Lo schema di damnatio  posto in essere contro la Russia ed il Popolo russo, non conosce soste. Ma neanche grosse ‘variazioni sul tema’.                                                              

          In che senso?

La ‘narrazione’, dopo aver aggiornato, e solo temporaneamente accantonato, il suo pandemic drama, lo ha tramutato dalla sera alla mattina in war drama, avendo gioco facile nel dividere ancora una volta l’opinione pubblica (attraverso un’informazione pilotata – TV, giornali, radio, social – del tutto strumentalizzata e chiaramente strumentale ai fini prefissati dai ‘soliti ignoti’).

Una divisione in assoggettati alle verità-menzogna e non-assoggettati (autonomamente raziocinanti; ossia, che ragionano con la propria testa: verificando e approfondendo la narrazione ufficiale. E per ciò ‘pericolosi’, da etichettare in modo persino ingiurioso, indicandoli alla pubblica riprovazione!).

Sono proprio i non-assoggettati quelli che si confrontano con la  verità-menzogna per analizzarla, sviscerarla, decontaminandola per trasformarla in menzogna-verità: ossia in verità liberata dai panni tetri della menzogna.

          Peraltro, la narrazione cui siamo sottoposti in modo martellante, è una narrazione che parla sempre la stessa lingua da che mondo è mondo; utilizza la lingua biforcuta dei falsi, dei bugiardi, dei mestatori, dei corrotti, degli ambiziosi, dei traditori, delle serpi, dei rettili: di quei diabolici esseri che si nutrono di menzogne obbligando anche gli altri a cibarsene, autentici manipolatori della credulità altrui, vera leccornia per chi è abituato ad assoggettare persone e popoli, travolgendoli come fossero birilli, succhiandone sangue,  mente e anima.

          Ecco, dunque, che forti della riuscita di quel pandemic drama  che ha sparso sull’umanità una coltre di terrore e incertezza (e, in particolare sull’Italia, un incredibile impoverimento produttivo-commerciale e un rapidissimo inaridimento morale e sociale: come mai visti in tanti anni di vita della Repubblica), ora questi alchimisti del male affondano a piene mani le loro mani nella melassa fetida della belligeranza in atto tra Russia e Ukraina.

Stesso copione terroristico-persuasivo (con esaltazione del solito mantra ‘affidati a me che ti voglio bene, solo io potrò salvarti’) e l’identificazione di fatto nei presunti filo-russi di oggi dei free-vax vaccinali di ieri: ossia di coloro che non accettano la narrazione del mainstream, preferendo approfondire autonomamente, facendo anche capo a quante più fonti sia possibile consultare.

Un’azione di per sé affatto biasimevole, quella di informarsi, vista la complessità e la drammaticità della situazione (specie per la imponderabilità dei possibili, ancor più tragici, sviluppi).

Anche perché, se a me Cittadino dovesse  arrivare una tegola in testa, intendo conoscere chi è che me la sta tirando e, soprattutto, perché: cercando, per quanto possibile, di farmi da parte e aiutare gli altri a fare altrettanto.

          Certo, saperne di più (ossia: conoscere per valutare e quindi decidere), può, e deve, suscitare dubbi; specie di fronte al batti e ribatti di minacce e accuse, ormai talmente ingarbugliato che, per poterci orientare, occorre fare come i gamberi: andare a ritroso per risalire all’innesco di ciò che oggi si è solo palesato, deflagrando.

Ma il dubbio è il sale della riflessione, il vero stimolo al ragionamento… e quel che è mancato almeno negli ultimi due anni è proprio l’uso della ‘ragione’ (cfr. Enc. Treccani ”…

La facoltà di pensare, mettendo in rapporto i concetti e le loro enunciazioni, e insieme la facoltà che guida a ben giudicare, a discernere cioè il vero e il falso, il giusto e l’ingiusto, il bene e il male, alla quale si attribuisce il governo o il controllo dell’istinto, delle passioni, degli impulsi…”).

