Vannacci: Voto chiaro per chi parla chiaro.

Grazie Prof. Giovanni Frajese

 

Gli Uomini dimostrano di essere tali quando sono capaci di elaborare quelle convinzioni stimolate da emozioni, positive e negative, e che anche all’ultimo momento, ci fanno tornare indietro su scelte già fatte.

Uomini che non guardano l’egoismo dell’IO, ma guardano il Noi ed il Futuro di tutti.

La speranza è la nostra, infatti.

Le parole che ha scritto il Prof. Giovanni Frajese, nel Suo Canale Telegram, sono importantissime ed esaustive.

Per questo le diffondo senza aggiungere altro, se non un personale ringraziamento.

Ettore Lembo

 

Dal Canale Telegram

https://t.me/vannifrajeseofficial/485

 

La tentazione di non votare è forte quando non si ha piena fiducia in un candidato.

Gli ultimi anni hanno lasciato una storia di pesanti tradimenti politici che hanno tolto la fiducia negli elettori italiani di poter vedere un cambiamento reale: il Movimento 5 Stelle, nato dal “popolo”, è stato la goccia finale.

L’apertura della “scatoletta di tonno” si è rivelata l’ennesima delusione.

Il potere difende se stesso, è ormai chiaro.

L’astensionismo è il primo partito d’Italia da anni, che però ha un risvolto oscuro: permette a realtà indegne che hanno già ampiamente devastato il paese di superare le soglie di sbarramento e condizionare con un pugno di voti l’andamento delle scelte politiche.

Di questo, personaggi come Renzi, Bonino e Calenda hanno ampiamente approfittato per fare da ago della bilancia.

 

Ci troviamo con le prossime elezioni ancora di fronte allo stesso scenario.

Se l’astensionismo si manifesterà di nuovo, partiti come “Stati Uniti d’Europa” si troveranno a rappresentare il pensiero politico italiano.

Questo non deve accadere.

È chiaro a chi non va a votare quali siano i veri nemici del popolo: sono coloro che portano avanti l’Europa così come è stata fino ad ora, quelli che disprezzano il concetto di sovranità ed esaltano il mostro tecnocratico che negli ultimi anni ha tolto rilevanza e libertà di scelta alla politica dei singoli paesi.

Sono quelli che si riuniscono al Bilderberg e al World Economic Forum, da dove le scelte del nostro futuro vengono indicate e portate avanti.

Anche se non si ha un candidato perfetto per cui votare, anche se la possibilità di futuri tradimenti esiste chiaramente, vale la pena di esprimere una preferenza che vada contro chi ha usato sistematicamente il proprio potere per interessi etero guidati, contro l’interesse del proprio popolo.

Per questo credo sia importante dare un segnale ideologico alle prossime elezioni, non possiamo permettere il superamento della soglia a squallide realtà e dobbiamo far capire alla politica cosa il popolo vuole.

 

La candidatura di Vannacci è quella di un uomo che ha messo nero su bianco quello che molti pensano.

Forse non cambierà le cose, forse il potere si prenderà ancora gioco di noi, ma se non si dà forza a chi esprime un’idea di antica normalità, quella portata avanti dalle élite diverrà sempre di più “il nuovo normale”.

Se non si vota chi almeno a parole porta avanti idee condivise e condivisibili, a cosa serve poi riempire le piazze quando la libertà ci viene tolta come è già successo?

 

Pensavo di non andare a votare, come ho fatto già negli ultimi anni, ad eccezione per le ultime elezioni politiche italiane.

Ho cambiato idea.

Andrò a votare chi almeno mi fa sentire a parole quello che aspettavo di sentire: non so se poi ci saranno voltafaccia ma il messaggio alla politica deve arrivare, oggi più che mai.

 

No alla guerra ora e sempre, no agli Stati Uniti d’Europa e agli europeisti convinti, dal Presidente della Repubblica in giù, no a chi ha usato la politica per giochi di potere sulla nostra pelle. Non nel mio nome.

 

Liberi di credere ciò che volete, io voterò sperando di non vedermi rappresentato da quelli che hanno reso l’Europa la nostra prigione.




IO STO CON MORI

Non Capita tutti i giorni di ricevere uno scritto da un Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Essendosi per di più firmato abbiamo deciso di pubblicarne il contenuto, avendo ricevuta la sua autorizzazione.

 

IO STO CON MORI

Molte persone che leggono quanto scrivo sui social e altri mezzi di comunicazione a volte mi chiedono la ragione per la quale da sempre ho sostenuto a spada tratta il Generale Mario Mori.

I processi riguardanti la trattativa Stato-Mafia si sa come sono andati a finire ‘’TOTALE ASSOLUZIONE’’ ma ciò non è bastato a certa magistratura, che cerca vendetta l’accanimento contro Il Generale continua con ignobili accuse.

Accuse contro un Galantuomo che ha dedicato la vita al Paese alla Patria e che oggi all’età di 85 anni deve ancora difendersi.

