Già, “Oppure…”.

In questa piccola congiunzione – alternativa quanto rafforzativa di ‘o’ – c’è depositato il destino pratico della tornata elettorale del 25 Settembre.

Una data in cui una gran parte di Cittadini ha riversato una valenza da ‘ultima spiaggia’, sperando di poter contribuire a un cambiamento radicale, quasi uno stravolgimento; ma anche una data da altri affrontata in modo possibilista quanto disincantato, all’insegna del “sì…vado a votare, ma penso che difficilmente possa cambiare qualcosa”; una data, infine, in cui il voto popolare potrebbe non essere espresso per protesta verso quanti, incapaci di distaccarsi seriamente dal ‘sistema’ nel corso delle proposte espresse in campagna elettorale, potrebbero indulgere nel ripetere gli errori fatti in precedenza: c’è chi lo chiama ‘astensionismo’, ma corre nelle ultime settimane l’utilizzo del termine ‘sottrazione del consenso’ (nel senso di ‘disconoscimento’ e ‘delegittimazione’ del ‘sistema’, perché ‘folle’ e ‘disumano’: così come recitano le informazioni date) anche verso chi sembra non avere preso decise distanze dallo stesso.

“Oppure…”. Ossia non riporre aperta fiducia nel meccanismo elettorale e in ciò che potrebbe scaturirne – in termine di consensi/dissensi preferenze/bocciature -, ma fare affidamento nella speranza che alfine possa accadere l’insperato.

Nella strana scelta temporale, che ha dettato i tempi attraverso la determinazione della data delle elezioni, è riposto il coacervo di elementi che hanno costretto i partiti a concentrare in poco tempo la propria campagna, ma anche i motivi veri che possano sottostare a tale decisione. 

Una serie di elementi, quali la prosecuzione di una certa attività di governo nonostante questo sia abilitato solo al ‘disbrigo degli affari correnti’ (leggasi ‘ordinaria amministrazione’), la carenza di misure reali atte a spezzare l’abominevole spirale rialzista di tariffe e prezzi al consumo, l’assenza di misure immediate per contrastare inflazione e stagnazione, l’assenza pratica di misure per salvaguardare il ciclo produttivo, le aziende, le imprese, nonché per stimolare con decisione l’offerta di lavoro.

Che sicuramente non potrà concretamente avvenire se prima non si arresta la morte – persino ‘preannunciata’ – di aziende e imprese di ogni dimensione.

A nulla valgono le momentanee panacee costituite da una pioggia di ‘bonus’, che tanto assomigliano a ‘toppe’ apposte là dove i ‘buchi’ sono enormi: e mai nessuno che dica “ho sbagliato!”, “abbiamo fatto male il nostro lavoro, non abbiamo previsto bene, ci dimettiamo, oppure faremo di tutto per correggere le conseguenze dei nostri errori”.

Mai che qualcuno, con onestà, abbia usato queste parole! E il bello – anzi, il ‘brutto’ – è che anche nell’ambito di quella sacca di potere rappresentata da Bruxelles – e quindi dalla UE, ossia da quel contesto che ‘dirige l’orchestra’ imponendo ogni giorno misure tra loro persino disaggregate e conflittuali – gente peraltro remunerata profumatamente mai trova l’umiltà di dire “abbiamo sbagliato”.

Dicevo dei ‘bonus’: ove applicati, hanno avuto il pregio di far lievitare il prezzo dei beni e quindi il costo complessivo: bonus sui condizionatori?

Aumento dei loro prezzi. Sui lavori per il rifacimento di facciate, consolidamento antisismico, efficienza termica, caldaie a gas?

Aumento esponenziale dei prezzi: il materiale da costruzione è arrivato a prezzi incredibili. Che dire di tutta quella serie di ‘aiuti’ e ‘aiutini’ (a carico di chi lavora e paga le tasse) vanno a chi non viene minimamente stimolato alla ricerca di un lavoro (in ogni caso, difficile da trovare)?

