Carl Sagan uno degli scienziati più noti del secolo scorso, nel 1995, un anno prima di morire, lo disse a chiare lettere

“quando gli Stati Uniti avranno un’economia basata sui servizi e sull’informazione, quando quasi tutte le industrie manifatturiere saranno spostate in altri paesi, quando i poteri meravigliosi della tecnologia saranno in mano a pochi, e quando nessuno che rappresenti il pubblico interesse si occuperà dei problemi; quando, avvinghiati ai nostri oroscopi, le nostre facoltà critiche in netto declino, incapaci di distinguere tra ciò che è vero e ciò che ci fa sentir bene, scivoleremo, quasi senza accorgercene, nella superstizione e nell’oscurantismo”.

Il presagio, che suona oggi come una visione, è “solo” l’amara previsione di un uomo di scienza che sfruttava la sua dimestichezza con i dati, la sua conoscenza del sistema globale e la trasformazione socio economica in qualcosa di dimostrabile empiricamente e che da lì a pochi lustri si sarebbe manifestato.

Con le sue parole ci metteva in guardia da quella che sarebbe stata un’ondata di disinformazione e di pseudo scienza, necessaria a una massa informe di scontenti che, in questa melassa putrescente, avrebbe trovato sfogo e conferma.

La necessità di portare i propri limiti fuori dalla sfera d’influenza individuale e dalle proprie responsabilità, diventa quindi vitale e ciò dà senso a un’esistenza fatta di rinunce, timori, approssimazione e insuccessi.

Le parole di Umberto Eco, discettando di social e web, pronunciate in occasione dell’assegnazione della laurea Honoris Causa in Comunicazione presso l’Università di Torino “Hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli”, risuonano nelle nostre orecchie e confermato la tesi di Sagan.

Il Mondo si è così letteralmente trasformato, la popolazione mondiale, una gran parte di essa, è sempre più ostaggio di chi specula e manovra i grandi interessi attraverso un sistema globale che ha colto tutti impreparati, dagli ordinamenti giuridici fino ad arrivare all’istituzione Scuola.

Le famiglie possono ben poco e la comunità, sempre più virtuale e sempre meno agorà, non è altro se non un campo di battaglia.

Nessuno è realmente pronto ad affrontare questo nuovo Mondo che crea, in una chiave di lettura kafkiana, fenomeni distorti e che purtroppo non lesina sorprese fino ai vertici della manifestazione di democrazia.

D’altronde l’ascesa di Trump non può che ricondurci a un’analisi di carattere globale.

La notizia, tutta da provare, per la quale, la schiacciante vittoria alle presidenziali dell’attuale presidente sia stata fortemente influenzata dagli hacker russi, non è scritta tra le pagine di un best seller di Ken Follet, ma un verosimile dell’assurdo.

Tra indizi di corsi e ricorsi storici in chiave di società platonica, non ci resta che assistere, spettatori e protagonisti, all’incessante susseguirsi degli eventi.

 

Tanio Cordella

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