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Le Olimpiadi sono iniziate, iniziate assai male.

Peccato, purtroppo la cerimonia di apertura è stata ritenuta da alcuni un utile strumento di propaganda di parte.

Un Gay Pride in mondo visione, così lo hanno commentato in molti.

Una strumentalizzazione dello sport olimpico al fine di imporre un punto di vista, una cerimonia divisiva.

In quanto tale lontana dallo spirito che è elemento alto delle Olimpiadi.

Alcuni hanno ritenuto di commentare la cerimonia inaugurale come “offensiva”, non lo condivido.

Perché “offensiva”?

La cerimonia è stata solo “inadeguata”, incapace di trasferire al mondo le tradizioni e la antichissima cultura francese e il motivo profondo per cui si svolgono le Olimpiadi.

Parigi è il simbolo della “grandeur”.

Dove questa arrogante certezza di superiorità francese poteva essere percepita nella trama narrata in questa cerimonia?

Fossi un francese, un parigino, sarei deluso.

Sarei arrabbiato che così poco, forse nulla, della importante storia di Francia fosse portato al centro del mondo attraverso un momento irripetibile quale è la cerimonia di apertura di una olimpiade moderna.

Una città che ospita il Louvre, la Tour Eiffel, simboli come l’Arco di Trionfo e, forse soprattutto, la immensa cattedrale di Notre Dame, senza dimenticare Versailles che da Parigi è così vicina, si è ridotta ad ospitare un Gay Pride in mondo visione.

Come non provare mestizia nell’essere stati costretti a vedere quelle immagini di una “ultima cena in salsa Pride”?

Parigi, per noi amanti del classico, per fortuna, rimarrà la città ove potersi esaltare davanti alla Gioconda in quel immenso tempio della cultura che è il Louvre.

Da uomo oramai canuto ed avvezzo alla sopportazione degli eccessi di chi confonde il “personale” con il “globale” ricordo con un coacervo di emozioni quando, allora giovane inesperto, andai con alcuni amici a vedere uno spettacolo del, al tempo, iconico Mouline Rouge.

Oggi I giovani, dal loro telefonino, possono vedere ben altro rispetto a due seni ed a gambe dritte e magnifiche.

Oggi non si “sogna” più, si “guarda”.

Forse proprio per questa perdita del “proibito” coloro, politici e coreografi che fossero, che volevano cercare di imporre una “ideologia” hanno ridotto un momento così importante a tanta pochezza.

Ieri pioveva a Parigi, avrà lavato tutto, ora, per fortuna, noi tutti potremmo tornare alla normalità delle gare olimpiche.

Come avrebbe detto un giovane bambino dell’asilo di venti anni fa, potremmo riprendere a “giocare”.

Lui, con la saggezza e la purezza dell’infanzia, avrebbe usato queste parole: “Papo oggi mi sono divertito, abbiamo giocato femmine con le femmine e maschi con i maschi”, la perfezione proposta nella Genesi, in quel momento, sarà tornata al centro del mondo.

Già, proprio la Genesi, allorquando scrive ai versetti 1,26-28 “Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina e disse loro di crescere e di moltiplicatevi”.

Il “resto” è “attività da camera da letto”, roba “intima” non da Cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi.

Speriamo che chi non ha saputo comprendere una cosa così semplice abbia il desiderio di respirare la cultura antica di quella magnifica città che è Parigi.

Se lo saprà fare, forse, potrà vivere con maggiore serenità il suo futuro.

Anche in camera da letto.

 

Ignoto Uno

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