DSGA, ma nemmeno fossero dei pariah…

La questione del trattamento dei direttori dei servizi generali ed amministrativi (DSGA) e del personale ATA da parte dello Stato può essere analizzata da diverse prospettive, considerando vari aspetti come la normativa, le politiche di gestione delle risorse umane, la cultura organizzativa del settore pubblico e le dinamiche socioeconomiche.

Iniziamo subito con l’osservare che lo stipendio sia dei DSGA che del personale ATA non è assolutamente adeguato al carico di lavoro a cui gli stessi sono quotidianamente sottoposti.

Negli ultimi anni sulle segreterie scolastiche è stato scaricato di tutto, dalle pensioni al lavoro che dovrebbero fare i revisori, poi i PON fino al PNRR, per non parlare del fatto che spesso i DSGA sopperiscono alle attività invece in carico ai Dirigenti Scolastici.

Da questo punto di vista il ministero dell’istruzione si è dimostrato particolarmente assente nella difesa di questa categoria, peraltro nemmeno i sindacati si sono mossi benissimo, arrivando anche a ridurre  la loro professionalità firmando un contratto umiliante per questi lavoratori.

Nemmeno vogliamo entrare nel tema della mancanza di personale, del fatto che non ci sono corsi adatti alla preparazione professionale, che il personale ha un turnover talmente alto che le segreterie ormai non formano nemmeno più i nuovi arrivi “tanto tra un anno se ne vanno”, che ci sono un sacco di posti vuoti da DSGA e che molti sono coperti con ATA facenti funzione (alcuni da più di 10 anni) a cui lo stato manco fa la cortesia di stabilizzarli, insomma una vera ingiustizia per non dire porcheria che questa politica non smette di fare.

Infine le segreterie sono sempre sottoposte all’infinto giochetto di “ops abbiamo cambiato tutte le procedure senza dirtelo, però c’è un bel webinar che ti puoi vedere quando vuoi anche da casa il sabato e la domenica…”, ma chi attiva queste cose non si vergogna a morte come un verme nudo ??

Non ci si rende conto che buttare così alla rinfusa procedure ed attività senza aver prima capito i carichi di lavoro esistenti e la saturazione delle segreterie è un danno enorme anche fisico verso i lavoratori che subiscono stress infiniti???

Comunque, caro ministero, se non informi e formi prima di attivare cambiamenti organizzativi porti caos sul caos. 

Va beh, gente sbagliata al posto sbagliato.

Diamo però uno sguardo più profondo a questo mondo e vediamo cosa troviamo.

Vi sono alcuni filoni di riflessione che per brevità tratteremo solo come spunti, vediamoli assieme.

Normativa e Politiche Pubbliche: La posizione e il trattamento dei DSGA nello Stato sono regolati da leggi e regolamenti che stabiliscono il loro status, i loro diritti e i loro doveri.

Spesso, anzi sempre, i cambiamenti legislativi e le politiche di austerità influenzano negativamente le condizioni di lavoro di questi professionisti.

Tagli al bilancio, congelamento degli stipendi e riduzione del personale aumentano il carico di lavoro e ridurre le risorse disponibili, influendo negativamente sul morale e sul benessere dei lavoratori.

Ruolo e Percezione: I DSGA, occupandosi di compiti amministrativi, non sono visti come centrali nelle missioni primarie delle istituzioni pubbliche, a differenza di ruoli più direttamente legati all’erogazione dei servizi.

Questa percezione porta a una valutazione meno positiva del loro contributo e, di conseguenza, a una minore attenzione alle loro esigenze e al loro sviluppo professionale.

Cultura Organizzativa: la cultura organizzativa nel settore pubblico, che non c’è , influenza il modo in cui i DSGA vengono trattati.

Poiché la cultura prevalente è quella della rigidità, della gerarchia e della burocrazia, non esiste spazio per il riconoscimento dell’innovazione e dell’efficienza, qualità che spesso i DSGA portano nel loro lavoro.

Sfide e Stress Lavorativo: i DSGA affrontano molteplici sfide, come la gestione di risorse limitate, la necessità di adempiere a complesse normative e la gestione delle aspettative di diverse parti interessate.

Questi fattori generano un elevato livello di stress lavorativo, che non è adeguatamente riconosciuto o gestito dalle istituzioni pubbliche.

Dinamiche Socio-Economiche: il contesto socioeconomico più ampio, che include la situazione economica del paese, le politiche di spesa pubblica e le priorità politiche, influenza il trattamento dei DSGA.

In periodi di crisi economica o di austerità fiscale, il settore pubblico, inclusi i DSGA, subiscono tagli e restrizioni.

In conclusione, il trattamento dei DSGA da parte dello Stato è il risultato di una complessa interazione  tra fattori normativi, organizzativi, economici e culturali.

È importante che le istituzioni pubbliche riconoscano il valore e il contributo dei DSGA e degli ATA per garantire un ambiente di lavoro equo e sostenibile.