          Ecco quindi, perché sostengo che oggi vada in scena quello che è un altro e diverso quadro di un canovaccio complesso seppur da tempo pianificato: ormai è di amplissimo dominio che tutto escludendosi del possesso di doti di straordinaria e molteplice chiaroveggenza da parte di costoro un gruppo di (ricchissimi) ‘pianificatori’ ha preannunciato un futuro ricco di pandemie, guerre, crisi alimentari e carestie, crisi ambientale, abolizione del contante ed eliminazione della proprietà privata, crisi delle risorse energetiche, controllo sociale e delimitazione ferrea delle libertà personali, e, purtroppo, non per ultimo, la riduzione della popolazione terrestre!

Un canovaccio che, a tutti i costi, si cerca di imporre: in ogni modo, con ogni mezzo, a sprezzo di ogni pur minima considerazione e rispetto per la vita umana, e per la stessa dignità dell’Uomo.

Un canovaccio la cui applicazione ma guarda un po’! determina appiattimento sociale e immiserimento, sfruttamento della persona, ma anche ulteriore arricchimento di chi ricco o ricchissimo già lo è.

         Purtroppo, in questo momento va in onda non più il ‘dramma pandemico’, bensì il ‘dramma della guerra’ per ora su territorio ucraino: un dramma che specie emotivamente, pur se alimentato da altri forti timori ci coinvolge umanamente in modo intenso e di cui, mano a mano, scorgiamo gli elementi caratteristici di uno stesso copione, dello stesso substrato creato per colpire i vari Saddam o Gheddafi o altri soggetti e nazioni … di là siringhe, lockdown, mascherine e ‘miracolosi’ sieri … di qua razzi, cannoni, missili, armi, desolazione, vittime. 

Vittime come lo furono i bambini e gli anziani morti per la imposta povertà e la mancanza di cure, nella disperata Grecia ‘salvata’ dalla UE e dalla ‘prodigiosa’ troika ; vittime come le migliaia di persone uccise dalle bombe lanciate dai monopolisti dell’import-export di liberty & democracy, qua e là per il mondo; vittime come quelle cadute sotto le bombe sganciate su Belgrado (“…Il 24-3-1999 la NATO attaccò la Jugoslavia sparando circa 2/3000 missili e ca. 14.000 proiettili, tra grappolo e uranio impoverito” ha ricordato poco tempo fa Hua Chunying, portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, aggiungendo“…

Gli Stati Uniti e la NATO non sono in grado di giudicare i principi morali di nessun Paese fino a quando non si scusano e compensano i danni e le sofferenze che hanno causato ai popoli della Jugoslavia, dell’Iraq, della Siria e dell’Afghanistan”); vittime provocate dalla fame e dalle mancate cure, in un’Italia ridottasi con più di 8 milioni di poveri, mentre è evidente l’erroneo indirizzo di ingenti somme su voci di spesa del tutto opinabili; vittime provocate dalla impossibilità per milioni di Italiani di accedere a diagnosi, cure e interventi chirurgici, in area medica a causa di ‘protocolli’ governativi quantomeno controversi; vittime come quelle perite sotto le bombe NATO in sette mesi, dal 19 Marzo 2011, in Libia; vittime come quelle cadute sul campo di battaglia ucraino, tanto ucraine che russe, piante dalle loro famiglie, dai loro cari, da genitori, mogli e figli: vittime il cui unico torto è stato quello di trovarsi dal lato sbagliato di un’arma…

come gli oltre 14.000 civili ucraini del Donbas giustiziati dalle milizie ucraine, e per le quali nessuno ha dimostrato in piazza, come nessuna comunità internazionale si è mossa, né ha versato una lacrima; vittime furono quelle di un atto atroce e tragico in ogni sua fase, che il 24 Marzo del 1944 vide trucidati alle Fosse Ardeatine 335 tra civili e militari italiani: prigionieri politici, ebrei, detenuti comuni e detenuti politici, Uomini Liberi fedeli fino all’ultimo respiro ai loro Ideali di Libertà e alla propria Patria; vittime, certamente non di ‘serie B’,  furono le migliaia di Italiani gettati nelle foibe e che attendono ancora giustizia piena;        

