EUROPEE: Ultimo giorno di campagna elettorale, prima del silenzio….

 

Ma gli Italiani? Più dubbiosi di prima, più perplessi e disorientati.

 

Di campagne elettorali definite “insignificanti”, secondo tanti lettori che ci contattano e dalle informazioni rilevate sui social, da tenere in considerazione pur se con le dovute cautele, sembra ne siano trascorse tante, specialmente negli ultimi anni.

Quest’ultima tornata elettorale, che terminerà alle 23 del 9 Giugno, non solo sembra non sottrarsi all’idea che gli Italiani si sono fatti nel tempo, ma addirittura sembra abbia aumentato il senso di diffidenza, non appartenenza e sfiducia che mai è stato toccato.

La dimostrazione più tangibile la si potrà probabilmente registrare con la crescente diminuzione di partecipazione al voto, astensionismo, fenomeno fortemente in crescita nelle precedenti tornate e che sembra essere sempre più inarrestabile.

Fenomeno che tuttavia appare essere assai gradito a tutti i partiti, sia che abbiano governato, sia che sono in essere, sia che siano in opposizione, ma che probabilmente sembrano avere tutti gli interessi a mantenere lo status quo o a ridistribuirsi, ma solo al loro interno, le varie posizioni.

Quasi a dimostrare che una bassa affluenza di votanti, a qualunque titolo, garantisca loro la tranquillità di mantenere le posizioni dominanti, potendo contare anche su quelle che vengono definite, chissà fino a che punto impropriamente, “le truppe cammellate” che assicurano loro il voto di continuità, e che è impossibile fermare.

Chiedersi tuttavia, anche alla vigilia del voto, perché si vota e chi votare, diventa quantomeno legittimo, se desidera realmente avere una consapevolezza ed una responsabilità civica

Così, per queste elezioni europee, tutti i partiti decantano volontà di: più Europa, dell’Europa che vogliamo, che cambieranno l’Europa, che l’Italia cambierà l’Europa, l’Italia che conta in Europa, e chi più ne ha più ne metta.

A supporto, alleghiamo il video che ne riassume tanti, e prodotto da AskaNews, nota agenzia di stampa Italiana.

Gli slogan dei partiti per le elezioni europee

Ma per fare cosa?

Ci induce ancora a riflettere la non comune apertura dei seggi elettorali, che vede spostare dal “tradizionale” lunedì, al sabato la mezza giornata di apertura dei seggi.

Infatti i seggi elettorali apriranno al pubblico, per accogliere gli elettori alle 15 di sabato 8 giugno con chiusura alle 23, per poi riaprire la domenica 9 giugno alle 7 e chiudere, per dare avvio allo spoglio delle schede, alle 23.

Rispettato il giorno e mezzo, ma, come mai la mezza giornata di sabato e non l’usuale mezza giornata del lunedì?

Ritornando tuttavia al perché votare e chi, riteniamo interessante riproporre l’articolo pubblicato alcuni giorni or sono da BETAPRESS, dal titolo interessante:

“Il vero partito deve essere l’Italia”.

Il vero partito deve essere l’Italia

Tra le tante considerazioni ricevute, evidenziamo quella che ci ha inviato un lettore e che riportiamo così come pervenuta.

Considerazioni che esprimono il sentimento dei milioni di elettori che in questo tempo, pur desiderando informazioni nutrono dubbi e… non solo.

Considerazioni che evidenziano anche il grande impegno economico finanziario che tutti gli Italiani e gli europei devono sobbarcarsi.

“ In questa campagna elettorale per le europee non appare chiara la posizione dei partiti italiani (e non solo). Soprattutto andrebbero chiarite alcune posizioni: prima di tutto si vuole una Europa delle Nazioni con il rafforzamento dei ruoli politici delle singole nazioni o una Europa più unita sulla base di cessioni di sovranità? Ed ancora come si coniuga l’idea di un’Europa che entra a gamba tesa su questioni spesso vitali per i cittadini ed un’Europa in cui singoli Stati indeboliscono le posizioni europee rispetto a Russa Cina e USA?

L’Europa sembra frutto di un parto distocico e confuso ed ancora di più, con l’allargamento ad est che è parso più causato dal desiderio di indebolire la Russia che dall’effettiva volontà di creare un’Europa forte basata su culture, religioni, etnie comuni e condivise.

Finora i governi europei sono apparsi pallidi nelle posizioni in tema di politiche estere, di immigrazione, di sostegno alle economie, nel fronteggiare minacce pandemiche. È ora di cambiare, ma sul come vedo tanta confusione in questo voto europeo forse il più importante da quando è nata la UE.

Tra tante considerazioni, certamente soggettive, io credo che, se le richieste di essere votati fossero fatte da persone leali e responsabili, coloro che si presentano per confermare e quindi rinnovare il precedente mandato dovrebbero farlo presentando ai possibili elettori una dettagliata relazione sul lavoro da loro svolto nei precedenti 5 anni e sui risultati concretizzati…

… considerando quanto il loro incarico costi agli Italiani dovrebbe essere non solo un “dovere” ma piuttosto una “regola”.

Appare evidente che tutta questa “nebulosità”, “inconsistenza” di obiettivi, “poca chiarezza, ha reso il voto, che oltre ad essere un diritto è un dovere, privo di significato e di mordente, favorendo così l’astensionismo.

Astensionismo che fa gioco ad i piccoli partiti, che altrimenti non avrebbero alcuna possibilità di ottenere qualche seggio, essendo presente la soglia di sbarramento.

Infatti, meno sono i votanti, meno sono i voti che servono per avere diritto di accesso.

Quanto mai bizzarra la propaganda di chi, forse non essendo riuscito a presentare la propria lista, anche a causa della complicata burocrazia e per l’elevato numero di firme da raccogliere, cerca di convincere gli elettori a non recarsi al voto per protesta.

Protesta di cosa? Dal momento che bastano solo i voti delle su citate “truppe cammellate” per eleggere dei rappresentanti.

In ogni caso è doveroso rispettare anche chi non vota.

Forse uno stimolo potrebbero darlo i candidati, ma anche lì, non sembra esserci molta chiarezza, se non per il fatto che molti capolista, sono messi li per far confluire voti, ben consapevoli che difficilmente lasceranno gli attuali incarichi che già hanno in Italia.

Aumentando così l’indifferenza, la sfiducia e, come logica conseguenza, l’astensione.

Sembrerebbe esserci solo un caso di candidato capolista, Vannacci Roberto, dichiaratosi indipendente e non iscritto al partito, che ha tracciato gli obiettivi precisi da raggiungere in Europa, e che sono comuni alla maggioranza degli Italiani.

Obiettivi condivisi dagli Italiani, perché desiderosi di quella normalità, sicurezza, giustizia, lavoro e quant’altro che l’Europa sembra avere messo in forte discussione.

E’ forse l’unico che ha messo anche al centro come obiettivo la pace, con grande competenza, visto il ruolo che fino ad oggi a svolto, in un momento dove la pace ha lasciato il passo alla guerra, e che potrebbe coinvolgerci tutti.

Interessante diventa così la presa di posizione del Noto Prof. Giovanni Frajese, che nella Sua piattaforma, con grande senso di responsabilità, rivede la sua posizione di astensionista, ponendo in Vannacci Roberto, la speranza di quel cambiamento, iniziando proprio dalla speranza di pace, proclamato da tanti senza tracciarne i contorni.

http://www.ettorelembonews.it/grazie-prof.-giovanni-frajese.html

Ettore Lembo




Dal D-Day alla insignificante Europa di oggi

 

Ottanta anni fa, era il 6 giugno 1944, 156mila uomini iniziarono la battaglia che portò alla liberazione dell’Europa.

 

Erano agli ordini del generale americano Dwight David Eisenhower, noto con il soprannome di “Ike” e futuro 34º Presidente degli Stati Uniti.

 

Quel giorno, che entrò nella storia con il nome D – Day, ebbe inizio “Operazione Overlord”, il più ampio sbarco militare mai avvenuto.

 

Lo sbarco in Normandia fu il primo passo verso la liberazione, da occidente, del territorio europeo.

 

Ad est l’allora Unione Sovietica, con l’Armata Rossa, da tre anni sosteneva un aspro conflitto contro le truppe della Germania nazista.

 

Furono 11.643 i sodati alleati che in quel D – Day persero la vita o rimasero feriti per portare la libertà al popolo francese e a tutta l’Europa.

 

Imponenti le forze utilizzate direttamente nello sbarco dagli alleati.

 

Furono 88.600 i soldati americani e 61 715 i britannici impegnati quel giorno. Utilizzarono 7.000 mezzi navali e 7.500 aerei.

 

I francesi che sbarcarono su quelle cinque spiagge – passate alla storia con i nomi in codice di Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword – furono circa 400.

 

La Seconda Guerra Mondiale finì in Europa il 7 maggio 1945, poco meno di un anno dopo, con la firma del documento di resa da parte del generale nazista Alfred Jodi.

 

In tutto furono 290mila i militari statunitensi morti e 670mila quelli rimasti feriti durante il conflitto, 8milioni le vittime militari dell’allora Unione Sovietica, senza dimenticare i britannici e i soldati delle altre nazioni alleate.

 

I partigiani, italiani e francesi, fecero certamente la loro parte per estirpare il nazifascismo in Europa, ma i numeri parlano chiaro allorquando riportiamo alla nostra memoria che quelli italiani, a noi più cari, furono in tutto circa mezzo milione di cui caduti in azione o nelle mani del nemico 44.700 durante tutto il conflitto.

