Ieri e Oggi
Alla vigilia di una nuova” ri- hell- lezione” europea non poteva mancare il concertone di Muti con discorsetto finale: non ha bisogno di molti commenti e analisi il messaggio forte è chiaro massonico alla platea di un non Presidente della Repubblica e sodali, sull’ idea dell’orchestra sinonimo di società e che tutti devono concorrere i maestri come i cittadini ad un unico bene che è quello dell’armonia di “tutti “!!.
Ovviamente quei “Tutti” sono sempre loro, i famosi “fratelli tutti” di bergogliana memoria e illuministi di “fraternite’ ” parola esclusiva come inclusiva al tempo stesso, dipende per chi è rivolta . Prendendomi una licenza espressiva che mi garba assai ,” vernicolando” un pochino:” fraternite’… fraternite’, Fo’ quel che pare a me’!!” Per intenderci.. Scelta dell’arena di Verona- romana come luogo della celebrazione musicale, non fu’ certo scelta errata e infausta, visto il passato dei supplizi cristiani e le grida antiche di dolore e spavento che le mura riecheggiano e riportano a tutt’oggi.
Riecheggio ,dicevo, delle opere liriche romantiche che si disperde nell’ ampiezza degli spazi, come del resto vuole scientemente chi ha organizzato l’evento.
Riflettevo, allora, che la musica occidentale, come noi l’ascoltiamo adesso, è uno dei grandi patrimoni culturali che la religione cristiana ha conservato e sviluppato nel tempo.
Va ricordato che sin dall’inizio la Chiesa Cattolica si trovò a dover considerare il problema dell’inserimento della musica nella sua liturgia e ciò fece “interiorizzando” la musica, vale a dire facendo in modo che la musica abbandonasse la strada e gli spazi aperti, in generale, per entrare nelle chiese e nelle cattedrali.
Le Chiese, dal punto di vista architettonico, sono soprattutto luoghi di culto, ma nella loro evoluzione storica sono state anche luoghi per la musica.
Per trattare delle caratteristiche acustiche delle Chiese mi soffermerò prevalentemente sulla riverberazione sonora, sia perché questo fenomeno è il più vicino all’esperienza acustica di tutti noi sia perché può essere quantificata con un parametro molto noto: il tempo di riverberazione .
La riverberazione sonora è dovuta alla riflessione multipla del suono ai confini dell’edificio e sugli oggetti presenti, e produce una più o meno lunga permanenza del suono nell’ambiente. La riverberazione sonora è un effetto acustico legato alle dimensioni dello spazio confinato e contribuisce a fornire caratteristiche particolari ai suoni percepiti.
Per effetto della riverberazione, infatti, il suono permane nell’ambiente anche dopo l’estinzione dell’emissione avvolto, quindi, in alone di mistero. Una forte riverberazione sonora comporta tempi di riverberazione lunghi, dell’ordine di parecchi secondi, e coincide con grandi volumi oltre che con l’impiego nella costruzione degli edifici di materiali acusticamente riflettenti, quali marmi, pietre e intonaci.
Sempre in relazione all’acustica, qualche considerazione si può fare anche sulle forme planimetriche delle chiese. Le planimetrie delle chiese mostrano anch’esse un’evoluzione nel tempo. La forma basilicale, derivata direttamente dagli edifici civili romani e impiegata nelle prime chiese paleocristiane, risulta molto buona dal punto di vista acustico.
L’interposizione del transetto, con la realizzazione della configurazione a croce, peggiorò questa situazione. La maggior parte dei fedeli si concentrava nella navata centrale, mentre quelle laterali fungevano per lo più da deambulatorio. La soluzione ai problemi acustici fu trovata concentrando nella navata centrale tutte le sorgenti sonore, vale adire: l’altare, il pulpito, l’organo e la schola cantorum (questi ultimi due posti di solito in posizione rialzata in controfacciata). Questo schema planimetrico ebbe successo per lungo tempo, finché le sorgenti acustiche, non furono allontanate dalla navata centrale o, peggio ancora, isolate, come avvenne ad esempio per l’organo e il coro, con il loro trasferimento nei bracci del transetto. L’aggiunta del transetto alla pianta basilicale portò, come si è detto, alla forma planimetrica a croce (croce latina) e successivamente nei periodi rinascimentale e barocco alle varie forme centrali, come la croce greca. Croce di volta che rappresenta la summa di tutto il concetto Cristico sia architettonico che religioso.
Concio o pietra angolare senza la quale tutto viene giù cadendo rovinosamente.
Come è chiaro ed evidente che verrà giù da sola quella pseudo casa europea chiamata unione che tutti vogliono puntellare chiamando alle urne ignari ed incantati cittadini, ai quali viene richiesta una legittimità che non c’è o non c’è mai stata,sia con le Opere liriche che senza.
Sia con un Muti nelle vesti più di cameriere che di Direttore sia nelle idee che le opere esprimono ed emanano .
