la casa sull’albero

Disagio psicologico, ansia, stress, depressione, solitudine, malattia, morte…

Chi più ne ha, più ne metta…

Ma anche idee, consigli, interventi, programmi, strategie e fantasie, esercizi e supporti, per agire e reagire.

“Parliamone insieme”.

Nasce con questo titolo la rubrica di supporto psicologico di betapress.it.

Un’iniziativa voluta dalla redazione che ha contattato diversi specialisti.

Dottori, Psicologi, Psicoterapeuti, Psichiatri disposti a collaborare, con tanta professionalità e generosità per stare dalla parte dei nostri lettori, per offrire loro un valido aiuto, per confrontarci ed aiutarci, insieme, in questi giorni particolarmente difficili.

Un invito rivolto ai nostri lettori, scriveteci, raccontateci le vostre emozioni, poneteci le vostre domande, non abbiate paura.

Un impegno assunto dalla nostra redazione, un aiuto concreto, un intervento immediato, una risposta a domicilio, competente e gratuita.

Oggi, parliamo con la Psicologa Barnabino Federica.

Psicologa, psicoterapeuta, specializzata in Psicoterapia Cognitiva, iscritta all’Ordine degli Psicologi e Psicoterapeuti del Piemonte, terapeuta ACT.

Betapress- Buongiorno, Dott.ssa Barnabino.

Per i nostri lettori, quali sono gli ambiti precisi del suo intervento come psicologa?

Dott. Barnabino- Lavoro come psicologa scolastica e svolgo attività libero professionali a Vercelli con adulti, adolescenti e bambini. 

Betapress- Benissimo. Proprio quello di cui volevamo parlare.

Il mondo dei bambini ed i loro sacrifici durante questi mesi.

Anche loro, soprattutto loro, sono stati messi a dura prova, specie nella prima fase della pandemia….

Dott.ssa Barnabino- Sì, purtroppo è così, i bambini hanno provato un vero disagio, soprattutto nella prima fase della pandemia.

Proprio per questo, durante il primo lockdown, con la chiusura delle scuole, ho lavorato insieme a colleghe al progetto web “La casa sull’albero” per bambini e genitori, promosso dall’ Associazione Momento per Momento.

Con un gruppo di psicologhe, che esercitano in diverse città, si è pensato di unire le professionalità per offrire un servizio di qualità.

Betapress- Bellissima iniziativa!

Ma dal punto di vista economico, le famiglie in crisi, potevano permetterselo?

Dott.ssa Barnabino- Nei mesi dell’emergenza, che ha coinvolto anche l’aspetto economico, è stato proposto questo progetto completamente gratuito al fine di promuovere benessere psicologico e psicoeducativo ai bambini e alle loro famiglie.

Betapress- Complimenti a Lei e alle sue colleghe!

Ci racconti allora di “La casa sull’albero”.

Dott.ssa Barnabino- “La casa sull’albero” è stato un progetto web.

Attraverso video ed immagini, ed in particolare attività da fare insieme ai bambini e ai ragazzi, si è cercato di aiutare le famiglie a trasformare un momento di vita difficile in momenti vissuti con consapevolezza, condivisione e gratitudine.

Per esempio, La casetta degli “allenamomenti” ha voluto essere un luogo sicuro in cui ogni momento, seppur difficile, ha potuto trasformarsi in momento speciale. 

Le richieste pervenute durante il primo lockdown riguardavano, infatti, prevalentemente, la gestione dello spazio-tempo familiare, l’organizzazione di nuove routine ed il trovare, con i più piccoli, un linguaggio condiviso per affrontare tematiche, emozioni e pensieri relativi alla pandemia.

Betapress- Dott.ssa, parliamo appunto della famiglia, la prima cellula sociale. Come ha reagito durante il primo e il secondo lockdown?

Dott.ssa Barnabino- In generale penso che, se da un lato la situazione ha generato ed acutizzato conflitti familiari, dall’altro ha però permesso di attivare nuove risorse, dando spazio alla creatività e alla riscoperta di valori.

Diverse richieste sono state, invece, purtroppo legate al tema della morte, del mancato saluto dei propri cari e della gestione del lutto chiusi all’interno del proprio confine domestico. 

Fortunatamente, i pazienti già in carico si sono progressivamente adattati alla consulenza on-line e in loro non vi è stato un peggioramento della sintomatologia pregressa. 

Dal mio punto di vista, questo secondo lockdown ha portato vissuti di maggior disagio psicologico.

