LETTERA APERTA AL PROSSIMO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Avevo in programma un incontro con il Dr. Antonio Ballarin, esperto in Fisica Quantistica – è anche Visiting Professor alla University Canada West di Vancouver – per raccogliere le sue impressioni in merito ad un prestigioso riconoscimento che gli è stato attribuito da un’autorevole organizzazione internazionale per i suoi studi nel campo dell’Intelligenza Artificiale – nomina a Senior Member della International Neural Network Society, USA -.
Per una strana coincidenza, ci siamo trovati a riflettere insieme su alcune fasi della Storia d’Italia dell’immediato dopoguerra ovvero degli ultimi periodi del secondo conflitto mondiale, nelle terre al confine con la Jugoslavia.
Da tempo desidero produrre degli approfondimenti storico-documentali sulla ‘Strage di Vergarolla’ del 18 Agosto 1946, ancora avvolta nelle nebbie di una anomala vaghezza: ma, pur nella consapevolezza che esista congrua documentazione che possa giovare a porre nella giusta evidenza quel pessimo, crudele, evento, trovo un muro di forti difficoltà e persino delle reticenze che non mi consentono di procedere nella direzione auspicata.
E proprio il colloquio con il Dr. Antonio Ballarin, mi avrebbe forse aiutato in ciò.
Per quelle strane coincidenze offerte dalla quotidianità, ho appreso dall’intervistato che poche ore prima aveva diramato, una pubblica Lettera indirizzata – attraverso i mezzi di informazione – al prossimo Presidente del Consiglio dei Ministri, la cui designazione potrebbe essere imminente, e intesa a richiamarne l’attenzione circa “Il rispetto dei diritti degli Esuli istriani, fiumani e dalmati”.
Accantonati i miei intendimenti precedenti, che potrò riprendere in altro momento, ritengo di elevato significato – per i contenuti espressi – riprendere subito tale enunciato – impersonale, nell’indirizzo -, porgendolo ai miei Lettori.
IL RISPETTO DEI DIRITTI DEGLI ESULI ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI
Egregio Signor Presidente.
Da italiani, sia per scelta sia per nascita, non possiamo che essere contenti per l’esercizio di democrazia registrato con le elezioni dello scorso 25 settembre.
Finalmente saremo guidati da un Governo espressione del voto popolare e non da uno maturato da accordi di Palazzo, come accaduto negli ultimi anni.
Abbiamo ascoltato con grande interesse, in questi giorni, le dichiarazioni degli esponenti della maggioranza appena eletta e che Lei, signor Presidente, avrà l’onore e l’onere di guidare.
Da tali esponenti, in queste ore, è stato espresso ripetutamente un concetto che ci sentiamo di condividere totalmente: uno Stato è tanto più credibile ed è tanto più considerato, quanto più onora e rispetta i Trattati internazionali che esso stesso ha sottoscritto.
Noi crediamo che sia arrivato, alfine, il momento di rispettare quei Trattati che non sono stati ottemperati fino ad oggi, provocando, in tal modo, un grave danno al mondo dell’Esodo Giuliano-Dalmata.
Ci riferiamo al Trattato di Pace di Parigi del 1947 il quale, al punto 9 dell’allegato XIV, stabilisce che: “I beni degli italiani residenti nei Territori ceduti […] non potranno essere trattenuti o liquidati […], ma dovranno essere restituiti ai rispettivi proprietari”.
Come sappiamo a tale Trattato, ampiamente disatteso, seguirono diversi accordi bilaterali tra Italia e Jugoslavia – accordi del 23/05/1949, 23/12/1950, 18/12/1954 – tutti poi tramutati in Leggi attuative, che in sintesi sancivano il pagamento dei debiti di guerra dell’Italia nei confronti delle Jugoslavia utilizzando i beni degli Esuli a fronte dell’impegno dello Stato italiano di un successivo risarcimento per l’esproprio perpetrato.
Ebbene, gli Esuli istriani, fiumani e dalmati ed i loro discendenti, sono ancora in attesa di un “equo indennizzo”, avendo percepito solo una minima parte di quanto promesso.
Si tratta di un indennizzo che, secondo i nostri calcoli, si aggira intorno ai 4,5 miliardi di euro.
Una cifra che sembra enorme, ma che se confrontata con l’attuale debito pubblico (ad oggi pari a circa 2770 miliardi) rappresenta l’1,6 per mille.
Quanto fin qui non è solo una questione di vile danaro, si tratta, piuttosto, di un’espressione di civiltà attesa da lunghi decenni da un intero popolo.
Gli Esuli ed i loro discendenti si sono rifatti una vita in Patria, eppure resta l’insopportabile retrogusto amaro nella consapevolezza di essere stati ignobilmente usati per questioni geopolitiche giocate sulla propria pelle.
La vita della nostra Gente è stata tutta in salita per troppo tempo, anche dal punto di vista culturale. Sempre a dover giustificare la propria identità, sentendosi dire che la sofferenza patita era il giusto scotto per colpe di altri.
Il giustificazionismo è un concetto terribile che porta allo stupro della ragione, definendo accettabile l’eliminazione di un qualcosa o qualcuno – magari per mezzo di una foiba -, su cui far ricadere i misfatti di qualcun altro.
Per questi motivi auspichiamo anche l’emendamento della Legge 167/2017 che punisce la propaganda, l’istigazione e l’incitamento al razzismo e chiediamo l’inserimento di una menzione specifica al negazionismo e giustificazionismo per i crimini commessi in Istria, Fiume e Dalmazia in merito alla persecuzione anti-italiana avvenuta a guerra finita.
Così come auspichiamo che possa essere emendata la Legge 178/1951 che disciplina il conferimento delle onorificenze al Merito della Repubblica, senza la quale non è possibile la revoca del cavalierato assegnato al Maresciallo Tito, causa di dolore e sofferenza non solo per la nostra Gente, ma per centinaia di migliaia di persone che si opponevano alla dittatura comunista jugoslava.
A tale proposito vogliamo ricordare il pronunciamento del 19 settembre 2019 in cui il Parlamento Europeo – presieduto da David Sassoli – approvò a larghissima maggioranza (89%) la risoluzione: “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, che condanna tutti i totalitarismi del XX secolo, equiparando in tal modo il comunismo al nazismo.
L’attuale maggioranza, così come maturata il 25 Settembre, ha dimostrato nel tempo grande sensibilità ai temi qui riportati.
Confidiamo nella sua futura opera.
Antonio Ballarin
Esule di seconda generazione, nato al Villaggio Giuliano-Dalmata di Roma nel ’59 Past-President FederEsuli – Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati Vicepresidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Consigliere Associazioni Dalmati Italiani nel Mondo Fondatore MondoEsuli – Movimento per la memoria e la promozione di Istria, Quarnaro e Dalmazia.
Certamente uno scritto di elevato spessore e di contenuti precisi e tali da lasciare poco margine alle interpretazioni: nella consapevolezza, che – se la questione si è trascinata fino ad oggi, restando irrisolta, al di là di ogni assicurazione potuta o voluta offrire da parte della Politica – basterebbe solo un minimo di buona volontà per porre fine a una vicenda che, decisamente, si è trascinata per troppo tempo.
Un ‘grazie’ di cuore al Dr. Ballarin per l’attenzione che ha inteso rivolgermi, dandoci appuntamento per un prossimo incontro, questa volta nel segno della Scienza.