Etica in cammino
Oggi parte una importante collaborazione tra Barbara de Munari e Betapress rappresenta un punto di incontro fra due mondi intellettuali profondamente impegnati nella disseminazione della cultura etica e morale nella società contemporanea.
Barbara de Munari, con la sua vasta esperienza come giornalista, editrice, e direttrice editoriale di ETICA A.C., si distingue per la sua profonda conoscenza della storia del pensiero filosofico, politico e religioso, specializzandosi in tematiche etiche e storiche.
La sua carriera è segnata da un impegno costante verso l’esplorazione di come i principi etici possano essere intrecciati nella trama della vita quotidiana e nel discorso pubblico, puntando a sollevare la consapevolezza su come l’etica influenzi decisioni e comportamenti.
Corrado Faletti, d’altra parte, porta nella collaborazione una prospettiva complementare, essendo un giornalista investigativo, storico e sociologo.
La sua ricerca si concentra sull’analisi della società attraverso il prisma della storia e della sociologia, esplorando come le dinamiche sociali e storiche modellino i valori morali e etici delle comunità.
La sua abilità nel connettere eventi passati con tematiche attuali fornisce una lente critica attraverso cui interpretare i cambiamenti nella percezione dell’etica e della morale.
Insieme, Barbara e Corrado hanno intrapreso un viaggio intellettuale con l’obiettivo di raccontare l’etica e la morale non solo come concetti astratti, ma come strumenti vivi e dinamici per navigare le complessità della vita moderna.
Attraverso la loro collaborazione, hanno sviluppato un progetto editoriale che mira a rendere la filosofia etica accessibile e rilevante per un pubblico ampio.
Questo progetto si propone di dimostrare come l’etica non sia solamente un insieme di norme da seguire in maniera rigida, ma un cammino di riflessione e scelta che accompagna l’individuo in ogni fase della sua esistenza.
Il fulcro della loro narrazione si concentra sull’importanza di integrare l’etica nella quotidianità, evidenziando come decisioni apparentemente banali possano avere implicazioni etiche significative.
Attraverso esempi concreti, storie di vita, analisi di eventi storici e dibattiti filosofici, Barbara e Corrado invitano il lettore a considerare come i principi etici possano servire da bussola nelle situazioni di incertezza, conflitto e cambiamento.
La loro opera si rivolge a chiunque sia interessato a comprendere meglio se stesso e il mondo circostante attraverso una lente etica, offrendo spunti di riflessione su come vivere una vita moralmente consapevole e impegnata.
La collaborazione tra Barbara de Munari e Betapress rappresenta quindi un esempio luminoso di come il giornalismo, la filosofia e le scienze sociali possano confluire in un dialogo fecondo, generando nuove vie per esplorare e comunicare l’importanza vitale dell’etica e della morale nella società contemporanea.
Questo progetto non solo arricchisce il dibattito pubblico su questi temi fondamentali, ma offre anche strumenti pratici per chi cerca di vivere in modo eticamente riflessivo e responsabile.
Genio Eterno: Arte come Emblema della Maestria Umana e Finestra sull’Infinito
Dopo l’accordo di Betapress con Ettore Lembo per parlare di politica, situazione internazionale e società, nasce la collaborazione tra Betapress e Paolo Battaglia La Terra Borgese, che rappresenta un affascinante incrocio di percorsi e competenze diverse, che si incontrano nel terreno comune dell’arte e della genialità umana.
Questa rubrica esplora la concezione dell’arte come massima espressione del potenziale umano, un ponte tra il reale e l’ideale, tra il temporale e l’atemporale.
“Genio Eterno” allude alla perpetua rilevanza del talento creativo e innovativo dell’uomo, che attraverso l’arte riesce a trasmettere messaggi, emozioni e visioni che rimangono attuali attraverso i secoli.
“Arte come Emblema della Maestria Umana” sottolinea l’idea dell’arte come simbolo della capacità umana di eccellere, di superare i limiti del conosciuto e del possibile, riflettendo la profondità del pensiero, la complessità delle emozioni e la grandezza della visione che solo l’essere umano può esprimere.
Questa frase intende valorizzare l’arte come testimonianza della continua aspirazione dell’uomo alla perfezione, alla scoperta e all’espressione del sé.