Leggo sulla stampa che persone senza nulla conoscere della storia del Generale, si stupiscono che questa volta ed era ora, l’Arma dei Carabinieri sia scesa in campo a sostegno del Generale a costoro dico che;

Dobbiamo sempre ricordare che questa dimensione della fraternità d’armi è parte integrante del nostro mestiere; condiziona il nostro modo di essere e deve essere presente in ogni atto di comando che compiamo.

È così che sapremo evitare le insidie che a volte ci tendono la routine e la facilità: ingiustizie, vessazioni, errori di comando, mancanza di considerazione e tutte le altre forme di quell’atteggiamento inaccettabile che consiste nel non rispettare la dignità dell’uomo.

Ed è anche in questo modo che potremo preservare ciò che fa la grandezza e la forza della nostra istituzione il suo formidabile spirito di corpo e la sua efficacia nell’azione.

Corrado G.M. Pasetti




Johnson sollecita la Corte Suprema a ribaltare il verdetto

Il presidente Johnson sollecita la Corte Suprema a ribaltare il verdetto di colpevolezza “pericoloso” di Trump

 

-Mentre in Italia si fa “propaganda” anti Trump, dove gli epiteti e le opinioni poco opportune e distorte vengono spacciate per “verità”, registriamo intere ore di programmazione televisiva da parte di alcune emittenti dichiaratamente schierate ed ideologizzate, a denigrare il Candidato alle Presidenza degli USA, Il Presidente della Camera degli Stati Uniti Mike Johnson, sollecita la Corte Suprema, a ribaltare il verdetto di colpevolezza.

Lo apprendiamo da un articolo di The Epoch Times di cui ne riportiamo la traduzione integrale del testo, indicandovi anche il Link, per chi volesse leggere il testo in originale

https://www.theepochtimes.com/us/speaker-johnson-urges-supreme-court-to-overturn-dangerous-trump-guilty-verdict-5660528

Ettore Lembo-

 

Il presidente Johnson sollecita la Corte Suprema a ribaltare il verdetto di colpevolezza “pericoloso” di Trump

 

“Penso che metteranno le cose in chiaro, ma ci vorrà un po’ di tempo”, ha detto Johnson riferendosi alle sue aspettative per l’annullamento del verdetto.

Il presidente della Camera Mike Johnson (R-La.) ha affermato che la Corte Suprema degli Stati Uniti dovrebbe essere coinvolta e ribaltare il verdetto di colpevolezza dell’ex presidente Donald Trump nel suo processo per falsificazione di documenti aziendali a New York, con l’oratore che sostiene che le circostanze del caso hanno portato a un’erosione della fiducia pubblica nel sistema giudiziario americano.

 

“Ci sono ancora molti sviluppi da venire, ma credo che la Corte Suprema dovrebbe intervenire, ovviamente, questo è totalmente senza precedenti – ed è pericoloso per il nostro sistema”, ha detto Johnson in un’apparizione del 31 maggio su Fox and Friends.

 

Una giuria ha dichiarato colpevole l’ex presidente il 30 maggio in un caso in cui era accusato di 34 capi d’imputazione di falsificazione di documenti aziendali al fine di nascondere pagamenti non divulgativi all’attrice di film per adulti Stormy Daniels come parte di un tentativo di influenzare le elezioni presidenziali del 2016. in cui era candidato.

Il verdetto di colpevolezza ha reso il presidente Trump il primo ex presidente nella storia degli Stati Uniti a essere condannato per un crimine, con l’ex presidente che ha promesso di presentare appello contro il verdetto e ha definito il processo “molto ingiusto”.

“Questa è una truffa. Questo è un processo truccato… questo è un giudice truccato”, ha detto il presidente Trump in una conferenza stampa il 31 maggio, aggiungendo che a uno specifico esperto elettorale non è stato permesso di testimoniare su alcune questioni relative al processo.

 

Alcuni esperti legali si sono chiesti se le istruzioni del giudice Juan Merchan alla giuria fossero ingiustamente orientate verso una condanna.

Sebbene le osservazioni di Johnson suggeriscano che stia chiedendo alla Corte Suprema di intervenire prima che la corte d’appello di New York abbia avuto la possibilità di valutare la questione, sembra essere uno scenario improbabile.

 

Hans von Spakovsky, ricercatore legale presso il Centro per gli studi legali e giudiziari Edwin Meese III della Heritage Foundation, ha detto a Epoch Times di comprendere e condividere la frustrazione di Johnson per quello che ha descritto come un evidente “errore giudiziario” avvenuto in il tribunale di Manhattan.

 

Tuttavia, von Spakovsky ha affermato che la prospettiva del coinvolgimento della Corte Suprema prima che il processo di appello si svolga nei tribunali dello stato di New York non è realistica.

“Ci sono certamente questioni che conferiscono alla Corte Suprema giurisdizione sulla condanna del tribunale statale, data la violazione fondamentale dei diritti sostanziali di Donald Trump a un giusto processo previsti dalla Costituzione degli Stati Uniti nel modo in cui il giudice del processo e l’accusa hanno gestito male il caso”, ha affermato “Ma non credo che la Corte Suprema prenderà in considerazione il caso finché il processo di appello statale non sarà esaurito.”

