“Il Sanscrito: la lingua per parlare con Dio”
All’inizio fu il caos.
Sembra che all’inizio dei tempi il caos regnasse sovrano. Del resto, da un “Big Bang” non ci si può aspettare il massimo dell’ordine e della pulizia… Si è mai vista nascere un’aiuola dallo scoppio di un petardo? Ecco.
Così, Lassù – “lassù”, dal punto di vista del pianeta terra – Qualcuno decise di dare una bella rassettata, fischiettando un motivetto.
Me ne ricorderò la prossima volta che devo rigovernare casa: “firulì firulà”, ed esco a fare una passeggiata.
Scherzi a parte …
Poi, il Suono.
Dopo aver saputo che Chiara Sparacio, Caporedattore cronaca del mio giornale online preferito – indovina quale … 😉 – oltre a occuparsi di cronaca ed educazione è anche un’appassionata studiosa di culture e filosofie orientali nonché esperta traduttrice dal Sanscrito, ho subito voluto intervistarla.
Dal nostro incontro su Skype è nata una piacevolissima conversazione, che prende l’abbrivio dalla domanda:
“Posto che siamo consapevoli del potere creativo della Parola come combinazione e articolazione di Suoni – ben lo sapevano gli inventori del Sanscrito, l’unica lingua inventata a tavolino per comunicare con il trascendente, l’universo, Dio – come possiamo far tesoro di questo Potere per far fronte agli imprevisti che la vita ci riserva?
… e la Parola sacra!
Caporedattore Consulente e Autrice, Chiara ha al suo attivo tre libri. Uno di essi, “La Cadenza delle Parole” – cito la recensione – “… è una raccolta di pensieri, riflessioni e storie raccontate da punti di vista inusuali e dissacranti prospettive. Un libro da leggere lentamente, un pezzo per volta, aspettando di trovare il brano che entrerà in sintonia col lettore, facendolo vibrare e risuonare, riconoscendo se stesso in quella storia”.
Nel corso della nostra chiacchierata tocchiamo vari argomenti: dalle antiche civiltà con le loro caste sacerdotali e i rispettivi approcci col trascendente, all’uso sapiente e accorto dei mantra per chi pratica la meditazione come rituale quotidiano, alla presa di coscienza che la parola è potente non solo in quanto “parola”, ma anche come risultato dell’accostamento di suoni articolati nella giusta combinazione, la cui onda vibratoria, propagandosi nel Cosmo, ne altera per sempre l’assetto.
Una ricca e piacevole conversazione, la nostra, per scoprire come sia possibile, grazie al potere creativo delle parole, gestire con equilibrio e saggezza il nostro mondo interiore, le impreviste circostanze e i cambiamenti che ogni giorno la vita ci riserva.
Venerdì 21 agosto 2020 alle 23:30, sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”.
Per raggiungerci al Soul Talk, clicca qui.
LOve, Ondina Wavelet (JL)
“Storia di una doppiatrice che decide di doppiare … Se stessa!”
Tutto avviene per un motivo.
… anche gli incontri “casuali”.
La stessa identica frase, parola per parola …
Il Risveglio a Nuova Vita.
Tre giorni prima, al “Webinar Lunch” di Walter Klinkon.
Quando Walter mi ha chiesto: “Cosa fai mercoledì prossimo? Vieni al mio ‘Webinar Lunch’?” ho accettato subito. Prima di tutto perché amo teneramente questo ragazzo dai capelli arruffati.
Ci siamo conosciuti grazie a Facebook e, nel tempo, seguiti nelle rispettive iniziative, progetti ed eventi organizzati, non perdendoci mai di vista.
Un giorno di due anni fa, agli albori del mio Talk Show Viaggiante, l’ho raggiunto a Milano per chiedergli come abbia scoperto il suo vero Sé – argomento che ci interessa tutti, se vogliamo dare un senso alla nostra presenza su questo azzurro pianeta – e la sua Mission.
Le sue parole magiche: “Credici”, “Abracagrazie” e “Grazietudine”, hanno fatto il giro del web. Lo contraddistinguono come il mago delle parole, quel mago pazzerello che, strappandoti un sorriso, ti lascia di sé l’indelebile ricordo di una filosofia di vita semplice e proprio per questo alla portata di tutti: “Risvegliati, abbi fede, sii grato sempre e per ogni cosa, coltiva i tuoi talenti e condividine i frutti col mondo.”
Ecco riassunta, in poche parole, la Mission di questo luminoso Eroe dei nostri tempi.
