Spectaculum oportet progredi

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Un Vicennio tra Cinema e Tv, ma i contributi si vedono poco o non si vedono più. 

lo spettacolo deve continuare

lo spettacolo deve continuare

Un Vicennio tra Cinema e Tv, ma i contributi si vedono poco o non si vedono più. 

Lo show deve continuare! Vero! Ma in che condizioni?

Ho iniziato nel 2005 come figurante su reti regionali, per poi approdare a reti nazionali, da quelle “piccole” a quelle Grandi, che nonostante la fama, spesso hanno enormi problemi di gestione e di organizzazione. Accade sovente che coloro che aspirano a lavorare nel mondo dello show business, che dai non addetti ai lavori può apparire roseo e fatato,  siano costretti ad orari estenuanti o improponibili (talvolta si superano le dodici ore consecutive – e non solo gli adulti ma ahimè anche i bambini), a condizioni fisiche e mentali logoranti, a cibi di scarsa qualità, a retribuzioni basse o talvolta inesistenti. A parte coloro che sono considerati “mostri sacri” o “i nuovi mostri”, che vantano cifre da capogiro, o coloro che per estetica o qualità naturali, piacciono indistintamente e talvolta sono costretti a fare “ cose extra o attività poco morali fuori orario” per poter accedere all’olimpo del mondo dello spettacolo, i più si ritrovano, pur essendo fotogenici o  con caratteristiche tali da “bucare lo schermo”, a lavorare molto e a guadagnare pochissimo o addirittura Nulla.

E non perché non vi siano soldi o fondi da poter pagare tutti, ma a causa del fatto che i soldi, vengono gestiti da personaggi che approfittano dell’inesperienza o della voglia di far successo di molti, e li convincono che questa strada sia la migliore o quella classica, per poter aver successo. Successo che come spesso accade, non arriva mai!

Un esempio calzante è la rete nazionale definita “mamma” che paga in nero, paga solo i contributi, o addirittura non paga nulla, a coloro che vi lavorano come comparse o figuranti, facendo firmare liberatorie in cui il soggetto, si presta gratuitamente a far utilizzare la sua immagine per qualsiasi contributo.

Ve la immaginate un’azienda che per “promuovere” o “valorizzare” i suoi dipendenti, li facesse lavorare gratis? Ne verrebbe uno scandalo enorme e giornali e tv di mezzo stato ne parlerebbero. Ma quando ciò avviene nelle stanze degli addetti ai bottoni e bottini teatraltelecinematografici, tutto è permesso e diventa normale.

E’ un esempio il recente caso seguito da Striscia la Notizia, al quale indegnamente sto fornendo un minuscolo contributo, di “un nobile regista” che addirittura ha chiesto soldi ai propri attori, per lavorare con lui…e purtroppo in molti ci sono cascati.

Di cose ignobili o simili, purtroppo ne ho viste molte, e ricordo un episodio nel 2011, in cui all’uscita degli studi SKY di Milano, con amici figuranti, abbiamo “fatto un picchetto” per obbligare chi non ci avrebbe voluto pagare, a mantenere i suoi impegni.

Sono sicuro che in molti, leggendo questo breve articolo, si sentiranno chiamati in causa, per aver prestato la propria immagine, le proprie voci, il tempo “libero”, ai capibastone dello showbusiness senza averne un congruo riconoscimento.

Le promesse da marinaio, presto fatte e presto dimenticate, hanno valenza maggiore.

In attesa della creazione di un serio “sindacato per i lavoratori e i figuranti del mondo dello spettacolo” auspico che altri articoli di manifesta protesta possano moltiplicarsi sui siti, al fine di avere per ogni “addetto” la sua giusta mercede.

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