I pazienti in carico hanno, in molti, rifiutato la consulenza online esprimendo la volontà di continuare, in sicurezza, le sedute in presenza, per mantenere uno spazio relazionale che evidentemente viene a mancare negli altri contesti. 

Betapress- Quali sono le forme di disagio più ricorrenti nei minori?

E quali consigli può dare ai nostri lettori?

Dott.ssa Barnabino-Le problematiche ad oggi riscontrate riguardano prevalentemente: 

  • La paura e la mancanza di contatto nei più piccoli.

In questo caso, riterrei indispensabile suggerire ai genitori strategie rivolte alla creazione di routine stabili che possano creare un “luogo sicuro”, nonostante il dolore e l’incertezza che ci accompagna. Consiglierei ai genitori di vivere dei momenti di gioco condiviso con i loro figli, e di dare spazio alle emozioni vissute attraverso la narrazione delle stesse. 

Betapress- Sì, ma i ragazzi più grandi, non sono disposti ad ascoltare né fiabe, né prediche…

Dott.ssa Barnabino- Nei ragazzi le difficoltà maggiori credo siano legate al vivere costretti nell’ambiente domestico con lo scatenarsi di conflitti, apatia ed incremento delle dipendenze dal web.

Vi sono poi le difficoltà legate al mondo scolastico e alla didattica a distanza.

A tale proposito, mi permetta di esprimere un’opinione sulla DAD.

Credo purtroppo che, nonostante il grande sforzo dei professori e del personale scolastico, se ci mettiamo dalla parte degli alunni, dobbiamo ammettere che siamo ancora molto lontani da un risultato efficace, sia in termini di attenzione che di motivazione.

Nell’ impostazione del sistema scuola, i docenti, ma non solo loro, si sono concentrati sugli aspetti strettamente legati alla didattica, trascurando la relazione, l’interazione, la comunicazione.

Ma nessuno può negare quanto sono importanti gli aspetti relazionali nell’apprendimento e che incidenza hanno nel raggiungimento del risultato.

Ritengo che nella dad non si possa semplicemente pensare di trasferire la lezione in presenza sul web, ma bisognerebbe, invece, formare professori e maestri affinché possano avere gli strumenti per costruire nuove modalità didattiche dove anche gli aspetti emotivi e relazionali abbiano spazio.

Betapress– Dott.ssa, ha ragione, ma in certi casi, la DAD è diventata un alibi per gli alunni.

Un alibi per non studiare, indipendentemente dalla mancanza di relazione. Tanto più che gli studenti più grandi hanno capito subito che sarebbero stati promossi, comunque, a prescindere dal loro impegno…

Dott.ssa Barnabino- Anche qui, bisognerebbe cambiare prospettiva.

Per gli adolescenti ritengo che l’aiuto più grande derivi dal comprendere quanto loro stanno perdendo: la mancanza del loro mondo, che dovrebbe essere ricco di esperienze vissute nel confronto con i pari e che si ritrovano invece costretti tra le mura domestiche, dove spesso diventa difficile la comunicazione e il rispetto dei tempi e degli spazi.

Betapress- E gli adulti? Hanno patito molto anche loro, e sembrerebbe che siamo tutti ben lontani da un po’ di pace…

Dott.ssa Barnabino– Negli adulti, i vissuti depressivi degli ultimi mesi, sono legati al senso di solitudine, alla distanza affettiva e al cambiamento del proprio stile di vita.

Betapress– Che consigli ha per loro?

Dott.ssa Barnabino-Oltre al supporto nelle situazioni più critiche, riterrei utile, in generale, offrire strategie per gestire il nostro essere disorientati davanti alla mancanza di possibilità progettuali per il futuro. L’obiettivo dovrebbe essere il favorire la concentrazione sul presente e sul riuscire a trasformare e vivere momenti ordinari in momenti speciali.

Betapress- Dott.ssa, può farci qualche esempio concreto?

Dott.ssa Barnabino-Intendo strategie legate alla mindfulness e più nello specifico alla terapia act, che sono rivolte a portare l’attenzione in modo consapevole sul momento presente.

Ad esempio una passeggiata ‘consapevole’ portando l’attenzione sui profumi, sui rumori e su ciò che vediamo.

Oppure l’assaporare in modo lento una cena, scoprendo nei piatti nuovi sapori a cui solitamente non prestiamo attenzione

Sono piccole attività, che possono sembrare banali, ma che possono essere adattate a grandi e piccoli e che aiutano a rendere speciali i momenti della vita quotidiana a cui troppo spesso non prestiamo attenzione. 

