MODENA CITY RAMBLERS: “RIACCOLTI”.
Eccoci qua cari lettori. Non credo servano commenti quando si ha la fortuna di poter incontrare una Band che ha realmente fatto un pezzo di storia della musica italiana e sottolineo musica! Grandissimi musicisti che non hanno voluto piegarsi alle bieche regole dell’industria discografica ma leggiamo cosa ci raccontano Davide “Dudu” Morandi e Francesco “Fry” Moneti dei Modena City Ramblers.
PERTH
MODENA CITY RAMBLERS: “RIACCOLTI”.
1) Allora ragazzi, questo tour prende vita dal vostro ultimo lavoro, l’album “Riaccolti”, nato come vero e proprio omaggio al ventennale del vostro storico album acustico “Raccolti”. Com’è nata l’idea di incidere questo album e cosa rappresenta per voi ?
“L’idea di questo nostro lavoro non nasce, dal principio, per celebrare l’album “Raccolti”, motivazione che è arrivata in corso d’opera: avevamo voglia di fare qualcosa di veramente acustico, riproponendo quel suono che era una caratteristica di questo gruppo all’inizio della sua carriera. Dopo aver spinto per tanto tempo, sul palco, con chitarre elettriche e batterie, avevamo l’esigenza di “asciugare” il nostro suono, riproponendo qualcosa di diverso: visto che l’anno scorso era il ventennale di “Raccolti”, abbiamo quindi deciso di unire le due cose e di dar vita questo progetto. Ci siamo ritrovati allo Studio Esagono di Rubiera, uno studio che per molti anni è stata la nostra seconda casa e che ha riaperto da poco i battenti dopo un periodo di chiusura, e lì abbiamo cominciato a incidere il nuovo album. Sicuramente anche questo è stato un modo per riavvicinarci alle nostre origini.”
2) A cosa si deve la scelta di organizzare una campagna di crowfunding per la pubblicazione del cd? E come mai avete deciso di tornare nei live club per promuovere il vostro lavoro?
“Per quanto riguarda la scelta di utilizzare il crowfunding, non sentiamo di aver fatto niente di particolarmente nuovo: oramai viene ampiamente utilizzato anche in ambito discografico, anche se per noi è stata la prima volta. Ci è piaciuta l’idea di utilizzare questo strumento per fare qualcosa insieme ai nostri fan, oltre ad avere noi la possibilità di fare qualcosa che fosse, dall’inizio alla fine, completamente indipendente: finora ci era mancata soltanto la distribuzione dei nostri lavori, ma grazie a questa raccolta fondi, siamo riusciti a fare anche questo passaggio. Per quanto riguarda la dimensione dei club invece, noi in questo tipo di realtà ci siamo sempre stati, solo che, in genere, ci fermavamo dopo un tour estivo per ripartire a Marzo dell’anno successivo, in occasione delle feste di San Patrizio. Era molto tempo che non suonavamo quindi d’inverno, in special modo nei piccoli club, con 300/400 posti a disposizione: questa dimensione più intima ci mancava, quindi abbiamo deciso di riabbracciarla, facendo ritorno in quei club che ne offrono la possibilità. Oltre a questo, ci piace portare il nostro contributo a queste realtà con le quali siamo molto solidali, c’è molto bisogno, in Italia, di luoghi in cui poter fare musica dal vivo, però chi, al giorno d’oggi, decide di aprire un club, sa bene che non sono tutte rose e fiori. Oggi molte realtà di questo tipo stanno purtroppo chiudendo, soprattutto i club di medie e grandi dimensioni, un tempo il problema, almeno nelle grandi città, per una band, era quello di decidere dove andare a suonare, data la vastità dei posti disponibili. Ci dispiace, a questo proposito, dover ricordare come a Pordenone abbia da qualche anno chiuso un club storico che a noi ci ha ospitato tantissime volte, il Deposito Giordani, lasciando una città come Pordenone orfana di posti in cui potersi esibire dal vivo.”