 

Jonathan Emord, un esperto di diritto costituzionale e contenzioso, ha dichiarato a The Epoch Times di ritenere che il processo abbia violato i diritti del giusto processo del presidente Trump e sia stato “pieno di pregiudizi”, ma che anche lui vede poche speranze per l’intervento della Corte Suprema fino a quando la corte di i ricorsi hanno avuto il loro peso.

Appello in primo piano

Il team legale del presidente Trump ha parlato di piani di appello, che normalmente dovrebbero prima passare attraverso una corte d’appello a New York prima di rivolgersi potenzialmente alla Corte Suprema.

Il signor Johnson ha detto nella sua apparizione su Fox and Friends che il percorso per un appello per arrivare all’Alta Corte richiederà del tempo, ma ha espresso fiducia che il verdetto alla fine verrà annullato.

 

“Penso che metteranno le cose a posto, ma ci vorrà un po’ di tempo”, ha detto Johnson. “Il processo richiede un po’ di tempo per essere portato a termine. I democratici lo sanno, ovviamente, e stanno tirando per le lunghe. Questo era l’obiettivo. Vogliono provare a mandare in bancarotta Donald Trump”.

 

Mentre l’ex presidente ha affermato che dietro l’accusa c’era il presidente Joe Biden, il presidente ha negato qualsiasi coinvolgimento e ha insistito sul fatto che il processo era libero da qualsiasi interferenza politica e che il verdetto afferma che lo stato di diritto è vivo e vegeto in America.

 

“Donald Trump ha sempre erroneamente creduto che non avrebbe mai dovuto affrontare conseguenze per aver infranto la legge per il suo tornaconto personale”, ha detto il direttore delle comunicazioni Biden-Harris 2024 Michael Tyler in una dichiarazione dopo il verdetto.

Il portavoce della Casa Bianca, Ian Sams, ha dichiarato in un post su X : “Rispettiamo lo stato di diritto e non abbiamo ulteriori commenti”.

Il signor Johnson, che è stato avvocato per 20 anni, ha affermato che ciò che ha visto nel processo Trump è stato “oltraggioso”.

 

“Il popolo americano lo vede”, ha detto nell’intervista di venerdì. “Si tratta di un esercizio puramente politico, non legale. E lo sanno tutti. Sanno intuitivamente che è sbagliato. E la gente è indignata”.

 

Johnson ha sostenuto che il modo in cui è stato condotto il processo e lo stesso verdetto di colpevolezza stanno “diminuendo la fede del popolo americano e il nostro stesso sistema di giustizia”.

“E per mantenere una repubblica… la gente deve credere che la giustizia sia giusta e che esista parità di giustizia secondo la legge. Non lo vedono in questo momento”, ha aggiunto.

 

Nonostante l’appello di Johnson all’urgenza nel processo di appello, von Spakovsky ha detto a The Epoch Times che una richiesta di intervento alla Corte Suprema “senza dubbio” sarebbe accolta con una risposta secondo cui il processo di appello della corte statale ha bisogno di svolgersi da solo. prima che l’Alta Corte esamini il caso.

 

Il giudice Merchan, che ha scatenato polemiche dando istruzioni alla giuria di non dover concordare su tutti gli elementi di un crimine sottostante che era la chiave per elevare a crimine quella che normalmente sarebbe un’accusa di reato minore, ha incastrato l’ex comandante in capo… La data della sentenza del capo è l’11 luglio.

In assenza di un appello accolto, il presidente Trump potrebbe ora dover affrontare sanzioni come il carcere, la libertà vigilata o multe.

Il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, che ha presentato le accuse contro l’ex presidente, non ha incriminato se i pubblici ministeri chiederanno il carcere.

 

La sentenza arriva quattro giorni prima della Convention nazionale repubblicana, dove il presidente Trump sarà formalmente designato come candidato presidenziale repubblicano.

 

Anche se non esistono leggi che impediscono al presidente Trump di candidarsi alla Casa Bianca come criminale condannato, un verdetto ribaltato prima del giorno delle elezioni probabilmente aumenterebbe le sue possibilità di vittoria.




Il vero partito deve essere l’Italia

Negli ultimi cinquant’anni, la politica italiana ha visto un susseguirsi di promesse non mantenute e aspettative deluse, un ciclo che ha portato molti intellettuali di destra a una profonda disillusione.

Questa disillusione non è semplicemente una questione di insoddisfazione politica, ma un riflesso della percepita decadenza culturale e sociale del Paese.

Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, queste frustrazioni raggiungono un nuovo apice, poiché si ripropone la speranza, ormai flebile, di un cambiamento significativo.

Le Promesse Tradite: Una Retrospettiva

Le promesse politiche in Italia sono state una costante, un rituale quasi sacro che si ripete ad ogni ciclo elettorale.