E allora, noi di betapress ci diciamo, e vi diciamo “Perché non provare?!?”

Intanto, oggi, grazie al confronto con la Dott.ssa Barnabino, abbiamo provato a cambiare prospettiva.

Oggi, stando dalla parte dei bambini, abbiamo scoperto un altro modo per affrontare il disagio, mettendo in conto che anche un gioco, una fiaba, un profumo, un sapore, un colore può cambiarci l’umore.

E allora, aspettiamo qualche testimonianza, suggerimento, consiglio anche da parte vostra, cari lettori, perché, parlandone insieme, fa bene…

 




Depressione e Covid19: l’opinione.

 

Consapevoli dell’incremento del disagio collettivo da Covid 19 e per fronteggiare il preoccupante aumento di diverse forme di depressione provocate dal lockdown, la redazione di betapress propone una serie di interviste a noti Psicologi e Psichiatri, che si sono resi disponibili ad offrire ai nostri lettori un’azione di supporto psicologico a 360°.

Oggi ne parliamo con la Psicologa Crigna Valentina.

 

Betapress- Buongiorno dott.ssa, una carriera interessante la sua …

 

Dott.ssa Crigna– Mi sono laureata nel 2015 in Psicologia Clinica e di Comunità, ora sono al termine della specializzazione in Psicologia del ciclo di vita.

Durante il mio percorso formativo ho svolto varie esperienze di tirocinio, tra le più significative c’è stata quella all’Ospedale Niguarda di Milano nei reparti Nemo (malattie neuromuscolari) e Unità Spinale. 

Attualmente, presso il consultorio dell’Asl di Novara, seguo un progetto sulla prevenzione della depressione post partum.

Nel corso degli anni ho ampliato la mia formazione frequentando un corso quadriennale di sessuologia e conseguendo il titolo di sessuologa clinica.

Da un paio d’anni, inoltre, mi occupo di dipendenze tecnologiche e di utilizzo disfunzionale della rete e dei dispositivi tecnologici. Ultima, ma non per importanza, l’esperienza in collaborazione con varie associazioni che si occupano di fornire sostegno psicologico alle donne vittime di violenza.

 

Betapress- Parliamo ora del profilo medio dei suoi pazienti, età, sesso, livello culturale, condizione sociale.

 

La mia utenza è variegata.

Mi occupo di tutte le fasce d’età, anche se buona parte dei miei pazienti si collocano nella fascia d’età che va dai 20 ai 40 anni.

Nel corso della mia esperienza professionale, ho lavorato sia con uomini che donne, senza che ci fosse una particolare predominanza dell’uno o dell’altro sesso.

Anche per quanto riguarda il livello culturale ho seguito e seguo pazienti con livello culturale ed estrazione sociale estremamente variegata.

 

Betapress- Partiamo dal primo lockdown.

Quale richiesta di aiuto/supporto psicologico ha ricevuto.

Con quale frequenza/modalità e perché.

 

Dott.ssa Crigna- Nel corso del primo lockdown ho ricevuto alcune richieste di sostegno psicologico, in realtà non quante me ne sarei aspettate.

La paura di uscire e di avere contatti con le persone credo abbia molto frenato gli individui nel chiedere l’aiuto di un professionista.

Allo stesso tempo, le persone hanno fatto fatica a chiedere un supporto psicologico a distanza, fatto che avrebbe arginato la paura di uscire, a causa della difficoltà a ritagliarsi uno spazio intimo e riservato nella propria abitazione per poter svolgere un colloquio con uno psicologo.

Le richieste d’aiuto che ho ricevuto non erano strettamente inerenti ai vissuti emotivi scatenati dal lockdown, ma connesse a problematiche psicologiche già esistenti che sono state messe a dura prova dalla situazione emergenziale e che hanno richiesto l’intervento di un professionista.

 

Betapress- Invece nel secondo lockdown…

 

Dott.ssa Crigna- Durante il secondo lockdown ho ricevuto una richiesta di sostegno psicologico ben più ampia rispetto ai mesi precedenti.

Varie persone si sono rivolte a me per disturbi del sonno, ansia e vissuti depressivi, in alcuni casi emersi già nel primo lockdown, in altri casi emersi solo dopo l’estate. Le persone che hanno vissuto con emozioni negative anche il primo lockdown, per svariati motivi, hanno deciso di non chiedere aiuto.

