Italia fanalino di coda sul sistema di valutazione e supporto delle scuole.
comitato di redazione 12 Gennaio 2025 0Il ruolo del dirigente tecnico è una delle figure centrali, e allo stesso tempo più trascurate, del sistema scolastico italiano.
Si tratta di un professionista incaricato di monitorare, valutare e supportare la qualità dell’istruzione, garantendo che le politiche educative definite a livello centrale trovino applicazione concreta nelle scuole.
In un Paese come l’Italia, caratterizzato da profonde differenze territoriali e strutturali, questa figura riveste un’importanza strategica per assicurare equità e qualità nell’offerta formativa.
La funzione principale del dirigente tecnico è quella di supervisionare il sistema scolastico, verificando il rispetto delle normative ministeriali e promuovendo standard di eccellenza.
All’interno del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV), istituito con il DPR 80 del 2013, il dirigente tecnico svolge un ruolo essenziale nella valutazione esterna degli istituti scolastici, contrastando il rischio di autoreferenzialità.
Grazie al suo intervento, è possibile delineare strategie di miglioramento per le scuole e promuovere un sistema educativo più trasparente ed efficace.
Le funzioni principali del dirigente tecnico
- Supervisione e controllo
Il dirigente tecnico è incaricato di verificare che le scuole rispettino le normative ministeriali e garantiscano standard qualitativi adeguati. Questa supervisione è essenziale per assicurare un sistema educativo equo ed efficace, evitando che le differenze territoriali e istituzionali diventino barriere per gli studenti. - Valutazione della qualità scolastica
Il dirigente tecnico è uno degli attori principali del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV), introdotto dal DPR 80/2013. Ha il compito di condurre visite ispettive esterne agli istituti scolastici per valutare la qualità reale dell’offerta formativa, contrastando l’autoreferenzialità che può emergere nei processi di autovalutazione interna delle scuole. Attraverso questa analisi, contribuisce a delineare strategie di miglioramento. - Supporto tecnico-didattico
Oltre alla funzione ispettiva, i dirigenti tecnici hanno un ruolo propositivo. Offrono supporto ai dirigenti scolastici e agli insegnanti nella progettazione e implementazione di metodologie didattiche innovative, promuovendo la diffusione delle buone pratiche educative. - Monitoraggio delle politiche educative
Essendo parte integrante dell’amministrazione centrale e periferica del Ministero dell’Istruzione, i dirigenti tecnici monitorano l’attuazione delle politiche educative, identificando criticità e suggerendo interventi correttivi. In questo modo, contribuiscono a mantenere il sistema scolastico coerente con gli obiettivi strategici nazionali.
Oltre alla funzione ispettiva, i dirigenti tecnici offrono supporto tecnico-didattico ai dirigenti scolastici e agli insegnanti, favorendo l’introduzione di metodologie innovative e la diffusione di buone pratiche educative.
Allo stesso tempo, monitorano l’attuazione delle politiche educative, individuando criticità e suggerendo interventi correttivi.
In questo modo, il dirigente tecnico non è solo un controllore, ma anche una guida per le scuole, soprattutto in un contesto in cui le differenze territoriali, economiche e infrastrutturali rappresentano una sfida costante.
Eppure, questa figura fondamentale è stata relegata ai margini del sistema scolastico italiano.
Attualmente, il nostro Paese conta solo 55 dirigenti tecnici operativi a tempo indeterminato e 70 a tempo determinato, per oltre 8.000 istituti scolastici, più le scuole paritarie, un rapporto che rende praticamente impossibile un monitoraggio regolare e approfondito.
Questo dato appare ancora più drammatico se confrontato con altri Paesi europei: in Francia, ad esempio, operano oltre 1.500 ispettori per un numero simile di scuole, con un rapporto di un ispettore ogni 6 istituti.
La Germania, con il suo sistema decentralizzato, garantisce un controllo capillare grazie a migliaia di ispettori distribuiti nei vari Länder.
Nel Regno Unito, l’Ofsted assicura una supervisione continua ed efficace.
In Italia, invece, il rapporto di un ispettore ogni 70 scuole evidenzia una carenza strutturale che compromette l’efficacia dell’intero sistema.
Nonostante le promesse dei vari ministri che si sono succeduti negli ultimi anni, la situazione non è migliorata.
Il ministro Giuseppe Valditara, ad esempio, ha dichiarato anni or sono che il numero di ispettori sarebbe stato portato a 390 unità, un dato che però non trova riscontro nella realtà, in cui mancano bandi e investimenti adeguati.