“Finestra sull’Infinito” evoca l’aspetto più trascendentale e universale dell’arte, la sua capacità di collegare gli individui con concetti e sentimenti che superano i confini del tempo e dello spazio, toccando l’essenza stessa dell’esperienza umana in una ricerca di significati ultimi.
L’arte diventa così una via per esplorare e connettersi con l’eterno, un mezzo attraverso il quale l’umanità può avvicinarsi alla comprensione di verità universali e alla condivisione di un senso di comunione con il tutto.
In conclusione, questo titolo mira a riflettere su come l’arte, nella sua espressione più elevata, sia un linguaggio universale capace di superare le barriere culturali e temporali, fungendo da testimone della ricerca umana di superamento, bellezza e trascendenza.
L’arte, in questa visione, è vista non solo come creazione ma come un dialogo continuo tra l’individuo e l’infinito, tra l’umanità e il suo eterno desiderio di esplorare, comprendere e comunicare l’ineffabile.
Questa alleanza intellettuale è particolarmente stimolante per il modo in cui intreccia saperi e visioni differenti, creando un dialogo multidisciplinare che va oltre i confini tradizionali dell’arte, della tecnologia e della critica.
Corrado Faletti, con il suo background di tecnologo, saggista e giornalista di indagine, apporta alla collaborazione una prospettiva unica sul ruolo che la tecnologia e l’innovazione giocano nella società contemporanea.
La sua expertise permette di esplorare come gli strumenti tecnologici possano essere utilizzati per creare nuove forme d’arte, ampliando le possibilità espressive e comunicative dell’essere umano.
La visione di Faletti sull’integrazione tra tecnologia e arte suggerisce un futuro in cui l’innovazione tecnologica non solo facilita la creazione artistica ma ne diventa un elemento costitutivo, spingendo i confini di ciò che consideriamo arte.
Paolo Battaglia La Terra Borgese, d’altra parte, con la sua esperienza di critico d’arte, sceneggiatore e mediatore culturale, introduce una prospettiva profondamente radicata nella storia e nella teoria dell’arte.
La sua capacità di analizzare e interpretare le opere d’arte attraverso il prisma della critica storica e culturale arricchisce la collaborazione, fornendo le basi per comprendere come le nuove forme d’arte si inseriscano nel continuum storico dell’espressione umana.
Paolo Battaglia La Terra Borgese, con la sua sensibilità verso le dinamiche culturali e sociali che influenzano l’arte, offre un’importante chiave di lettura per interpretare il significato e l’impatto delle innovazioni tecnologiche nel campo artistico.
La collaborazione tra Faletti e Paolo Battaglia La Terra Borgese è quindi un’esplorazione del connubio tra arte e realtà, arte e futuro.
Attraverso il loro lavoro congiunto, indagano come l’arte possa fungere da ponte tra l’umano e il tecnologico, tra il passato e il futuro.
Esplorano le potenzialità dell’arte come mezzo per riflettere sul mondo contemporaneo e immaginare futuri possibili, dimostrando come la creatività umana possa adattarsi e rispondere alle sfide poste dall’evoluzione tecnologica e sociale.
In sintesi, la collaborazione tra Corrado Faletti e Paolo Battaglia La Terra Borgese rappresenta un dialogo fecondo tra due menti creative che, pur provenendo da ambiti diversi, condividono un interesse profondo per le intersezioni tra arte, tecnologia e società.
Il loro lavoro insieme mette in luce come l’arte non sia solo una testimonianza del suo tempo, ma anche un veicolo per interrogare e comprendere la complessità del mondo in cui viviamo, aprendo nuove prospettive sul ruolo dell’arte e dell’innovazione nella definizione del futuro umano.
Punti chiave del futuro
L’industria dell’Information and Communication Technology (ICT) è in continuo sviluppo, caratterizzata da un’evoluzione rapida e dinamica che riflette sia i cambiamenti tecnologici che quelli socio-economici.
Oggi, le tendenze emergenti nel settore dell’ICT non solo delineano il futuro immediato della tecnologia ma anche quello a lungo termine, influenzando profondamente vari aspetti della vita quotidiana, il mondo del lavoro, l’educazione e oltre.
