Salone del Libro di Torino: la cultura come amica.
Apre oggi il salone del libro di Torino, importante evento, baluardo di difesa culturale tra gli ultimi rimasti.
La manifestazione attira ogni anno lettori da tutt’Italia e non solo, lasciandoci sperare che non tutto sia perduto.
Oggi la presenza vede tutte le età, giovani e meno giovani, alla ricerca di un momento di ricerca di senso, di profondità che la società moderna ha perso.
“Cerchiamo il senso del tempo” ci dice Giovanna, studentessa di quinta liceo “e io spero di trovarlo nella gioiosa lentezza del girare una pagina”.
Forse questo è proprio il senso del salone, ritrovarsi con un giusto tempo per la riflessione, la cultura che ritrova il suo tempo per esserci amica.
Molti gli stand, sembra un mercatino veneziano, tante le offerte presenti sui banconi degli editori, di certo possono sembrare anche troppe, gli studenti girano per gli stand con mappe ed indicazioni preparate per loro dai loro professori, forse per non farli perdere nei meandri delle viuzze tra uno stand e l’altro, qualcuno sbocconcella un panino ed ingurgita una bibita seduto per terra.
Oggi noi invece ci siamo presi il tempo per osservare, sedendoci a turno in mezzo agli stand, botteghe moderne di sogni, ed abbiamo davvero osservato, intristendoci per un mondo che cambia come non vorremmo, per la perdita di un’amica, la fantasia.
I ragazzi passano veloci tra le botteghe, qualche domanda distratta, qualche sbuffo, dando l’idea di dover timbrare una sorta di cartellino, una corsa per raggiungere tutti gli stand indicati nel loro ruolino di viaggio.
Noi siamo seduti in alto sul loggione e guardiamo, sperando che la consapevolezza di un bisogno di tempo mentale per capire ritorni fra noi, ritorni in quei ragazzi che vediamo muoversi come formiche in uno scenario atomizzato.
Siamo sull’orlo di cedere alle macchine l’ultima nostra caacità, quella di sognare.