Che dire dei prezzi dei generi alimentari, anche di prima necessità?

Esplosi, con incrementi pressocché quotidiani: senza che il governo – dei ‘migliori’ o dei ‘peggiori’ – abbia mosso un dito, per controllare/calmierare/amministrare i prezzi e la loro dinamica! Una questione che addirittura fa parte delle proposte elettorali di un partito con elevata valenza nel nord: votateci e metteremo mano a questo ‘scempio’ sociale ed economico!

Assurdo! E poi ci si riempie la bocca con paroloni tipo ‘transizione’, ‘intelligenza artificiale’ o ‘resilienza’ o – in altro settore, ugualmente deficitario – ‘fragili’…

Ma se a occuparsi di intelligenza artificiale sono persone incompetenti, trasferiranno nell’artificiale la loro modesta preparazione.

E questa modesta preparazione individuale dei nostri amministratori, questa loro assenza di capacità programmatica (ovvero: ‘tirare a campare’ di giorno in giorno), questo utilizzo con estrema leggerezza delle risorse finanziarie pubbliche (dai banchi con le rotelle alle mascherine, dalle scorte incredibili di vaccini al depauperamento dei quadri costituenti il sistema sanitario nazionale, dalla gestione della problematica covid alla cessione di asset del patrimonio produttivo ed economico-finanziario nazionale alla cattiva gestione delle crisi occupazionali, e tanto altro ancora.

Liberiamo la Corte dei conti dai lacci e lacciuoli rappresentati da quelle norme che impediscono ricognizioni, indagini, procedimenti e sanzioni, dando così la possibilità di ritrovare una funzione sanzionatoria attente e rigorosa.  

Aboliamo quelle aree assolutamente opache delle salvaguardie (leggasi non responsabilità ovvero non punibilità) richieste da taluno nell’accettare un incarico: hai paura di sbagliare, sei incompetente?

Non accettare l’incarico e vai a lavorare da altre parti; diversamente, assumiti tutte le tue responsabilità, e non guardare solo ai (troppi) onori e alle (più che ricche) prebende!

 Nell’attuale campagna elettorale, ricca di omologazioni e persino banali sovrapposizioni, specie nei programmi ora di questo ora di quel candidato, ora di questo ora di quel partito, è mancato il coagulo di tutte quelle energie profuse – tra proteste, incontri, adunate nelle piazze – nell’area della contestazione e dell’aperto,  plateale, dissenso verso un ‘sistema’ ormai autoreferenziale e lontano dai problemi e dalla voce dei cittadini, senza più un dialogo corretto e lungi da quei preziosi equilibri pur sanciti dalla nostra Costituzione.

E’ mancata la volontà di ‘fare gruppo’, cedendo alla tentazione di fare corsa a sé: con quali prospettive, e con quali reali finalità non è dato sapere; ma la più parte dei cittadini si è trovata spiazzata nell’aver aderito a contesti che, ai sensi di norme elettorali da rivedere e correggere, si sono trovati senza rappresentanza, senza un partito che potesse accedere alla competizione, tanto per la Camera che per il Senato, e in tutte le Regioni.

Sono state sciupate preziose energie, persino vitali e ricche di umori: cosa poi possa eventualmente nascondersi dietro le scelte di ‘capi’ e ‘capetti’ che hanno preferito correre in solitario, forse lo sapremo tra qualche tempo.

Certamente, la situazione non è delle migliori: anzi, tutt’altro. Siamo presi in una morsa feroce: tra UE, NATO, speculazione e aumenti del costo dei prodotti energetici: gas in testa ed energia elettrica (che è stata maldestramente legata al costo del gas) a seguire.