3) Com’è cambiato, in generale, il rapporto che avete con la musica nel corso della vostra carriera ultraventennale ? A proposito della vostra carriera, come vede la vostra band, che di gavetta ne ha fatta tanta, i nuovi prodotti musicali partoriti oggi dalla televisione ?
“Beh, diciamo che siamo molto curiosi di seguire tutti i cambiamenti propri della sfera musicale, tutte le sue evoluzioni. Forti dei 27 anni di storia che abbiamo alle spalle, siamo coscienti del fatto che possiamo permetterci di sperimentare avendo sempre uno zoccolo duro di pubblico che ci segue e apprezza i nostri lavori. Se è vero che è cambiato il modo di fare e di proporre musica, è anche vero che è cambiato il modo di arrivare a fare musica: fra talent show, reality e altri format mediatici, un artista non viene più giudicato solo dal punto di vista del prodotto, che da questo punto di vista si ritrova ad essere “costruito”, per far fronte a tutta una serie di esigenze che certe trasmissioni impongono. Se si è perso l’attitudine a fare canzoni che siano rilevanti da un punto di vista politico e/o sociale, è anche perché per arrivare a scrivere determinati testi, devi necessariamente avere un certo percorso alle tue spalle . Ci sono, ovviamente, ancora tanti artisti che vogliono continuare a fare questo tipo di musica, però diventa difficile per loro, al giorno d’oggi, trovare dei posti in cui suonare: se ogni anno ci sono 70/80 artisti nuovi, è difficile riuscire a ritagliarsi il proprio spazio. E come riesci non appena l’hai ritagliato, rischi di essere già “vecchio”: basti pensare al fenomeno indie-rock, artisti importanti che qualche anno fa richiamavano ai concerti grandi numeri di spettatori, sono completamente spariti. D’altra parte, i fan hanno bisogno di essere “fidelizzati”, crescendo insieme a te: se un giorno diventi grande senza essere mai cresciuto, è difficile pensare di esserti costruito un solido rapporto con i tuoi fan (e questo rapporto è molto limitato nel tempo nel magico mondo dei talent show; n.d.r.).”
4) Quali sono gli ingredienti che contribuiscono ancora al vostro successo ?
“Questo non lo sappiamo. Cerchiamo di proporre qualcosa che, nel farlo, entusiasmi anche noi: se mentissimo, non saremmo affatto credibili, e chi ci segue presto se ne accorgerebbe. Non abbiamo nessuna formula magica da rivelare, anche perché, se così fosse, lo avremmo già fatto.”
5) Che cosa dobbiamo aspettarci da questo tour ?
“Sarà un tour acustico, e al tempo stesso, decisamente energico. Proporremo dei brani che è da qualche tempo che non facciamo più live, ma che ad ogni concerto ci vengono chiesti a gran voce: è arrivato il momento di riproporli. Ci sarà la nostra solita energia di sempre ad accompagnare i nostri concerti.”
6) Quali sono, per concludere, i progetti futuri della band dopo il tour ?
“Non abbiamo programmi per adesso, e, per fortuna, non siamo neanche costretti ad averli. Lavorando in un regime di totale indipendenza, possiamo più o meno fare ciò che vogliamo, senza dover rispondere a nessuna logica commerciale, a differenza di altri nostri colleghi. Ad esempio, una band che stimiamo e con la quale siamo molti amici, cioè i Negrita, dopo il festival di Sanremo non ha potuto decidere in autonomia cosa fare: c’è stato chi ha scelto per loro, e loro hanno dovuto eseguire. Quello che continueremo a fare è sicuramente tanta, tantissima musica, anche dal vivo: sono pronte alcune date estive che ai aggiungeranno a quelle già annunciate di questo tour, e che ci porteranno a giro per tutta Italia. Vi aspettiamo.”
PERTH e SACHA TELLINI
https://www.youtube.com/watch?v=yXkK_lnnTvU
MCR: Live presso lo Studio Esagono di Rubiera (RE) durante la registrazione di “Riaccolti”