seventies

I FAVOLOSI ANNI 70

 

Questo mio articolo nasce da un dialogo con un caro amico rocker che, proprio oggi è diventato papà del secondogenito Antonio.

Quale migliore dedica ed augurio….

AUGURI NINNO!!!

Difficile stilare un elenco di artisti italiani ed internazionali che hanno solcato il decennio 71-80: i favolosi anni ‘70.

Ne citerò alcuni tenendo presente che molti di essi (alcuni ahimè, sono deceduti proprio lo scorso anno; n.d.a.) sono giunti seppur malconci fino ai giorni nostri.

In Italia Lucio Battisti, i Pooh, Fabrizio De André, Antonello Venditti, Matia Bazar, Adriano Celentano, Mina, Francesco De Gregori, Premiata Forneria Marconi, Roberto Vecchioni, Lucio Dalla, Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Renato Zero, Angelo Branduardi, hanno imperversato con motivi che, parlavano di amore, di pace ma anche di politica e di ribellione fino a giungere (soprattutto per i cantautori; n.d.a.) alla vita dell’uomo comune con i suoi problemi e le sue conquiste.

In Inghilterra e negli States la facevano da padroni Elton John, David Bowie, The Who, Bee Gees, Roxy Music, Emerson, Lake & Palmer, Bob Dylan, Jim Croce, The Queen, Chicago, Mike Oldfield, Donna Summer, Carlos Santana, Fleetwood Mac, Rod Stewart, John Travolta & Olivia Newton John con lo splendido musical Grease fino ad arrivare ai Sex Pistols di Never Mind the Bollocks e a tutte quelle band che hanno rinnovato il Rock’n’Roll iniziandoci ai generi più duri.

Gli anni ‘70 infatti sono stati anni in cui si sono definiti nuovi generi, o meglio in cui si sono perfezionate le sfumature che dalla metà dei ’60 in poi hanno rotto gli argini che stringevano gli stili definiti alla fine del decennio precedente.

Molto complesso analizzare i cambi epocali dal punto di vista musicale e, tralasciando il nostro paese che ha generato, a mio avviso, poche novità di rilievo nel decennio preso in esame (tranne alcune band legate soprattutto al Rock Progressivo e stimatissimi a livello internazionale per l’alta qualità tecnica dei componenti: PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Area, Le Orme etc. n.d.a.), mi limito a citare alcuni esempi di artisti e band oltre manica e oltre oceano che fanno parte della mia storia e che non ho mai negato essere a me molto care.

Partirei dal maestro Jimi Hendrix che proprio nel decennio in questione ha ridisegnato un nuovo modo di fare blues, facendo parlare, piangere e lamentare il suo “ferro”, donando una potenza tutta nuova alle solite scale pentatoniche minori (le tipiche scale blues; n.d.a.).

Bisognerà attendere i primi anni ’80 con Edward Van Halen per trovare un cambiamento “epocale” nel modo di suonare la “sei corde”, ma di questo “mostro sacro” parleremo in modo esclusivo nelle prossime settimane.

Altre Band hanno tracciato le nuove strade ed i nuovi sound dei “settanta”: i Deep Purple, “accusati” di aver creato l’Hard Rock, i Led Zeppelin che hanno “frullato” assieme Rock’n’Roll, Soul & Rock Blues donandoci ritmiche e sonorità inconfondibili ed emulate ancor oggi da centinaia di Band, i Black Sabbath, iniziatori dal punto di vista sia musicale che a livello lyrics di quello che secondo molti diventerà Black/Gothic Metal e secondo chi vi scrive dell’ottimo Hard Rock. Ed ancora: Jethro Tull con l’introduzione del flauto traverso nella classica formazione basso/chitarra/batteria tipica del Rock, i mitici ZZ Top, capaci di innovarsi di album in album fino ad arrivare agli anni ’80 con un sound arricchito con synth e tastiere e capaci con il loro South Rock Blues di conquistare intere generazioni di audiofili, ed ancora i Kiss che con il loro Rock melodico ed il favoloso make-up facciale che, pur influenzando dal punto di vista estetico band “mascherate” come Slipknot, Lizzy Borden e pure il chitarrista Wes Borland (Limp Bizkit) hanno creato un fenomeno difficilmente ripetibile.

Poi ci sono i Boston, gli Asia, i Kansas, i T-Rex, i Nazareth, Iggy Pop, Alice Cooper, i mitici Motörhead, artisti che hanno a volte innovato a volte confermato ma in modo originale le linee di Rock’n’Roll derivate dagli anni ’60, per non parlare infine degli sperimentatori quali King Crimson, Van Der Graaf Generator, i già citati Emerson Lake&Palmer, Caravan e Camel etc.

La particolarità di quegli anni è stata proprio l’innovazione!

La musica negli anni ’70 ha avuto una dignità ed un peso artistico che oggi, stretta tra “social” e “talent”, purtroppo è inimmaginabile.

Voglio soffermarmi sugli AC/DC (sono di parte è vero! Avevo 7 anni quando ascoltai la prima song della band australiana – She’s Got Balls; n.d.a.) ai quali si deve la creazione del “muro del suono” con le chitarre dei fratelli Young unite ad un potentissimo basso/batteria ed un cantato stridente e aggressivo che proprio a partire dai primi anni ’70 hanno lasciato una impronta personalissima ed indelebile al Rock Blues in 4/4 che è arrivata fino ai nostri giorni. Chi poi non conosce i versi e l’interpretazione scenica basati sullo stereotipo del “ragazzaccio” vestito da scolaretto del mitico Angus Young alzi la mano!

Forse sono il gruppo musicale con più fans al mondo, emblematica la vicenda di un noto Dj che, pensando di avere risposte favorevoli durante un evento di musica “Techno” disse: “AC/DC? …una delle band più supervalutate della storia del Rock”. Evidente l’immediata reazione del “suo” pubblico, figuriamoci fosse stato un pubblico di “rockers”!

Caro lettore vorrei lasciarti con un famoso brano (presente nella versione australiana ma non in quella mondiale; n.d.a.) tratto dall’ indiscusso capolavoro del 1976 “Dirty Deeds Done Dirt Cheap”: Jailbreak.

Buon ascolto e viva i Seventies!!!

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=TXXO9_3gb3o

 

 

perth

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