Dettaglio non trascurabile: l’intervistata, questa volta, sono io.
Durante la nostra chiacchierata decido di aprire il mio cuore e raccontare la mia storia: la storia di una doppiatrice che, soddisfatta della sua esperienza come “donatrice di voce” per altri personaggi e messaggi altrui, decide di riprendersi la voce e doppiare … se stessa!
Un video utile per chi abbia un sogno da realizzare e non sappia da dove cominciare. Per vederlo, clicca sulla parola “video”! 😉
Dedicato a Stefania, l’Essere Umano meraviglioso incontrato “per caso” a Milano: ex collega che, in sala di doppiaggio, un giorno si è detta: “Sono più di questo. Posso fare di più”. Naturalmente continuerà a prestare la sua voce ad altri personaggi, con le loro battute scritte da altri Autori, dedicandosi nel contempo alla realizzazione del suo personale Sogno di diventare Scrittrice.
Sono certa che ce la farà. Anzi. Ce l’ha già fatta. Ha risposto alla sua Chiamata.
Be Water, Be Light!
Lettera all’amico
In tutta sincerità non nutro grande stima per la Vita.
Certo le porto rispetto, quel rispetto che non mi fa mettere la mia volontà sopra la sua.
Ma di lei ci sono tanti aspetti che mi turbano.
Non mi piace, per esempio, il dolore che la pervade (non potremmo risparmiarcelo?), il fatto che debba finire (perché allora affannarsi tanto?), la sua apparente inutilità cosmica (chi siamo e che senso abbiamo al cospetto dell’universo?)…
Però non riesco a biasimarla del tutto.
Le riconosco infatti dei frequenti colpi di genio più che quotidiani.
Parlo di quello scorcio di panorama alzando lo sguardo che lascia incantati;
del colore del cielo che cambia sempre e ogni volta toglie il fiato facendoti partecipare all’infinito;
del volo di quell’insetto che all’improvviso ti fa dimenticare dell’insetto e sospende per aria anche te.
Cose come queste, che non sono le singole cose ma la eco dentro la nostra anima.
Quel colore, quel profumo, quel sapore, quel suono, quel tocco, quell’estasi muta fuori controllo.
E, tra queste, la sua perfezione, il suo incastrarsi perfetto,
Il suo farti dire agli altri proprio le parole di cui hai bisogno tu.
Quelle parole che tu solo sei in grado di dire perché proprio tu conosci quel dolore.
E allora amico mio non chiedermi mai scusa per la tua forza incompresa.
Non c’è fallimento nell’apparente non trovare pace.
Siamo persone assetate che non si accontentano e sanno che da qualche parte esiste la nostra fonte.
E anche se non dovessimo trovarla, sappiamo che moriremmo molto prima se non provassimo a cercarla.
Ascoltiamo gli altri, li guardiamo senza invidia,
ma ci chiediamo quando toccherà anche a noi quella fetta di normalità che tocca a tutti gli altri ma a noi no.
Quel matrimonio fatto per bene, quel figlio sano, quel lavoro sicuro, quel titolo rispettabile, quell’orgoglio dei genitori, quella casa ordinata, quello spicchio di stabilità…
Quello che ottengono tutti gli altri ma noi no.
Ed è così difficile spiegarne il perché a chi ce ne chiede conto.
Perché non c’è un vero motivo.
Appariamo come quelli che dicono “no” a tutto e che non vogliono accontentarsi ed essere felici.
Però noi lo sappiamo che, alla fine, che vogliamo essere felici è l’unica cosa che vogliamo e ci urla dentro come un babbuino impazzito.
Lo sappiamo che se non troviamo pace è perché stiamo scomodi
e ci muoveremo finché non troveremo il nostro posto
Ovunque sia.
In qualunque tempo sia.
Ma è così difficile spiegarlo.
Amico mio non c’è vergogna nel seguire le strade più lunghe e solitarie
Non sono poi cosi solitarie, è che stiamo tutti zitti e non ci accorgiamo dei vicini.
La nostra è una norma diversa, più difficile da accettare anche per noi, però ci porta verso la strada che ci avvicinerà di più a ciò che siamo.
Non potrò dirti di accontentarti e farti piacere ciò che hai.
Di abbracciare i sogni e le attese di semisconosciuti, di tenere il tuo tempo sugli orologi di altri, di voler vivere nello spazio troppo stretto per te.
Amico mio non scusarti per la tua forza incompresa.
Alla fine le nostre spiegazioni non interessano a chi ci pone queste domande.