Tutta la stampa e la rete sono ormai percorse da una verità: cattive e castranti politiche energetiche (nel tempo); errata scelta politica di non affidarsi alla possibilità di libera contrattazione, ma di fare riferimento alla piazza (dire speculativa, è un eufemismo) di Amsterdam (gestita da una società… americana) per il mercato del gas, e a quella di Lipsia (per l’energia elettrica): la strana situazione italiana con l’ENI che moltiplica in progressione geometrica i propri utili, facendo pagare agli utenti prezzi di mercato mentre l’ente acquista a prezzi contrattuali minimi (non so quale tipo di reato possa essere… ma lo è), ente di cui l’Italia detiene oltre il 30% del pacchetto azionario (che grande errore fu cedere la maggioranza ai fondi americani!).

Ma non c’è traccia di un intervento governativo, se non per ideare dei ‘bonus’ (aiutini a imprese e famiglie), senza però rimuovere le cause degli aumenti subiti per colpa della speculazione.

Eppure, pur di fronte a deficienze operative e gestionali di tale calibro da parte del governo e di chi lo sostiene in Parlamento, la controparte – ossia, l’opposizione o l’oppofinzione come ripetutamente ormai viene definita – cosa sta facendo, di concreto?

Domanda retorica, risposta non pervenuta.

Agenda Draghi fallita? Riproponiamola.

Governo Draghi sfiduciato? Riproponiamolo.

Molti errori fatti dal governo Draghi? Riproponiamolo. Anzi no.

Governo allargato a tutte le forze politiche con Draghi a capo in una qualche veste.

Sospendiamo la campagna elettorale, Calenda dixit, e andiamo avanti ‘sempre con’ Draghi.

Sinceramente non credevo che vedove e orfanelli di Draghi – ma non sono gli stessi che lo hanno sfiduciato? – ne patissero l’assenza in maniera tanto acuta: sembrerebbe che ora tutti abbiamo timore di prendere in mano una situazione certamente bollente, con la UE che preme per stringerci al collo il cappio del MES (ora camuffato da aiuto per il gap energetico: ma si tratta pur sempre di prestito a titolo oneroso, e gli interessi sono salati anziché no) Non c’è l’agenda, ma c’è il di lui programma, stilato qualche tempo fa nell’ambito di associazioni (sovranazionali? Segrete?) dei trenta o dei centrotrenta o dei quattrocento o vattelapesca…  

Senza Monti, non si andava avanti…

senza Draghi, non si va avanti… (eppure qualche controindicazione c’era e c’è: i conflitti di interesse pur esistono).

Quindi: in Italia non c’è un pur minimo soggetto degno di occupare ‘quel’ posto perché eletto, perché parte di un partito politico, perché capace e preparato?

Mah! Mistero e misteri misteriosi che, non misteriosamente, ci pongono di fronte alla realtà delle realtà: la destra, la sinistra, i partiti politici (almeno, così come li conosceva chi oggi ha dai 35 anni in su) non esistono più: esistono combinazioni che a loro volta si intersecano e si avvitano con altre combinazioni, in un circolo poco virtuoso sempre più rapido.

Sono atlantista, ma ho poca tolleranza per chi dica ‘devi fare così perché lo dico io’ oppure ‘devi dare ragione a tizio e non a caio, perché te lo ordino’.

Oppure ‘tizio ha ragione, è una vittima.

Perché?

Perché lo dico io!’.

Peraltro, ritengo che il nostro ‘debito’ verso i liberatori alleati, lo abbiamo regolato da molto tempo.

Sono pacifista, amo il dettato della Costituzione dove espressamente prevede che ‘l’Italia ripudia la guerra’: ma che ripudio è se mi schiero a favore o a sfavore di qualcuno in un teatro bellico non coperto da patti specifici di alleanza, se vendo armi, se vendo armi che so che verranno adoperate ‘per’ o ‘contro’ qualcuno, se aderisco a sanzioni o altro?

Già, le sanzioni: ci stanno massacrando, e stanno massacrando l’Europa: eccetto la Norvegia e con grande profitto degli USA, che le impongono, ma non ne subiscono le conseguenze di ritorno.

E mi dite poi che l’Italia ripudia la guerra? Guerra non è solo quella fatta con le armi, è anche quella economico-finanziaria, quella energetica, quella che può tagliare fonti di approvvigionamento primarie.