Tuttavia, queste promesse sono spesso rimaste tali, senza tradursi in realtà concrete. Analizzando i programmi dei principali partiti dagli anni ’70 ad oggi, emerge un pattern di ambiziose proposte economiche, sociali e culturali che raramente hanno trovato una realizzazione.

Negli anni ’80, ad esempio, il boom economico post-bellico iniziava a mostrare segni di cedimento.

Le promesse di una riforma strutturale del sistema produttivo, di una modernizzazione delle infrastrutture e di una maggiore equità sociale venivano ripetutamente fatte e disattese. Gli anni ’90, con Tangentopoli e la crisi della Prima Repubblica, videro emergere nuove formazioni politiche che promettevano una rottura col passato.

Ma la Seconda Repubblica non fu in grado di mantenere molte delle sue promesse di cambiamento e rinnovamento.

La Decadenza Culturale

Uno degli aspetti più preoccupanti del fallimento politico è stato il declino culturale.

L’Italia, culla del Rinascimento e patria di artisti, filosofi e scienziati, ha visto un progressivo impoverimento del suo patrimonio culturale e intellettuale.

Gli investimenti in cultura e istruzione sono diminuiti drasticamente nel corso degli anni. Secondo i dati dell’OCSE, la spesa pubblica per l’istruzione in Italia è tra le più basse d’Europa, rappresentando solo il 3.9% del PIL nel 2019, rispetto alla media europea del 4.9%.

Le università italiane, un tempo prestigiose, lottano oggi con carenze di fondi e infrastrutture obsolete. Il numero di giovani laureati che emigrano per cercare migliori opportunità all’estero è in costante aumento, con un fenomeno di “fuga dei cervelli” che depaupera ulteriormente il capitale umano del Paese.

I Dati della Decadenza

I numeri parlano chiaro.

Secondo un rapporto di Eurostat del 2022, l’Italia ha uno dei tassi di crescita economica più bassi dell’Unione Europea.

Il tasso di disoccupazione giovanile, sebbene in lieve diminuzione negli ultimi anni, rimane tra i più alti, attestandosi al 29.7% nel 2021.

La produttività del lavoro è stagnante, e il debito pubblico continua a crescere, superando il 155% del PIL nel 2021, un dato preoccupante che limita fortemente le capacità di investimento dello Stato.

La Crisi della Destra Italiana

Per un intellettuale di destra, la delusione è particolarmente acuta.

La destra italiana, storicamente legata a valori di tradizione, ordine e identità nazionale, ha faticato a trovare una coerenza interna e una leadership capace di tradurre i propri principi in politiche efficaci.

Le speranze riposte in figure come Silvio Berlusconi, che prometteva una “rivoluzione liberale”, sono state frustrate da scandali e inefficienze.

I movimenti più recenti, come la Lega, pur avendo catalizzato un notevole consenso, sono spesso accusati di populismo e mancanza di una visione strategica a lungo termine.

Le Elezioni Europee: Un Nuovo Banco di Prova

Le imminenti elezioni europee rappresentano un nuovo banco di prova.

In un contesto di crescente euroscetticismo e frammentazione politica, l’Italia si trova a dover scegliere non solo i propri rappresentanti a Bruxelles, ma anche a definire il proprio ruolo futuro all’interno dell’Unione Europea.

La speranza di molti intellettuali di destra è che queste elezioni possano finalmente segnare l’inizio di un reale cambiamento, ma la storia recente invita alla cautela.

In conclusione, la disillusione degli intellettuali di destra rispetto alla politica italiana è il risultato di decenni di promesse non mantenute e di un declino culturale che sembra inarrestabile.

Le elezioni europee offrono una nuova opportunità, ma senza un serio e profondo rinnovamento della classe politica e delle istituzioni, il rischio è che anche questa sia un’ennesima occasione persa.

Siamo quindi votati al populismo per forza?

l’uomo di destra è incompatibile con il populismo!

La crescente disillusione nei confronti della politica italiana ha spinto molti intellettuali di destra a interrogarsi su quale sia il loro ruolo e la loro posizione nel contesto attuale.

Mentre il populismo ha guadagnato terreno, offrendo risposte semplici e immediate a problemi complessi, gli intellettuali di destra trovano difficile abbracciare questa corrente per una serie di ragioni profonde e articolate.

L’Essenza del Pensiero Conservatore

Per comprendere perché un intellettuale di destra non può votarsi al populismo, è essenziale riflettere sull’essenza del pensiero conservatore.

La destra tradizionale si basa su valori di stabilità, ordine, tradizione e responsabilità.

Promuove una visione del mondo che valorizza le istituzioni consolidate, la continuità storica e il rispetto per la cultura e le tradizioni nazionali. Questo approccio contrasta nettamente con la natura spesso volatile e anti-istituzionale del populismo.

La Complessità delle Soluzioni

Gli intellettuali di destra sono consapevoli della complessità dei problemi socio-economici e culturali che affliggono l’Italia e il mondo contemporaneo.

