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IL GIORNO DEL RICORDO

Il 10 Febbraio si celebra il Giorno del Ricordo: solennità civile italiana, che vuol mantenere vivo il ricordo dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata.

Venne istituita nel Marzo 2004, con l’intento di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale“.

Momenti di intensa commozione vengono vissuti dai parenti delle persone soppresse e infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle provincie dell’attuale confine orientale.

Ma è anche un momento di profonda italianità, poiché tutta questa gente ha profondi vincoli con la propria Patria, al pari di quanti – pur ‘tagliati fuori’ da tuttora discutibili intese internazionali, e posti oltre il confine italiano – in cuor loro hanno mantenuto forti legami con la madre Patria.

Il giorno prescelto coincide con  il giorno in cui, nel lontano 1947, furono firmati i Trattati di Pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia; territori in precedenza facenti parte dell’Italia: e questo è bene evidenziarlo.       

Nell’imminenza della ricorrenza, ho intervistato in esclusiva per BETAPRESS il Dott. Antonio Ballarin – esule di seconda generazione nato al Villaggio Giuliano Dalmata di Roma, come lui ama precisare – già Presidente FederEsuli – Federazione delle Associazioni degli esuli Istriani, Fiumani e Dalmati

 

Dott. Ballarin, come ci si appresta a celebrare questo particolare Giorno?

Nell’approssimarsi del Giorno del Ricordo osserviamo, in questi ultimi anni, un crescendo di intemperanza da parte dei veterocomunisti, quelli che ancora oggi, tenacemente, continuano a giustificare i massacri perpetrati dalle milizie di Tito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale in Istria, Quarnaro e Dalmazia.

Quattro anni fa era uscito un articolo del Collettivo Nicoletta Bourbaki ripreso dall’ “Internazionale”, poi è stata la volta di Moni Ovadia su “il Manifesto”, poi Eric Gobetti con il libro “E allora le Foibe?”, poi il Prof. Montanari con le sue particolari dichiarazioni, e così via.

Obiettivo: giustificare l’odio anti-italiano perpetratosi ben oltre il 1945 e che ha portato all’uccisione (foibe, fucilazioni, annegamenti e deportazioni in lager) di circa 12.000 persone italofone.

 

Quindi, permane l’amarezza per il perdurare di un anti-storico ‘giustificazionismo’? 

Certo! Vuol sapere il teorema del giustificazionismo? Molto semplice… ‘Fascismo’: dunque, ‘Foibe come reazione’, dunque ‘Esodo come conseguenza’.

A fronte di ciò, sorgono due domande:

La prima: ma l’odio anti-italiano nell’Adriatico Orientale non era nato prima, con gli Asburgo?

La seconda: giustificare il crimine commesso da A nei confronti di B (A GUERRA FINITA), in quanto B conosceva/era parente/era assimilabile a C, nemico di A, non è come legittimare il concetto di faida?

In altre parole: Pippo era nemico giurato di Pluto, Paperino è amico di Pippo, Pluto ammazza Paperino.

 

Avete provato a stimolare un incontro chiarificatore, al fine di pervenire ad una Verità unica e condivisa?

Da questo orecchio i veterocomunisti non ci sentono, né intendono confrontarsi su di un piano squisitamente storico, fatti alla mano: così prediligendo una ‘storia’ ad usum.

Ed hanno talmente paura della verità – e, con essa, di noi: in grado di smentire TUTTE le loro assurde tesi con la nostra stessa vita – che evitano accuratamente – e, mi permetta, con testarda ostinazione – qualsiasi confronto con il Popolo dell’Esodo Giuliano-Dalmata.

È la classica tattica a loro tanto cara: seminare DIS-INFORMAZIONE senza possibilità di smentita (p.e.: ricordate Chernobyl? Diceva allora ‘la Pravda’ di Mosca: “Tutto ok! Tutto sotto controllo!”), ignorando, aggirando o mistificando le tragiche VERITA’.

 

Ma queste posizioni sono ovunque, in Italia?

Fortunatamente, no.

Ad esempio, la Regione Piemonte, con coraggio e con grande obiettività, ma anche affettuosità per il nostro mondo – così rispettandone le sofferenze, e per dare dignità alla Memoria storica di questa Nazione ‘scordarella’ – organizza eventi e pubblica un manifesto, di grande effetto, per la ricorrenza del Giorno del Ricordo.

I veterocomunisti si arrabbiano, strepitano e gridano allo scandalo. Forse, avrebbero preferito, nel manifesto della Regione Piemonte, vedere il Fascio Littorio al posto della Stella Rossa sui baschi dei soldati?

Le facce terrorizzate dei civili, invece, sono proprio quelle dei nostri cari a guerra finita.

Evidentemente, la Regione Piemonte ed il suo illuminato Assessorato all’Emigrazione hanno colpito nel segno.

Un grande plauso va al loro lavoro, alla loro onestà intellettuale, al loro sforzo nel proporre la narrazione corretta della Storia.

 

Nel ringraziarla per questa intervista, un’ultima domanda: ci sono ancora verità nascoste?

Al riguardo, una evidenza tra altre: Vergarolla… una pagina di intensa tragicità cui ancora non è stata data degna, chiara ed esaustiva lettura e quindi risposta. Ma noi esuli siamo tenaci: la ricerca della VERITA’ e un profondo desiderio di GIUSTIZIA sono uno sprone che è nel nostro DNA, di generazione in generazione.

 

 

Giuseppe Bellantonio

 

 

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