 

In Italia il 3 settembre 1943 era stato firmato l’Armistizio di Cassibile, definito anche “armistizio corto”, siglato segretamente dal generale Giuseppe Castellano su ordine di Badoglio e della Casa Reale.

 

Armistizio che divenne pubblico l’8 settembre del 1943.

 

A causa della totale mancanza di informazione preventiva alle truppe italiane la firma di questa “resa” dette origine ad una dura reazione tedesca a cui le truppe italiane non poterono contrapporsi perché prese alla sprovvista con la conseguente occupazione nazista della nostra Patria.

 

Occupazione che portò ancor più dolore e terrore nella nostra Patria, occupazione che vide una asservita Repubblica di Salò affiancarsi a quelli che non possiamo definire in altro modo se non “macellai nazisti”.

 

Come non ricordare i 775 morti che quei tedeschi vollero uccidere nell’eccidio di Marzabotto, piuttosto che le 650 di Sant’Anna di Stazzema o, fra le innumerevoli meno note, le 59 assassinate nella Strage del Turchino!

 

C’è da chiedersi se questa tanto insignificante Europa abbia veramente lavorato in questi ottanta anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale per sanare profondamente le ferite fra i popoli che la compongono oppure se tuttora, oltre la perbenissima e finta facciata formale, vi siano ancora presenti Stati, e popoli, membri di questa Unione Europea che, uniti fra loro da legami indichiarabili, usando le “armi” della burocrazia e della finanza lavorino per opprimere gli altri popoli europei.

 

Già dal 1941, a Ventotene, gli antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, in quell’isola confinati, avevano ragionato su una Europa unita ed avevano formalizzato il loro pensiero in un testo passato alla storia con il nome di Manifesto di Ventotene.

 

La stesura finale, del 1944, si formava in tre capitoli: La crisi della civiltà moderna, i Compiti del dopoguerra e la riforma della società, L’Unità Europea.

 

Una Europa quella da loro sognata che nulla ha a che vedere con questa.

 

Oggi, ad ottanta anni appunto, la tristezza sovrasta chi lègge insieme queste tre fondanti date e le contrappone alla drammatica pochezza dell’Europa che pretende di dettarci le regole non solo di vita ma, anche, della morale.

 

Impossibile, infatti, non constatare quanto i risultati di questa Europa burocratica ed assai spesso follemente ideologica abbiano impoverito i popoli che la compongono sotto ogni punto di vista.

 

Una Europa impalpabile e succube sia della Cina che degli Stati Uniti a conduzione Biden che, sfido a negarlo, non ha avuto nessuna crescita economica negli ultimi decenni al contrario di ogni altra parte del mondo.

 

Chi crede, io certamente fra questi, nel valore della libertà espresso in ogni sua forma, chi crede, io certamente fra questi, nella forza delle radici tradizionali, in primis nelle origini giudaico cristiane, vive con mestizia questa Europa che non sa nemmeno rispettare se stessa.

 

Vive con dolore il ricordo di chi ha tanto combattuto per dare a noi tutti la democrazia, combattuto fino anche all’estremo sacrificio.

 

Vive con senso di disagio la campagna elettorale che ci ha accompagnati tutti al voto dei prossimi giorni.

 

Molti degli aventi diritto al voto, proprio per questo, è assai probabile che non si presenteranno ai seggi, pressoché tutti o quasi coloro che andranno alle urne per esprimere il proprio pensiero lo faranno con altri intenti completamente legati a fatti inerenti il proprio Stato e non alla definizione di una linea politica comune in Europa.

 

L’Europa dal prossimo lunedì sarà ad un bivio: da un lato iniziare a passo assai rapido una fase costituente che, proprio nell’alveo del Manifesto di Ventotene, porti presto i cittadini a vivere in un vero Stato Federale ed a votare direttamente per il loro Presidente, dall’altro il prendere atto di un fallimento e sciogliere un matrimonio senza più, per molti, senso.

 

Un matrimonio che appare sempre più innaturale.

 

Il cuore e la razionalità porta a sognare un vero Stato Federale, quello pensato a Ventotene appunto.

 

Nel guardarsi intorno, però, impossibile identificare dei novelli Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, altrettanto introvabili figure quali furono Alcide De Gasperi, Helmut Kohl e François Mitterrand, solo per citarne alcuni.

 

Poche le facce nuove che diano il senso, e la speranza, di un cambio di passo, fra queste non posso non menzionare quel Vannacci assai attaccato dagli innamorati di questa Europa burocratica ed a trazione franco – tedesca.

 

Il Generale Vannacci verrà eletto, a lui ed a tutti i futuri parlamentari europei un monito.

 

In assenza di un immediato cambio di passo difficile non temere, forse addirittura sperare, che questa esperienza di Europa unita lasci il passo a qualcosa di più amato dai singoli popoli che la compongono.

 

Forse il vuoto che ne conseguirà potrà essere colmato con qualcosa di migliore, direi di assai più credibile.

 

 

Ignoto Uno




Vannacci: Voto chiaro per chi parla chiaro.

Grazie Prof. Giovanni Frajese

 

Gli Uomini dimostrano di essere tali quando sono capaci di elaborare quelle convinzioni stimolate da emozioni, positive e negative, e che anche all’ultimo momento, ci fanno tornare indietro su scelte già fatte.

Uomini che non guardano l’egoismo dell’IO, ma guardano il Noi ed il Futuro di tutti.

La speranza è la nostra, infatti.

Le parole che ha scritto il Prof. Giovanni Frajese, nel Suo Canale Telegram, sono importantissime ed esaustive.

Per questo le diffondo senza aggiungere altro, se non un personale ringraziamento.

Ettore Lembo

 

Dal Canale Telegram

https://t.me/vannifrajeseofficial/485

 

La tentazione di non votare è forte quando non si ha piena fiducia in un candidato.

Gli ultimi anni hanno lasciato una storia di pesanti tradimenti politici che hanno tolto la fiducia negli elettori italiani di poter vedere un cambiamento reale: il Movimento 5 Stelle, nato dal “popolo”, è stato la goccia finale.

L’apertura della “scatoletta di tonno” si è rivelata l’ennesima delusione.

Il potere difende se stesso, è ormai chiaro.

L’astensionismo è il primo partito d’Italia da anni, che però ha un risvolto oscuro: permette a realtà indegne che hanno già ampiamente devastato il paese di superare le soglie di sbarramento e condizionare con un pugno di voti l’andamento delle scelte politiche.

Di questo, personaggi come Renzi, Bonino e Calenda hanno ampiamente approfittato per fare da ago della bilancia.

 

Ci troviamo con le prossime elezioni ancora di fronte allo stesso scenario.

Se l’astensionismo si manifesterà di nuovo, partiti come “Stati Uniti d’Europa” si troveranno a rappresentare il pensiero politico italiano.

Questo non deve accadere.

È chiaro a chi non va a votare quali siano i veri nemici del popolo: sono coloro che portano avanti l’Europa così come è stata fino ad ora, quelli che disprezzano il concetto di sovranità ed esaltano il mostro tecnocratico che negli ultimi anni ha tolto rilevanza e libertà di scelta alla politica dei singoli paesi.

Sono quelli che si riuniscono al Bilderberg e al World Economic Forum, da dove le scelte del nostro futuro vengono indicate e portate avanti.

Anche se non si ha un candidato perfetto per cui votare, anche se la possibilità di futuri tradimenti esiste chiaramente, vale la pena di esprimere una preferenza che vada contro chi ha usato sistematicamente il proprio potere per interessi etero guidati, contro l’interesse del proprio popolo.

Per questo credo sia importante dare un segnale ideologico alle prossime elezioni, non possiamo permettere il superamento della soglia a squallide realtà e dobbiamo far capire alla politica cosa il popolo vuole.

 

La candidatura di Vannacci è quella di un uomo che ha messo nero su bianco quello che molti pensano.

Forse non cambierà le cose, forse il potere si prenderà ancora gioco di noi, ma se non si dà forza a chi esprime un’idea di antica normalità, quella portata avanti dalle élite diverrà sempre di più “il nuovo normale”.

Se non si vota chi almeno a parole porta avanti idee condivise e condivisibili, a cosa serve poi riempire le piazze quando la libertà ci viene tolta come è già successo?

 

Pensavo di non andare a votare, come ho fatto già negli ultimi anni, ad eccezione per le ultime elezioni politiche italiane.

Ho cambiato idea.

Andrò a votare chi almeno mi fa sentire a parole quello che aspettavo di sentire: non so se poi ci saranno voltafaccia ma il messaggio alla politica deve arrivare, oggi più che mai.

 

No alla guerra ora e sempre, no agli Stati Uniti d’Europa e agli europeisti convinti, dal Presidente della Repubblica in giù, no a chi ha usato la politica per giochi di potere sulla nostra pelle. Non nel mio nome.

 

Liberi di credere ciò che volete, io voterò sperando di non vedermi rappresentato da quelli che hanno reso l’Europa la nostra prigione.




IO STO CON MORI

Non Capita tutti i giorni di ricevere uno scritto da un Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Essendosi per di più firmato abbiamo deciso di pubblicarne il contenuto, avendo ricevuta la sua autorizzazione.

 

IO STO CON MORI

Molte persone che leggono quanto scrivo sui social e altri mezzi di comunicazione a volte mi chiedono la ragione per la quale da sempre ho sostenuto a spada tratta il Generale Mario Mori.

I processi riguardanti la trattativa Stato-Mafia si sa come sono andati a finire ‘’TOTALE ASSOLUZIONE’’ ma ciò non è bastato a certa magistratura, che cerca vendetta l’accanimento contro Il Generale continua con ignobili accuse.