Allo stesso tempo, è cruciale per lo sviluppo di politiche più efficaci e per una migliore gestione delle risorse umane nel settore pubblico, una comprensione più profonda delle sfide affrontate da questi professionisti.

Il riconoscimento del ruolo critico dei DSGA può portare a un miglioramento nelle politiche di gestione delle risorse umane, nell’allocazione delle risorse e nel sostegno al loro sviluppo professionale.

Ciò non solo aumenterà la loro soddisfazione lavorativa e il loro benessere, ma avrà anche un impatto positivo sull’efficienza e l’efficacia delle istituzioni pubbliche che servono.

Tuttavia, è fondamentale riconoscere che le condizioni di lavoro e il trattamento dei DSGA possono variare significativamente a seconda del contesto specifico, delle normative locali e delle politiche di gestione specifiche di ciascuna istituzione.

Pertanto, qualsiasi discussione su questo argomento deve considerare queste variabili e le circostanze particolari in cui i DSGA operano.

Ma noi di Betapress diciamo: DSGA e ATA ribellatevi.

 

IL DSGA NON E’ UN SARCHIAPONE!

Concorso DSGA: note di malcostume italiano

DSGA, lo stato bipolare.




Disastro DAD: docenti e personale ATA fanno ricorso

Docenti e personale ATA si organizzano con il nostro supporto per un ricorso cumulativo contro il sistema istituzionale. Obiettivo: difendere la loro professionalità, gli studenti e le famiglie.

Betapress sostiene i diritti dei docenti e del personale ATA: ecco il link per accedere alla pagina di adesione al ricorso https://betapress.it/azione-collettiva-a-difesa-dei-docenti-e-del-personale-ata/

Cause scatenanti

Alla fine dell’anomalo anno scolastico 2019/2020 e in piena preparazione per l’anno scolastico 2020/2021, tra bilanci e pianificazioni, una cosa è chiara a tutti gli insegnanti, agli studenti e alle famiglie:

la Didattica a Distanza (altrimenti nota come DAD) è un disastro.

Ripetiamo: un disastro per tutti anche a causa della generale impreparazione a questa novità.

Nonostante i complimenti a favore di telecamera fatti dal ministro Azzolina ai docenti e ai dirigenti scolastici,

nonostante le linee di comunicazione eroiche e l’atmosfera da “è stata dura ma ce l’abbiamo fatta”,

la verità è che, stando a quanto dichiarato da un campione di docenti intervistato, la DAD è stato un disastro su tutti i livelli.

Disastro nella gestione familiare

La DAD, così come è stata organizzata, ha creato uno stress insostenibile alle famiglie che tra smart working, convivenza forzata, nuovi ritmi, bisogno di reperire toner, carta per stampante e periferiche di ogni tipo, si sono trovate a dover coordinare e pianificare l’utilizzo dei computer e dei vari dispositivi tra loro e i figli.

Chi ha più di un figlio e di età diverse, ha passato settimane infernali.

Disastro per la formazione

La DAD ha penalizzato in modo irreparabile la formazione di una intera generazione di studenti che non si riprenderà mai più dal deficit formativo.

Questo perché, stando a quanto detto dai docenti, per colpa della DAD e della promozione erga omnes, gli studenti di tutte le classi non riusciranno in alcun modo a recuperare un intero programma, né in un anno né in più tranche.

La DAD ha causato una voragine formativa insanabile.

Disastro per la classe docente

Quando, con l’applicazione della DAD, migliaia di docenti sono stati chiamati alla Didattica a Distanza, nessuno si è preoccupato se queste persone erano state preparate a questo.

Sì perché, né i docenti formati nei decenni scorsi né quelli formati fino a pochi mesi fa, hanno mai ricevuto una formazione specifica alla DAD.

Lo stesso può esser considerato per il personale ATA.

I docenti sono stati penalizzati su infiniti fronti.

Danno di immagine

La prima cosa che è saltata agli occhi di tutti è stata la poca dimestichezza con le periferiche e i terminali da parte di una grossa fetta della classe docente, non solo gli insegnanti della “vecchia guardia” ma anche di giovani docenti poco informatizzati.

In questo caso, la gestione delle lezioni on line ha richiesto ai docenti un ulteriore sforzo che, al di là della capacità di gestione della classe (o della “stanza” trattandosi di lezione on line) del docente, ha causato un deficit di stima nei loro confronti da parte degli studenti.

Osservazione

Il docente è la guida che i discenti devono seguire, se il sistema mina la credibilità del docente, il sistema è nel torto.

In più, da contratto nazionale, i docenti non sono tenuti a saper utilizzare i computer e nel corso del loro percorso di preparazione specialistica, non è obbligatorio da nessuna parte la capacità di sapere utilizzare strumenti per la DAD.