Una causa può essere stata la difficoltà nel sostenere, da un punto di vista economico, un percorso psicologico, ma anche la convinzione o la speranza che, finito il primo lockdown, saremmo tornati tutti alla nostra vita com’era prima del Covid, e che di conseguenza anche i disturbi emersi sarebbero scomparsi.

Quando le voci di un nuovo lockdown hanno iniziato a circolare, le persone che hanno vissuto in maniera peggiore, dal punto di vista emotivo i mesi precedenti, hanno sentito il bisogno di cercare un aiuto professionale per superare la loro situazione.

 

Betapress- Secondo lei, c’è stato dunque un incremento cronologico del disagio?

 

Dott.ssa Crigna- Come già detto, nella mia esperienza professionale ho potuto constatare una maggiore richiesta d’aiuto nei mesi più recenti.

Credo, però, che il forte disagio emotivo causato dall’emergenza Coronavirus sia emerso già al primo lockdown, ma che sia rimasto silente.

 

Betapress- Le dipendenze da fumo/alcool/social sono segno e segnale specifico dell’isolamento e della solitudine?

 

Dott.ssa Crigna- I dati provenienti da vari enti ed istituzioni ci dicono che le richieste di aiuto connesse a dipendenze di vario tipo (droghe, alcool, gioco d’azzardo, ecc.) sono aumentate durante i mesi scorsi.

D’altronde, basta osservare i dati di vendita degli alcolici, che hanno subito un’impennata importante nel periodo del primo lockdown, si parla di un aumento del 180%, anche grazie alle consegne a domicilio.

Prima eravamo abituati a vivere vite disordinate e frettolose, distratti da mille stimoli spesso superficiali (chat, media, informazioni, pubblicità, divertimenti, ecc.).

Il primo lockdown ci ha messo di fronte in maniera inusuale alla nostra intimità psichica ed al vissuto più profondo delle nostre relazioni sentimentali, interpersonali e sociali.

Il silenzio e la solitudine sono diventati uno spazio vuoto nel quale si sono moltiplicati il disagio esistenziale, l’insicurezza e la paura.

L’alcool, il fumo e le altre dipendenze hanno trovato suolo fertile nelle persone che non sono riuscite a far fronte a questi disagi in maniera adattiva.

 

Betapress- Parliamo della Paura: soggettiva, oggettiva e collettiva

 

Dott.ssa Crigna- La paura è un’emozione potente ed utile, ci permette di prevenire i pericoli ed è quindi funzionale ad evitarli.

La paura, però, funziona bene se è proporzionata ai pericoli. Oggi molti di essi non dipendono dalle nostre esperienze.

Ne veniamo a conoscenza perché sono descritti dai media e sono ingigantiti dai messaggi che circolano sulla rete.

Succede così che la paura diventi eccessiva rispetto ai rischi oggettivi derivanti dalla frequenza dei pericoli. In questi casi la paura si trasforma in panico e finisce per danneggiarci.

Si ha più paura dei fenomeni sconosciuti, rari e nuovi, e la diffusione del Coronavirus ha proprio queste caratteristiche. Farsi prendere dal contagio collettivo del panico ci porta a ignorare i dati oggettivi e la nostra capacità di giudizio può affievolirsi.

Non è sempre così semplice controbattere le emozioni con i ragionamenti, però è bene cercare di basarsi sui dati oggettivi. La regola fondamentale è l’equilibrio tra il sentimento di paura e il rischio oggettivo.

 

Betapress- Dott.ssa ci aiuta a decifrare la consapevolezza del limite e della fragilità esistenziale?

 

Dott.ssa Crigna- L’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus ci ha messi tutti di fronte alla fragilità della nostra esistenza.

Nessuno è più al sicuro, tutti sono in pericolo, ognuno di noi potrebbe contrarre il virus e trovarsi ad affrontare stadi diversi della malattia, dall’assenza di sintomi ad essere in terapia intensiva.

L’attuale pandemia ha avuto un forte impatto emotivo e psicologico proprio perché ha reso le persone consapevoli della propria ed altrui fragilità, ma soprattutto perché ha portato buona parte delle persone ad essere consapevoli dei propri limiti, consapevoli che nessuno avrebbe mai potuto considerarsi immune e al sicuro da questa malattia.

 

Betapress- Per alcuni, la prossimità della malattia e l’esperienza della morte in casa sono stati devastanti…

 

Dott.ssa Crigna- A conti fatti è difficilissimo trovare una persona che non conosca qualcuno che ha contratto il Coronavirus.