Accuse contro un Galantuomo che ha dedicato la vita al Paese alla Patria e che oggi all’età di 85 anni deve ancora difendersi.

Leggo sulla stampa che persone senza nulla conoscere della storia del Generale, si stupiscono che questa volta ed era ora, l’Arma dei Carabinieri sia scesa in campo a sostegno del Generale a costoro dico che;

Dobbiamo sempre ricordare che questa dimensione della fraternità d’armi è parte integrante del nostro mestiere; condiziona il nostro modo di essere e deve essere presente in ogni atto di comando che compiamo.

È così che sapremo evitare le insidie che a volte ci tendono la routine e la facilità: ingiustizie, vessazioni, errori di comando, mancanza di considerazione e tutte le altre forme di quell’atteggiamento inaccettabile che consiste nel non rispettare la dignità dell’uomo.

Ed è anche in questo modo che potremo preservare ciò che fa la grandezza e la forza della nostra istituzione il suo formidabile spirito di corpo e la sua efficacia nell’azione.

Corrado G.M. Pasetti




Johnson sollecita la Corte Suprema a ribaltare il verdetto

Il presidente Johnson sollecita la Corte Suprema a ribaltare il verdetto di colpevolezza “pericoloso” di Trump

 

-Mentre in Italia si fa “propaganda” anti Trump, dove gli epiteti e le opinioni poco opportune e distorte vengono spacciate per “verità”, registriamo intere ore di programmazione televisiva da parte di alcune emittenti dichiaratamente schierate ed ideologizzate, a denigrare il Candidato alle Presidenza degli USA, Il Presidente della Camera degli Stati Uniti Mike Johnson, sollecita la Corte Suprema, a ribaltare il verdetto di colpevolezza.

Lo apprendiamo da un articolo di The Epoch Times di cui ne riportiamo la traduzione integrale del testo, indicandovi anche il Link, per chi volesse leggere il testo in originale

https://www.theepochtimes.com/us/speaker-johnson-urges-supreme-court-to-overturn-dangerous-trump-guilty-verdict-5660528

Ettore Lembo-

 

Il presidente Johnson sollecita la Corte Suprema a ribaltare il verdetto di colpevolezza “pericoloso” di Trump

 

“Penso che metteranno le cose in chiaro, ma ci vorrà un po’ di tempo”, ha detto Johnson riferendosi alle sue aspettative per l’annullamento del verdetto.

Il presidente della Camera Mike Johnson (R-La.) ha affermato che la Corte Suprema degli Stati Uniti dovrebbe essere coinvolta e ribaltare il verdetto di colpevolezza dell’ex presidente Donald Trump nel suo processo per falsificazione di documenti aziendali a New York, con l’oratore che sostiene che le circostanze del caso hanno portato a un’erosione della fiducia pubblica nel sistema giudiziario americano.

 

“Ci sono ancora molti sviluppi da venire, ma credo che la Corte Suprema dovrebbe intervenire, ovviamente, questo è totalmente senza precedenti – ed è pericoloso per il nostro sistema”, ha detto Johnson in un’apparizione del 31 maggio su Fox and Friends.

 

Una giuria ha dichiarato colpevole l’ex presidente il 30 maggio in un caso in cui era accusato di 34 capi d’imputazione di falsificazione di documenti aziendali al fine di nascondere pagamenti non divulgativi all’attrice di film per adulti Stormy Daniels come parte di un tentativo di influenzare le elezioni presidenziali del 2016. in cui era candidato.

Il verdetto di colpevolezza ha reso il presidente Trump il primo ex presidente nella storia degli Stati Uniti a essere condannato per un crimine, con l’ex presidente che ha promesso di presentare appello contro il verdetto e ha definito il processo “molto ingiusto”.

“Questa è una truffa. Questo è un processo truccato… questo è un giudice truccato”, ha detto il presidente Trump in una conferenza stampa il 31 maggio, aggiungendo che a uno specifico esperto elettorale non è stato permesso di testimoniare su alcune questioni relative al processo.

 

Alcuni esperti legali si sono chiesti se le istruzioni del giudice Juan Merchan alla giuria fossero ingiustamente orientate verso una condanna.

Sebbene le osservazioni di Johnson suggeriscano che stia chiedendo alla Corte Suprema di intervenire prima che la corte d’appello di New York abbia avuto la possibilità di valutare la questione, sembra essere uno scenario improbabile.

 

Hans von Spakovsky, ricercatore legale presso il Centro per gli studi legali e giudiziari Edwin Meese III della Heritage Foundation, ha detto a Epoch Times di comprendere e condividere la frustrazione di Johnson per quello che ha descritto come un evidente “errore giudiziario” avvenuto in il tribunale di Manhattan.

 

Tuttavia, von Spakovsky ha affermato che la prospettiva del coinvolgimento della Corte Suprema prima che il processo di appello si svolga nei tribunali dello stato di New York non è realistica.

“Ci sono certamente questioni che conferiscono alla Corte Suprema giurisdizione sulla condanna del tribunale statale, data la violazione fondamentale dei diritti sostanziali di Donald Trump a un giusto processo previsti dalla Costituzione degli Stati Uniti nel modo in cui il giudice del processo e l’accusa hanno gestito male il caso”, ha affermato “Ma non credo che la Corte Suprema prenderà in considerazione il caso finché il processo di appello statale non sarà esaurito.”

 

Jonathan Emord, un esperto di diritto costituzionale e contenzioso, ha dichiarato a The Epoch Times di ritenere che il processo abbia violato i diritti del giusto processo del presidente Trump e sia stato “pieno di pregiudizi”, ma che anche lui vede poche speranze per l’intervento della Corte Suprema fino a quando la corte di i ricorsi hanno avuto il loro peso.

Appello in primo piano

Il team legale del presidente Trump ha parlato di piani di appello, che normalmente dovrebbero prima passare attraverso una corte d’appello a New York prima di rivolgersi potenzialmente alla Corte Suprema.

Il signor Johnson ha detto nella sua apparizione su Fox and Friends che il percorso per un appello per arrivare all’Alta Corte richiederà del tempo, ma ha espresso fiducia che il verdetto alla fine verrà annullato.

 

“Penso che metteranno le cose a posto, ma ci vorrà un po’ di tempo”, ha detto Johnson. “Il processo richiede un po’ di tempo per essere portato a termine. I democratici lo sanno, ovviamente, e stanno tirando per le lunghe. Questo era l’obiettivo. Vogliono provare a mandare in bancarotta Donald Trump”.

 

Mentre l’ex presidente ha affermato che dietro l’accusa c’era il presidente Joe Biden, il presidente ha negato qualsiasi coinvolgimento e ha insistito sul fatto che il processo era libero da qualsiasi interferenza politica e che il verdetto afferma che lo stato di diritto è vivo e vegeto in America.

 

“Donald Trump ha sempre erroneamente creduto che non avrebbe mai dovuto affrontare conseguenze per aver infranto la legge per il suo tornaconto personale”, ha detto il direttore delle comunicazioni Biden-Harris 2024 Michael Tyler in una dichiarazione dopo il verdetto.

Il portavoce della Casa Bianca, Ian Sams, ha dichiarato in un post su X : “Rispettiamo lo stato di diritto e non abbiamo ulteriori commenti”.

Il signor Johnson, che è stato avvocato per 20 anni, ha affermato che ciò che ha visto nel processo Trump è stato “oltraggioso”.

 

“Il popolo americano lo vede”, ha detto nell’intervista di venerdì. “Si tratta di un esercizio puramente politico, non legale. E lo sanno tutti. Sanno intuitivamente che è sbagliato. E la gente è indignata”.

 

Johnson ha sostenuto che il modo in cui è stato condotto il processo e lo stesso verdetto di colpevolezza stanno “diminuendo la fede del popolo americano e il nostro stesso sistema di giustizia”.

“E per mantenere una repubblica… la gente deve credere che la giustizia sia giusta e che esista parità di giustizia secondo la legge. Non lo vedono in questo momento”, ha aggiunto.

 

Nonostante l’appello di Johnson all’urgenza nel processo di appello, von Spakovsky ha detto a The Epoch Times che una richiesta di intervento alla Corte Suprema “senza dubbio” sarebbe accolta con una risposta secondo cui il processo di appello della corte statale ha bisogno di svolgersi da solo. prima che l’Alta Corte esamini il caso.

 

Il giudice Merchan, che ha scatenato polemiche dando istruzioni alla giuria di non dover concordare su tutti gli elementi di un crimine sottostante che era la chiave per elevare a crimine quella che normalmente sarebbe un’accusa di reato minore, ha incastrato l’ex comandante in capo… La data della sentenza del capo è l’11 luglio.

In assenza di un appello accolto, il presidente Trump potrebbe ora dover affrontare sanzioni come il carcere, la libertà vigilata o multe.

Il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, che ha presentato le accuse contro l’ex presidente, non ha incriminato se i pubblici ministeri chiederanno il carcere.

 

La sentenza arriva quattro giorni prima della Convention nazionale repubblicana, dove il presidente Trump sarà formalmente designato come candidato presidenziale repubblicano.

 

Anche se non esistono leggi che impediscono al presidente Trump di candidarsi alla Casa Bianca come criminale condannato, un verdetto ribaltato prima del giorno delle elezioni probabilmente aumenterebbe le sue possibilità di vittoria.




Chi crede come vota?

Un decalogo per il voto europeo degli elettori “credenti”, ma anche non

 

 

Poniamoci una domanda: i cittadini italiani che sono o si considerano “credenti” possono chiedere qualche cosa di specifico ai candidati alle elezioni europee?

Noi pensiamo di sì, e proviamo insieme a rispondere.