Ma c’è un altro aspetto che emerge in questo concerto di Verona che appare funesto e fausto, per una probabile terza guerra mondiale nucleare:
Idea infelice di sostituire un altro capro espiatorio ma certamente comodo, come Putin accusato di essere il nuovo Hitler lascia attoniti.
Rileggo quel che successe in altra occasione storica a
Fine Agosto 1937, Salisburgo: Toscanini e Furtwängler sono in contemporanea al grande Festival. Inaspettatamente il maestro tedesco va a trovare il maestro italiano, di quasi venti anni più grande. E’ una visita inattesa, e soprattutto non desiderata dal maestro italiano. Ecco il nocciolo della questione (traduco dall’inglese). Toscanini: “So bene che non siete un membro del partito nazista, so anche che avete aiutato i vostri amici ebrei (108); ma chiunque diriga nella Germania Nazista è un Nazista”. Furtwängler nega assolutamente di essere nazista e risponde seccato ma lucido: “Quindi, secondo voi, arte e musica sono semplice propaganda, una distorsione, come accade in qualunque forma di governo al potere: se un governo nazista è al potere, io come direttore sono nazista; se è un governo comunista io sono comunista; se è un governo democratico, io sono un democratico. No, mille volte no! La Musica appartiene a un mondo differente, ed è oltre gli eventi politici”.
Ovviamente Toscanini non è d’accordo. E ciò conclude la discussione (e, aggiungo, non solo la discussione ma molto di più: rovina definitivamente il già complicatissimo rapporto). Tra le diecimila cose che dovrei dire ne scelgo pochissime, indispensabili.
Il maestro ha sempre rifiutato la tessera del Partito, mentre Von Karajan ne aveva 2, era uno dei pupilli di Goring, e suonava sempre l’inno nazionalsocialista prima di ogni concerto, in quegli anni. Furtwängler evita di partecipare alle celebrazioni delle Olimpiadi del ‘36 a Berlino: diceva Goebbels “c’è qualche ebreo che Furtwängler non conosca?!”.
Andiamo avanti: ultimi mesi di guerra, fine 1944. La moglie di Himmler fa avvisare il maestro che Hitler ha approvato un piano per pedinarlo, spiarlo, e registrare ogni suo movimento, ogni sua esternazione…si può immaginare con quali fini! Alla fine di un suo concerto, in una Berlino già in gran parte ridotta a uno scheletro, si avvicina Albert Speer, il ministro degli armamenti, al quale Furtwängler chiede se a questo punto rimane qualche speranza per la Germania; Speer nega, e consiglia vivamente di lasciare il paese e rifugiarsi in Svizzera.
Le attività del maestro sono ormai ridotte a una altalena, tra Berlino e Vienna; anche Vienna è devastata: l’ultimo concerto a Berlino è del 23 Gennaio 1945, poi si va, l’ultima volta, a Vienna, in treno, tra mille difficoltà e 2 giovani vestiti interamente in nero (Gestapo?) che in treno e nella città austriaca, Hotel Imperial, spiano sempre ogni movimento.
Sappiamo per certo di un ultimo concerto viennese del 28 Gennaio 1945. Ma su Internet ho trovato notizie di un’ulteriore data, primissimi di febbraio, e c’é in nastro su Youtube un Finale della 1° sinfonia di Brahms, caricato da una persona di lingua spagnola che dice chiaramente essere l’ultimo concerto durante la guerra, con i Sovietici quasi alle porte, anche di Vienna.
Passato avventurosamente via Bregenz, il maestro entra in Svizzera l’ 8 Febbraio, accolto dall’amico e suo strenuo difensore con Yehudy Mehuin , il direttore Ernest Ansermet, gigante dell’interpretazione del ‘900, dell’impressionismo e di tanta musica russa.
In uno scenario da incubo, i Berliner danno il loro ultimo concerto il 12 Aprile 1945, che si chiude con il finale del “Crepuscolo degli Dei” wagneriano: appunto la fine di un mondo, la delirante illusione del Reich Millenario. All’uscita della sala, adolescenti in divisa nera, distribuiscono ai presenti capsule di cianuro. Il 30 Aprile Hitler si suicida con Eva Braun.
I sovietici sentono per tutto il Bunker l’inconfondibile odore di mandorla del cianuro. La sola Battaglia di Berlino in meno di 3 settimane vede 150 mila morti tra i soldati sovietici, e la stessa cifra (se non più alta) tra i civili berlinesi.
In questa sinfonia apocalittica, per la morte del Fuhrer la radio trasmette l’Adagio della Settima Sinfonia di Bruckner, eseguita da Furtwängler nel 1942, quale, diciamo così, marcia funebre di accompagnamento.
Spero che, non i corsi e ricorsi storici mi smentiscano, ma il buon senso e quel poco di senso di Fede Cristiana che il cosiddetto mondo occidentale incarna non commetta questo grande e grave errore non più rimediabile per molti ed anche per quei “tutti”.