Abusivismo di necessità, nuovo slogan acchiappa voti!

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Con la caccia al consenso, si sa, non si fanno prigionieri, per molti politici dirla grossa è vitale.

Ecco che la nuova moda di questa estate porta con sé un messaggio inequivocabile: l’abusivismo edilizio di necessità va tutelato.

Cosa c’è dietro quest’affermazione di Luigi di Maio, candidato in pectore dei Cinque Stelle alle prossime politiche?

È abbastanza evidente, siamo dinanzi all’ennesima trovata che punta dritto alla massa: una genialata populista che mira a incrementare il consenso in vista del voto siciliano previsto il prossimo 5 novembre.

Un’affermazione elettorale dei Cinque Stelle in Sicilia, si sa, potrebbe spianare la strada per la facile conquista della maggioranza parlamentare, al contrario l’obiettivo di diventare partito di governo sarebbe in salita.

Un progetto chiaro, studiato a tavolino e messo in atto dalla squadra dei rampolli di Grillo.

D’altronde cos’è l’abusivismo di necessità?

Per necessità s’intende il diritto all’abitazione sancito dall’art. 47 della Costituzione Italiana.

Cosa c’entra con l’abusivismo?

Chi può permettersi di costruire una casa non può permettersi di acquistarla?

Non può permettersi di pagare un affitto?

La risposta alle ultime due domande è logicamente affermativa.

Costruire una casa di 100/120 metri quadri con finiture di media qualità e pregio, senza considerare oneri e sanzioni prevista dalla normativa vigente, costa non meno 120 mila euro.

Se poi consideriamo gli oneri, i tecnici e le varie pratiche di regolarizzazione non si spendono meno di 170 mila euro.

Questa non è necessità ma menefreghismo rispetto a un principio generale di pianificazione e tutela del territorio, dove l’egoismo, che chiamerei più propriamente familismo amorale, prevarica tutto e tutti.

I condoni in materia di edilizia che, tra il tra il 1985 e il 2004, hanno permesso all’erario di incassare, con una rivalutazione in euro, l’equivalente di 16 miliardi, in termini di abusivismo hanno creato una corrente di pensiero per la quale fare un abuso edilizio è in prospettiva conveniente: “prima o poi un Governo (o una regione come nel caso della Campania nel 2014) farà un nuovo condono”.

Tradotto in numeri, l’abusivismo, nel settore delle costruzioni, invece di diminuire, sale ogni anno toccando percentuali fino al 15% dell’edificato totale.

Secondo alcuni studiosi del settore, tesi che sposo integralmente, questo è il frutto inevitabile della politica dei condoni o degli slogan di qualche parlamentare pronto a buttarla lì, come spesso accade.

La Politica che ha una funzione sociale decisiva, non può, pertanto, lanciare questi pericolosissimi messaggi e con essi disintegrare una lenta ma necessaria lotta all’abusivismo, che è fatta in onore del nostro splendido Paese e nel rispetto di coloro che osservano le leggi, permettendosi ciò che la norma concede e non ciò che da furbi e miopi potrebbe, con una scorciatoia, concedersi.

Tanio Cordella

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