Anzitutto c’è il tema della VITA.

Vita significa difendere la vita umana sin dalla nascita: quindi NO all’aborto come “diritto” perché in realtà non è tale, bensì il prevalere del volere della donna e del suo partner sul diritto a nascere del concepito. Siccome oggi viene descritto come un “diritto intoccabile”, almeno i candidati credenti facciano il possibile per scoraggiarne l’uso e favorire l’aiuto alle mamme perché non abortiscano il loro figlio/a.

Stesso discorso sul FINE VITA con i partiti che propugnano eutanasia e suicidio assistito.

Un credente invece difende la vita sino alla fine e non vuole che sia “terminata” dallo Stato con la sottrazione delle cure o l’incoraggiamento al suicidio, così che le politiche pubbliche abbiano meno persone da “assistere”. Occorre incoraggiare le cure palliative e salvare la dignità del morente.

SESSO e GENDER: questo è un campo minato. In Europa i partiti laicisti propugnano la diffusione nelle scuole della dottrina “gender” che insegna che maschi e femmine sono concezioni astratte e che in realtà ognuno dovrebbe essere libero di vivere “quello che si sente”.

Quindi oltre alla libertà sessuale spinta all’estremo (ci sono gruppi che chiedono che la pedofilia divenga un “diritto” e che sia lecita l’unione tra un adulto e un minore, se questo lo desidera) viene propagandato il cosiddetto “cambio di sesso” tramite assunzione di ormoni e interventi chirurgici distruttivi. I veri credenti non possono che votare per partiti e persone che sono contrari a queste assurdità e che rispettano la famiglia, il matrimonio tra un uomo e una donna (e non i matrimoni gay che sono un assurdo!).

UTERO IN AFFITTO: in pratica si tratta di una donna che decide di vendere il proprio corpo per far nascere un figlio. Capita spesso che sia su richiesta di coppie omosessuali, ma i sostenitori della maternità surrogata, giustamente, affermano che non è solo così, perché a volte sono anche le coppie etero che chiedono l’aiuto esterno in quanto i due non possono generare figli propri.

Ma ciò non toglie che la madre surrogata “affitta” il proprio utero per poi staccarsi brutalmente dal figlio nato e venire remunerata, pur se si parla di minimo 50 mila euro ma più spesso attorno agli 80-100 mila. Il bambino diventa così una “merce” comprata ad un prezzo che possono permettersi solo i ricchi. Sembra proprio che siamo di fronte a una aberrazione vera e propria.

LIBERTA’ RELIGIOSA: è ormai diffusa la tendenza a mettere a tacere i cristiani quando i valori evangelici danno fastidio ai partiti laicisti europei.

Ciò vale sui temi molto cari all’etica cristiana come l’opposizione al riconoscimento delle unioni gay, alle politiche a favore degli LGBTQ+, alla richiesta di libertà di educazione sessuale nelle scuole al di fuori del controllo dei genitori che invece sono gli unici che hanno il diritto di scegliere come e da chi fare educare i propri figli. Siccome i candidati credenti sono difficili da conoscere, realtà quali Pro Vita & Famiglia, oppure CitizenGo o altre, hanno lanciato delle petizioni chiedendo ai candidati di far conoscere se e come, una volta eletti, voteranno al Parlamento europeo su questi temi.

Quindi prima di votare sarebbe opportuno andare sui siti citati e trovare quali candidati siano davvero a favore della libertà religiosa e contro la censura delle lobby europee.

DONNA: su questo tema si tende a concentrarsi sulla difesa dalle aggressioni e dagli stupri. Cosa sacrosanta, ma c’è un altro tema sottaciuto.

Le donne spesso “desiderano” diventare madri, ma per molte ragioni hanno difficoltà. Quindi un segno di attenzione alle coppie e alle famiglie è quello di fare politiche familiari che aiutino la maternità: solo così le donne saranno davvero libere di avere figli.

LOCKDOWN, VACCINI OBBLIGATORI, CHIUSURE AZIENDE, IDENTITA’ DIGITALE: un vero credente, che si affida a Dio, non può sopportare una società dittatoriale dove qualcuno imponga di chiudere tutto, di obbligarci a farci inoculare medicinali non sperimentati, a non lavorare, a sottoporci a un controllo digitale asfissiante e punitivo. La “libertà dei figli di Dio” è un valore spirituale ma anche civile e sociale.

Quindi non andrebbero votati quei partiti che sostengono le politiche di controllo digitale e sanitario della società. In Italia, ripensiamo a chi ha voluto il “green pass”, e continua a sostenerlo, creando discriminazioni ed esclusioni dalle attività, spesso pubbliche, e non votarlo….

SUPERSTATO EUROPEO: un vero credente sa che le comunità nazionali, civili, religiose sono alla base di strutture sovranazionali complesse come è l’Unione Europea. I padri fondatori non avevano in mente un “super stato” che annullasse l’Italia, la Francia, la Germania costringendo i diversi popoli ad assumere stesse mentalità, cultura, leggi.

La vera Unione Europea deve rispettare i diritti delle comunità nazionali e non ricattarle, come sta avvenendo ad esempio con l’Ungheria. Se non accettano i matrimoni gay e altri obblighi simili, gli ungheresi non riceveranno i fondi europei. Questo è un ricatto bello e buono e se così fosse, meglio sciogliere l’Europa unita e tornare ai singoli stati separati.

CASE GREEN, AUTO ELETTRICHE, GRILLI AL POSTO DELLA CARNE: gli italiani non sono stupidi e stanno capendo che l’obbligo delle “case green”, delle auto elettriche, di diminuire i consumi del cibo mediterraneo a favore dei grilli e delle carni “sintetiche” risponde non a un disegno ecologista, ma al volere di lobby economiche che vogliono demolire la libertà economica dei piccoli imprenditori.

I danni di essere costretti alle case green e alle auto elettriche sono ormai chiari. Non sarebbe l caso di fermare i partiti che vogliono imporcele? Il mondo non finirà con un’auto a benzina: basta che abbia un buon sistema di scarico che abbatta l’inquinamento!

FAKE NEWS: cosa significa quando l’Europa parla di fake news? Forse vuol dire che ai potenti europei danno fastidio coloro che la pensano diversamente e quindi vogliono metterli a tacere? E’ giusto ribellarsi e non dare il voto a tutti coloro che impongono di parlare in maniera unica, imponendo la loro visione? Forse così evitiamo i partiti con la tendenza alla dittatura del pensiero.

Tipico in Italia è il mondo del politicamente corretto che, ad esempio, attacca tutti coloro che sono contro la “transizione ecologica”, contro l’obbligo delle case green, eccetera. Forse non dobbiamo fidarci di coloro che vogliono controllarci, l’unico modo che abbiamo per evitare che abbiano il sopravvento, pur se in minoranza, è NON VOTARLI!

IMMIGRAZIONE: no al razzismo ma sì al controllo delle frontiere e di chi entra in Europa. Quindi sarebbe opportuno non votare i partiti che propugnano la sostituzione etnica.

I figli è meglio che li facciano gli europei, piuttosto che aspettare che arrivino gli immigrati senza controllo per far aumentare la popolazione.

DIO CHE EUROPA DESIDERA? Visto che parliamo “di” e “da” Credenti la risposta può essere immaginata così: Dio non vuole certamente delle marionette controllate da un potere centrale a Bruxelles.

Invece vuole uomini liberi, ci ha fornito del “Libero Arbitrio”, che discutano con rispetto, confrontino le loro tesi e votino scegliendo per il meglio. Il principio di “sussidiarietà” (quello che dice che un ente superiore non si occupa di quanto viene svolto meglio da un ente inferiore: vale a dire l’Europa non si occupa di ciò che gli stati nazionali fanno meglio da soli) è un principio rispettoso della libertà voluta da Dio.

Forse è meglio indirizzare il proprio voto non su propone il centralismo, bensì su chi nel rispetto delle diverse sovranità nazionali, propone una Europa armoniosa e sinceramente democratica.

Il Credente




“Guilty”

 

“Nessuno è sopra la legge”, questo il commento dello staff di Biden avuta la notizia della sentenza di primo grado che ha condannato il Presidente Trump per tutti i 34 capi di imputazione sul caso della “pornostar”.

Donald Trump è rimasto impassibile alla lettura del verdetto, questo narrano i media presenti.

Un verdetto indubbiamente storico.

Le successive dichiarazioni del Presidente Trump sono chiare “noi lotteremo per il Paese, noi lotteremo per la nostra Costituzione, il vero verdetto sarà il 5 novembre”.

Altrettanto immediati i commenti in quell’Europa che vive come un incubo il ritorno dell’inquilino di Mar a Lago nella Stanza Ovale.

“Dovremo vedere l’effetto sulla campagna elettorale soprattutto nei duelli negli Stati in bilico” hanno immediatamente dichiarato.

Altrettanto solerti i sondaggi secondo cui “una fetta di elettori moderati e indipendenti non è disposta a votare un candidato condannato”.

Ritenendo questo processo un deja vu per chi ha la consuetudine a dover constatare un uso politico della giustizia ed un “fatto assolutamente casuale e non ad orologeria”, ovvia la mia italica ironia, il fatto che la pena sarà stabilita in un’udienza fissata per l’11 luglio, vigilia della convention del Partito Repubblicano statunitense che formalizzerà la nomina a candidato alle presidenziali di novembre di Trump, avendo qualche conoscenza in quel di Mar a Lago, subito dopo aver letto la notizia del verdetto sui media nostrani, ho fatto qualche telefonata dall’altra parte dell’oceano.