Intelligenza Artificiale (AI) e Machine Learning (ML)
L’AI e il ML continuano a dominare le tendenze tecnologiche, con applicazioni che vanno dall’automazione dei processi aziendali all’assistenza sanitaria personalizzata.
La capacità di queste tecnologie di apprendere dai dati, migliorare le prestazioni nel tempo e automatizzare compiti complessi è fondamentale per il loro successo.
Inoltre, l’integrazione dell’AI in dispositivi IoT (Internet of Things) sta portando a sviluppi significativi nell’ambito delle smart cities, della gestione energetica e della produzione industriale.
Edge Computing
L’edge computing emerge come complemento e, in alcuni casi, come alternativa al cloud computing.
Questa tecnologia prevede l’elaborazione dei dati vicino alla fonte di generazione piuttosto che in un data center centralizzato, riducendo la latenza e migliorando la velocità di elaborazione.
L’edge computing trova applicazione in settori critici come il manufacturing, l’automotive e l’healthcare, dove i tempi di risposta rapidi sono essenziali.
Blockchain e Sicurezza dei Dati
La blockchain continua a guadagnare terreno oltre il settore finanziario, offrendo soluzioni innovative per la sicurezza, la trasparenza e l’integrità dei dati.
Le sue applicazioni si stanno espandendo in campi come la supply chain, la gestione dei diritti digitali e la sicurezza delle identità digitali, promettendo di rivoluzionare il modo in cui vengono gestiti e protetti i dati.
Realtà Aumentata (AR) e Realtà Virtuale (VR)
Le tecnologie AR e VR stanno trasformando l’esperienza utente, offrendo nuove modalità immersive di apprendimento, intrattenimento e lavoro a distanza.
Mentre la VR crea un ambiente completamente artificiale, l’AR sovrappone elementi digitali al mondo reale, ampliando le possibilità di interazione con l’ambiente circostante.
Queste tecnologie trovano applicazione in settori come l’educazione, il retail e il turismo.
5G e Oltre
L’implementazione della tecnologia 5G promette di accelerare notevolmente la velocità di trasmissione dei dati, ridurre la latenza e aumentare la connettività.
Questo avrà un impatto significativo su IoT, veicoli autonomi, telemedicina e streaming di contenuti ad alta definizione.
Allo stesso tempo, si guarda già oltre il 5G, con la ricerca che inizia a esplorare le potenzialità del 6G.
Sfide e Implicazioni
Le tendenze sopra descritte offrono immense opportunità ma presentano anche sfide significative.
La privacy e la sicurezza dei dati rimangono preoccupazioni primarie, specialmente con l’aumento dell’uso di AI, ML e IoT.
La necessità di competenze tecnologiche avanzate solleva questioni relative alla formazione e all’istruzione, mentre l’accessibilità e la digital divide continuano a essere temi cruciali per garantire che i benefici delle innovazioni ICT siano equamente distribuiti.
Le ultime tendenze del mondo dell’ICT stanno plasmando un futuro in cui la tecnologia è sempre più intrecciata con ogni aspetto della vita umana.
Mentre ci avventuriamo in questo futuro, è fondamentale affrontare proattivamente le sfide che emergono, garantendo che lo sviluppo tecnologico proceda in modo etico, sicuro e inclusivo.
La comprensione e l’adattamento a queste tendenze richiederanno un impegno congiunto da parte di governi, industrie e comunità, sottolineando l’importanza della collaborazione interdisciplinare nel mondo sempre più connesso dell’ICT.
Il Bandecchismo
Le dimissioni di Stefano Bandecchi dalla carica di Sindaco di Terni, la città una nota come città dell’acciaio e dell’amore per aver dato sepoltura a San Valentino, rappresentano un fenomeno politico che deve essere guardato con attenzione e preoccupazione.
In primo luogo occorre guardare alla salita al potere del manager Stefano Bandecchi …(costruita sull’acquisizione della squadra di calcio locale con le immancabili promesse di successi crescenti e sul progetto di realizzare una clinica convenzionata all’interno del complesso edilizio che avrebbe ospitato il nuovo stadio di calcio…) come un fenomeno nuovo che pone al centro del dibattito l’anti-politica, la muscolarità e la rudezza degli atti d’intervento.