Gli USA stanno vendendo armi in quantità, con una programmazione che frutterà dollari/euro in quantità per molti anni, grazie al riarmo e alle maggiori spese militari imposte all’Europa.

Stanno investendo enormi risorse (stampando nuova moneta) ma nel contempo stanno drenando liquidità immessa in precedenza nel sistema, sostituendola con carta commerciale vera.

Quanto al gas, poiché ci vogliono bene, ce ne forniranno in sostituzione dell’odiato gas naturale russo: piccolo particolare, costa molto di più.

Nel gioco del ‘chi ci guadagna’ e ‘chi ci perde’, l’Italia è certamente perdente, e a caro prezzo: specie se, per motivi ignoti ai suoi Cittadini, è in una condizione di vulnerabilità per chissà cosa.

    Leggo la commediola semiseria che si sta recitando attorno al ‘tetto al prezzo del gas’ (e, indirettamente, anche dell’energia elettrica?) sempre motivato da propositi buonisti verso le popolazioni (tartassate, ma non in maniera uniforme: quindi sussistono già delle disparità a livello UE) e il tessuto produttivo-commerciale delle stesse. È una cosa buona?

È il tentativo della governance UE di mettere una qualche toppa al proprio tardivo intervento?

O è l’ultimo ipotetico ‘favore’ che potrebbe essere fatto alla speculazione, definendo un price-cap, un tetto, troppo alto rispetto alla fase discendente dei prezzi, che andrebbero tutelati da un reale, autentico, libero mercato?

A mio avviso, di questo tetto non se ne sente bisogno: anche per non creare un’altra dinamica dove Bruxelles viene delegata di un qualcosa.

Ormai, Bruxelles ha assunto connotazione che la identificano a una centrale-acquisti che si occupa di tutto (ovvero: che sottopone ipotesi pre-confezionate agli stati aderenti, nel segno di ‘ci penso io, tu vota a favore’).

Aiutini di Stato o risolvere il problema a monte?

Vedere morire l’Italia e gli Italiani, in un’Europa comunque fallimentare, o assumere finalmente misure strategiche e funzionali?

L’Italia deve ritrovare il suo respiro, il proprio margine di autonomia decisionale e operativo, una pur minima sovranità utile a superare – secondo i parametri propri delle esigenze dei propri Cittadini e non (o ‘non solo’) perché ‘ce lo chiede l’Europa’! – eventuali tematiche o problematiche.

A proposito di Cittadini: dai vertici all’ultimo uscire della PA, si sente sostenere in continuazione che ‘mancano infermieri’, ‘mancano medici’, ‘manca personale ausiliario di elevato profilo’; già mancano.

Ma il pensiero va a tutti coloro che sono stati costretti a lasciare il posto di lavoro perché – liberamente, ai sensi della nostra Costituzione – non hanno voluto cedere al ricatto vaccinale, agli aut-aut imposti mediante la creazione di un obbligo tale da scavalcare ogni diritto individuale, personale.

Mancano, quindi. Eppure, a ogni inizio di anno accademico, si procede a una selezione mediante quiz, utile a mantenere un ‘numero chiuso’: incapacità di gestire, di vedere oltre la punta del proprio naso?

Quiz, come gli ultimi di poche settimane fa, estremamente discutibili nella formulazione e nella stessa qualità: Einstein avrebbe rischiato l’esclusione, così come ha dimostrato un noto Medico, prestatosi a sostenere tale pre-selezione, dimostrandone la scarsa utilità e la deficitaria propensione a una reale scrematura, selezione.

Mancano?

Ma negli ultimi anni, la politica al governo ha falciato 111 ospedali e chiuso 113 pronto-soccorso, con un abbattimento di almeno 35.000 posti-letto e aumento dei tempi di attesa per visite e interventi anche esiziali (chi ne ha beneficiato? Forse il sistema privatistico?).

