i nostri propri interessi superino e siano più importanti degli interessi della comunità.

È la solitudine connivente di un Essere omologato e vuoto.

Il nichilismo ci priva dell’umanità a scapito di un ruolo o di un mezzo.

Una solitudine camuffata da popolarità.

Mettere alla porta il nichilismo è però facile – dice sempre Heidegger – basta accorgersi di lui e guardarlo in faccia.

Io il nichilismo lo vedo

E mi sforzo di essere inadeguata, perché il nichilismo, oggi, si nutre dell’omologazione.

Omologazione emotiva,

omologazione sentimentale,

omologazione del pudore,

omologazione etica.

Dove l’Essere entra in crisi e non sa che pesci pigliare, lì trova facilmente conforto in ciò che fanno gli altri e si rasserena.

Ecco il Nichilismo.

Guai all’anima calma e calmata.

Guai anche a chi sceglie di essere ancora superiore alle storture senza parlare.

A chi si arrocca sulla propria torre lontana dalla quale si vede la miseria del nichilismo,

A chi si trova sulla torre grazie alla propria filosofia, diverso e perfettibile

mentre gli altri, fuori, non si vergognano di essere nulla mischiato con niente pronti a sfamare la luna (come direbbe Gurdjieff)

 




Disastro DAD: docenti e personale ATA fanno ricorso

Docenti e personale ATA si organizzano con il nostro supporto per un ricorso cumulativo contro il sistema istituzionale. Obiettivo: difendere la loro professionalità, gli studenti e le famiglie.

Betapress sostiene i diritti dei docenti e del personale ATA: ecco il link per accedere alla pagina di adesione al ricorso https://betapress.it/azione-collettiva-a-difesa-dei-docenti-e-del-personale-ata/

Cause scatenanti

Alla fine dell’anomalo anno scolastico 2019/2020 e in piena preparazione per l’anno scolastico 2020/2021, tra bilanci e pianificazioni, una cosa è chiara a tutti gli insegnanti, agli studenti e alle famiglie:

la Didattica a Distanza (altrimenti nota come DAD) è un disastro.

Ripetiamo: un disastro per tutti anche a causa della generale impreparazione a questa novità.

Nonostante i complimenti a favore di telecamera fatti dal ministro Azzolina ai docenti e ai dirigenti scolastici,

nonostante le linee di comunicazione eroiche e l’atmosfera da “è stata dura ma ce l’abbiamo fatta”,

la verità è che, stando a quanto dichiarato da un campione di docenti intervistato, la DAD è stato un disastro su tutti i livelli.

Disastro nella gestione familiare

La DAD, così come è stata organizzata, ha creato uno stress insostenibile alle famiglie che tra smart working, convivenza forzata, nuovi ritmi, bisogno di reperire toner, carta per stampante e periferiche di ogni tipo, si sono trovate a dover coordinare e pianificare l’utilizzo dei computer e dei vari dispositivi tra loro e i figli.

Chi ha più di un figlio e di età diverse, ha passato settimane infernali.

Disastro per la formazione

La DAD ha penalizzato in modo irreparabile la formazione di una intera generazione di studenti che non si riprenderà mai più dal deficit formativo.

Questo perché, stando a quanto detto dai docenti, per colpa della DAD e della promozione erga omnes, gli studenti di tutte le classi non riusciranno in alcun modo a recuperare un intero programma, né in un anno né in più tranche.

La DAD ha causato una voragine formativa insanabile.

Disastro per la classe docente

Quando, con l’applicazione della DAD, migliaia di docenti sono stati chiamati alla Didattica a Distanza, nessuno si è preoccupato se queste persone erano state preparate a questo.

Sì perché, né i docenti formati nei decenni scorsi né quelli formati fino a pochi mesi fa, hanno mai ricevuto una formazione specifica alla DAD.

Lo stesso può esser considerato per il personale ATA.

I docenti sono stati penalizzati su infiniti fronti.