L’anti politica non è un fenomeno nuovo. Il Movimento 5 Stelle ne aveva già fatto dal 2012 un costume della competizione elettorale e della gestione del potere.
Bandecchi è andato oltre creando il “bandecchismo”, un approccio cioè che non si limita ad introdurre nel gioco democratico iniezioni crescenti di politica immediata e umorale ma che svuota consapevolmente e premeditamene l’azione politica relegando ogni azione al mantenimento di un sistema improduttivo di opzioni o di atti di indirizzo politico il cui unico fine è la ribalta mediatica del suo fondatore e la copertura dei suoi interessi economici ed imprenditoriali.
Un ‘anti-politica, quindi, che ha come unico scopo quello di servire sé stessa.
Un ricerca di consenso che schiva avvisi di garanzia, esposti per incompatibilità, sequestri della Guardia di Finanza fino agli insulti della gente comune.
Disarmante, a tal proposito, la risposta data ad un cittadino in occasione dell’ultima convocazione del Consiglio Comunale: 《Bandecchi Lei non è il mio Sindaco…!》, 《bene, Lei non è un mio cittadino!》, la replica del Sindaco dimissionario.
Una risposta che tradisce il vuoto che riempie la gestione del potere che il bandecchismo ha posto in essere e che frantuma l’idea di Stato, di appartenenza, di Polis, di comunità civile e sociale dove il Sindaco non è più un “Primus inter Pares” ma un “Padre Padrone” di lembi di civiltà strappati alla democrazia nei quali il dissenso esclude, emargina, travolge e rende opachi i conflitti d’interesse e le pratiche a filo di illegalità, come quando a ridosso del Natale scorso il Sindaco ha inviato in qualità ovviamente non di primo cittadino ma di imprenditore, 600 pacchi di Natale, di adeguato valore (si parla di oltre 200 euro) a “tutti” i dipendenti pubblici, ponendo in essere la più grande operazione di acquisizione del consenso posta in essere nel settore pubblico.
In secondo luogo non può sfuggire che il bandecchismo è un modello di conquista e gestione del potere pubblico attraverso leve e strumenti fortemente mediatici (l’acquisto delle squadre locali di calcio, la gestione di scuole e centri di formazione, l’utilizzo di numerose liste civiche associate ai candidato alle elezioni…) che è esportabile.
Bandecchi, attraverso il Partito, Alternativa Popolare di cui è Segretario nazionale e animatore, ha esportato e conta di esportare il suo modello in tutte le competizioni elettorali, in Umbria ma anche fuori regione.
Certo finora non sempre il nuovo baraccone della politica politicante ha mostrato di funzionare .
Nel distretto di Reggio Calabria, dove probabilmente Bandecchi cercherà di ottenere l’elezione a parlamentare europeo, il suo tentativo di comprare simpatia e consensi attraverso l’acquisto della squadra di calcio locale, la Reggina, non è riuscito nel suo scopo ed è stato anche rinviato al mittente l’assegno di centomila euro che il manager aveva deciso di regalare alla squadra nel corso di una sua convention in presenza del suo partner locale Massimo Ripepi.
In terzo e ultimo luogo deve essere considerata la struttura di interessi conflittuali a cui il bandecchismo offre un riparo confortevole.
L’affarismo in Italia dai tempi di tangentopoli è sempre presente.
Oggi la gestione di interessi privati coltivati all’interno di procedure e risorse pubbliche rischia di trovare una cornice di legittimità che passa inosservata anche agli occhi delle Istituzioni locali e della magistratura.
Un cancro per la democrazia e lo Stato Liberale.
Il 7 febbraio scorso, probabilmente per far decadere gli esposti ad iniziativa popolare relativi alla incompatibilità di Bandecchi alla carica di Sindaco (già confermati da un Parere del Ministero dell’Interno datato 3 Agosto 2023) presentati il 7 e 8 agosto 2023 dai cittadini di Terni, rispetto ai quali il Prefetto, decorsi i 180 giorni previsti dalla legge 241/90, non avrebbe potuto diluire ulteriormente una risoluzione formale, il Sindaco Bandecchi si è dimesso dando vita ad un balletto di posizioni che talora confermano le dimissioni talora sembrano volerle smentire.