Indubbia la mestizia nei miei interlocutori, non per la sentenza che ha raggiunto colui che viene chiamato dai suoi sostenitori “il vero presidente” ma per aver dovuto constatare che gli Stati Uniti devono imparare a confrontarsi con una magistratura strumento di una parte politica.

Viene da chiedersi se coloro che in Stati Uniti hanno acquisito questa postura nell’uso della giustizia abbiano imparato in Italia e se coloro che aborrono questa pratica vorranno compulsare il Ministro Nordio che, sempre nella nostra amata Patria, si sta confrontando con una riforma del sistema giudiziario atta proprio a ridurre, speriamo estirpare, certe “ideologizzazioni” del corpo giudiziario a tutto favore della terzietà dello stesso.

I miei interlocutori, oggettivamente assai delusi nel dover prendere atto di come si sia modificata in peggio la loro patria in questi quattro anni, si sono sfogati al telefono con me.

Io, nell’ascoltarli, pensavo a Berlusconi ed alla sua storia, ma non solo.

Durante una di queste conversazioni una agenzia di stampa ha riportato il commento dello staff dell’attuale inquilino della Casa Bianca, quel “Nessuno è sopra la legge” già riportato in questo mio scritto.

Immediato il cambio di tono del mio interlocutore, da mesto a serio, fulminea la risposta “su questo hanno ragione, questo concetto da novembre lo applicheremo ovunque fino in fondo”.

Alla mia domanda sui “danni” per la campagna elettorale del candidato repubblicano, una risposta che fa riflettere “gli americani non sono europei, oggi abbiamo guadagnato un altro milione di voti”, chissà se avrà ragione lui o gli esperti di sondaggi?

In Stati Uniti di tutto questo sono tutti stanchi, tutti anelano delle novità, molti sono convinti che su quei “tre giorni” di ritardo nel conteggio dei voti a causa di un “malfunzionamento” del sistema informatico di calcolo debba essere fatta totale chiarezza per ristabilire la credibilità della democrazia.

Allorquando, da italiano, ho provato a far notare che “il passato è passato, certe volte conviene voltare pagina”, fiera la risposta “noi siamo americani, andiamo sempre fino in fondo, ovunque”.

Dopo le mie conversazioni notturne temo che questa sentenza newyorkese dal sapore italico esacerberà i rapporti in America e che, anche di questo, memore del fatto che è assai più facile incolpare qualcuno lontano piuttosto che qualcuno che vive vicino a te, verranno ritenuti responsabili coloro che avrebbero facilitato quei brogli elettorali del 2020 che ogni giorno più elettori statunitensi ritengono siano realmente avvenuti.

Infine un’ultima considerazione notturna dovuta alle tante dichiarazioni sull’uso delle armi occidentali all’interno dei confini della Federazione Russa, addirittura quella del sito web “Politico” che dichiara che Joe Biden abbia “segretamente” già autorizzato queste attività limitandole ad alcune aree all’Interno dei confini russi, speriamo che a nessuno dei tanti leaders europei amici del Partito Democratico in Stati Uniti ed al trio Obama – Clinton – Biden non venga in mente che con una “bella guerra in Europa” si “risolvono tanti problemi” e, soprattutto, si rimane al potere.

In fondo Zelensky insegna e con buona pace di certi titoli di media filo Biden che hanno riportato una asserita dichiarazione di Trump dei giorni scorsi che suona “da Presidente io avrei bombardato Mosca”, il periodo 2016 – 2020 è l’unico nella storia recente degli Stati Uniti che non ha visto il Presidente in carica iniziare una nuova guerra da qualche parte del mondo.

Ignoto Uno




Guerra e Pace

Vi sono cose che, forse per ignoranza, forse no, faccio molta fatica a comprendere.

L’incipit dello statuto della NATO recita “Gli Stati che aderiscono al presente Trattato riaffermano la loro fede negli scopi e nei principi dello Statuto delle Nazioni Unite e il loro desiderio di vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi”.

Nazioni Unite che si dichiarano decise “a salvare le future generazioni dal flagello della guerra ed a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne” e, poco più avanti nel testo, continua con “a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l’uno con l’altro in rapporti di buon vicinato, ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale”.

Infine, lo stesso Statuto dichiara che le Nazioni Unite hanno al centro della loro azione la volontà di “assicurare che la forza delle armi non sarà usata”.

Il Trattato della NATO, inoltre, dichiara che gli Stati membri “si dicono determinati a salvaguardare la libertà dei loro popoli, il loro comune retaggio e la loro civiltà, fondati sui principi della democrazia, sulle libertà individuali e sulla preminenza del diritto. Aspirano a promuovere il benessere e la stabilità”.

Premesso che l’Ucraina non è membro della NATO ritengo fondante di un ragionamento intellettualmente onesto ricordare che l’articolo 1 della stessa organizzazione dichiara che “le parti si impegnano a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale in cui potrebbero essere coinvolte, in modo che la pace e la sicurezza internazionali e la giustizia non vengano messe in pericolo, e ad astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorrere alla minaccia o all’uso della forza assolutamente incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite”.

Comporre “con mezzi pacifici”, in queste ore lèggiamo il Segretario Generale uscente, Stoltenberg, dichiarare che l’Ucraina deve essere “libera di usare armi degli alleati per colpire in Russia” a cui è seguita una scontata reazione dell’ambasciatore russo Antonov: “Washington non vuole la pace in Europa. Annuncia armi all’Ucraina quando Mosca è disponibile a colloqui”.

Perché tutto questo? A chi serve?

Perché questi continui tentativi di causare una escalation del conflitto?

Come non notare che siamo a cinque mesi dalle elezioni presidenziali statunitensi e,salvo eventi “anomali” assai temuti dal giro di Mar a Lago, il Presidente Trump appare vincitore certo.

Come non notare che lo stesso nella sua campagna elettorale dichiara che Biden ci stia portando verso la terza guerra mondiale mentre con lui “presidente non ci sarebbero state guerre”, nessuna guerra.

È un fatto che Donald Trump sia l’unico presidente degli Stati Uniti a non avere ordinato l’inizio di nessuna nuova guerra.

Ci sarebbe da chiedersi se Biden avrebbe permesso al generale George Patton di portare i suoi carri armati fino a Mosca per “portare la democrazia” in quella Unione Sovietica governata da Stalin? Uno al cui confronto il Presidente Putin potrebbe apparire un sacerdote francescano.

Per fortuna in Stati Uniti vi era un Presidente assai più saggio, quel Roosevelt che seppe sedersi a Yalta.

Purtroppo alla Casa Bianca il mondo, oggi, non trova Roosevelt ne una figura che non crede nell’uso delle armi e negli eserciti ma nei dialoghi bilaterali come Trump.

Il mondo deve convivere con un presidente americano, Joe Biden, che spesso straparla.

In queste ore è tornato, senza freni istituzionali, a definire il presidente russo Vladimir Putin un “tiranno brutale”.

Difficile poter credere che dichiarazioni così “violente” possano facilitare una tregua in Ucraina dato che, permettetemi una ovvietà, non è Zelensky a poter decidere le sorti del popolo ucraino bensì chi siede alla Casa Bianca ed in alcune cancellerie europee.

Tutte “poltrone a rischio” nei prossimi mesi. Tutti leaders che, in fondo, con una “bella guerra” potrebbero risolvere i “loro problemi”.

In queste condizioni noi, cittadini amanti delle “parole” e non delle “armi”, non possiamo che sperare che il Presidente Putin non ceda alle provocazioni e non accetti una escalation di distruzione.

Onestamente, avendo dedicato tempo a studiare l’uomo, siamo sufficientemente convinti che questo accadrà con buona pace di chi vorrebbe ben altro.

In fondo nella cultura russa il concetto del “temporeggiare” è assai ben radicato, come non ricordare l’attesa del “generale inverno” per esempio?

A guardare questo quadro nasce, però, spontanea una domanda: sono queste Nazioni Unite e questa NATO strumenti utili a garantire una pace equa fra i popoli nel mondo?

Sembrerebbe di no.

Dopo ottanta anni, forse, è arrivato il tempo di dichiararli “superati” e di sostituirli con nuovi strumenti più efficaci, magari anche più efficienti visto i loro risultati in ordine a quanto direttamente espresso nei loro statuti.

Senza, poi, porre l’occhio sui loro rispettivi rapporti fra costi e benefici.

Ignoto Uno




Televannacci

Vannacci Roberto a TeleNord, una intervista che fissa gli obiettivi e fa chiarezza?

Abbiamo esaminato tante interviste televisive sul Generale Vannacci Roberto, ma troppo spesso abbiamo notato che si è cercato di far dire ciò che i “grandi intervistatori” avrebbero voluto che lui dicesse, su questo o altro fatto, tentando di alterare così il Suo pensiero originale.

Solo una preparazione “militare” e la Sua determinata concentrazione, cui bisogna dargli atto di possedere, ha fatto si che non cadesse nella “trappola”, magari vittima di un comprensibile nervosismo.

Le domande, forse strumentali, forse ideologiche, o forse anche di propaganda contraria, che normalmente ed in tantissimi incontri sono state poste e cui spesso non si è lasciato spazio per rispondere adeguatamente, hanno generato confusioni e divisioni, più da stadio, che di effettiva chiarezza sul pensiero dell’intervistato.

Fenomeno assai diffuso ed utilizzato dagli intervistatori di “grido”, basta ascoltare le varie interviste che da anni vengono proposte ad i vari politici, noti e meno noti, dove si parla di tutto, si cercano soluzioni su tutto, magari interrompendo con pubblicità improvvise o con domande a raffica su punti diversi, ma che non fissano gli obiettivi per cui bisogna raggiungere questo o quella meta. Forse perché non vi sono obiettivi?

