No Vax, etica differenziale…
La campagna vaccinale prosegue ed i contagi sembrano ormai diminuire.
La tanto teorizzata immunità di gregge sta guadagnando terreno diventando un certezza sulla quale rilanciare l’economia post pandemica.
Eppure il dibattito che infiamma la scena pubblica, in questi giorni, guarda con preoccupazione all’obbligo vaccinale ed alla raccolta firme promossa dal coordinamento dei “no-vax”per un referendum abrogativo delle norme relative al greenpass.
La divisione degli italiani sulla vicenda pandemica sembra aver raggiunto una dimensione inedita.
Lo avevamo predetto ma non occorre ricordarlo.
In questa sede è, forse, più importante fare il punto sulla campagna referendaria in corso che emancipa le rivendicazioni di parte della comunità civile in rivolta ben distanti dal paradigma del “bene comune” da sempre evocato dalle democrazie occidentali.
Siamo di fronte ad una opposizione strutturata alle decisioni assunte dal Governo in carica, che sono sostenute da una maggioranza parlamentare senza precedenti.
Lo scollamento tra la Politica ed il Paese reale è sotto gli occhi di tutti.
Purtroppo vale la pena di ricordare che la vaccinazione non impedisce i contagi ma sembrerebbe contenere le ospedalizzazioni, il lavoro dei reparti di rianimazione e mantenere a livelli adeguati il sistema di prevenzione e di cure per le altre patologie.
Il rifiuto del vaccino in in paese che è prossimo al 90% di somministrazioni veste la divisa della disobbedienza civile ed infrange i totem del liberalismo classico: “la mia libertà finisce dove inizia quella del mio vicino”.
I “no-vax” sembrano aver dimenticato queste regole e appare ormai evidente che sono le adesioni alla campagna vaccinale che hanno ridimensionato la circolazione del virus, non le proteste in piazza.
Costoro non sembrano ricordare che se le unità ospedaliere sono tornate a curare tutte le patologie gravi e non solo l’infezione da Covid 19 è perché la popolazione vaccinata ha reso la diffusione del virus meno agevole.
Il greenpass e l’idea di una prossima condizione di obbligatorietà nella campagna vaccinale non piacciono a nessuno e restano iniziative della quale si ricorderà il forte impatto sulle libertà individuali dei cittadini.
Anche perché non è da escludere che, le attuali cifre sulla popolazione coperta dal vaccino, siano sufficienti per mettere in atto una strategia vincente che integri i tamponi molecolari, le nuove terapie domiciliari, e la distribuzione dei nuovi farmaci efficaci per la cura delle infezioni da virus.
La questione in questo caso potrebbe ritenersi risolta e i non vaccinati potrebbero restare tali.
Il problema a questo punto è prendere coscienza del fatto che il paese di fronte alle emergenze sanitarie non possa poter contare su un fronte civile coeso.
Ma c’è dell’altro.
I milioni di cittadini che hanno accettato la campagna vaccinale per il bene di tutti non possono essere considerati degli idioti.
Costoro dovranno poter contare su una maggiore attenzione dello Stato con modalità da approfondire e che potrebbero riguardare le graduatorie nei concorsi pubblici, le regole per le nuove assunzioni fino a forme di agevolazione previdenziale.
Il Covid19 purtroppo non ha soltanto seminato morte e paura.
Ha rubato ad ogni generazione il sogno, la prospettiva di un futuro ed ha colpito le fondamenta democratiche degli Stati e il sistema di convivenza civile.
Occorre recuperare al più presto l’idea di uno Stato giusto ed equo capace di governare la complessità.
La pandemia per dirla con le parole del filosofo Edgar Morin ci ha insegnato che l’imprevedibile è un fattore con il quale dobbiamo tornare a fare i conti.
Un monito che ricolloca al centro dell’idea di progresso l’Uomo con le sue debolezze.
Un richiamo all’Etica ed alla responsabilità individuale per tutti noi.
La redazione di Betapress