GIOCHI DEL MEDITERRANEO, LE 4 ATLETE VINCITRICI, 30 giugno 2018. ANSA/ SIMONE FERRARO

Da sempre amo la Politica, quella con la P maiuscola, quella del confronto delle idee per trovare la soluzione migliore, quella dove la somma delle persone e dei contenuti, anche i più diversi, è molto di più della semplice somma aritmetica.

Allo stesso modo, non sono mai stato particolarmente interessato a tutto ciò che si ricomprende in urla, insulti, antagonismo, polemica e critiche fine a se stesse, volte a screditare o distruggere.

Non penso di avere titolo per criticare una persona, chi mi conosce sa che non si tratta di modestia o falsa modestia, mi permetto invece di criticare esclusivamente, talvolta anche in modo molto deciso, le azioni compiute.

Ho le mie idee, mi ritengo liberale e moderato; moderato, giusto per fare chiarezza, non significa “mollo”, ricordando una divertente quanto famosa conferenza stampa di un allenatore di calcio.

Quello che abbiamo letto, visto e sentito in questi giorni però non si può proprio leggere, vedere e sentire.

A Tarragona, in Spagna, si sono disputati i Giochi del Mediterraneo, in pratica una mini Olimpiade per i paesi che si affacciano sull’omonimo mare.

L’Italia, la rappresentativa Italiana, si è presentata con 502 atleti che si sono battuti in 31 discipline sportive e si è classificata al primo posto del medagliere con 56 medaglie d’oro e 156 totali.

Vi dirò di più, da quando esistono i Giochi del Mediterraneo, l’Italia è la nazione più vincente con ben 875 medaglie d’oro e più di 2.300 totali.

In questi giorni è apparsa da tutte le parti la foto delle ragazze che hanno vinto la 4x400mt di atletica e si è parlato del colore della loro pelle, con tanto di varie strumentalizzazioni e contro strumentalizzazioni, ma più che il colore della pelle, a mio modo di vedere, era opportuno guardare quello, azzurro Italia, della loro maglia; la stessa maglia che dovrebbero mettere tutti i politici perché chi fa politica rappresenta o si candida a rappresentare tutti noi, proprio come ogni volta che scende in campo la Nazionale.

Dallo Sport, la politica ha tanto, ma tanto, da imparare.

A cominciare dalla capacità di fare squadra; a Tarragona non pensiate che sia stata una gita, ci saranno stati sicuramente dei momenti di sconforto, delusione, difficoltà, fallimento e tensione ma io non ho visto atleti rilasciare dichiarazioni pubbliche incolpando, -magari anche a ragione- l’allenatore, l’organizzazione, gli arbitri o chicchessia.

Se è successo che abbiano esternato le loro motivazioni, l’avranno fatto ai diretti interessati.

Questo non perché non volessero vincere o mettersi al collo una medaglia in più, ci mancherebbe!

Un atleta compete sempre per vincere ma in questo caso c’era una vittoria che andava al di sopra di quella personale e hanno scelto, semplicemente, di contribuire al successo della rappresentativa.

Anche nel calcio, lo sport più conosciuto nella nostra penisola, dove tutti si sentono un po’ allenatori della nazionale, le critiche “pubbliche”, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono fatte dai diretti interessati ma, giustamente, dai commentatori.

Altro tema è quello dell’integrazione, sbandierato ovunque perché evidentemente fa ascolti e vendite, dove la politica preferisce la polemica alle soluzioni invece lo Sport l’ha già fatta e non con numeri e quote; le famose ragazze della 4×400 erano li, non per il colore della pelle o perché si sono integrate bene, ma perché scelte in base ad un criterio molto semplice: erano le più veloci per quella gara!

Cosi come chi ha fatto la staffette maschili o quelle nel nuoto, sono stati scelti sempre con lo stesso criterio. Magari qualcuno dei tanti esclusi, in cuor suo, si sentiva in grado di fare meglio, ma anche questo non l’ho letto sui giornali. Sono anche sicuro che se questo atleta avesse ragione lo leggeremo presto sui giornali, ma per i suoi successi.

Cari amici Politici, se mi permettete un consiglio, non fate i politicanti, quando c’è lo Sport, ascoltate, guardate e leggete, invece che rilasciare interviste o scrivere comunicati e post, prendete spunto e fate anche voi squadra, siate la nostra Rappresentativa Nazionale e, ve lo auguro di tutto cuore, fate come i ragazzi di Tarragona, andate a vincere le sfide che aspettano il nostro Paese, internamente, in Europa e nel Mondo!

 

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