Visti i numeri, tutti o quasi, abbiamo avuto un contatto più o meno ravvicinato con il Covid.

Uno degli impatti forse più forti che il Covid ha avuto sulle nostre vite è quello relativo alla morte e ai rituali ad essa connessi. Le persone sono morte, e continuano a morire, sole.

A prescindere dal luogo in cui si trova un malato (casa o ospedale) il suo approssimarsi alla morte sarà contraddistinto da un unico elemento: la solitudine.

Egli non potrà salutare i suoi cari, e non potrà essere salutato dai suoi cari. Nel periodo del primo lockdown chi ha perso un caro a causa del Covid non ha nemmeno potuto presenziare ad un funerale, non ha potuto salutare l’affetto di una vita con un rito di passaggio così importante e significativo.

Questo inevitabilmente ha creato e creerà dei vissuti emotivi molto forti, ha reso difficile un’elaborazione del lutto già compromessa dai risvolti psicologici negativi della pandemia.

 

Betapress- Nuove ansie, come affrontarle e gestirle?

 

Dott.ssa Crigna- Quando l’ansia non ha le caratteristiche di un vero e proprio disturbo si può iniziare a gestirla utilizzando delle tecniche di rilassamento, che sono molto efficaci nel bilanciare i livelli di attivazione del corpo spostando l’equilibrio psicofisiologico da uno stato di attivazione ad uno di rilassamento.

Un altro consiglio può essere quello di allenare la mente alla consapevolezza, poiché aiuta a controllare e ridurre le emozioni negative e a conoscere e osservare le modalità di funzionamento della nostra mente.

L’ansia può essere amplificata dalla perdita di sonno, la cui qualità è ormai dimostrata molto importante per la nostra salute mentale, è dunque, fondamentale, porre attenzione ad un’adeguata qualità del sonno.

Quando l’ansia raggiunge livelli di intensità più estremi e non controllabili dalla persona, sfociando in un vero e proprio disturbo d’ansia, occorre un intervento professionale.

Sarà, quindi, importante rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutare la persona a riconoscere i propri stati d’ansia e ad imparare a gestirli al meglio.

 

Betapress- Quali sono le strategie comportamentali e gli interventi sul piano cognitivo per agire e reagire?

 

Dott.ssa Crigna- Una prima azione da compiere potrebbe essere quella di evitare un eccesso di informazioni e soprattutto fare attenzione alle fonti.

Dovremmo ascoltare le notizie dosando le informazioni, ascoltandole al massimo due o tre volte al giorno, preferibilmente su fonti governative.

Molto importante è cercare di conservare una propria routine, perché questo ci aiuta moltissimo a mantenere una parvenza di normalità.

Se non possiamo mantenere le nostre solite abitudini creiamone di nuove, cercando di mantenerle costanti nel tempo.

Conservare degli schemi quotidiani ci permette di far fronte in maniera più adattiva al momento di grandissima incertezza sanitaria, economica e sociale.

Può essere utile anche condividere le proprie preoccupazioni, parlare di ciò che ci mette paura, ma è importante stare attenti a evitare che il Covid e la pandemia diventino gli unici oggetti delle nostre discussioni.

 

Certi di aver offerto un primo e valido supporto psicologico ai nostri lettori, ringraziamo la Dott. ssa Crigna Valentina per la competenza, professionalità e disponibilità dimostrate, e diamo appuntamento al nostro pubblico, sempre su queste pagine e nel nostro canale youtube con la rubrica parliamone insieme, per affrontare con la  Psicologa Barnabino Federica il disagio nei minori e lo stress correlato all’isolamento e alla Dad.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bullismo e Cyberbullismo sempre attuali.

 




Covid19 = aumento della depressione

Rapporto tra aumento della depressione e Covid 19

Continuo incremento del disagio psicologico, ma, soprattutto preoccupante aumento della depressione, sia negli adulti che nei minori, in questo 2020 “annus horribilis” dominato dal Covid.

I dati europei dicono che il 14% della popolazione è attualmente affetta da disturbi depressivi, con un effetto domino sulle spese mediche nei diversi stati

Basti dire che in Gran Bretagna, gli effetti della depressione costerebbero allo Stato circa 12 miliardi di sterline l’anno.

In Italia, la percentuale media di persone con problemi d’ansia e di depressione è dell’11%.

Attenzione però, attualmente, nel Lazio tocca il 17%; ed in generale, la depressione ha una maggiore frequenza al Nord ed una minore incidenza al Sud, per fattori sociali, genetici, climatici ed ambientali.

