WHAT’S YOUR FAVORITE COLOUR?

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WHAT’S YOUR FAVORITE COLOUR?

 

Mi sono laureato in Antropologia con una tesi in paleontologia umana pubblicata in varie riviste del settore e non ho mai provato imbarazzo nell’uso della parola “negro”.

Purtroppo negli ultimi secoli i cugini d’oltralpe e più in su gli snob “cockney” hanno dato a questo termine, che in sé non ha nulla di offensivo, un significato dispregiativo.

Per quanto ai nostri giorni il “politicamente corretto” possa negarlo, nel genere umano esistono razze, sottorazze ed etnie con palesi e meravigliose differenze fisiche, genetiche, ambientali ed infine anche culturali.

Genotipo (corredo genetico di un individuo) e fenotipo (insieme dei caratteri che un individuo manifesta) hanno “lavorato” nei millenni identificando la subspecie (o razza) del Genere “Homo” e della Specie “Homo Sapiens” che si declina in: caucasoide, mongoloide, amerindioide, australoide ed appunto negroide!

Caro lettore arrivo al punto, non preoccuparti, non hai sbagliato Rubrica di BetaPress.it… sei su MUSIC!

Con questa premessa però ti voglio parlare di una delle band più innovative degli ultimi vent’anni: i LIVING COLOUR!

Quattro straordinari musicisti negri responsabili di una delle più incisive rivoluzioni della musica rock degli ultimi vent’anni: Corey Glover alla voce, Vernon Reid alla chitarra, Muzz Skillings, poi sostituito da Doug Wimbish, al basso e Will Calhoun alla batteria. Formatisi alla fine degli anni 80 per volere di Vernon Reid, i LIVING COLOUR segnano sin dal primo album “Vivid” del 1988 (da ascoltare assolutamente la prima traccia “Cult of Personality” e la brevissima “What’s Your Favorite Color?”) la nascita di una nuova deriva del rock pesante.

Una combinazione esplosiva di diversi generi (Hip-Hop, Funk, Hard Rock) che ha catechizzato band del calibro di FAITH NO MORE, KORN, RAGE AGAINST THE MACHINE, SEVENDUST etc.

Il secondo album “Time’s Up” del 1990 (imperdibile “Love Rears Its Ugly Head“) conferma il grandissimo spessore tecnico ed artistico della band neyorkese ma la consacrazione definitiva è “Stain” del 1993 dove, a mio avviso, c’è uno dei capolavori indiscussi di tutta la musica Hard Rock del ventesimo (e ventunesimo: n.d.a.) secolo: “Leave it Alone”.

A causa di screzi interni la band si scioglie nel 1995 e bisognerà attendere quasi 10 anni per la pubblicazione di “Collideøscope” che lancia il gruppo verso un nuovo corso artistico senza tralasciare però le origini. L’album contiene due cover: “Back in Black” degli AC/DC e “Tomorrow Never Knows” dei Beatles, degne di nota “Flying” ed “In Your Name”.

Nel 2009 esce “The Chair in the Doorway” dove l’anima jazz e blues di Reid e del “pacchetto” Wimbish-Calhoun emergono con il supporto del soul di Glover. Infine l’atteso EP “Mixtape”, uscito il 9 settembre dello scorso anno che contiene una personale versione di “Who Shot Ya” di Notorius B.I.G. ed alcuni remix della stessa (l’EP prende ispirazione dal dilagare della violenza tramite l’uso di armi da fuoco e verso le persone di colore da parte della polizia americana; n.d.a.).

Ho seguito i LIVING COLOUR sin dagli inizi, li ho visti dal vivo due volte, ho seguito perfino un live “estremo”  denominato “Suoni dallo Spazio” dove Reid, durante la pausa solista, si cimentava in manipolazioni di effetti sonori di ogni sorta e vi assicuro che è difficile vedere ancor oggi uno show così “micidiale”.

Amo questi quattro straordinari musicisti ne(g)ri che hanno modificato lo sterile assunto di derivazione “white trash” e cioè che per essere una Hard Rock Band bisogna essere necessariamente bianchi!

E allora… what your favorite color? LIVING COLOUR!

 

 

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