Danno di immagine

La prima cosa che è saltata agli occhi di tutti è stata la poca dimestichezza con le periferiche e i terminali da parte di una grossa fetta della classe docente, non solo gli insegnanti della “vecchia guardia” ma anche di giovani docenti poco informatizzati.

In questo caso, la gestione delle lezioni on line ha richiesto ai docenti un ulteriore sforzo che, al di là della capacità di gestione della classe (o della “stanza” trattandosi di lezione on line) del docente, ha causato un deficit di stima nei loro confronti da parte degli studenti.

Osservazione

Il docente è la guida che i discenti devono seguire, se il sistema mina la credibilità del docente, il sistema è nel torto.

In più, da contratto nazionale, i docenti non sono tenuti a saper utilizzare i computer e nel corso del loro percorso di preparazione specialistica, non è obbligatorio da nessuna parte la capacità di sapere utilizzare strumenti per la DAD.

Danno economico

Con l’impiego della DAD molti docenti hanno dovuto acquistare computer, cambiare o installare connessioni più potenti, smartphone… alcuni, addirittura, hanno acquistato dei corsi per imparare in fretta ad utilizzare i strumenti.

Nessuno ha previsto il rimborso di queste spese che, altrimenti, non sarebbero state sostenute.

Anche in questo caso: lo stesso vale per lo smart working del personale ATA.

 

Lo ricordiamo:

I docenti e il personale ATA da contratto nazionale, non sono tenuti in alcun modo al lavoro da casa né al possesso di strumenti all’avanguardia (sì perché per la gestione della DAD e dello smoart working servono una connessione potente, programmi aggiornati e periferiche e terminali in grado di sostenere i programmi aggiornati).

Danno contrattuale

Il personale scolastico, al momento dell’assegnazione dell’incarico, firma un contratto.

Purtroppo la DAD ha colpito fortemente questo contratto:

Ore di lavoro

Nel contratto sono indicate le ore di lavoro da rispettare, con la DAD gli insegnanti e il personale ATA hanno lavorato ben oltre le ore concordate e queste ore non sono state considerate in nessun caso come straordinario.

Risorse

Il contratto non parla in alcun modo della necessità di dover utilizzare risorse personali da casa per la formazione.

Docenti e personale ATA, infatti sono tenuti ad usare al meglio gli strumenti forniti dalle scuole e non a dover acquistarne di propria tasca.

Violazione del diritto di disconnessione

Nel contratto è indicato il diritto di disconnessione, ovvero il diritto di non essere sempre connessi.

Con la DAD e il relativo smart working, questo diritto è stato completamente violato in quanto docenti e personale ATA sono stati connessi ad oltranza.

Danno sanitario

L’esposizione allo stress, alla corsa per l’aggiornamento, al sovraccarico di lavoro, alla difficoltà della gestione familiare (anche i docenti hanno famiglie) ha portato molti docenti a uno stato di rischio burnout.

Lo scandalo delle piattaforme

C’è ancora un problema trasversale a tutti gli interessati dalla DAD: docenti, genitori e studenti (questi ultimi in forma ancora più grave in quanto minorenni).

Per la DAD il ministero non ha fornito nessuna piattaforma dedicata e quindi adeguata dal punto di vista di privacy.

Con la DAD e l’utilizzo trasversale delle piattaforme (zoom, gotowebinar, google class, teams e chi più ne ha avuto più ne ha messo), sono stati dati in pasto a google, senza alcun controllo e senza alcuna garanzia.

Google ha acquisito indiscriminatamente e senza alcuna garanzia specifica i dati personali e le immagini di docenti, genitori e minorenni molti dei quali non avevano ancora profili registrati on line.

La DAD, così come è stata velocemente organizzata, ha creato un censimento informatico non autorizzato e non controllato che ha colpito ob torto collo anche chi non avrebbe avuto piacere di aderire.