Lo studio coordinato dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” insieme all’ISS su un campione di 20.720 partecipanti, ha evidenziato che durante il lockdown sono aumentati i livelli di ansia, depressione e sintomi legati allo stress, soprattutto nelle donne.

Secondo la ricerca condotta dall’Istituto Superiore di Sanità

“gli ultimi mesi hanno comportato molte sfide, in particolare per gli operatori sanitari, gli studenti, i familiari dei pazienti affetti da Covid-19, le persone affette da disturbi mentali e più in generale le persone che versano in condizioni socioeconomiche svantaggiate e i lavoratori i cui mezzi di sussistenza sono stati minacciati.
L’impatto economico sostanziale della pandemia può infatti ostacolare oltre che i progressi verso la crescita economica anche quelli verso l’inclusione sociale e il benessere mentale.
Numerosi studi mostrano che la perdita di produttività lavorativa è tra i principali determinanti della cattiva salute mentale”
 (ISS).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che, nel 2020, la depressione sarà il disturbo mentale più diffuso al mondo e la seconda malattia più frequente dopo le malattie cardiovascolari.

Già negli ultimi 3- 4 anni si è registrato un notevole aumento di casi di malattie mentali in generale. L’intensità e la gravità di queste malattie è invariata, quello che è cambiato è il numero di persone colpite e che soffrono a causa di esse.

I numeri sono molto significativi: più della metà delle forme depressive viene avvertita già all’età di 14 anni, ma purtroppo la metà delle nazioni del mondo ha un solo psichiatra infantile ogni due milioni circa di abitanti.

Esistono diversi tipi di depressione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità divide in due grandi categorie:

  • depressioni maggiori (psicotiche) più rare e ben curabili con farmaci e psicoterapia, e
  • depressioni reattive (dette anche nevrotiche o minori) che invece sono molto diffuse e riguardano un maggior numero di persone.

La depressione si manifesta in tutte le età della vita e anche questo momento non fa eccezione. Bambini, adolescenti, adulti e anziani, per motivi diversi, possono soffrirne.

Inoltre, la pandemia da Covid-19 non risparmia nessuno.

Adulti ed anziani che si ammalano anche di forme gravi o mortali, giovani che si ammalano in modo meno grave, ma che hanno comunque molti disturbi e bambini che di solito non si ammalano in modo serio, ma che sono molto preoccupati ed impauriti per la salute dei loro familiari, soprattutto dei nonni.

I bambini sentono, ascoltano, capiscono e percepiscono emotivamente lo stato d’animo di chi li circonda, hanno dei veri e propri “radar emotivi” che li tengono anche inconsciamente, continuamente in contatto profondo con chi li circonda da cui dipendono e a cui vogliono bene. I bambini hanno le loro buone ragioni per essere preoccupati ed hanno bisogno di essere tranquillizzati e rassicurati.

Per non palare delle depressioni da lutto in coloro che hanno perduto persone care, familiari, parenti ed amici.

Quello che accomuna tutti, in ogni età della vita è che, una volta riconosciuta e curata, ogni forma depressiva può regredire, andare “in remissione” o guarire.

Le cose importanti sono almeno due:

  1. chiedere aiuto senza timore o vergogna
  2. individuare le cause

Fondamentale è lavorare sulle cause che l’hanno prodotta ed in presenza di disturbi gravi o con familiarità, agire tempestivamente riconoscendo i sintomi non appena si presentano.

Di primaria importanza è consultare delle figure professionali, (analista o psichiatra); riprendere una “tranche” (un breve periodo) di analisi per affrontare il problema del momento e modificare o assumere di nuovo per un periodo la terapia farmacologica.

È il modo migliore per prevenire ricadute, tutelare la propria salute e il proprio benessere, e prendersi cura di sé stessi.

Come redazione di betapress, intendiamo offrire un’azione di supporto psicologico offrendo ai nostri lettori la consulenza di affermati psicologi che si sono resi disponibili per affrontare i seguenti temi

  1. Dipendenze da fumo/alcool/social segno e segnale specifico dell’isolamento e della solitudine.
  2. Paura soggettiva, oggettiva e collettiva
  3. La consapevolezza del limite e della fragilità esistenziale
  4. Nuove ansie, come affrontarle e gestirle?
  5. Strategie comportamentali ed interventi sul piano cognitivo per agire e reagire.