vittime furono certamente gli Italiani che, nell’immediato dopoguerra, furono brutalmente e mortalmente aggrediti da chi portava in atto sanguinose aggressioni in nome di biasimevoli e false motivazioni ideologiche; vittime, vera e propria pulizia etnica,  come quelle patite dalla comunità Armena; vittime come quelle che furono giustiziate nel corso della shoah

Un numero enorme di vittime, in ogni scenario: tutte per lo più inconsapevoli di cosa seriamente e realmente le stesse uccidendo e perché.                                                                                                          

Vittime di strumenti diversi, pertanto di ‘crimini diversi’: ma sempre e comunque vittime, cui va l’umana pietas e una incondizionata solidarietà umana.

          Lungi da chi scrive l’idea di ‘preferire’ un campo piuttosto che un altro: i morti, in ogni tipo di conflitto, meritano sempre rispetto; anche se tra di loro spesso sono celati brutali assassini, persino torturatori, piuttosto che non dei combattenti.

          E’ quindi difficile stabilire subito colpe e ragioni, poiché le stesse sono confuse tra altri mille fattori; ed è per la stessa ragione che risulta arduo prendere le parti di questo o di quello, scendendo nelle piazze anche in modo pittoresco e persino esagerato: finanche ignorando l’aspra  realtà in cui si dibatte in Italia chi non ha lavoro, chi è tenuto a forza lontano da questo, chi deve rovistare nei cassonetti per procurarsi del cibo, chi non ha un tetto sotto il quale ripararsi dalle intemperie, chi non ha un minimo di risorse per garantirsi una sopravvivenza umanamente degna.

Ecco: in Italia riusciamo a discriminare anche quando pensiamo di fare qualcosa di interessante, bello e utile, scendendo in piazza ‘innamorati’ ora di questa ora di quella causa (spessissimo, solo apparentemente ‘nobile’: ma questo è un commento d’ordine generale).

          L’attuale war drama non può essere liquidato valutandolo semplicisticamente. 

C’è un aspetto umanitario, che dovrebbe avere precedenza assoluta; c’è un aspetto sociale; c’è un aspetto politico; c’è un aspetto economico; c’è un aspetto finanziario: tutti palcoscenici sui quali ruotano attori e interessi internazionali con implicazioni molteplici e di fatto ormai interconnesse.

          Il mondo è diviso: oltre il 40% è con la Russia e avvengono molteplici dimostrazioni di piazza, a sostegno di questa, meno del 60% è con gli USA+NATO – anche in questo caso, con dimostrazioni di piazza a sostegno -; ma sicuramente le misure di rappresaglia (alias ‘sanzioni’) economico commerciale e finanziaria contro la Russia non solo non stanno avendo l’effetto previsto, ma si stanno rivelando una vero e proprio boomerang, e la Russia non sta annaspando nel previsto/auspicato fallimento finanziario (che, nei piani, l’avrebbe ridotta a un paria della finanza e dell’economia internazionale).

Così come agiscono e reagiscono gli altri attori, anche la Russia agisce e reagisce: dimostrando di saper affrontare le possibili implicazioni del suo intervento; soprattutto in area finanziaria, c’era chi pensava di ‘stroncarla’ in poche mosse.                                        

L’area NATO ha scelto l’adozione delle sanzioni e l’approvazione di ingentissimi finanziamenti a Kiev oltre all’invio di massicci rifornimenti di armi e munizionamenti : come dire che, per spegnere l’incendio lì divampato, per dare aiuto si manda molta legna e resine speciali per agevolare una più rapida combustione.

          La mossa appare essere del tutto errata, ma saranno gli sviluppi successivi a dirci quanto.

 

 Giuseppe Bellantonio

 

 

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