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Ieri come oggi la narrazione dei media, ad occulto fine propagandistico, orienta il comportamento dei popoli. Rimettere le cose a posto diventa così…

 

Forse oggi, per capire cosa accade e perché, dobbiamo guardare le similitudini con ciò che accadde ieri.

Ma spesso commettiamo gli stessi errori in fatti analoghi dimenticando il passato.

Prendo spunto da uno scritto dell’Amico Roberto Biffis che ringrazio, pubblicato su Facebook, che descrive uno dei fatti più vergognosi cui gli Italiani si sono macchiati con terribili azioni contro gli stessi Italiani, riportando poi le parole dello storico Guido Rumici.

Il Treno della vergogna.

Un fatto accaduto nella stazione di Bologna centrale, la stessa stazione tristemente nota per una delle più sanguinose e terribili stragi avvenute in Italia dal dopoguerra ad oggi.

Allora, era il 1947, numerosi giornali mostrarono disprezzo verso gli esuli Italiani che abbandonavano le loro città … creando un clima che portò poi a quei vergognosi fatti ricordati da Roberto su Facebook.

Solo nel 2007, nella stessa stazione dove si verificarono tali fatti, vicino al primo binario e nel Giorno del ricordo, istituito il 30 marzo del 2004 con legge n.92, l’amministrazione comunale di Bologna fece apporre una lapide commemorativa.

Così si scriveva sulla lapide:

– “Nel corso del 1947 da questa stazione passarono i convogli che portavano in Italia esuli istriani, fiumani e dalmati: italiani costretti ad abbandonare i loro luoghi dalla violenza del regime nazional-comunista jugoslavo e a pagare, vittime innocenti, il peso e la conseguenza della guerra di aggressione intrapresa dal fascismo. Bologna seppe passare rapidamente da un atteggiamento di iniziale incomprensione a un’accoglienza che è nelle sue tradizioni, molti di quegli esuli facendo suoi cittadini. Oggi vuole ricordare quei momenti drammatici della storia nazionale. Bologna 1947-2007” –

Giustificare “atteggiamento di iniziale incomprensione” riportato nella lapide a ricordo di ciò che avvenne nella stazione, indica chiaramente che la propaganda, soprattutto mediatica, alimenta spesso un odio talmente profondo che difficilmente sarà sopito.

Il forte connubio tra il potere ed i media crea quella propaganda, cosa assai diversa dall’informazione, capace di indirizzare e condizionare l’opinione pubblica.

Sono infatti trascorsi tanti anni e nonostante leggi apposite, già promulgate tardi rispetto i fatti accaduti, c’è ancora chi nega l’accaduto e denigra gli esuli, e i loro martiri.

Prima di lasciarvi al mesto ricordo di questa vergognosa pagina della Nostra storia Italiana, invito il lettore a riflettere su fatti assai più recenti, se non di quotidiana attualità, che possano presentare analogie e non solo, nella quale la propaganda, spesso proclamata informazione, crea delle fratture talmente profonde che sono poi difficili da sanare.

 

 

 

18 Febbraio 1947 il Treno della vergogna

 

Il 16 febbraio 1947 molte famiglie, con anziani e bambini, partirono dalla città di Pola verso la madrepatria Italia. Erano esuli, non potevano e non volevano più vivere in Istria a Fiume o in Dalmazia. Avevano sperato sino all’ ultimo che quei territori, la loro casa da sempre, non fossero ceduti allo straniero barbaro slavo comunista.

Sbarcati nella maggioranza dei casi ad Ancona, ad attenderli vi erano esercito e carabinieri, lì per proteggerli dalla folla di connazionali comunisti che non volevano in alcun modo aiutare chi scappava dal “paradiso” comunista jugoslavo e dall’ eroe liberatore Tito.

La sera successiva vennero stipati su un treno merci, sistemati tra la paglia all’interno dei vagoni e martedì 18 febbraio giunsero alla stazione di Bologna dove la Croce Rossa aveva prepara dei pasti caldi soprattutto per i bambini, alcuni veramente in tenera età e per gli anziani.

Alle ore 12 dai microfoni della stazione, ad opera di ferrovieri tutti del Partito Comunista Italiano, risuonò il seguente avviso:” Se i profughi si fermano per mangiare, lo sciopero bloccherà la stazione.”.

Il treno fu assaltato più volte e preso anche a sassate da giovani che sventolavano la bandiera rossa, altri assaltarono i banchi preparati per sfamare quella povera gente arrivando addirittura a versare sui binari il latte destinato ai piccoli bambini che erano in grave stato di disidratazione.

Il treno fu fatto ripartire, per non bloccare tutto lo snodo che era centrale, verso La Spezia dove gli esuli poterono sfamarsi e furono alloggiati in una caserma nella massima sicurezza.

 

Riporto le parole dello storico Guido Rumici

 

Si trattò di un episodio nel quale la solidarietà nazionale venne meno per l’ignoranza dei veri motivi che avevano causato l’esodo di un intero popolo. Partirono tutte le classi sociali, dagli operai ai contadini, dai commercianti agli artigiani, dagli impiegati ai dirigenti. Un’intera popolazione lasciò le proprie case e i propri paesi, indipendentemente dal ceto e dalla colorazione politica dei singoli, per questo dico che è del tutto sbagliata e fuori luogo l’accusa indiscriminata fatta agli esuli di essere fuggiti dall’Istria e da Fiume perché troppo coinvolti con il fascismo. Pola era, comunque, una città operaia, la cui popolazione, compattamente italiana, vide la presenza di tremila partigiani impegnati contro i tedeschi. La maggioranza di loro prese parte all’esodo.

 

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Treno_della_vergogna

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