E per concludere, non dimentichiamo la violazione del diritto costituzionale all’uguaglianza.

L’applicazione arraffazzonata della DAD non ha in alcun modo garantito tutti quegli studenti che non avevano accesso ai terminali adeguati.

Se è vero, com’è vero, che il diritto all’istruzione è un valore, il ministero dell’Istruzione con la DAD ha infranto questo diritto costituzionale.

Come ha detto Rosanna Rodriguez, presidente dell’associazione sindacale ACA Scuola:

“la DAD è una cosa seria: gli insegnati e il personale ATA devono essere formati adeguatamente e i processi didattici devono essere ben pianificati perché qualunque processo di apprendimento si basa sulla relazione”

Per questi e per altri motivi docenti e personale ATA si sono riuniti e hanno chiesto aiuto a Betapress che da sempre si occupa della buona istruzione.

Noi ci impegniamo a dare voce a questa gravissima violazione e aggressione dei diritti e sponsorizziamo professionalmente il ricorso cumulativo contro il ministro Azzolina.

“Siamo stanchi –  dice il nostro direttore prof. Corrado Faletti – di vedere il personale della scuola, a cui occorre dire solo grazie, continuamente preso a calci, non un grazie, nessun riconoscimento, solo grandi prese in giro e paroloni vuoti a cui seguono solo amare delusioni”.

È ora che il personale della scuola faccia sentire la sua voce, reclami i suoi diritti, ma sopratutto impari a mettere al governo gente competente.

Ringrazio Rosanna Rodriguez che ha voluto seguire Betapress in questa forma di protesta, Lei, unica fra i sindacati, che invece di parlare ha deciso di entrare in azione.

Anche grazie al suo supporto siamo riusciti a tenere il costo della partecipazione all’azione collettiva per il personale scuola molto basso, sicuramente molto lontano dai soliti 250 euro che vengono richiesti da chi si “dichiara” a supporto della scuola.

Noi lo siamo coi fatti!!

 

Ecco il link per aderire:

Aderisci al ricorso

Entra nel gruppo facebook

 

Azione collettiva a difesa dei docenti e del personale ATA

 

 

 

 

 

 

 

 

DADOUT: burnout telematico

Meglio tardi che mai… mah, ne siamo sicuri?

DAD: conta ancora il fattore umano

 




Il podio del degrado cattivi maestri comunicatori

Il podio del degrado, cattivi maestri comunicatori: in meno di 24 ore il web impazzisce e disvela le tare culturali e sociali di chi comunica in Italia.

Come un tubo turato che poi esplode, in poche ore la rete ci offre un florilegio di aberrazioni culturali che hanno come filo conduttore la discriminazione sessuale e il maschilismo violento.

Quasi abbiamo nostalgia del periodo in cui si parlava di covid.

Ecco la presentazione delle notizia in forma di climax ascendente (anche se, soprattutto con le ultime due, è difficile assegnare il primato):

Quarto posto

Il cantante Gue Pequeno, in una intervista dice di non essere sessista o razzista “ma” non approva la scelta del collega Ghali di vestirsi da donna se non è dichiaratamente gay.

Terzo posto

Il pentastellato Alessandro Di Battista scivola su considerazioni contro “coloro che PRETENDONO di ottenere un miglioramento dei diritti civili per gli omosessuali esibendosi in volgari forme di trasgressione durante i Gay Pride”.

Secondo posto

Lo psicoterapeuta televisivo Raffaele Morelli inveisce contro la scrittrice Michela Murgia in uno scambio acceso e variegato sul seme del femminile, che solo le donne possono giocare con le bambole e che se la donna non viene guardata quando è per strada non è gratificata.

Primo posto

Le spoglie vive del critico d’arte Vittorio Sgarbi che vengono traslate a forza fuori dal parlamento dopo un lungo, reiterato e ininterrotto inveire contro il magistrato Giusi Bartoluzzi

 

Diagnosi

In psichiatria si chiama schizofrenia, dal greco σχίζω (schizo) (spaccare, frammentare, dividere) e φρήν (fren) (l’anima, lo spirito, l’intelletto, la mente… poi il cervello).

