Un Cardinale assai “confuso”
Il Cardinale Blase Joseph Cupich, attuale arcivescovo cattolico e 13* metropolita di Chicago in Stati Uniti è intervenuto alla Convention del Partito Democratico che si è svolta proprio nella sua città ed ha indicato Kamala Harris come candidata alle prossime elezioni presidenziali di novembre.
Una Convention ove il ticket democratico, Harris – Walz, è stato “nominato dagli Obama” e non “eletto dai grandi elettori del partito”.
Una Convention, a mio avviso, molto festosa e poco concreta ove spiccava la presenza di un camper della multinazionale Planned Parenthood ove si praticava aborti direttamente sul posto.
Il Cardinale Blase Cupich ha parlato durante la prima giornata, il 19 agosto, dal microfono della Convention senza assolutamente stigmatizzare quella presenza ne riaffermare i principi cardine della dottrina della Chiesa.
Dottrina che mette al centro il diritto alla vita del concepito e il coerente diritto della persona ad una morte naturale.
Il porporato non ha riportato alla memoria dei presenti il diritto dovere dei genitori naturali, una madre ed un padre che si sono uniti per amore, a occuparsi congiuntamente, in primo luogo dando direttive morali, dei propri figli.
Tantomeno il Metropolita di Chicago ha sentito il dovere di condannare l’ideologia gender, centrale nella piattaforma politica della Harris ma lontana dalla dottrina della Chiesa.
A dire il vero nel suo intervento il Cardinale non ha mai fatto riferimento a Nostro Signore Gesù Cristo ed ha ritenuto di celare la Croce, simbolo della sua fede, dentro la propria giacca.
Da credente preferivo l’energia e l’orgoglio del proprio credo di Giovanni Paolo II, oggi Santo.
Tempi e uomini diversi.
Il Cardinal Cupich, sempre nel suo intervento, ha usato queste parole “chiedo di comprendere veramente e rispondere alla sacra chiamata della cittadinanza”.
“Sacra chiamata della cittadinanza”? Nel concetto di “cittadinanza” di “sacro” non vi è assolutamente niente.
La “cittadinanza” è molto più modestamente un tema di trasmutazione in atto formale ed entuale di radici culturali e di tradizioni presenti all’interno di una “nazione”. Questo insegna il diritto pubblico, non è elemento della parola di Nostro Signore.
È tema da giuristi, non da uomini di fede.
Probabilmente proprio nel gesto di celare il Crocifisso il porporato si è voluto spogliare, almeno temporaneamente, del proprio ruolo spirituale ed ha voluto sguainare la spada dell’uomo di una parte.
Peccato che molti degli elementi fondanti la piattaforma politica di quella parte siano incompatibili con quanto i credenti studiano nel Libro che per loro, anche per la mia umile persona che cerca di camminare nella vigna del Signore, è l’elemento unico da cui tutto prende forma.
Il Cardinale è, da tutti i cultori delle cose Vaticane, ritenuto un fedelissimo dell’attuale Pontefice, da credente faccio fatica a comprendere il silenzio del porporato sui temi prima menzionati e così distanti da quello che lui sarebbe chiamato ad insegnare, almeno proporre, agli altri.
Ancor più faccio fatica allorquando prendo atto degli incarichi che lo stesso svolge all’interno della Conferenza Episcopale USA.
Il Cardinal Cupich, fra gli altri, è presidente della commissione episcopale per la protezione dei minori ed è un membro della commissione ad hoc per la traduzione della Sacra Scrittura.
Il Cardinale, vivendo a Chicago, avrà subito le influenze della famiglia Obama.
Famiglia che è l’ideologa principe nel mondo della cultura che è alla base del programma del Partito Democratico americano.
In fondo Barak Obama ne è il “Re”, questo dicono i media.
Un Obama, allora Presidente USA, che, per primo, espresse tutta la sua soddisfazione nel vedere arrivare al soglio di Pietro il Cardinale Bergoglio, oggi Papa Francesco.
Santo Padre che fu eletto il 13 marzo 2013 e nominò il Cardinale Cupich metropolita di Chicago nel 2014 con Obama alla Casa Bianca.
Un Papa Francesco che, eufemisticamente, potrebbe essere definito ostile al candidato Trump.
Importante, e doveroso, sottolineare come la piattaforma del Partito Repubblicano abbia ricevuto critiche dal mondo “pro life” statunitense che avrebbe gradito leggere una posizione non “annacquata” sull’interruzione di gravidanza.
Argomento demandato dal programma repubblicano alle determinazioni normative dei singoli Stati che compongono la Federazione statunitense.
Il documento programmatico del Partito Democratico statunitense dedica due delle 94 pagine che lo compongono ai “diritti riproduttivi” ed ad altri diritti LGBT.
Nello stesso documento si può leggere “indignazione” per l’inversione del 2022 della sentenza Roe vs Wade che legalizzò l’interruzione di gravidanza a livello Federale.
il documento dichiara che “il presidente Biden, la vicepresidente Harris e i democratici sono impegnati a ripristinare i diritti riproduttivi che Trump ha eliminato”.
Definire “diritto riproduttivo” il “diritto ad abortire” sommessamente mi sembra una “inversione del concetto”.
Allo stesso tempo delude l’apprendere come il porporato di Chicago non abbia ribadito con il dovuto orgoglio le parole del Santo Padre che definiscono aborto ed eutanasia “cultura dello scarto”.
Parole per un credente chiare.
Lo Stato, qualsiasi Stato, deve essere laico e le norme devono tenere conto della mediazione fra le varie culture che la compongono.
Questo è imprescindibile.
Diverso, direi incomprensibile, che un porporato non stigmatizzi il fatto che una Convention di partito proponga fattivamente l’aborto in un camper.
Un Cardinale sarebbe, questo il mio pensiero, dovuto correre vicino quel camper a portare conforto alle eventuali gestanti che stavano per affrontare un momento così drammatico.
Momento, voglio essere chiaro, che, laicamente, deve essere rispettato proprio perché drammatico anche da un credente.
Rispettato certamente sì, supportare da parte di un Cardinale il partito che ne fa slogan elettorale tanto da parlare dal podio della propria Convention altrettanto certamente no!
Nella vita la coerenza è importante.