Sanno che le soluzioni semplicistiche e immediate proposte dai populisti sono raramente efficaci e spesso dannose nel lungo periodo.

Il populismo tende a sfruttare le paure e le frustrazioni della popolazione, offrendo capri espiatori e promesse irrealizzabili.

Gli intellettuali, invece, riconoscono che i problemi complessi richiedono soluzioni ponderate, basate su analisi approfondite e politiche a lungo termine.

Il Rischio della Demagogia

Il populismo è intrinsecamente legato alla demagogia, l’arte di guadagnare consenso attraverso appelli emotivi piuttosto che razionali.

Questo approccio è in netto contrasto con l’etica dell’intellettuale, che cerca di elevare il dibattito pubblico attraverso argomentazioni basate su fatti e ragionamenti logici.

Per un intellettuale di destra, il populismo rappresenta una pericolosa deviazione dalla ricerca della verità e dell’eccellenza intellettuale, preferendo invece il successo immediato e la manipolazione delle masse.

La Difesa delle Istituzioni

Un altro aspetto fondamentale che separa gli intellettuali di destra dal populismo è il loro rispetto per le istituzioni.

La destra tradizionale vede nelle istituzioni un baluardo di stabilità e continuità, essenziali per il mantenimento dell’ordine sociale e della giustizia.

Il populismo, al contrario, spesso si posiziona in opposizione alle istituzioni, dipingendole come corrotte e inefficaci.

Questo atteggiamento distruttivo mina la fiducia nel sistema democratico e può portare a un’erosione delle fondamenta stesse dello Stato.

La Cultura e l’Identità

Per un intellettuale di destra, la cultura e l’identità nazionale sono valori inestimabili che devono essere preservati e promossi.

Il populismo, sebbene possa fare appello a sentimenti nazionalisti, lo fa in modo superficiale e strumentale.

Manca la profondità di comprensione e l’apprezzamento per la ricchezza culturale e storica che caratterizzano la destra tradizionale.

Gli intellettuali vedono il pericolo di una retorica populista che, pur invocando l’orgoglio nazionale, rischia di ridurre la cultura a slogan vuoti e a una visione distorta della realtà.

Un Chiamata all’Integrità Intellettuale

Per un intellettuale di destra, votarsi al populismo significa tradire i propri principi fondamentali.

Significa abbandonare la ricerca della verità, la complessità delle soluzioni, il rispetto per le istituzioni e la profondità culturale.

Significa, in ultima analisi, abbandonare l’integrità intellettuale in favore di un successo politico immediato ma vuoto di sostanza.

La sfida per gli intellettuali di destra è dunque quella di trovare un percorso che, pur riconoscendo le legittime frustrazioni del popolo, sappia offrire soluzioni reali e sostenibili.

Un percorso che non ceda alla tentazione della demagogia ma che, al contrario, riaffermi i valori di stabilità, responsabilità e cultura che sono al cuore del pensiero conservatore.

In un’epoca di crescente populismo, è più che mai necessario che gli intellettuali di destra riaffermino la loro voce, non come eco delle masse, ma come guida illuminata verso un futuro migliore.

Il Generale Vannacci: Un Visionario Tra Realismo e Comprensione delle Necessità del Popolo?

Nel panorama politico e sociale italiano, dominato spesso da figure populiste e discorsi semplicistici, emerge una figura che si distingue per il suo approccio ponderato e realistico: il Generale Roberto Vannacci.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Vannacci non è un populista che cerca consensi facili attraverso slogan vuoti.

Invece, egli si presenta come un leader che ha profondamente compreso le esigenze del popolo italiano, offrendo soluzioni pratiche e concrete ai problemi che affliggono la nazione.

La carriera militare del Generale Vannacci è testimone della sua dedizione e competenza.

La sua lunga esperienza nelle forze armate gli ha fornito una comprensione unica delle dinamiche sociali e delle sfide che il Paese deve affrontare.

La sua capacità di affrontare gli avversarsi sempre con calma, senza attaccarli e senza atteggiamenti ostili gli sta facendo acquisire gran consenso nel paese.

Vannacci ha servito in diverse missioni internazionali, acquisendo una visione globale e una capacità di analisi che trascende il provincialismo e il populismo tipici di molti politici contemporanei.

Le proposte di Vannacci non sono frutto di demagogia, ma di un’analisi attenta e approfondita delle reali necessità del popolo italiano.

Egli riconosce che le soluzioni ai problemi complessi richiedono un approccio pragmatico e realistico.

Ad esempio, nel campo della sicurezza, Vannacci sostiene la necessità di rafforzare le forze dell’ordine non solo in termini numerici, ma anche attraverso una migliore formazione e l’adozione di tecnologie avanzate.

Questo approccio bilancia la sicurezza nazionale con il rispetto dei diritti civili, evitando le scorciatoie autoritarie tipiche dei discorsi populisti.

Uno degli aspetti più distintivi di Vannacci è la sua empatia verso il cittadino comune.