Le funzioni mentali della mente dell’individuo si separano e frammentano.

 

Anamnesi

Un altro esempio di altro ambito e di poco antecedente è legato alle dichiarazioni del ministro Matteo Salvini che mangia ciliegie e poi lo nega…

Prognosi

Insomma qualcosa nell’equilibrio psichico di chi comunica in tv o sui social si è rotto e forse mostra i veri volti di questi fenomeni da palcoscenico dal trucco avvenente e l’alito marcescente.

Terapia

A noi resta solo da ricordare che chi si espone, chi comunica, chi si espone in qualunque modo, ha il dovere di essere di buon esempio.

In questo momento vediamo solo pessimi esempi, ma abbiamo fiducia nell’intelligenza, nella capacità di comprendere e di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, di chi osserva.

 

 

 

 

 

 

 

 

Link

Dichiarazione di Alessandro Di Battista
Intervista a Gue Peqeno
Raffaele Morelli e Michela Murgia
Intervento di Vittorio Sgarbi

 

 

L’Ipocrisia del tutto




I DS AL GOVERNO CONTRO I VICEPRESIDI: INACCETTABILE!!!

Il valore indiscusso del formatore competente

L’incarico di dirigente scolastico porta con sé una grande quantità di responsabilità e impegno in un contesto molto delicato qual è quello della formazione degli studenti.

Chi scrive è convinto che non esistono cifre troppo alte per gratificare e sostenere chi ha la responsabilità di formare al meglio gli uomini e donne di domani, quelli che devono avere tutti gli strumenti per poter cambiare il mondo sempre in meglio.

Chi scrive è convinto che chi è capace deve essere sostenuto e gratificato.

Una cosa simile pensa anche l’onorevole Vittoria Casa, membro della VII Commissione Cultura Scienza e Istruzione, come il ministro Azzolina Dirigente Scolastico (prima però del Concorso del  discusso concorso del 2017), siciliana e membro del movimento 5stelle.

Il dirigente scolastico che pensa ai dirigenti scolastici

Quando pochi giorni fa la paventata riduzione dello stipendio dei Dirigenti scolastici è stata scongiurata, tutti gli interessati hanno tirato un sospiro di sollievo.

Soprattutto dopo un periodo difficile come quello della chiusura generale dovuta all’allerta COVID, era fondamentale riconoscere l’impegno e gli sforzi dei dirigenti scolatici.

“Sappiamo che non è stato semplice gestire l’emergenza e non è semplice neppure il lavoro che ora sono chiamati a svolgere in vista della riapertura a settembre.
Responsabilità e collaborazione non possono mancare: Governo e Parlamento sono al loro fianco e stanno fornendo loro tutti gli strumenti per poter garantire un rientro tra i banchi di scuola per tutti, e nella massima sicurezza”,

ha dichiarato l’on. Vittoria Casa.

Ripetiamo:

“Responsabilità e collaborazione non possono mancare”.

La protesta di AnCoDiS

E allora perché, fa notare Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici (An.Co.Di.S.) al momento di dividere le gratificazioni e i riconoscimenti, nessuno si ricorda di chi ha svolto il lavoro?

É quasi come se i dirigenti scolastici che si battono per i giusti diritti dei dirigenti scolastici, si siano dimenticati che, nei giochi di squadra, alla fine del campionato non ci arriva solo il capitano ma tutti quanti.