Danno economico

Con l’impiego della DAD molti docenti hanno dovuto acquistare computer, cambiare o installare connessioni più potenti, smartphone… alcuni, addirittura, hanno acquistato dei corsi per imparare in fretta ad utilizzare i strumenti.

Nessuno ha previsto il rimborso di queste spese che, altrimenti, non sarebbero state sostenute.

Anche in questo caso: lo stesso vale per lo smart working del personale ATA.

 

Lo ricordiamo:

I docenti e il personale ATA da contratto nazionale, non sono tenuti in alcun modo al lavoro da casa né al possesso di strumenti all’avanguardia (sì perché per la gestione della DAD e dello smoart working servono una connessione potente, programmi aggiornati e periferiche e terminali in grado di sostenere i programmi aggiornati).

Danno contrattuale

Il personale scolastico, al momento dell’assegnazione dell’incarico, firma un contratto.

Purtroppo la DAD ha colpito fortemente questo contratto:

Ore di lavoro

Nel contratto sono indicate le ore di lavoro da rispettare, con la DAD gli insegnanti e il personale ATA hanno lavorato ben oltre le ore concordate e queste ore non sono state considerate in nessun caso come straordinario.

Risorse

Il contratto non parla in alcun modo della necessità di dover utilizzare risorse personali da casa per la formazione.

Docenti e personale ATA, infatti sono tenuti ad usare al meglio gli strumenti forniti dalle scuole e non a dover acquistarne di propria tasca.

Violazione del diritto di disconnessione

Nel contratto è indicato il diritto di disconnessione, ovvero il diritto di non essere sempre connessi.

Con la DAD e il relativo smart working, questo diritto è stato completamente violato in quanto docenti e personale ATA sono stati connessi ad oltranza.

Danno sanitario

L’esposizione allo stress, alla corsa per l’aggiornamento, al sovraccarico di lavoro, alla difficoltà della gestione familiare (anche i docenti hanno famiglie) ha portato molti docenti a uno stato di rischio burnout.

Lo scandalo delle piattaforme

C’è ancora un problema trasversale a tutti gli interessati dalla DAD: docenti, genitori e studenti (questi ultimi in forma ancora più grave in quanto minorenni).

Per la DAD il ministero non ha fornito nessuna piattaforma dedicata e quindi adeguata dal punto di vista di privacy.

Con la DAD e l’utilizzo trasversale delle piattaforme (zoom, gotowebinar, google class, teams e chi più ne ha avuto più ne ha messo), sono stati dati in pasto a google, senza alcun controllo e senza alcuna garanzia.

Google ha acquisito indiscriminatamente e senza alcuna garanzia specifica i dati personali e le immagini di docenti, genitori e minorenni molti dei quali non avevano ancora profili registrati on line.

La DAD, così come è stata velocemente organizzata, ha creato un censimento informatico non autorizzato e non controllato che ha colpito ob torto collo anche chi non avrebbe avuto piacere di aderire.

E per concludere, non dimentichiamo la violazione del diritto costituzionale all’uguaglianza.

L’applicazione arraffazzonata della DAD non ha in alcun modo garantito tutti quegli studenti che non avevano accesso ai terminali adeguati.

Se è vero, com’è vero, che il diritto all’istruzione è un valore, il ministero dell’Istruzione con la DAD ha infranto questo diritto costituzionale.

Come ha detto Rosanna Rodriguez, presidente dell’associazione sindacale ACA Scuola:

“la DAD è una cosa seria: gli insegnati e il personale ATA devono essere formati adeguatamente e i processi didattici devono essere ben pianificati perché qualunque processo di apprendimento si basa sulla relazione”

Per questi e per altri motivi docenti e personale ATA si sono riuniti e hanno chiesto aiuto a Betapress che da sempre si occupa della buona istruzione.

Noi ci impegniamo a dare voce a questa gravissima violazione e aggressione dei diritti e sponsorizziamo professionalmente il ricorso cumulativo contro il ministro Azzolina.

“Siamo stanchi –  dice il nostro direttore prof. Corrado Faletti – di vedere il personale della scuola, a cui occorre dire solo grazie, continuamente preso a calci, non un grazie, nessun riconoscimento, solo grandi prese in giro e paroloni vuoti a cui seguono solo amare delusioni”.

È ora che il personale della scuola faccia sentire la sua voce, reclami i suoi diritti, ma sopratutto impari a mettere al governo gente competente.

Ringrazio Rosanna Rodriguez che ha voluto seguire Betapress in questa forma di protesta, Lei, unica fra i sindacati, che invece di parlare ha deciso di entrare in azione.

Anche grazie al suo supporto siamo riusciti a tenere il costo della partecipazione all’azione collettiva per il personale scuola molto basso, sicuramente molto lontano dai soliti 250 euro che vengono richiesti da chi si “dichiara” a supporto della scuola.

Noi lo siamo coi fatti!!

 

Ecco il link per aderire:

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Azione collettiva a difesa dei docenti e del personale ATA

 

 

 

 

 

 

 

 

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