Anche i predecessori di Valditara, da Stefania Giannini con la “Buona Scuola” a Patrizio Bianchi durante la pandemia, hanno più volte sottolineato l’importanza del sistema ispettivo, senza però fornire soluzioni concrete.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) continua a muoversi in modo paradossale e disorganizzato, come dimostra il recente bando per l’assunzione di 145 nuovi dirigenti tecnici con funzioni ispettive.
Sebbene l’iniziativa sembri un passo avanti rispetto alla cronica carenza di ispettori scolastici, in realtà nasconde un’assurdità che sottolinea l’incapacità di questo Paese di comprendere e gestire la rete scolastica.
Attualmente, il sistema scolastico italiano conta appena 120 ispettori operativi su un fabbisogno che, secondo stime realistiche, dovrebbe superare le 1.000 unità.
Il concorso bandito dal MIM per 145 nuovi dirigenti tecnici è, quindi, una goccia nel mare, insufficiente a risolvere il problema.
Tuttavia, l’aspetto più incredibile è che, mentre si cercano nuovi ispettori, il ministero ignora i circa 70 dirigenti tecnici già in servizio a tempo determinato, molti dei quali hanno maturato anni di esperienza preziosa sul campo.
Invece di stabilizzarli, il ministero sembra disposto a lasciare che queste competenze vadano perdute, con il risultato che i nuovi ispettori, privi di esperienza, entreranno in un sistema complesso senza una guida adeguata.
Questa scelta è emblematicamente miope: i 70 dirigenti tecnici già attivi, che conoscono i meccanismi della rete scolastica, potrebbero essere utilizzati come mentori per i nuovi assunti, accelerando il loro inserimento e garantendo un trasferimento efficace delle competenze.
Invece, si preferisce ricominciare da zero, in un loop che dimostra quanto poco il ministero comprenda la realtà del sistema scolastico.
A questa gestione confusionaria si aggiunge il comportamento del ministro Giuseppe Valditara, che non perde occasione per scagliarsi contro i cosiddetti “diplomifici” – scuole private accusate di rilasciare titoli con scarsa qualità formativa – ma, nei fatti, non fa nulla di concreto per contrastarli.
Le sue dichiarazioni sembrano più un esercizio di retorica politica che un impegno reale per risolvere i problemi.
Il controllo della qualità scolastica, che spetterebbe proprio agli ispettori, rimane gravemente insufficiente a causa della mancanza di personale e di una pianificazione strategica.
Continuare a denunciare i diplomifici senza dotarsi degli strumenti necessari per monitorare e intervenire nel sistema è un evidente segnale di incoerenza.
Il problema è sistemico e va oltre il singolo bando.
L’Italia non sembra avere una visione chiara di come deve funzionare la rete scolastica.
Il controllo qualitativo degli istituti, il monitoraggio delle politiche educative e il supporto tecnico-didattico sono attività che richiedono competenze e personale adeguato, ma queste priorità vengono costantemente ignorate.
Al contrario, si assiste a interventi frammentari, spesso più dannosi che risolutivi, che dimostrano una cronica incapacità di pianificazione.
Il risultato è un sistema scolastico che procede a rilento, incapace di affrontare le proprie sfide.
Il paradosso del bando per 145 nuovi ispettori senza considerare i 70 già in servizio è solo l’ultimo esempio di come il ministero sembri agire senza una strategia coerente.
Continuando su questa strada, il sistema scolastico italiano rischia di restare ostaggio di politiche inefficaci, retorica vuota e opportunità sprecate.
Il risultato è un sistema scolastico lasciato in balia delle sue criticità, con poche opportunità di verifica e supporto esterno.
È tempo che la politica italiana abbandoni le logiche del proclama e si impegni con urgenza a garantire un sistema scolastico all’altezza delle sfide moderne, investendo immediatamente nel rafforzamento dei dirigenti tecnici, la spina dorsale della qualità e della trasparenza educativa, perché senza un controllo e un supporto adeguato, l’istruzione italiana rischia di collassare sotto il peso della sua stessa inerzia.
La promessa di un ciclo di valutazione triennale per tutte le scuole, prevista dal DPR 80/2013, appare oggi un obiettivo irrealizzabile.
Infatti considerando anche la rete delle scuole paritarie un a scuola potrebbe ricevere una visita ispettiva ogni 7 anni.
La situazione del sistema ispettivo scolastico italiano è emblematicamente critica e rappresenta una delle tante contraddizioni della gestione della pubblica istruzione nel nostro Paese.
Il dato di una visita ispettiva ogni 7 anni, considerando sia le scuole statali che quelle paritarie, è una condizione inaccettabile per un sistema che si propone di garantire qualità, equità e trasparenza nell’istruzione.