Mancano 14 giorni ai termini oltre i quali le dimissioni diventeranno effettive.
La Comunità di Terni che ha un dissesto finanziario di oltre 49 milioni di euro dovrà tornare a votare con costi importanti per il deficit pubblico.
Bandecchi cadrà sui stessi errori o forse travolto dalle indagini di Guardia di Finanza e magistratura o sulla diffusione dei “Cipro Papers” relativi alle attività off shore del Gruppo industriale del manager che ormai in molti pensano siano prossimi alla pubblicazione.
Accademia Di Alta Cultura: la magia nera piega le menti deboli.
STRAGE DI PALERMO | All’Accademia Di Alta Cultura opinionisti, filosofi, insegnanti, rappresentanti del mondo della scuola, pedagogisti, medici e psicologi, religiosi, giornalisti, Forze dell’Ordine, Magistrati
L’allarme è vivo ma – dice Bellantonio -, considerati gli ambienti e i modi nascosti e dissimulati in cui tutto si sviluppa, risulta altamente complesso affrontare il tema in modo risoluto. Ciò se bene la maggiore informazione d’insieme consentita oggi dall’accesso più ampio alle banche dati generali presenti in WEB abbia accresciuto l’attenzione generale e la consapevolezza di tali turpi avvenimenti.
Tale maggiore cognizione deve però meglio allarmare gli addetti ai lavori e la società civile dei fortissimi e spesso tragici rischi in cui i singoli si espongono nel frequentare contesti che praticano certi “riti”, il cui fine è in primis quello di piegare, condizionare e soggiogare le menti (deboli o già tarate: questo è bene chiarirlo fin sa subito) ma anche lucrarci vergognosamente.
Sollecitata da più fronti l’Accademia Di Alta Cultura agirà in seno al Progetto Umanistico e Culturale “RenasceRe” – già avviato da tempo in sinergia con BETAPRESS, Opus Mediterranei e Project Man Academy – organizzando più incontri sulle problematiche del tema, sulle sue molteplici sfaccettature, alla presenza di opinionisti, filosofi, insegnanti, rappresentanti del mondo della scuola, pedagogisti, medici e psicologi, religiosi, giornalisti, Forze dell’Ordine, Magistrati; tutti, insieme all’Accademia Di Alta Cultura, per elaborare un contributo, concreto e veritiero, con l’obiettivo di sviluppare forme di tutela e salvaguardia tali da essere diffuse con il fine di mettere in guardia nei riguardi di gente senza scrupoli e fors’anche avida.
La scelta del Consiglio Direttivo: quattro incontri con cadenza quindicinale. Il primo riguarderà il mondo sociale, della gioventù e della famiglia, la pedagogia e la sensibilità individuale e di gruppo.
Il secondo affronterà il tema delle sette e tutte le situazioni delle devianze correlate, come la strada, la cultura, le religioni e le superstizioni e lo stato di salute psichica e fisica della persona.
Il terzo definirà l’individuazione di dette sette e ne prenderà in analisi le svariate caratteristiche e la diffusione nel territorio sia italiano sia mondiale.
Il quarto distinguerà gli ambienti in cui le sette e l’occultismo hanno trovato e cercano seguaci in campo sociale, culturale, politico, economico.
Le coordinate digitali degli incontri in web – precisa Bellantonio – saranno preventivamente diffuse per agevolare la partecipazione dei Relatori interessati.
Gli Atti del Convegno saranno poi resi noti al pubblico a mezzo stampa.
Intanto – chiude Bellantonio – l’Accademia Di Alta Cultura ringrazia fin da ora tutti quanti interverranno a sostegno del programma di cui sopra.
Trump dixit
Betapress e Ettore Lembo, matrimonio di idee.
Il comitato di redazione di Betapress.it è lieto di avviare una nuova collaborazione tra le testate Betapress.it ed Ettore Lembo News.
La collaborazione tra Corrado Faletti ed Ettore Lembo rappresenta un esempio significativo di sinergia professionale nel campo del giornalismo d’inchiesta, un ambito in cui la dedizione alla verità e l’impegno civile si fondono per dar voce a storie spesso trascurate o celate.