Contrariamente ai populisti, che spesso sfruttano le paure e le frustrazioni del popolo per guadagnare consensi, Vannacci si sforza di capire le radici di queste emozioni.

La sua comunicazione è sempre rispettosa e mirata a trovare soluzioni condivise.

Vannacci vede nella cultura un elemento essenziale per il rilancio del Paese, sostenendo politiche che incentivino l’istruzione e la diffusione del patrimonio culturale italiano, sia a livello nazionale che internazionale.

In definitiva, il Generale Vannacci rappresenta una figura che, pur rasentando i toni e i metodi del populismo, ha saputo cogliere le necessità del popolo.

Non mi ritengo ne un sostenitore ne un detrattore del Generale, ma gli riconosco l’acume politico di aver saputo identificare una figura che ha colmato un vuoto comunicativo nel paese.

Ha profondamente capito che il politicamente corretto è la più grande bufala storica, come peraltro da noi più volte sostenuto non da ultimo qui https://betapress.it/politicallllllly-corrrrrect-che-freno-al-confronto/ , e che il paese ed i suoi cittadini hanno bisogno di sentire chi parla come loro, per loro e con loro.

Pochi altri hanno in precedenza azzeccato questo stile, e bravo Generale, e stolti tutti quelli che lo accusano superficialmente e senza affrontarlo in profondità: le accuse di razzismo e di fascismo, nonché di omofobia, gli fanno solo guadagnare altri punti.

Attaccare oggi il generale Vannacci che parla il linguaggio del popolo solo perché usa un linguaggio vicino al popolo è un poco come accusare il popolo stesso, ed il popolo su queste cose non perdona.

Il mio Dissenso: Un Grido Contro l’Impoverimento Generale del Paese

Nel contesto politico italiano attuale, mi trovo, specie come giornalista, in una posizione di profonda disillusione e frustrazione.

La delusione non deriva solo dalle promesse non mantenute e dalle aspettative disattese, ma anche dalla sensazione di essere perseguitato e isolato dagli stessi alleati politici.

Questo sentimento di alienazione mi spinge quindi ad esprimere un dissenso sempre più marcato contro l’impoverimento generale del Paese, un impoverimento che si manifesta non solo a livello economico, ma anche culturale e sociale.

La Disillusione con il Partito

Per me, ma come per ogni intellettuale di destra, la lealtà al proprio partito è stata tradizionalmente una questione di principio e di coerenza con i valori e le idee che quel partito rappresenta.

Tuttavia, negli ultimi anni, molti hanno assistito con sgomento a un declino della qualità e della serietà delle politiche adottate.

Le speranze riposte in un cambiamento positivo sono state spesso disattese, con promesse elettorali che si sono rivelate vuote e progetti di riforma che sono rimasti lettera morta.

Questa disillusione è aggravata dalla percezione di essere traditi dagli stessi alleati.

Invece di trovare supporto e solidarietà, molti, me compreso, si sentono perseguitati e marginalizzati da coloro che dovrebbero essere i loro naturali compagni di battaglia.

Questo isolamento non è solo politico, ma, soprattutto per me in questo momento, spesso anche personale e professionale, rendendo ancora più acuto il senso di frustrazione.

Il Grido di Dissenso

Di fronte a questa situazione, non posso far altro che esprimere un profondo dissenso.

Questo dissenso non è un semplice sfogo di rabbia, ma un grido di allarme contro l’impoverimento generale del Paese.

L’Italia, una volta faro di cultura e innovazione, sta vivendo un declino che sembra inarrestabile.

L’Impoverimento Economico

L’economia italiana, stagnante da decenni, è uno dei principali fattori di preoccupazione.

La disoccupazione, soprattutto giovanile, rimane elevata, e le opportunità di lavoro qualificato sono sempre più rare.

Le politiche economiche adottate negli ultimi anni non sono riuscite a stimolare una crescita sostenibile e a lungo termine, e il debito pubblico continua a crescere, limitando le capacità di investimento del Paese.

Vedo con preoccupazione l’assenza di strategie economiche solide e lungimiranti, l’eccessivo utilizzo dei fondi PNRR senza una doverosa ossatura che ne ripaghi i costi.

La mancanza di investimenti in settori chiave come l’innovazione, la ricerca e le infrastrutture sta contribuendo a un impoverimento strutturale che mette a rischio il futuro del Paese.

L’Impoverimento Culturale

L’impoverimento non è solo economico.

La cultura italiana, un tempo orgoglio nazionale, sta vivendo una crisi profonda.

I tagli ai finanziamenti per l’istruzione e la cultura hanno portato a un degrado delle istituzioni culturali e a un impoverimento dell’offerta educativa.

Le università e le scuole, che dovrebbero essere il fulcro della formazione delle nuove generazioni, soffrono di carenze strutturali e finanziarie che compromettono la qualità dell’insegnamento e della ricerca.

Questo declino culturale è aggravato dalla mancanza di visione e di politiche efficaci da parte del governo.

Vedo con allarme la diffusione di una cultura di mediocrità e di conformismo, che soffoca il talento e l’innovazione.