 

Domani uscirà su queste pagine una nostra intervista con la Dott. Psicologa Crigna Valentina, Sessuologa clinica, specializzata in psicologia del ciclo della vita con esperienza all’ Ospedale Niguarda di Milano nei reparti Nemo (malattie neuromuscolari) e Unità Spinale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sitografia essenziale

  1. http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/allarme-oms-nel-2020-la-depressione-sar%C3%A0-la-malattia-pi%C3%B9-diffusa
  2. https://www.epicentro.iss.it/mentale/documentazione-mondo
  3. https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/adolescents-health-risks-and-solutions
  4. https://www.lopinionista.it/depressione-da-covid-19-psicoanalisi-farmacologia-e-medicine-non-convenzionali-insieme-per-la-cura-intervista-ad-adelia-lucattini-76774.html

 

 




“VIRTUOSE E VIRTUOSI IN VIRTUALE”: BALZARETTI E IL SUO ENTUSIASMO PER IL CONSERVATORIO DI GALLARATE

 

 

Da qualche settimana il Conservatorio pareggiato “G. Puccini” di Gallarate ha visto l’arrivo di un nuovo direttore: si tratta del M° Carlo Balzaretti, musicista di lunga esperienza, il quale ha già ricoperto il medesimo ruolo presso i conservatori di Brescia e Como.

Sin da subito Balzaretti si è prefissato di dare maggiore voce e visibilità al Puccini (oltre che di portarlo finalmente alla statizzazione, probabilmente entro la fine del 2021) approcciando con una prospettiva poliedrica e di tipo imprenditoriale. L’obbiettivo è quello di renderlo polo di attrazione e di riferimento per il varesotto e circondario, ampliando l’offerta formativa – già sono state attivate tre classi AFAM in più – e instaurando scambi, collaborazioni con l’esterno. Aprire le porte dell’istituto creando connessioni ed opportunità diversificate (come, ad esempio, masterclass estive svolte in sede).

Quindi, non soltanto porre gli studenti al primo posto, con una continua e variegata possibilità performativa, ma collaborare con loro, coinvolgendoli il più possibile nel supporto gestionale, di produzione musicale, e amministrativo – collaborando attivamente con la segreteria, e assumendosi la gestione della parte social – al fine di garantir loro una formazione ad ampio spettro, adeguata ad affrontare il futuro lavorativo con preparazione.

Ed è proprio con “Virtuose e virtuosi in virtuale” che si comincia: una serie di concerti che, in questo momento di oggettive limitazioni sul fronte live, sfrutteranno intelligentemente e al massimo le nuove risorse tecnologiche e virtuali messe a disposizione dal conservatorio. E’ stata rinnovata la pagina Facebook (https://www.facebook.com/issmpuccinigallarate), e creati il profilo Instragram (https://www.instagram.com/conservatorio_puccini/) e il canale YouTube dell’istituto (https://www.youtube.com/channel/UCixVTEtGgYZuQjVfOzcxCMw/featured), attraverso i quali i concerti verranno pubblicizzati e trasmessi.

Il cartellone, ad ora, prevede 4 appuntamenti dedicati al pianoforte, distribuiti sui Lunedì del mese in corso, più uno Giovedì 24; ma l’idea è quella di proseguire per tutta la durata dell’anno accademico, coinvolgendo mano a mano tutte le classi di strumento, comprese quelle di musica da camera e di musica di insieme, compatibilmente con le limitazioni vigenti.

I concerti saranno tutti alle ore 20.30, e cominceranno il prossimo 7 Dicembre con l’esibizione della pianista Aurora Avveduto, recentemente laureata al triennio accademico con la guida del M° Giorgio Spriano. Il suo programma, intitolato “Chants d’Automne”, curioso perché tematico e di ricerca, affronta la stagione dell’autunno sotto varie luci e compositori di epoche differenti, fino ai giorni nostri, con Francesco Maria Sardelli, compositore italiano contemporaneo, e il suo brano Pioggia d’autunno.

Il 14 e il 21 Dicembre sarà il turno di tre giovanissimi pupilli del M° Irene Veneziano: Beatrice  Distefano e Viktoria Esposito (rispettivamente di 14 e 13 anni, entrambe nella sera di Lunedì 14) e Gabriele Rizzo (11 anni – concerto di Lunedì 21). I loro programmi spazieranno dal barocco di Bach e Scarlatti fino ad opere di stampo decisamente più moderno, come le Danzas Argentinas di Ginastera, passando per Mozart, Chopin e Schubert.