Infatti, quasi nessuno ha chiesto al Generale Vannacci Roberto, quale fosse il reale obiettivo che lo ha condotto, dopo attenta meditazione, a scendere in campo.

Quindi, tutti grandi navigatori che dicono di conoscere la rotta, senza tuttavia conoscere la destinazione.

Chissà, forse Vannacci Roberto è un po’ come Cristoforo Colombo, che aveva come obiettivo, a differenza di tutti gli altri, di raggiungere le Indie percorrendo una rotta sconosciuta, e finì per scoprire l’America?

Vannacci Roberto l’obiettivo lo ha chiaro, anche se pochi lo hanno a lui chiesto, forse per paura, o forse per non scoprire che è l’unico ad avere una meta da raggiungere, opposta e contraria a quella che in maniera silenziosa, qualche altro ci vorrebbe indurre a raggiungere, utilizzando distrazioni di ogni genere.

L’intervista al Generale Vannacci Roberto che vi proponiamo, tra le tante, e che abbiamo anche trascritto, ci scusiamo per le imperfezioni che potrebbero esserci, è quella effettuata da TeleNord, primo piano: “Liguria Chiama, Europa risponde”.

Un’intervista che aiuta a fare chiarezza sul reale obiettivo del Generale Vannacci Roberto.

Ettore Lembo

Per chi preferisce la trascrizione:

Trascrizione della Video Intervista al Generale Vannacci Roberto per TeleNord.

Moderatore: Benvenuti a questa edizione di primo piano: “Liguria Chiama, Europa risponde”. Proseguiamo il nostro giro dei candidati alle elezioni europee con Roberto Vannacci, 55 anni nato a La Spezia candidato indipendente nelle liste della Lega. E’ con noi il direttore Giampiero Timossi. -Direttore: Buongiorno, buongiorno generale allora. Generare perché in questo momento lei è candidato, ma continua ad essere un Generale in forza all’esercito.

Vannacci Roberto: Sì, confermo, anche se sono candidato chiaramente in una posizione che mi consente di partecipare a questa competizione politica.

Direttore: Le chiedo subito una cosa, ma chi gliel’ha fatto fare? perché ha scelto di candidarsi? perché ha scelto di entrare in politica? prima questo, poi le chiedo anche, perché ha scelto di diventare autore di almeno un best seller, e un libro che sta riscuotendo, il suo secondo libro, comunque un notevole successo. Perché Entrare in politica candidarsi all’europea?

Vannacci Roberto: La scelta di entrare a in politica, intanto è stata abbastanza travagliata, perché è stata una scelta alla quale ho voluto pensare in maniera approfondita. Non è una cosa semplice, è un nuovo ambiente e un nuovo settore. Non ho mai fatto politica in vita mia e quindi non volevo passare dall’essere il professionista di un settore al dilettante di un altro. E poi comporta anche un totale cambio di vita familiare dei propri affetti più vicini e quindi ne ho dovuto parlare. Ne ho voluto parlare anche con mia moglie e in parte anche con le mie figlie, per quanto siano ancora molto giovani. E ho scelto di scendere in campo proprio perché ho pensato alle mie figlie e vorrei dar loro un futuro migliore. Un futuro diverso da quello che si prospetta seguendo quella che è attualmente l’Europa, vorrei che l’Europa fosse diversa. Vorrei un’Europa più sicura. Un’Europa dove una donna non debba aver paura di uscire di casa ed andare in un qualsiasi posto senza dover temere di essere aggredita, molestata. Un’Europa più sovrana che difende i propri interessi nazionali e anche che dove si difendono gli interessi nazionali italiani. Un Europa più identitaria che non debba rinunciare a quelle che sono le caratteristiche specifiche peculiari che fanno di noi un popolo, il popolo italiano che ci invidia il mondo intero. Che si coagula intorno a delle specifiche caratteristiche che ci riconosce il mondo, quindi dobbiamo continuare a essere identitari avere la nostra specifica e caratteristica le nostre specifiche peculiarità, un mondo più ricco, più benestante, è che quindi debba riscrivere totalmente il Green deal Europe, che ci porteranno solo povertà senza migliorare nulla, per quanto riguarda l’ambiente ecologia. Un’Europa più meritocratica e libera dove si possono esprimere le proprie opinioni senza aver timore, e dove un giovane possa pensare di potersi realizzare al massimo delle sue possibilità contando sul proprio merito e sulle proprie capacità.

Direttore: Le chiedo ha un’idea? Ci sono molti sondaggi su quelli che potrebbero essere risultati di queste, di queste elezioni europee. Ci sono sondaggi anche sui singoli candidati. Lei potrà ritenersi soddisfatto se raggiungerà che numero di voce di quanti… quanti pensa che possono essere i voti?

Vannacci Roberto: Ma guardi il target non glielo dico, però è molto ambizioso molto bello, estremamente ambizioso.

Direttore: Ci sono sondaggi che parlano di settecentomila preferenze. Lei pensa che siano poche? O Pensa di poter arrivare il milione di preferenza?

Vannacci Roberto: Io punto più alto più alto, del Milione No, più alto più alto del primo riferimento, che è un target molto ambizioso il mio, e poi vedremo se avrò avuto ragione o no.

Direttore: Difesa, difesa Europea è uno dei tre grandi temi. Del prossimo della prossima legislatura Europea, lei lo sa prima di ogni tornata elettorale, C’è un vertice dove si definiscono anche in base, appunto, dei sondaggi, quelli che sono la priorità. Gli europei hanno detto che la difesa è uno di questi di questi temi. Difesa che, probabilmente non si intende, non si intenderà come esercito europeo che è un qualcosa di complicato, ma, questa è più materia sua, me lo sta per dire lei se è complicato, No, ma si intenderà finanziamenti per dotare l’Europa di armamenti dello stesso dello stesso livello per dotare, l’Europa di un arsenale comune. Secondo lei, come si dovrebbero? Si potrebbero finanziare questi armamenti?

Vannacci Roberto: Guardi, riguardo l’esercito europeo la difesa comune Europea, ci sono tante teorie e tante voci in giro, ed è proprio per quello che io sono sempre cauto e prudente, perché dietro questo nome, che è diventato uno slogan, si possono celare tantissime questioni. Allora l’esercito europeo inteso come la messa in comune di forza, penso che sia una cosa irrealizzabile. Anche perché una forza armata rappresenta la sovranità di uno stato e quindi non possiamo cedere ulteriormente sovranità sotto questo aspetto. Il fatto invece di creare delle sinergie, delle collaborazioni a livello industriale, ma anche a livello di determinate capacità per dare una sorta di basket comune agli eserciti europei. Può essere una strada da perseguire, ma questa strada non ci realizzerà, cioè non sarà possibile realizzare delle grandi economie. Quelli che pensano che così fa, così facendo ci costerà di meno. Ritengo che probabilmente debbano analizzare un po’ meglio questa situazione di capacità. Le capacità costano in termini di risorse, in termini disponibili, quindi bisognerà effettivamente vedere Quale sarà la strada da perseguire e soprattutto quali saranno i metodi per finanziare queste capacità e cosa ci verrà chiesto in cambio. Perché ricordo che fino ad adesso, anche nel PNNR, di cui tanto si parla, è una minima parte a fondo perduto, il resto è un prestito che dovremo restituire, quindi bisognerà vedere effettivamente che cosa sia il termine, costo efficace, e quali siano da ricercare, quali sistemi e per quali modalità? Con quali modalità si potrà realizzare questa difesa comune? Sicuramente non dovrà essere una cessione di sovranità perché se oggi questo fantomatico esercito europeo fosse stato alle dipendenze del presidente Macron, probabilmente avremo qualche soldato italiano che combatterebbe oggi stesso in Ucraina e questo mi auguro che non succeda mai.

Moderatore: Dal giorno del suo ingresso sulla scena pubblica, si è verificata una sorta di distruzione del politicamente corretto. L’ideologia dominante è arrivata dall’America. Lei nei confronti di questa contro spinta, denuncia una sorta di contro censura che riguarda la persona, le idee, e anche il suo pubblico e anche un parterre di persone con delle prove da dire nella controversia infinita anche opposta alla pallavolista Egonu. Ultimo a intervenire è stato Gramellini, che citando il suo virgolettato della “non può celare visivamente la sua origine” Gramellini scrive la vita è una questione di abitudini, un giorno Vannacci si accorgerà che il mondo al contrario è semplicemente il mondo, ed è lui che lo sta guardando al contrario. Cosa risponde a Gramellini?

Vannacci Roberto: Ma, Gramellini ha scoperto l’acqua calda, nel senso che il mondo è relativo, questo lo sappiamo tutti quanti, non vi è dubbio, però che il mondo è fatto di fenomeni più frequenti, fenomeni meno frequenti è fatto di maggioranza e di minoranze e fatto di realtà e quindi il mondo è quello che tocchiamo ogni giorno con le mani. Non è il mondo della percezione che invece ci vorrebbero far bere. Quindi Gramellini sa benissimo che qua in Italia abbiamo delle caratteristiche assolutamente indistinguibili e molto specifiche che ci fanno italiani, fra cui ci sono la nostra cultura, le nostre tradizioni, le nostre radici, e guarda caso le etnie che si distinguono anche tramite i tratti somatici. E questo non è una cosa né negativa né positiva, non è né migliore né peggiore. È sempre la diversità. La bellissima ricchezza di questo mondo che fatto di diversità.