Tre problemi strutturali
- Carenza di personale: Con soli 120 ispettori, il sistema è matematicamente incapace di assicurare un controllo regolare e significativo. Questo non è solo un problema numerico, ma anche strategico, poiché l’assenza di ispezioni sistematiche lascia spazio all’autoreferenzialità e all’inefficienza.
- Incapacità di visione strategica: La politica non sembra avere una chiara comprensione del ruolo strategico dei dirigenti tecnici. Bandire concorsi insufficienti per coprire il fabbisogno e non stabilizzare il personale già formato (i 70 ispettori con esperienza sul campo) è un chiaro segnale di scarsa pianificazione. È come cercare di costruire un ponte con il materiale sbagliato e lasciare inutilizzati gli elementi già disponibili.
Le conseguenze di questa disorganizzazione
- Scarsa supervisione delle scuole paritarie: Queste rappresentano una fetta importante del sistema educativo italiano e sono spesso sotto accusa per pratiche discutibili (come i cosiddetti “diplomifici”). Tuttavia, senza un numero sufficiente di ispettori, il controllo effettivo è inesistente, lasciando spazio a irregolarità.
- Perdita di credibilità del sistema educativo: L’assenza di un monitoraggio regolare mina la fiducia di famiglie, studenti e insegnanti nel sistema scolastico. Se non c’è un controllo adeguato, come si può garantire che gli standard educativi siano rispettati?
- Aumento delle disuguaglianze: Senza un sistema ispettivo capillare, le scuole nelle aree più svantaggiate, che avrebbero maggiore necessità di supporto, rischiano di essere ignorate. Questo amplifica il divario educativo già esistente tra Nord e Sud e tra centri urbani e aree periferiche.
La retorica politica e la realtà
Ciò che aggrava ulteriormente questa situazione è la retorica politica vuota e disconnessa dai fatti.
Il ministro Valditara, ad esempio, denuncia i diplomifici ma non predispone i mezzi per un controllo reale delle scuole paritarie.
Allo stesso modo, si continua a parlare di innovazione e qualità nell’istruzione senza investire nelle figure chiave che dovrebbero garantirle.
È un atteggiamento che dimostra una scarsa comprensione del funzionamento della rete scolastica e una mancanza di visione a lungo termine.
Cosa andrebbe fatto
- Aumentare il numero di ispettori: Non è sufficiente un concorso per 145 nuovi dirigenti tecnici. Il numero deve essere incrementato in modo significativo, almeno fino a 500, considerando almeno un rapporto di un ispettore ogni 40 scuole.
- Stabilizzare il personale esperto: I 70 ispettori già in servizio, con anni di esperienza sul campo, dovrebbero essere integrati stabilmente nel sistema e utilizzati per formare i nuovi assunti. Sarebbe anche opportuno andare a recuperare quegli ispettori che magari hanno terminato il loro contratto ma negli ultimi 5 anni sono stati in servizio. Ignorarli è un errore strategico che rallenta ulteriormente l’efficienza del sistema.
- Rivedere il modello operativo: Separare più chiaramente le funzioni di consulenza e ispezione potrebbe ottimizzare l’uso delle risorse disponibili, garantendo che entrambe le attività ricevano l’attenzione necessaria.
Il sistema ispettivo italiano è un simbolo della fragilità della gestione pubblica dell’istruzione.
Continuare su questa strada significa perpetuare inefficienze e disuguaglianze. Serve un intervento politico immediato e deciso, che non si limiti alla retorica, ma che metta finalmente al centro l’importanza di un controllo efficace e regolare del sistema scolastico.
Il futuro dell’istruzione italiana e delle generazioni che vi si formano non può più aspettare.
In mancanza di un rafforzamento del corpo ispettivo, la qualità dell’istruzione italiana rischia di essere compromessa, accentuando le disuguaglianze territoriali e rendendo ancora più difficile per le scuole affrontare le sfide del futuro.
Il dirigente tecnico è, a tutti gli effetti, il custode della qualità dell’istruzione italiana.
Ma senza investimenti e un riconoscimento adeguato del suo ruolo, il sistema scolastico continuerà a navigare a vista, lasciando irrisolti problemi che, in altri Paesi, sono affrontati con ben altra determinazione.
Scuola: quanti sono gli ispettori in Italia? Meno degli altri Paesi
https://www.tecnicadellascuola.it/ispettori-cercansi-sistema-valutazione-al-palo/
https://www.orizzontescuola.it/la-valutazione-non-decolla-gli-ispettori-ministeriali/