Tra poco, saremo in autunno, e avremo una recrudescenza di raffreddori, bronchiti e infiammazioni ai polmoni, oltre a quella che ‘c’era una volta’ veniva chiamata influenza!

E non è improbabile che a patirne di più potrebbero essere proprio i pluri-vaccinati, stante le loro accertate minori difese immunitarie (ormai, la nomenclatura ufficiale è amplissima).

Vogliamo aprire un concorso?

Con quale nome – nella stagione 2022/2023 – sarà ribattezzata la normale sindrome influenzale? L’EMA, e di conseguenza l’AIFA, hanno dato recentissimo via libera alle somministrazioni di c.d. vaccini (sperimentali anche questi?) bivalenti (dicono che contenga elementi dell’originario Wuhan più elementi dell’Omicron: tutti e due, però superati dal continuo mutare del corona): ma l’EMA – che per l’80% è finanziato proprio da BigPharma – può dirsi imparziale e attendibile nelle sue disamine, nei suoi accertamenti? E l’OMS?

Bruxelles, dopo la svolta imposta con i veicoli elettrici, si sta accorgendo di quanto possa inquinare tale svolta: altro che green! Stessa sorte sta toccando alla tassa sulla CO2: a prescindere dai costi dimostratisi insopportabili che si dovrebbero sostenere, una serie di ricerche scientifiche recentemente presentate da un gruppo di oltre 1000 Scienziati (con la ‘S’ maiuscola) internazionali, ha del tutto ribaltato l’assioma CO”=inquinamento=danni al pianeta, dimostrando l’utilità in Natura anche del CO2.

Cosa dire poi della svolta impressa dal team di amministratori europei presieduto dalla Sig.ra Von der Leyen che vuole imporre la chiusura delle aziende zootecniche, l’abbattimento dei capi al 90% e la parallella diffusione di schifezze ‘inventate’ dal trattamento di scarafaggi, formiche, blatte.

Altre aziende chiuse, altra povertà, altra disoccupazione!

Tutto in nome del green e dei supposti benefici che ne deriverebbero all’ambiente.

Sicuri?

Proprio sicuri, lì a Bruxelles, o c’è da agevolare qualche altra linea produttiva?

Ma sanno questi Signori che il corpo umano soffrirebbe enormemente dall’utilizzo di queste ‘prelibatezze’?

A me, e non da oggi, sembra che l’Unione Europea – soddisfatte ma non esaurite le pulsioni avverse alla Grecia – abbia ora come obiettivo l’Italia.

Distruggendone, in un modo o in un altro, il tessuto produttivo, il lavoro, le consuetudini alimentari (e tutta la relativa produzione ed esportazione), l’economia, la finanza (ormai è fuori da ogni dubbio che la Lira sia stata uccisa, e con lei tutto l’impianto che ruotava attorno alla nostra bella, storica, valuta.

Chi ricorda quando vinse l’oscar con Guido Carli alla guida di Bankitalia?).

Obblighi, e imposizioni dominano ormai il rapporto, così che l’Italia – a parte le tante belle parole e le tante pacche sulle spalle – subisce, e non poco.

Quindi, elezioni il prossimo 25 Settembre. “Oppure…” già dal 24 un novello uomo-forte e senza contraddittorio potrà aver assunto poteri straordinari, speciali?

(questo il senso di uno dei soliti DPCM-Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri – e non decreto legge – a firma Draghi, datato 1° Agosto 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 Settembre 2022 e che entrerà in vigore il 24 Settembre 2022: tutti distratti, a ogni livello?

O è quel cavallo di Troia, che giustifica i volti sorridenti e radiosi di taluno?).

Come e chi votare? “Oppure…” perché non votare? Ma Cetto Laqualunque in che partito sta?

Ciascuno agisca secondo coscienza, senza subire suggestioni: perché la scelta potrebbe essere tra poter ancora guardare a un futuro possibile o non avere più alcuna prospettiva, né prossima né futura.

Per sé stessi e per i propri figli.

 

 

 

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