Entrambi i giornalisti, pur avendo percorsi professionali distinti, hanno trovato un terreno comune nelle loro visioni del giornalismo come strumento di denuncia sociale e politica, portando alla luce scandali, ingiustizie e malversazioni che altrimenti sarebbero rimasti nell’ombra.
La collaborazione tra Faletti e Lembo è caratterizzata da un approccio meticoloso alla ricerca della verità, che si manifesta attraverso un’indagine rigorosa e approfondita.
La loro metodologia di lavoro si basa su un’accurata verifica delle fonti, l’incrocio di dati e testimonianze, e un’immersione totale nei contesti investigati.
Questo approccio scrupoloso non solo conferisce credibilità alle loro inchieste, ma permette anche di tessere narrazioni complesse che riflettono la multidimensionalità delle realtà esaminate.
Un elemento distintivo della loro collaborazione è l’interdisciplinarità, che permette di affrontare le tematiche indagate da molteplici prospettive.
Lembo, con la sua profonda conoscenza del tessuto socio-politico, e Faletti, con la sua abilità nel narrare storie umane vere e disincantate, combinano le loro competenze per creare reportage che sono al tempo stesso informativi e coinvolgenti.
Questa fusione di stili e approcci non solo arricchisce il contenuto delle loro inchieste, ma rende anche il loro lavoro accessibile a un pubblico più ampio, facilitando la comprensione di questioni complesse e promuovendo una maggiore consapevolezza sociale.
La loro visione comune del giornalismo come strumento di cambiamento sociale è un altro pilastro fondamentale della loro collaborazione.
Entrambi credono fermamente che il giornalismo debba svolgere un ruolo attivo nella società, non limitandosi a documentare la realtà, ma aspirando a trasformarla.
Attraverso le loro inchieste, Faletti e Lembo cercano di stimolare il dibattito pubblico, incoraggiare la riflessione critica e, in ultima analisi, influenzare le politiche e le pratiche in modo da promuovere la giustizia e l’equità.
Tuttavia, la loro collaborazione non è esente da sfide.
Operare nel campo del giornalismo d’inchiesta comporta rischi significativi, tra cui la possibilità di ritorsioni legali e personali.
Inoltre, la crescente polarizzazione mediatica e la diffusione delle fake news rappresentano ostacoli ulteriori alla diffusione di un giornalismo basato su fatti accuratamente verificati.
Nonostante queste difficoltà, Faletti e Lembo rimangono impegnati nel loro percorso, sostenuti dalla convinzione che la loro opera possa contribuire a una società più informata e giusta.
In conclusione, la collaborazione tra Corrado Faletti ed Ettore Lembo simboleggia il potere del giornalismo d’inchiesta condotto con integrità, passione e impegno civile.
Attraverso il loro lavoro congiunto, essi non solo portano alla luce verità nascoste, ma dimostrano anche come il giornalismo possa agire come forza motrice per il cambiamento sociale, ispirando altri professionisti del settore e il pubblico a ricercare la verità e ad agire in difesa della giustizia e della trasparenza.
Modigliani in mostra a Parigi
Importante mostra a Parigi su Modigliani presso il Museo de l’Orangerie
La mostra percorre il rapporto tra Amedeo Modigliani e il mercante d’arte Paul Guillaume, il suo maggiore sponsor.
Il percorso espositivo riunisce diverse opere emblematiche volte ad evidenziare il ruolo importante del mercante d’arte Paul Guillaume nella diffusione dell’opera di Modigliani sul mercato dell’arte negli anni ’20, sia in Francia che negli Stati Uniti.
Modigliani e Guillaume
È attraverso lo speciale rapporto con il giovane gallerista, divenuto suo mercante durante la Grande Guerra, che la mostra affronta il genio di Modigliani.
Sono più di cento le tele famose che sono passate per le mani di Guillaume oltre ad una cinquantina di disegni e una dozzina di sculture.
Questo numero indica sia il coinvolgimento del commerciante nella promozione dell’artista sia il suo gusto personale nella scelta delle sue opere.
Modigliani a Parigi
Amedeo Modigliani, detto Modì, (Livorno, Italia, 1884 – Parigi, Francia, 1920), pittore italiano di origine ebraica, arrivò a Parigi nel 1906.
