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Il Presidente Trump, in un recente comizio in South Carolina, ha dichiarato che sarebbe pronto ad “incoraggiare la Russia ad attaccare i Paesi NATO che non pagano”.
Una evidente provocazione, forse un messaggio politico.
Si potrebbe, anche, pensare che questa dichiarazione possa essere una indiretta risposta ai messaggi che il Presidente Putin ha lanciato attraverso la recente intervista a Carlson.
Il Presidente Putin aveva, infatti, dichiarato di non avere nessuna intenzione di attaccare la Polonia ed i Paesi Baltici.
Il Presidente Trump parla di “Paesi che non pagano”.
Polonia e Paesi Baltici stanno rispettando l’accordo del Summit del Galles, conseguentemente sono fra quelli, diciamo così, “non attaccabili”.
Necessario, a questo punto, contestualizzare l’affermazione del Presidente Trump e verificare quali siano gli Stati membri della NATO definibili come “morosi”.
Essa trova origine nell’accordo, lo ho appena menzionato, firmato dagli Stati membri della NATO durante il Summit svoltosi in Galles nel 2014.
Accordo che sanciva che ogni Stato membro assumeva l’impegno di investire in armamenti il 2% del proprio PIL, accordo confermato nel 2016 a Varsavia con il Defence Investment Pledge.
Dopo le “firme” i fatti di molti Stati aderenti non sono mai stati conseguenti. Questo emerge da un documento della Camera dei deputati italiana del ottobre 2023.
In esso si dichiara che le stime della NATO affermano che solo undici delle trentuno nazioni che compongono la coalizione ha rispettato l’accordo.
Fra questi undici l’Italia non c’è.
Gli Stati Uniti investono il 3,49%  medio annuo del proprio PIL, mentre sono in linea con l’obiettivo del 2% la Polonia (3,9%), la Grecia (3,01%), l’Estonia (2,73%), la Lituania (2,54%), la Finlandia (2,45%), la Romania (2,44%), l’Ungheria (2,43%), la Lettonia (2,27%), il Regno Unito (2,07%) e la Slovacchia (2,03%). La Francia e la Finlandia sfiorano l’obiettivo con il 1,9%.
L’Italia, nel 2023, si attestava al 1,46% del PIl, nel 2022 era 1,51%, nel 2020 andava leggermente meglio con un 1,59%.
Il Documento programmatico pluriennale della Difesa italiano per il triennio 2023-2025 dichiara che l’obiettivo verrà raggiunto nel 2028.
Come negare il diritto al Presidente Trump di vivere con un certo scetticismo questa affermazione?
Il tema che il Presidente Trump pone sul tavolo è quello del rispetto degli accordi nell’alleanza atlantica.
Probabilmente tutti gli accordi, non solo quelli di natura economica.
Accordi che molti Stati membri, fra cui l’Italia, dal 2014 ad oggi, non hanno mai rispettato.
A sentire i media italici, però, il “cattivone” è Trump, non gli Stati membri che non onorano quanto firmano.
Per quanto concerne l’Italia, inoltre, non è difficile notare quanti siano i dossiers complessi che la vedono contrapposta alla visione delle cose con Mar a Lago.
Dalla Via della Seta al Russiagate, per esempio. Senza dimenticare che il Presidente Trump non perde occasione per dichiarare che lui si accinge a vincere le elezioni presidenziali statunitensi per la “terza volta”, frase che potrebbe essere di interesse anche italico.
Le elezioni presidenziali in America si avvicinano, credo sia assai probabile che ne vedremo veramente delle belle nei prossimi mesi, certamente un momento interessante sarà il prossimo CPAC del partito repubblicano che si svolgerà in Virginia.
Gli analisti, ed i bene informati, vedono come sempre più probabile la vittoria di Trump a novembre, anche per questo gli stessi ritengono altrettanto probabile un “cambio di cavallo” in corsa sul lato democratico, il nome che gira nei salotti è quello dì Michelle Obama.
Certamente con Trump nuovamente alla Casa Bianca tanti dossiers “dimenticati” dall’amministrazione Biden torneranno prepotentemente sul tavolo.
Dossiers che, focalizzando l’attenzione sul nostro occidente, riguardano l’Unione Europea, molti singoli Stati che la compongono, la NATO.
In fondo la dichiarazione in South Carolina non sembra altro che l’inizio di un percorso di messaggi finalizzati, anche, a poter poi dire “vi avevo avvisato”.
Da cultore della materia Trumpiana rimango in attesa del prossimo “pizzino” certo che i media nostrani  lo utilizzeranno per definire il Marines di Mar a Lago come un “fuori di senno”, altrettanto certo che molti elettori statunitensi, parrebbe la grande maggioranza, saranno lieti nel sentirlo.
Una domanda per concludere, ma se gli Stati aderenti alla NATO non rispettano la parola data nella NATO a cosa serve la NATO o, almeno, questa NATO?
In fondo l’accordo di Yalta sta per scadere e dovrà essere sostituito da qualcosa d’altro e, sempre in fondo, in occidente, che piaccia o no, oggi, gli Stati che contano sono due: la Federazione Russa e gli Stati Uniti d’America.
Gli altri, infatti, pensano di contare, tutti troppo sicuri di se stessi ed assai rivolti con la testa nel passato, Inghilterra e Germania in primis.
Ignoto Uno
13/02/2024 DA ETTORE LEMBO NEWS

 

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