La fuga dei cervelli, con molti giovani laureati che emigrano per cercare migliori opportunità all’estero, è un sintomo drammatico di questo impoverimento.

L’Impoverimento Sociale

Infine, l’impoverimento sociale è forse l’aspetto più doloroso per me.

L’Italia è sempre stata un paese con forti legami comunitari e una ricca vita sociale.

Tuttavia, le politiche divisive e la crescente polarizzazione stanno erodendo il tessuto sociale del Paese.

La coesione sociale, un tempo punto di forza, è minata da crescenti disuguaglianze e da un senso di insicurezza e di incertezza per il futuro.

Un Appello alla Rinascita

In questo contesto, mi sento il dovere di alzare la voce e denunciare la situazione.

Il mio dissenso è un atto di amore verso il Paese ed un appello alla rinascita.

È un richiamo a ritrovare i valori fondamentali che hanno reso grande l’Italia e a lavorare insieme per costruire un futuro migliore.

Non voglio assolutamente arrendermi alla disillusione, ma cerco di trasformarla in un’energia creativa e costruttiva.

Cerco di promuovere un dibattito pubblico serio e informato, basato su fatti e argomentazioni, e di coinvolgere tutti i cittadini in un progetto comune di rinascita.

Solo attraverso un impegno collettivo e una visione condivisa sarà possibile invertire la rotta e risollevare il Paese dall’impoverimento economico, culturale e sociale che lo affligge.

A queste elezioni speriamo, anche se sono europee, di iniziare a votare per l’Italia.

 

 




Chi crede come vota?

Un decalogo per il voto europeo degli elettori “credenti”, ma anche non

 

 

Poniamoci una domanda: i cittadini italiani che sono o si considerano “credenti” possono chiedere qualche cosa di specifico ai candidati alle elezioni europee?

Noi pensiamo di sì, e proviamo insieme a rispondere.

Anzitutto c’è il tema della VITA.

Vita significa difendere la vita umana sin dalla nascita: quindi NO all’aborto come “diritto” perché in realtà non è tale, bensì il prevalere del volere della donna e del suo partner sul diritto a nascere del concepito. Siccome oggi viene descritto come un “diritto intoccabile”, almeno i candidati credenti facciano il possibile per scoraggiarne l’uso e favorire l’aiuto alle mamme perché non abortiscano il loro figlio/a.

Stesso discorso sul FINE VITA con i partiti che propugnano eutanasia e suicidio assistito.

Un credente invece difende la vita sino alla fine e non vuole che sia “terminata” dallo Stato con la sottrazione delle cure o l’incoraggiamento al suicidio, così che le politiche pubbliche abbiano meno persone da “assistere”. Occorre incoraggiare le cure palliative e salvare la dignità del morente.

SESSO e GENDER: questo è un campo minato. In Europa i partiti laicisti propugnano la diffusione nelle scuole della dottrina “gender” che insegna che maschi e femmine sono concezioni astratte e che in realtà ognuno dovrebbe essere libero di vivere “quello che si sente”.

Quindi oltre alla libertà sessuale spinta all’estremo (ci sono gruppi che chiedono che la pedofilia divenga un “diritto” e che sia lecita l’unione tra un adulto e un minore, se questo lo desidera) viene propagandato il cosiddetto “cambio di sesso” tramite assunzione di ormoni e interventi chirurgici distruttivi. I veri credenti non possono che votare per partiti e persone che sono contrari a queste assurdità e che rispettano la famiglia, il matrimonio tra un uomo e una donna (e non i matrimoni gay che sono un assurdo!).

UTERO IN AFFITTO: in pratica si tratta di una donna che decide di vendere il proprio corpo per far nascere un figlio. Capita spesso che sia su richiesta di coppie omosessuali, ma i sostenitori della maternità surrogata, giustamente, affermano che non è solo così, perché a volte sono anche le coppie etero che chiedono l’aiuto esterno in quanto i due non possono generare figli propri.

Ma ciò non toglie che la madre surrogata “affitta” il proprio utero per poi staccarsi brutalmente dal figlio nato e venire remunerata, pur se si parla di minimo 50 mila euro ma più spesso attorno agli 80-100 mila. Il bambino diventa così una “merce” comprata ad un prezzo che possono permettersi solo i ricchi. Sembra proprio che siamo di fronte a una aberrazione vera e propria.

LIBERTA’ RELIGIOSA: è ormai diffusa la tendenza a mettere a tacere i cristiani quando i valori evangelici danno fastidio ai partiti laicisti europei.

Ciò vale sui temi molto cari all’etica cristiana come l’opposizione al riconoscimento delle unioni gay, alle politiche a favore degli LGBTQ+, alla richiesta di libertà di educazione sessuale nelle scuole al di fuori del controllo dei genitori che invece sono gli unici che hanno il diritto di scegliere come e da chi fare educare i propri figli. Siccome i candidati credenti sono difficili da conoscere, realtà quali Pro Vita & Famiglia, oppure CitizenGo o altre, hanno lanciato delle petizioni chiedendo ai candidati di far conoscere se e come, una volta eletti, voteranno al Parlamento europeo su questi temi.