Dopo un periodo dedicato alla scultura tra il 1909 e il 1914, tornò alla pittura e si dedicò principalmente alla rappresentazione della figura umana.
Il gallerista e collezionista Paul Guillaume scoprì Amedeo Modigliani ne l1914 attraverso il poeta Max Jacob.
Egli divenne suo mercante l’anno seguente.
Fu uno dei primi sostenitori dell’artista.
Il mercante affittò per lui un atelier in rue Ravignan à Paris.
L’atelier è rimasto famoso per gli scatti fotografici in cui i due uomini posano accanto alle opere dell’artista appese al muro.
I ritratti di Guillaume alla mostra
In una delle prime stanze della esposizione sono riuniti tre ritratti ad olio di Paul Guillaume e due disegni.
Vi sono inoltre esposte fotografie che mostrano l’appartamento – galleria di Paul Guillaume in avenue de Villiers nonchè l’atelier de la rue Ravignan.
Modigliani ha immortalato il suo gallerista in una serie di ritratti dipinti e disegni.
Guillaume dal canto suo, condivide con Modì la passione artistica e letteraria.
Il Museo de l’Orangerie e Modigliani
Amedeo Modigliani è uno degli artisti più amati delle collezioni dell’Orangerie.
Il museo conserva cinque delle sue opere.
Oltre ai dipinti conservati al Museo dell’Orangerie, il corpus di opere che passarono per le mani di Paul Guillaume comprende un centinaio di tele, una cinquantina di disegni e una decina di sculture.
I lavori esposti in mostra evidenziano il coinvolgimento del gallerista nella promozione dell’artista.
Grande era l’apprezzamento di Paul Guillaume per le opere di Modigliani.
Molte arredavano i suoi numerosi appartamenti.
In mostra vengono esposti alcuni modelli in scala delle sale dei suoi appartamenti con la collezione dei quadri.
Spiccano nella esposizione i ritratti degli intellettuali che animavano la Ville Lumière dell’epoca, come il poeta Max Jacob, André Rouveyre, Jean Cocteau, Moise Kisling.
Le figure femminili di Modigliani
Colpisce anche una serie di ritratti di donne che hanno condiviso la vita con il pittore.
Tra queste la scrittrice Béatrice Hastings e la giovane pittrice Jeanne Hébuterne.
Quest’ultima fu la sua ultima compagna nonché madre della sua unica figlia. Lei lo seguirà, suicida, il giorno dopo la sua morte.
Lo scopo della mostra
La mostra curata da Cécile Girardeau e Simonetta Fraquelli segue le tracce della relazione tra Modigliani e il suo gallerista Guillaume attraverso una scelta di opere emblematiche.
Vengono esplorati i legami del pittore e del suo mercante nel contesto artistico e letterario parigino nei primi anni del Novecento.
Ed anche il ruolo di Paul Guillaume nella diffusione delle opere di Modigliani sul mercato dell’arte sia in Francia sia negli Stati Uniti.
Gli occhi senza pupille
Dipingere gli occhi senza pupille è una scelta stilistica estremamente simbolica.
Sull’onda del detto per cui gli occhi sono lo specchio dell’anima Modigliani decide di rappresentare i suoi soggetti come privi di pupille.
Come nel dipinto “Donna con nastro di velluto” o “La bella farmacista”, entrambi esposti in mostra.
Non potendo conoscere l’anima degli uomini e delle donne che ritraeva l’artista lascia gli occhi vuoti.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima ed è difficile guardare nell’anima delle persone.
Solo di una donna dipinse le pupille, quella della sua amata Jeanne Hébuterne, perchè la sua anima l’aveva conosciuta.
Volti stilizzati e colli affusolati
I ritratti femminili sono caratterizzati da volti stilizzati, colli affusolati e sguardi spesso assenti.
Esposto in mostra Lola di Valencia, il cui volto stilizzato di profilo ricorda le statue africane.
Colpisce inoltre il collo affusolato di “Madame de Pompadour”
E affascina anche il collo affusolato della ragazza col corpetto a righe.
La mostra ben evidenzia lo stile di Modigliani, il disegno schematico che richiama linee geometriche e forme arcaiche, animato da colori decisi e intensi, talora brillanti e talora cupi.