I commenti di chi è stato dimenticato

Ecco alcune dei commenti giunti a noi in redazione 

“questo è uno schiaffo a tutti i Collaboratori dei DS che non hanno neanche le briciole di questi aumenti e che lavorano per le loro scuole senza alcun riconoscimento contrattuale”

“questo è uno schiaffo a tutti i Collaboratori dei DS che non hanno neanche le briciole di questi aumenti e che lavorano per le loro scuole senza alcun riconoscimento contrattuale. Credo sia arrivato il tempo di evidenziare che queste scelte hanno un imprinting politico che noi non possiamo accettare”

E ancora

“Non mi interessano i soldi… Ma le dichiarazioni della Casa sono per noi inaccettabili! Sappiamo bene e lo diremo chiaramente nel comunicato stampa che c’è una falsa rappresentazione della realtà”

Ma chi sono i Collaboratori dei DS e le figure di sistema?

I Collaboratori del dirigente Scolastico sono figure di governance vitali (ma non riconosciute) per la scuola dell’autonomia.

Sono docenti nominati su base fiduciaria dal dirigente scolastico che non possono assumere alcuna responsabilità dirigenziale o amministrativa nei confronti del personale scolastico.

Non hanno un contratto specifico né specifici riconoscimenti ma svolgono ruoli cruciali.

Profilo dei Collaboratori dei DS

Stando a uno studio divulgato da AnCoDiS,

il 77% dei collaboratori è di sesso femminile e

l’80% ha una anzianità lavorativa di oltre 15 anni

(praticamente sono la memoria storia della scuola).


Cosa fanno i Collaboratori

Ecco un riepilogo dei lavori svolti dai collaboratori

  • Organizzazione del servizio per il 74,4% 
  • Collaborazione nella gestione delle criticità rilevate nella tua scuola, anche durante la DaD per il 70,2% 
  • Gestione dei rapporti tra le componenti scolastiche per il 6,.0%
  • Organizzazione e coordinamento della DaD per il 66,1%
  • Monitoraggio della DaD per il 50,5%
  • Rapporti con le famiglie durante la DaD per il 48,5%
  • Gestione dei conflitti per il 48,0% 
  • Sicurezza e prevenzione per il 41.6% 
  • Redazione progetti per il 38.2% 

 

Per il 15,3% svolgono i seguenti incarichi:

  • Animatore digitale
  • Coordinamento inclusione
  • Progettazione Erasmus
  • Predisporre organizzazione collegio docenti e consiglio d’istituto e loro verbalizzazione
  • Gestione delle emergenze
  • Gestione totale PON, compresi gli accertamenti
  • Risoluzione di problemi informatici e tecnologici comprese gestioni piattaforme
  • Formazione classi
  • PEI iniziali, intermedi e finali
  • Formazione docenti
  • Sostituzione DS, gestione posta, rendicontazioni progetti Fse,
  • Organizzazione sostituzione docenti assenti, rapporti con le famiglie e il territorio
  • Coordinamento didattico
  • Organizzazione scrutini e relazione con le scuole interessate da docenti in COE 
  • Gestione esami idoneità, integrativi, preliminari per qualifica ed Esami di Stato, ecc. Rapporti con Enti e istituzioni locali
  • Formatore per utilizzo di strumenti, App e software utili alla DAD
  • Supporto alla segreteria alunni e al DSGA per i progetti PON Gestione orario con “Progetto classi senza aule”.
  • Redazione modulistica DaD (rimodulazione progettazione, PAI – PIA), 
  • Rilevazione dei bisogni delle famiglie durante la DaD e organizzazione per l’assegnazione e distribuzione dei dispositivi e delle connessioni

Conclusioni

Per concludere, riconosciamo pienamente la difficoltà e la gravosità del lavoro del dirigente scolastico, dichiariamo che chi è stato investito da questo incarico deve far fronte a enormi responsabilità.

Vorremmo solo che chi si batte per i propri diritti, si ricordasse di combattere anche per chi li  aiuta e li ha aiutati a raggiungere i risultati o, quanto meno, tornando alla analogia sportiva, ad arrivare alla fine del campionato. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buona Notte, cara Ministra, vada a dormire, che è meglio…

Presidi e Vicepresidi: Tutti in “ferie” per protesta!!