COVID-19 – cronologia di una pandemia
Mentre ci apprestiamo a vivere la fase 2, proviamo a riprendere le fila si questi due mesi scarsi di quarantena proponendo un diario cronologico di questo periodo senza precedenti.
Mentre ci apprestiamo a vivere la fase 2, proviamo a riprendere le fila si questi due mesi scarsi di quarantena proponendo un diario cronologico di questo periodo senza precedenti.
Prima della quarantena
Tutto inizia a Wuhan, una cittadina cinese, il 31 dicembre 2019.
Il 1 gennaio 2020 viene chiuso il mercato di Wuan e i contagiati vengono messi in quarantena.
Il virus viene riconosciuto subito come molto pericoloso e contagioso.
In Italia, nello stesso periodo, si sono verificati molti casi molto aggressivi di polmonite.
Il 7 gennaio 2020 il virus ha un nome: “2019-nCOV” per noi Covid-19.
Il 9 gennaio 2020 viene comunicato il primo caso ufficiale di decesso e l’Organizzazione Mondiale della Sanità conferma lo stato di epidemia.
Noi intanto stiamo a guardare e sentiamo che ci dicono che in Italia non sarebbe arrivato.
Il 17 gennaio il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) dice che bisogna stare attenti perché il virus potrebbe arrivare presto in Europa.
Intanto in Cina aumentano i numeri di casi ma fino ad oggi è impossibile capire l’ammontare della differenza tra i numeri dichiarati e quelli reali.
Covid nel resto del mondo
Il 21 gennaio arriva il primo caso di contagiato negli Stati Uniti d’America.
Ma ancora noi in Italia non ci sentiamo in pericolo: i numeri parlano di 316 casi nel mondo e 6 decessi confermati.
Chiusura du Wuahn
Il 22 gennaio il governo cinese chiude Wuahn e mette in quarantena i suoi undicimila abitanti e a seguire viene chiusa quasi tutta la provincia di Hubei (siamo a circa 60 milioni di persone), pare che il virus abbia un periodo di incubazione durante il quale può essere asintomatico ma infettivo.
Arriva l’obbligo in Cina di indossare le mascherine.
In tv noi vediamo immagini di persone con le mascherine e dentro tute di plastica ma ci sembrano realtà lontane, in più i media ci rassicurano.
Il 23 gennaio si viene a sapere che il capodanno Cinese a Pechino non verrà festeggiato e che in Cina chiudono gli aeroporti.
lo stesso giorno viene posata la prima pietra dell’ospedale Ospedale Huoshenshan dedicato ai malati di Coronavirus che verrà ultimato in 11 giorni.
In Italia guardiamo questa cosa con stupore e pensiamo con ironia che noi in Italia non saremmo in grado e invece ad aprile dimostreremo il contrario: Milano, Bergamo e Napoli dimostrano l’eccellenza.
Ad Aprile, a Napoli, il reparto Covid viene costruito in 30 ore.
L’OSM espande il livello di allerta
Nei giorni seguenti il virus dilaga in Cina, i numeri sono sempre falsati ma il 26 gennaio l’OSM espande il livello di pericolosità “molto alto” del virus al resto del mondo.
Il mondo chiude i confini con la Cina.
I casi in tutto il mondo crescono.
Il 30 gennaio l’organizzazione mondiale della sanità dichiara il Covid-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale.
Il primo febbraio la Cina ammette di aver affrontato la gestione dell’epidemia in modo inadeguato, intanto arriva il primo caso di decesso Covid riconosciuto fuori dalla Cina, nelle Filippine.
Il contagio dilaga.
Il 5 febbraio arriva la notizia della Diamond Princess: una nave da crociera con a bordo 35.000 persone tra cui una trentina di italiani, la nave è in quarantena per via di alcuni casi di Covid.
L’8 febbraio pare che i contagiati a bordo della Diamond Princess siano una sessantina.
Il 12 febbraio il virus viene battezzato Covid-19, e fa paura.
La fiera internazionale di telefonia Mobile World Congress e il Gran Premio di Cina di Formula1 e il salone del mobile di Pechino non si terranno.
Intanto il governo cinese accetta di annoverare tra i contagiati Covid-19 che gli asintomatici in coerenza con i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Seguire i numeri non è facile.
Nel mondo dilagano i contagi.
Il Covid-19 arriva in Italia
La notte tra il 21 e il 22 febbraio (ma questo verrà fuori dopo) ad Alzano Lombardo muore una donna ricoverata per scompenso cardiaco una decina di giorni prima che potrebbe aver contratto il Covid in ospedale.
Il 21 febbraio viene riconosciuto ufficialmente il paziente uno, è della provincia di Lodi.
Covid-19 è arrivato in Italia.
Il focolaio si ingrossa in pochissimo tempo: la provincia di Lodi è in isolamento.
Il 22 febbraio il governo cinese ammette di aver barato sui numeri .