Decisamente si tratta di una esposizione ben riuscita in grado di evidenziare i tratti salienti dello stile personalissimo di Modì e di offrire uno spaccato di quel vivace e prolifico periodo parigino della prima parte del 1900.
Dopo la sua fine prematura Guillaume continuò a promuovere e a diffondere le opere di Modigliani in Francia ed oltre l’Atlantico, fino alla sua morte avvenuta nel 1934.
Foibe, oltre la retorica
CONVEGNO IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DELLA SOLENNITA’ CIVILE DEL GIORNO DEL RICORDO IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLE FOIBE, DELL‘ESODO GIULIANO-DALMATA, DELLE VICENDE DEL CONFINE ORIENTALE.
Oggi, nei locali del MCP-Museo Città di Pomezia | Laboratorio del Novecento, si terrà un importante e solenne Convegno dall’eloquente titolo 10 FEBBRAIO OLTRE LA RETORICA.
Molti e qualificati gli intervenuti che si avvicenderanno nell’esporre ricordi e pensieri: nel segno del RICORDO e non certo dell’ACREDINE, o dell’ASTIO, o dell’ODIO, fini a se stessi.
Certamente, aleggia ancora con energia il desiderio di vedere riconosciuta una GIUSTIZIA piena, solenne e scevra di quei capziosi distinguo che ancora suonano da comodo alibi per coloro che – in quei periodi tragici – si distinsero per crudeltà ed efferatezza.
Il dramma fu atroce e crudele, separando intere famiglie, uccidendo, violando cose e persone, violentando, gettando nelle cavità carsiche persone ancora vive o agonizzanti… Uno scempio umano praticato in nome di non si sa bene quale beluina ideologia: becera, malata e sanguinaria.
Crudeltà, assistite dalla violenza dei conflitti, che ci auguravamo di non dover mai più vedere, posto che si riteneva che gli insegnamenti – ancorchè tragici – della Storia, ma che invece si ripropongono con cruda violenza: incuranti del sangue che spargono, delle vite che spengono, della miseria che spandono, dei lutti che diffondono…
…incuranti del suono del pianto che accomuna le vittime e i loro cari… un suono che è sempre lo stesso, a tutte le latitudini.
‘Mai più guerra’, dicono i popoli, ‘mai più violenza’ sostengono compunti i politici e chi ci amministra … gli stessi che, con motivazioni spesso risibili e pretestuose, sono coloro che le guerre le dichiarano e le gestiscono, mandando i popoli al macello!
Vi prego… rendete onore alla Memoria di questi nostri morti, non diversi da altri morti, da altri Esseri Umani tragicamente immolati: foibe, camere a gas, campi di concentramento, lanci di bombe, scariche di armi automatiche… a mutare sono solo luoghi e particolari delle uccisioni e delle efferatezze che possono averli contraddistinti …
… ma i Morti sono Morti … non diamo loro colore, targhette distintive… nomi diversi con il profumo pungente delle vernici fresche del ricordo rinnovato per l’occasione…
I Morti devono essere un perenne monito!
I Morti dobbiamo onorarli sempre, anche perché non ne esistono di ‘serie A’ o ‘B’ o ‘C’: specie se a ucciderli è stato l’odio etnico, sociale, politico o religioso !
Perché solo onorandoli, sottolineiamo l’importanza della Memoria, del Ricordo – che non può certo durare la sola solennità di un paio di giorni! – : e solo sottolineando e vivendo consapevolmente tutto ciò, potremo evitare nuove stragi, nuove uccisioni, nuovi morti, nuove tragedie …
Eleviamo oggi il nostro memore pensiero a tutti questi nostri Fratelli immolati tragicamente sull’altare dell’odio etnico e politico, e ci stringiamo al perenne dolore delle loro Famiglie e dei Sopravvissuti tutti.
Abbiamo personalmente delegato il Dott. Antonio Ballarin – Presidente Emerito di FederEsuli – di farsi portavoce presso gli intervenuti di questi nostri sentimenti, personali quanto condivisi da quanti amano la Libertà e quell’Amore Fraterno che è il vero cemento che unisce le Persone, i Popoli.