Moderatore: Il suo ingresso sulla scena pubblica, data la sua professione che ha svolto e sta svolgendo in regime, cioè in aspettativa, ha ricordato quella vecchia battuta per cui l’avvocato Agnelli, che era stato sondato per presiedere un governo di uno dei tanti governi di unità Nazionale, Dice è meglio di no, perché se fallissi io, dopo di me potrebbe arrivare solo in generale.

Vannacci Roberto: Ma guardi Non lo so. Apprezzo la battuta dell’avvocato Agnelli non credo che si stia avendo una deriva autoritaria nella maniera assoluta. Penso invece che la professionalità che ho acquisito in 37 anni di carriera, militare di esperienza fatta in giro per il mondo, in comandi multinazionali e a contatto con quella che è una realtà internazionale, possa essere estremamente positiva e possa essere messa a frutto in un Parlamento Europeo.

Direttore: Le chiedo. Generale Vannacci, la sua idea di normalità, perché su questo si è un po’ discusso, in questo periodo. Ci siamo incontrati casualmente alla stazione Termini di Roma e anche ascoltandola, Lei risulta una persona anche moderata nelle parole, però non è questa l’impressione, non è questa l’idea che ci si fa, forse anche leggendo alcuni passi del suo, soprattutto, del suo del suo primo libro, o, non lo so, raccogliendo quelle che sono alcune delle sue dichiarazioni. Questo mi sorprende molto. Lei è un uomo che, se non sbaglio, ha due lauree in Italia, una all’estero ha la disciplina perché è un militare. Ha la disciplina nel DNA. E queste, a volte, in certe uscite, mi permetta il termine, sembrano del tutto indisciplinate. Io quindi non riesco, cerco di non avere mai né giudizi né pregiudizi, ma non riesco bene a capire come questa, questa dicotomia. Lei uomo disciplinato e colto, ma a volte … esternazioni o frasi che sembrano indisciplinate e diciamo così non particolarmente sensibili. Quello che scriveva prima il collega e amico Gramellini, e che ha riportato Stefano, in realtà è un aspetto della sua personalità. Il fatto che lei abbia delle definizioni precise per determinate categorie, perché questo? mi spieghi la sua idea.

Vannacci Roberto: Di certo io penso di rappresentare la realtà per quella che è. Una realtà non modificata dal politicamente corretto che tende addirittura a cambiare il significato alle parole, e quindi, la normalità è quella che è definita in tutti i vocabolari della lingua italiana, ma chiunque abbia studiato le basi della statistica, sa che le prime tre caratteristiche della statistica e le prime tre funzioni principali sono la media aritmetica, la mediana e la norma. La norma rappresenta il verificarsi più frequente di un certo avvenimento e quindi ha essenzialmente una funzione unicamente statistica. Quindi quando si parla di normalità si parla di consuetudine. Si parla di prassi, e tutto ciò che non rientra nella consuetudine, nella prassi, è anormale, perché non rientra in quella norma.

Quindi, nessuna significazione, positiva o negativa ne migliore né peggiore. E’ semplicemente una definizione statistica che va applicata per quella che poi, il politicamente corretto, ha dato invece una accezione diversa, che è quella che io non accetto. Così come la definizione di razzista. Oggi basta dire di una persona, è una persona nera, che si viene epitetati di razzista. Il razzismo è un’altra cosa, il razzismo è quella ideologia che sostiene che una etnia sia geneticamente superiore rispetto ad un’altra. Sono due cose totalmente.

Direttore: Lei non è assolutamente razzista?

Vannacci Roberto: Nella maniera più assoluta, ma la mia vita lo testimonia ancora prima da quello.

Direttore: La sua è quindi una battaglia contro politicamente corretto?

Vannacci Roberto: Esattamente, il politicamente corretto, non è che agisce solo sulle parole, ma agendo sulle parole agisce sulle idee. E’ il politicamente corretto che vorrebbe eliminare le differenze, perché ritiene che le differenze siano causa di discriminazione. Invece differenze e discriminazione, sono due cose totalmente differenti. Le differenze sono oggettive e sono caratteristiche diverse che noi notiamo in alcuni elementi. La discriminazione invece si basa sui diritti e sulla dignità e nel mio libro io non ho tolto diritti e dignità nessuno, ho esaltato le differenze che vanno riconosciute perché sono una ricchezza di questo mondo.

Direttore: Perché secondo lei una parte invece di quelle che sono, che lei stesso definisce le minoranze del nostro paese, hanno comunque, le sue parole come obiettivo e criticano pesantemente quello che lei ha detto?

Vannacci Roberto: Certo perché si va verso una omogeneizzazione della società, una società dove tutto viene omogeneizzato. Dove le minoranze vengono confuse con le maggioranze, dove qualsiasi differenza debba essere presa come una sorta di discriminazione e quindi debba essere negata, debba essere limata, diluita, annacquata, per creare una paccottiglia che include tutti e non rappresenta nessuno. Ecco questo è il mondo immobile del mondialismo e del globalismo che io rifuggo, che io rinnego, e che io invece spero che non si realizzi mai, a beneficio, invece, di un mondo identitario dove le differenze continuino a costituire la ricchezza di questo stupendo pianeta.

Direttore: Lei è già non ha risposto, ha preferito non rispondere, ad alcune domande sull’ inchiesta che ha coinvolto in Liguria il presidente di regione Liguria Giovanni Toti. Però lei è uomo che non si sottrae ai giudizi. Allora io cerco di riassumerle una parte dell’inchiesta, poi lei mi dirà se vuole o non vuole rispondere. C’è un servitore dello Stato, esattamente come lei è stato per anni, ed è tuttora, anche se in aspettativa un servitore dello Stato, che, secondo quanto emerge con assoluta chiarezza, dalle intercettazioni, dai riscontri bancari, ha, ne faccio un esempio, ricevuto da un imprenditore privato 42 soggiorni in un hotel di lusso, solo per citare uno degli elementi, donazioni in regalo, che sono, secondo i magistrati, una prova di corruzione e che, secondo comunque, nell’attesa di conoscere quello che sarà il risultato della magistratura, politicamente hanno già un significato. Lei si candida anche in Liguria per le prossime europee. Avrà letto sicuramente, anche se quello che è emerso nelle prime pagine dei giornali nei primi giorni di questa inchiesta e su tutti i giornali. Ora lei ha sostenuto che a volte, alcuni giornalisti o alcuni giornali possono strumentalizzare. Ma questo è una cronaca comune. Lei, credo che un giudizio su questo, quanto sta accadendo, lo abbia.

Vannacci Roberto: Guardi. Io ho un mio giudizio personale, però ripeto, le indagini servono proprio ad appurare i fatti e quindi non credo che sia l’apertura delle indagini che possa condizionare lo svolgimento di quello che è una professione, una missione che un servitore dello Stato sta facendo in quel momento. Lasciamo spazio alla magistratura. Lasciamo che queste indagini vengano maturate, vengono effettuate e poi vengono prese le decisioni. È chiaro che un’immagine se la fa ogni cittadino, però non sarebbe la prima volta che poi invece queste indagini vanno verso direzione diverse. Lasciamolo lavorare la magistratura nella quale io piena fiducia, e atteniamoci a quelle che saranno poi gli esiti di queste indagini.

Direttore: Assolutamente le indagini devono dimostrare se esistono dei comportamenti che sono dei reati penali, ma ci sono dei comportamenti che hanno in qualche modo, già possono, sui quali si può dare un giudizio di moralità o non moralità. Io credo che quel giudizio lei lo abbia.

Vannacci Roberto: Ma è un giudizio che mi tengo per me

Direttore: No.

Vannacci Roberto: Si lo tengo per me. Perché ripeto non voglio che influenzi nessuno e soprattutto che influenzi neanche me stesso.

Direttore: Però non è un vecchio, mi perdoni, non è un modo un po’ superato di fare politica, quello di no? Comunque, lei non si sottrae neanche alle critiche, neanche alle polemiche, perché si vuol filtrare…

Vannacci Roberto: Perché vorrei evitare di esprimere dei giudizi non totalmente informati. In genere non parlo di ciò che non so. Questa è una vicenda che ho seguito solo marginalmente. Ho solo una fonte di informazione, che è quella giornalistica, e quindi preferisco, magari, scavare più in profondità prima di esprimere un giudizio, che sia informato e che sia consapevole.

Direttore: C’è un’ultimissima polemica tra lei e il ministro degli Esteri italiani. Questa polemica sulla bandiera, è stata strumentalizzata anche questa? Non lo so insomma, ma io le chiedo semplicemente lei è europeista?

Vannacci Roberto: Guardi l’Europa è una realtà, io non la rinnego nella maniera più assoluta, anche sotto un aspetto storico, geografico, di tradizione. Quindi l’Europa, secondo me, deve essere cambiata, non deve essere eliminata. Deve essere cambiata. Deve essere un’Europa fatta da stati sovrani indipendenti e forti che costituiscono una comunità che esalta, in questa maniera, in maniera esponenziale, le caratteristiche di ogni stato. Sulla questione della bandiera, mi risulta che siamo l’unico paese che ha per norma l’obbligo di esporre la bandiera europea insieme a quella italiana. Come mai Dovremmo essere gli unici ad attenerci a questa disposizione?

Direttore: Perché la disturba questa cosa?

Vannacci Roberto: Non disturba nella maniera più assoluta, però vorrei dire: secondo me la norma è esporre la bandiera nazionale, poi si lascia la possibilità di esporre quella Europea.