La psicosi degli assembramenti
L’Italia si mette in allerta: la prima cosa da fare è “evitare gli assembramenti”; a nord vengono chiuse le università e le scuole, vengono annullate le manifestazioni legate al carnevale ed eventi sportivi.
In Giappone si guardano le Olimpiadi di Tokyo 2020 e se ne valuta l’annullamento.
Il 28 febbraio viene pubblicato il Report of the WHO-China Joint Mission on Coronavirus Disease che annuncia che il virus ha origini animali.
La situazione peggiora sempre più, nel nord Italia i casi di Covid-19 aumentano; il 3 marzo il governo italiano annuncia che, per contenere il virus, potrebbe istituire zone rosse.
Detto fatto, l’8 marzo l’Italia intera è zona rossa.
La stessa notte avviene la grande fuga dal nord Italia verso il sud.
Le regioni sono in allerta.
Il resto del mondo inizia ad adottare le misure italiane.
Inizia così la Fase 1
L’11 marzo viene dichiarata la pandemia.
I canali di comunicazione danno indicazioni chiare e continue sulle misura da adottare:
- si deve stare a casa,
- bisogna lavare bene le mani,
- bisogna mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone.
Tv e giornali non parlano di altro.
In Europa si pratica crudo ostruzionismo nei confronti dell’Italia, l’America de l’Inghilterra criticano l’Italia e poi la apprezzano.
Le notizie false si mescolano a quelle vere, le notizie vere vengono modificate da un giorno all’altro.
Il morale delle persone cambia da un giorno all’altro.
L’Italia è frammentata: ogni comune ha la propria storia del coronavirus, c’è chi ha visto portar via per sempre cari e conoscenti e chi lamenta di non potersi godere le giornate di sole.
Le aziende chiudono, altre si convertono, nessuno ha idea di cosa sarà il futuro.
Il mondo si ferma.
Tutti sono angosciati per qualcosa che non conoscono.
Regole della fase 1
Chiusura di tutti gli esercizi commerciali non di prima necessità
Chiusura di tutte le attività non legate alla gestione dell’emergenza
Impossibilità agli spostamenti inter-regionali e intra-regionali salvo per motivi inderogabili.
Arriva l’autocertificazione a giustificare gli spostamenti.
Sospensione di tutti gli eventi e le competizioni sportive
L’Italia scopre lo smart working e le lezioni on line.
Sono sospese le celebrazioni religiose e tutti i tipi di ritualità di gruppo.
Gradualmente chiudono gli esercizi ristorativi
Gradualmente chiudono tutte le attività salvo quelle di prima necessità come alimentari, edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie
È consentito il trasporto delle merci ma sospeso il trasporto di persone
Il mancato adeguamento alle dette indicazioni comporta sanzioni.
La risposta degli italiani.
Gli Italiani, intanto attraversano diverse fasi.
Immediatamente vengono organizzati fash mob dai balconi: si canta e si balla per sentirsi più vicini, è il book di conferenze on line e di attività di aggregazione attraverso la rete.
Nascono gruppi facebook e canali telegram.
I super mercati non fanno in tempo a ripristinare le forniture di farina, lievito e carta igienica.
Gli imprenditori entrano in sofferenza mentre il governo adotta una serie di azioni in sostegno della categoria ma nulla può veramente sostituire l’esercizio lavorativo.
Chi vive nelle zone tartassate dalla pandemia ha paura ad uscir di casa e piange gli affetti falciati dal virus.
Chi ha la fortuna di vivere nelle zone meno colpite, in parte rispetta il dolore dei connazionali più colpiti un po’ non crede che il pericolo sia reale.
Inizia una gara di solidarietà per sostenere chi combatte il virus e chi è stato penalizzato da questo.
C’è chi vorrebbe far competere nord e sud in una gara di efficenza e mortalità ma di questo non parleremo perché siamo tutti italiani e rimandiamo ad un articolo del nostro direttore.
La giostra dell’informazione
Intanto circolano le notizie più disparate e si fatica a star dietro alla verità:
- il virus può essere o non può essere propagato dagli animali domestici
- il virus è uno o sono tanti
- la cura esiste o non esiste
- negli ospedali salvano i più giovani a favore dei più anziani o no
- il virus è stato creato in laboratorio o viene da salto di specie
- la vitamina C previene il contagio o lascia il virus indifferente
- bere bevande calde protegge o non protegge
- …
Insomma, non sono stati giorni facili neppure per l’informazione.
Il DPCM del 26 aprile 2020
E così il 26 aprile siamo arrivati al DMPC 26 aprile 2020 con cui il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato l’inizio della fase 2 a partire da oggi 4 maggio 2020.
La redazione di betapress vi augura una fase con più libertà e rispetto e meno invasione delle idee e degli spazi degli altri, con più affetto e meno indifferenza; con un po’ più distanza fisica rispetto a prima della pandemia ma molta più vicinanza affettiva.
Fonti
Piano Nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale
Misure del Governo sul tema di Covid-19