poison

A tre anni dall’uscita di “Isolate and Medicate”, settimo capolavoro della band australiana capitanata da Shaun Morgan, i SEETHER affrontano il loro album più maturo tornando alle loro origini più pesanti ed introspettive: “Poison The Parish” (12 maggio 2017 – Concord Bicycle Music).

“Poison The Parish” (Avvelenare la Parrocchia) non è uno slogan contro la religione bensì un commento sulla società odierna, che spesso sembra valorizzare più i simboli “like”, “thumbs-up” e “tweet” sui Social Media che la cruda ma sana realtà. Il tema dell’album infatti ruota intorno ad una cultura giovanile che vuole solo essere famosa e pensa che i Social Media siano la cosa più immediata per divenirlo.

Shaun & Co. ce l’hanno con i «Predicatori Social» che dai pulpiti di Instagram, Facebook e Twitter, dispensano le loro false verità «nutrendo» adulti, bambini e ragazzi e influenzando profondamente la vita vera che ha una sostanza ed un valore non determinabile da simpatici piccoli pollici.

Dal punto di vista sonoro il disco risulta più semplice del precedente, chitarre e batteria che suonano dure e che alternano riff pesanti a ritornelli melodici. “Stoke The Fire”, la prima traccia arriva come un pugno allo stomaco, l’intro giocoso di “Betray And Degrade” ricorda “Same Damn Life” del precedente lavoro “Isolate and Medicate” ma dopo poche battute l’aria spensierata lascia il posto alla voce in modalità soft-growl di Shaun che diventa travolgente e carica di rabbia.

Passiamo a “Something Else” dai toni anni ’70 e “I’ll Survive” che ricorda molto la voce di Cobain (NIRVANA) in “Rape Me” tranne poi lanciare refrain e cori in perfetto stile SEETHER. La preview (uscita in febbraio di quest’anno) “Let You Down” è molto sofisticata, la durezza delle chitarre e la melodicità dei cori rendono la song puro «post-Grunge».

“Against the Wall” ricorda molto i FOO FIGHTERS di Dave Grohl mentre “Let Me Heal” e “Count Me Out” sono i pezzi più dolorosi e malinconici dell’album. Ed arriviamo al mio pezzo preferito: “Saviours” dal puro sapore Hard Rock… dal ritmo direi perfetto!

“Nothing Left”, la oscura “Emotionless” e la ballata “Sell my Soul” ci fanno capire che siamo di fronte ad un lavoro completo, testi colmi di citazioni congiunti ad una potenza di suono difficilmente reperibile nella musica Rock di oggi.

Le ultime tre tracce “Feels Like Dying”, “Misunderstood” e “Take a Minute” sono incluse solo nella versione Deluxe dell’album e, mentre le prime due a mio avviso sono dei validi “B-Side”, “Take a Minute” merita un approfondito ascolto. Infatti l’ottimo innesto dello “short solo” nelle linee di basso e dei cori ricordano nostalgicamente “Hearth Shaped Box” dei NIRVANA.

C’è tutta la storia di un movimento, quello Grunge, che ho amato ed amo in “Poison The Parish”: la rabbia, il dolore, la disperazione ed il desiderio di cambiamento che tende alla vera Bellezza a volte solo sfiorata ma sempre gridata fino in fondo!

 

https://www.youtube.com/watch?v=pnlwqqy4XB4

 

 

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