Direttore: Un’ultima cosa, lei se non sbaglio allo scoppio all’invasione della Russia dell’Ucraina era in Russia, ed è stato dopo qualche settimana è stato espulso come persona non gradita, dopo qualche mese, come una persona non gradita. Nel partito dove lei si presenta come indipendente, nella lega, le condizioni su Putin e sulla Russia sono a volte differenti. Qual è la sua posizione?

Vannacci Roberto: La mia posizione è che si faccia una pace. Perché io ritengo che Putin per quanto una persona sicuramente criticabile non sia peggio di Stalin. Ecco rifacendoci a quello che è successo più di 50 anni fa, perché ritengo che probabilmente anche con le elezioni che ci saranno prossimamente a novembre negli Stati Uniti, sia venuto il momento di pregare per una nuova gli Yalta e quindi per avere un patto, una negoziazione che ci consenta, come lo ha fatto Yalta, i prossimi 50-60 anni di pace.

Direttore: Cosa Lei dice che l’Europa è Cristiana da Capo Nord a Malta, quindi Questo significa che lei vuole andare in Europa anche per riscrivere la costituzione dell’Europa che non prevede simboli, né ha parlato… Sì tigre, Aquila No.

Vannacci Roberto: Io ritengo che una delle caratteristiche fondamentali europee sia proprio la cristianità che esula dalla Fede religiosa, ma è una questione di cultura e quindi non possiamo rinnegare una cultura che permea questo continente negli ultimi duemila anni e secondo me è un simbolo di cristianità, così come era stato proposto nella costituzione europea nella prima stesura. Ritengo che sia sicuramente un simbolo identitario che possa contraddistinguere.

Moderatore: Grazie a voi, alle elezioni europee Vannacci Roberto, nativo di La Spezia, 55 anni. Liguria chiama, Europa risponde. E si chiude qui.




Tempo di verità, anche scomode

Dopo gli arresti cautelari nella Regione Liguria fra cui quelli dell’imprenditore Spinelli e del Governatore Giovanni Toti, oggi sospeso dalla carica, i partiti tutti si “agitano”.

Poco loro importa l’affermazione che, uscendo dal mancato interrogatorio di garanzia, Aldo Spinelli ha lanciato ai presenti, quel “male non fare, paura non avere” che già era stato usato dalla Ministro Santanchè per commentare le proprie vicissitudini giudiziarie.

La campagna elettorale per le elezioni europee, dopo i fatti di Genova, è diventata uno sorta di uno scontro di parole sul “Toti si deve dimettere” a cui si contrappone il sempre verde “giustizia ad orologeria”.

Campagna elettorale che, a dire il vero, aveva già visto affacciarsi la magistratura sia in Puglia che in Sicilia, ma anche in Piemonte per esempio.

Campagna elettorale che, a prescindere da tutto, non permetteva in alcun modo ai cittadini elettori di comprendere le diverse linee politiche su cui dover scegliere attraverso il voto.

Ci inondano di “votate Giorgia”, votate “Schlein”, “Calenda”, “Capitano Ultimo”, “Salis” a prescindere da quello che pensano.

Agli elettori viene chiesto di votare un “simbolo”, non di esprimersi attraverso il voto su linee politiche, contenuti.

Unica eccezione la possibilità di votare “Vannacci”.

Del generale possiamo leggere, piaccia o non piaccia quel che ha scritto, il suo pensiero in un libro tanto divisivo quanto chiaro ed esaustivo.

In fondo da “paracadutista” non ha paura a combattere per le cose su cui lui crede.

Di questo gli va dato merito.

Sarà questo il motivo per cui i suoi avversari spesso cercano di denigrarlo proprio su una sua, asserita dagli stessi, tendenza a cambiare opinione.

In quei casi facile riportare alla memoria le parole di un altrettanto discusso Presidente Andreotti sulla siderale distanza fra “morale” e “moralismo” allorquando dichiarò “ io distinguerei le persone morali dai moralisti, perché molti di coloro che spendono il loro tempo a parlare di etica, a forza di parlarne non hanno il tempo per praticarla”.

Non so voi, ma questa dichiarazione mi sembra particolarmente adatta ai tempi che viviamo.

Tornando ai fatti di cronaca, nel dover, mio malgrado, seguire questo tsunami di parole vuote, mi tornano alla mente momenti del passato della nostra Repubblica.

Essendo oramai canuto ricordo le immagini di quei giorni del 1992 con Mani Pulite che prendeva abbrivio.

Oggi, nel seguire le dichiarazioni dei singoli parlamentari, addirittura di ministri e capi partito, almeno chi scrive, ha la sensazione di un sistema politico, tutto, terrorizzato che si scoperchi il sistema di lottizzazione, di malagestio, per l’ennesima volta.

Sistema che sta letteralmente distruggendo la nostra Patria.

Forse anche per questo mi tornano alla memoria le parole che il 3 luglio del 1992 l’allora Segretario del Partito socialista italiano ed ex presidente del Consiglio tenne alla Camera dei Deputati con cui definì buona parte del sistema di finanziamento dei partiti politici del tempo “irregolare o illegale”.

In quel celebre discorso Craxi sfidò gli altri deputati a smentirlo e, contemporaneamente, lanciò un messaggio chiaro ai suoi “colleghi”.

Craxi consigliò al Parlamento tutto di non “dividersi”, proponeva di “fare quadrato”.

Il Segretario socialista aveva compreso fra i primi che gli arresti di politici che si stavano susseguendo, avrebbero spazzato via una intera classe politica.

Non troppi giorni dopo subì l’onta delle “monetine” e l’esilio.

L’Italia era agli inizi di quell’insieme di azioni giudiziarie che prese il nome di Tangentopoli, azioni che coinvolsero quasi tutti i principali partiti italiani e un pezzo importante dell’imprenditoria del nostro Paese.

Craxi, già raggiunto dalle inchieste, parlava di un sistema corruttivo e concussivo che riguardava tutto il potere della Nazione, una consorteria diffusa che univa tutti i partiti.

Il teorema di Craxi era che, essendo il metodo corruttivo sistemico, si doveva risolvere politicamente e non per via giudiziaria.

In queste ore le parole di Bettino Craxi del 1992 “d’altra parte, ciò che bisogna dire, e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale” tornano alla mia mente.

Finanziamento dei partiti, solo dei partiti o di un complesso sistema di potere autoreferenziale?

Autarchico si direbbe oggi.

In queste ore il Ministro della Difesa Guido Crosetto, nel commentare i fatti liguri, ha dichiarato “Con la logica usata per Toti, a cui non viene contestato alcun vantaggio personale e privato, possono arrestare la quasi totalità dei Sindaci, dei Presidenti di Regione, dei Dirigenti Pubblici”.

Il ministro, oltretutto, nello stesso messaggio sui social, lancia anche un sasso nello stagno dicendo “Suppongo potrebbero anche arrestare la maggior parte dei Magistrati”.

Messaggio simile, inoltre, arriva anche da Salvini che, parlando con la stampa anche lui dell’arresto di Toti, si esprime così “Mettessimo microspie negli uffici dei magistrati non so quanti continuerebbero a lavorare”.

L’opinione pubblica, a dire il vero, in cuor suo, spesso pensa che di corrotti ve ne siano un certo numero anche in quella categoria di funzionari che hanno giurato sulla Costituzione italiana.

Temo involontariamente i due ministri attraverso le loro esternazioni denunciano il devastante degrado morale che regna sovrano in questa nostra triste Italia, degrado che non riguarda esclusivamente politici, funzionari pubblici ed imprenditori, riguarda la nostra nazione in ogni suo ambito.

Questa la causa che ha portato l’Italia al collasso.

I cittadini sono spaventati per il futuro, i giovani preferiscono vivere l’ora ed adesso, non programmano, hanno paura e conseguentemente preferiscono non procreare, alcuni addirittura decidono di lasciare la loro amata Patria.

Il consociativismo, il cosiddetto comitato d’affari, lo percepiscono tutti senza neanche concentrarsi troppo e lo percepiscono assai ampio e variegato. Assai, direi ostentatamente, pervicace.

Per questo ai magistrati ed alle forze sane del Paese consegno una suggestione utilizzando un noto aforisma di Eraclito da Efeso “Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare”.

Sono, infatti, assai convinto che la nostra amata Italia debba ritrovare “credibilità” e, per raggiungere questo stato, non bisogna avere paura di affondare il coltello fino in fondo alla “piaga”.

Nel 1992 vedemmo solo alcuni partiti, alcune fattispecie di reato, alcune categorie professionali essere coinvolti, quanto sarebbe utile che questa volta la “pulizia delle mani” potesse essere “integrale”.

Quanto sarebbe utile se la nostra amata Patria trovasse il coraggio di scoperchiare tutte le tombe imbiancate, senza “perbenismi” che, tanto per non essere frainteso, il Treccani definisce come “modo di comportarsi di chi vuole apparire persona perbene, seguendo con qualche ostentazione le norme della morale comune o uniformandosi a quelle della classe sociale dominante”.

Cosa di più dominante di un “comitato d’affari” appunto?

Cosa di “morale” nel “fermare la propria azione” allorquando si dovesse prendere atto che la stessa riguarderebbe persone o fatti che non si vorrebbe incontrare nello svolgimento della propria attività?

Tanti i rumori in questa triste Italia, l’apparato giudiziario sarà garante della credibilità del nostro popolo, della nostra Patria, se oserà e scoperchierà tutto.

Raggiungendo tutti e facendo emergere anche i fatti più scabrosi.

Forse in questo modo gli italiani saranno messi nella condizione di affrontare la realtà del loro Paese e reagiranno per ricostruire la nostra Patria.

Ignoto Uno

Significativo video che va visionato, per Vostra conoscenza

https://vm.tiktok.com/ZGeCFoLLu/