Quindi prima di votare sarebbe opportuno andare sui siti citati e trovare quali candidati siano davvero a favore della libertà religiosa e contro la censura delle lobby europee.

DONNA: su questo tema si tende a concentrarsi sulla difesa dalle aggressioni e dagli stupri. Cosa sacrosanta, ma c’è un altro tema sottaciuto.

Le donne spesso “desiderano” diventare madri, ma per molte ragioni hanno difficoltà. Quindi un segno di attenzione alle coppie e alle famiglie è quello di fare politiche familiari che aiutino la maternità: solo così le donne saranno davvero libere di avere figli.

LOCKDOWN, VACCINI OBBLIGATORI, CHIUSURE AZIENDE, IDENTITA’ DIGITALE: un vero credente, che si affida a Dio, non può sopportare una società dittatoriale dove qualcuno imponga di chiudere tutto, di obbligarci a farci inoculare medicinali non sperimentati, a non lavorare, a sottoporci a un controllo digitale asfissiante e punitivo. La “libertà dei figli di Dio” è un valore spirituale ma anche civile e sociale.

Quindi non andrebbero votati quei partiti che sostengono le politiche di controllo digitale e sanitario della società. In Italia, ripensiamo a chi ha voluto il “green pass”, e continua a sostenerlo, creando discriminazioni ed esclusioni dalle attività, spesso pubbliche, e non votarlo….

SUPERSTATO EUROPEO: un vero credente sa che le comunità nazionali, civili, religiose sono alla base di strutture sovranazionali complesse come è l’Unione Europea. I padri fondatori non avevano in mente un “super stato” che annullasse l’Italia, la Francia, la Germania costringendo i diversi popoli ad assumere stesse mentalità, cultura, leggi.

La vera Unione Europea deve rispettare i diritti delle comunità nazionali e non ricattarle, come sta avvenendo ad esempio con l’Ungheria. Se non accettano i matrimoni gay e altri obblighi simili, gli ungheresi non riceveranno i fondi europei. Questo è un ricatto bello e buono e se così fosse, meglio sciogliere l’Europa unita e tornare ai singoli stati separati.

CASE GREEN, AUTO ELETTRICHE, GRILLI AL POSTO DELLA CARNE: gli italiani non sono stupidi e stanno capendo che l’obbligo delle “case green”, delle auto elettriche, di diminuire i consumi del cibo mediterraneo a favore dei grilli e delle carni “sintetiche” risponde non a un disegno ecologista, ma al volere di lobby economiche che vogliono demolire la libertà economica dei piccoli imprenditori.

I danni di essere costretti alle case green e alle auto elettriche sono ormai chiari. Non sarebbe l caso di fermare i partiti che vogliono imporcele? Il mondo non finirà con un’auto a benzina: basta che abbia un buon sistema di scarico che abbatta l’inquinamento!

FAKE NEWS: cosa significa quando l’Europa parla di fake news? Forse vuol dire che ai potenti europei danno fastidio coloro che la pensano diversamente e quindi vogliono metterli a tacere? E’ giusto ribellarsi e non dare il voto a tutti coloro che impongono di parlare in maniera unica, imponendo la loro visione? Forse così evitiamo i partiti con la tendenza alla dittatura del pensiero.

Tipico in Italia è il mondo del politicamente corretto che, ad esempio, attacca tutti coloro che sono contro la “transizione ecologica”, contro l’obbligo delle case green, eccetera. Forse non dobbiamo fidarci di coloro che vogliono controllarci, l’unico modo che abbiamo per evitare che abbiano il sopravvento, pur se in minoranza, è NON VOTARLI!

IMMIGRAZIONE: no al razzismo ma sì al controllo delle frontiere e di chi entra in Europa. Quindi sarebbe opportuno non votare i partiti che propugnano la sostituzione etnica.

I figli è meglio che li facciano gli europei, piuttosto che aspettare che arrivino gli immigrati senza controllo per far aumentare la popolazione.

DIO CHE EUROPA DESIDERA? Visto che parliamo “di” e “da” Credenti la risposta può essere immaginata così: Dio non vuole certamente delle marionette controllate da un potere centrale a Bruxelles.

Invece vuole uomini liberi, ci ha fornito del “Libero Arbitrio”, che discutano con rispetto, confrontino le loro tesi e votino scegliendo per il meglio. Il principio di “sussidiarietà” (quello che dice che un ente superiore non si occupa di quanto viene svolto meglio da un ente inferiore: vale a dire l’Europa non si occupa di ciò che gli stati nazionali fanno meglio da soli) è un principio rispettoso della libertà voluta da Dio.

Forse è meglio indirizzare il proprio voto non su propone il centralismo, bensì su chi nel rispetto delle diverse sovranità nazionali, propone una Europa armoniosa e sinceramente democratica.

Il Credente