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Perché il Governo Draghi non durerà a lungo ?

Iniziare una riflessione con una domanda che contiene già la risposta non sarebbe corretto ma va dritto al punto.

Il Professor Draghi è un’economista banchiere e appartiene a quella generazione di uomini politici o accademici che ha fatto crescere il Paese facendo quadrare i conti con le decisioni giuste non con quelle popolari.

Il contesto politico e sociale nel quale è caduto il paese per colpa di una classe politica di governo sopraffatta dalla gestione dell’emergenza e dello slittamento progressivo dei problemi non può essere compatibile con un Governo tenico/istituzionale.

La ragione è evidente.

Nell’agenda della politica italiana e dell’Unione europea sono in fila questioni che attendono decisioni “politiche” non decreti esecutivi attuatori.

Il Covid19, la gestione dell’emergenza e del piano vaccinale hanno in parte diluito la visibilità centrale delle questioni politiche.

I continui trasformismi politici delle forze che hanno tenuto in vita l’ultimo Governo Conte hanno contribuito a rendere meno chiari i reali perimetri della contesa politica.

La realtà è che il paese ha bisogno ormai di scelte strategiche che risolvano in modo netto la portata delle azioni che andranno prese e scadenzate all’interno del Recovery Plan.

In questo contesto è evidente che mantenere il Reddito di Cittadinanza ed i “navigators” nella formula attuale o modificare la politica della disoccupazione giovanile con iniziative di inclusione e formazione anche prescrittive è una questione politica.

Analogo ragionamento riguarda lo sblocco delle grandi opere paralizzato dai veti del M5S in favore di un’economia green per la quale sarebbe auspicabile riconvertire intere aree industriali in siti turistici, magari senza turisti.

La riforma dell’Irpef e della Pubblica Amministrazione dovranno essere sostenute da forti  opzioni politiche e lo stesso può dirsi per la Sanità, la Giustizia e la Scuola.

La verità è che in Italia da diversi anni ormai sono in crisi le Istituzioni democratiche e con esse la Politica.

Il forte sviluppo della dimensione “social” ha contagiato tutti i settori della Vita economica e sociale ed ha sconvolto i paradigmi della politica rappresentativa.

La fine dei partiti politici come momento di sintesi e gestione del potere ha aperto la strada ad un movimentismo superficiale che privo di  argini è diventato talvolta elemento d’instabilità finendo per indebolire lo Stato e le sue istituzioni.

Ne è sintomo evidente la scelta maturata nelle ultime settimane di mettere in opera ogni artificio per evitare le elezioni anticipate che potrebbero far emergere maggioranze parlamentari polimorfe e trasversali e comunque diverse da quelle attuali  “gestibili” anche se con grandi sforzi e forzature.

Il Governo Draghi non durerà a lungo.

La speranza è che il Parlamento si preoccupi almeno di impostare la campagna vaccinale, di dare esecuzione alle misure di sostegno dell’economia ed al varo dei Piani programmati di ripresa attesi dalla Commissione europea.

 

Redazione di Betapress

 

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