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Stanchi dell’ibrido

 

 

Ogni uomo che sa cosa voglia dire essere un “uomo” vive con la certezza che non si “picchiano le donne”.

 

Non si “tocca una donna nemmeno con una rosa”, questo noi padri insegniamo ai nostri figli.

 

Nei tempi recenti è stato istituito il reato di “femminicidio”. Un omicidio che contiene in se l’aggravante che sia un uomo ad uccidere una donna per motivi di genere.

 

Queste “strane” Olimpiadi, ove si parla molto più di “altro” che di sport, hanno costretto tutti noi, anche i non appassionati di boxe come chi scrive, a vedere, con ribrezzo, una persona “non donna” massacrare con un solo pugno una atleta donna.

 

Questa la sintesi dal mio punto di vista.

 

Una sintesi che non mi piace.

 

Lo sport ha un solo ruolo, quello di insegnare valori positivi.

 

Una “non donna”, non sono io a dover scendere in valutazioni scientifiche sul suo “genere”, questo spetta agli scienziati, non agli intellettuali o ai politici, che gareggia con una “donna”.

 

Il risultato dello “scontro”, non del “incontro”, era tristemente, pateticamente, scontato.

 

La conseguenza è diretta. Perché far svolgere gli “incontri”?

 

Ovvio il fatto che, se l’atleta algerina non troverà sulla sua strada una altra “non donna”, questa atleta vincerà sempre.

 

Olimpiadi noiose queste di Francia.

 

Olimpiadi ove l’ideologia gender ha preso il sopravventò sullo sport.

 

Peccato.

 

Speriamo che, almeno nell’ultima parte, questa olimpiade sappia tornare, per quel che può, ad essere quello che una “olimpiade” deve essere.

 

Una sana e vera “Olimpiade” è il “tempio dello sport”.

 

Una nota di speranza per finire, fra quattro anni saremo in una nuova era, avremo una nuova Olimpiade, potremo tornare ad appassionarci alle gare, parlare da tifosi di sport olimpici, guardare in pace la televisione e commentare le medaglie vinte dagli atleti che rappresenteranno la nostra Patria.

 

Questo amano fare le madri ed i padri con i propri figli nella quiete di una estate olimpica con una bibita in mano ospitando degli amici nella propria dimora.

 

Questo è sempre stato il modo sano e tradizionale di “parlare di sport”.

 

Questa è la cultura della maggioranza degli esseri umani nel mondo.

 

Questo accadrà di nuovo, ne sono certo, fra quattro anni in California, a Los Angeles.

 

Quel giorno, infatti, la Presidenza in Stati Uniti sarà quella che per molti sarebbe già dovuta essere nel 2020.

 

Noi, madri e padri all’antica, non vediamo l’ora di dimenticare ogni forma di strumentalizzazione politica di qualsiasi “ibrido”, umano o ingegneristico che sia.

 

All’atleta algerina Khelif identica solidarietà che portiamo all’atleta italiana Angela Carini, due esseri umani che hanno pari dignità e che, entrambe, sono state strumentalizzate per motivi politici “globalisti” assai lontani dallo spirito olimpico.

 

Questo, non voglio nasconderlo, a tutti coloro che hanno il mio stesso sentire annoia molto più che un po’.

 

Ignoto Uno

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