Il concerto di Giovedì 24 vedrà protagonista il duo a 4 mani Omonóos, composto da Silvia Gatti e Gabriele Salemi, entrambi storici allievi del M° Maria Clementi. Proporranno due opere di rilievo: la celebre Fantasia in Fa minore D.940 di Schubert e Ma Mêre l’Oye di Ravel, portando gli ascoltatori dalla densità meditativa – quasi sofferta – della prima all’atmosfera trasognata e fiabesca della seconda.

Il link per seguire i concerti è il seguente:

 

https://www.youtube.com/channel/UCixVTEtGgYZuQjVfOzcxCMw/featured

 

Andrew Gaspard




Il fil rouge della dipendenza: dall’alcol al computer   

      

Benjamin Rush (1746 – 1813), medico e docente all’Università di Philadelphia, si interessò alla dipendenza da alcol e la definì come una “malattia della volontà” caratterizzata dalla perdita di controllo e dall’incapacità della persona di astenersi.

Sosteneva che bere alcolici è inizialmente una scelta libera che può poi trasformarsi in una necessità.

Rush pubblicò un opuscolo, i cui criteri sono ancora oggi attendibili, nel quale evidenziò la sua visione medica di tale dipendenza .

Il suo contributo fu fondamentale per l’affermazione del modello medico delle dipendenze in generale.

Rush mise in luce anche fattori predisponenti ed interpretò l’alcolismo come una malattia caratterizzata da un comportamento compulsivo e dalla perdita di controllo.

Precedentemente la dipendenza da alcol era considerata come un comportamento vizioso; infatti la persona affetta da una dipendenza comportamentale o da sostanze era considerata trasgreditrice di una norma morale.

La persona dipendente era colpevole di non sapersi e di non volersi controllare.

Fondamentale in questa visione era il concetto di intenzionalità, infatti l’assunzione della sostanza acquisiva le connotazioni di trasgressione anche a livello giuridico.

Oggi assistiamo alla presenza di forme di dipendenza nuove che si manifestano con un meccanismo assimilabile a quello descritto dal Dottor Rush in riferimento all’alcolismo.

Tra le dipendenze più conosciute e più frequenti, soprattutto tra i giovani, c’è quella da computer.

Quest’ultimo, in quanto strumento che permette l’accesso ad uno spazio meramente virtuale, può trasmettere alle persone un senso di apparente sicurezza, un po’ come avviene con l’assunzione della sostanza alcolica.

Per questo nel mondo online risulta facilitata la disinibizione verbale, emotiva e sessuale ma anche l’espressione e l’azione aggressiva in maniera analoga alla dipendenza da alcol.

Numerosi sono gli studi sull’uso del computer e sulle ripercussioni che ha sulle persone, con particolare riferimento alla capacità di indurre a vivere una regressione ed un distacco dalla realtà, a dire menzogne e ad assumere atteggiamenti manipolativi e false identità.

Mentre la dipendenza da computer fa riferimento ad uno strumento considerato estensione virtuale del mondo reale, quella da alcol rappresenta un passaggio dal mondo reale ad una situazione di isolamento che inizialmente appare come un possibile momento di socializzazione. In entrambi i casi ci troviamo di fronte ad una regressione.

Al centro della regressione vi è la tendenza ad umanizzare il computer, confondendolo con un amico fidato o un compagno di gioco, e ciò è simile all’investimento, altrettanto umanizzante, che l’alcolista attua nei confronti dell’alcol. Infatti anche in quest’ultimo caso si parte da una scelta libera che crea poi dipendenza.

Dipendenza da alcol e dipendenza da computer mettono in campo dinamiche simili e richiamano al grave problema che coinvolge oggi molti giovani studenti che spesso associano questi due tipi di dipendenze.

Se è lecito sostenere che internet si propone come un apparato che attrae, affascina e promuove molte fantasie, al tempo stesso l’alcol viene vissuto come modalità di  rifugio da situazioni vissute come problematiche e spesso ingestibili.

L’arte ha sovente rappresentato il tema della dipendenza alcolica.

Citiamo come esempio Diego Velasquez con “Trionfo di Bacco” (1628 – 1629).

Il pittore immagina che l’antico dio Bacco sia giunto sulla Terra nella Spagna dell’epoca e l’assunzione del vino si inserisce nella cultura di quei tempi come modalità per dimenticare la miseria.

Un altro artista, Edgar Degas, con la sua opera “L’assenzio” (1876) mostra la pericolosità di questa bevanda molto diffusa nella Parigi bohémien.

Egli propone nel suo capolavoro una donna seduta al tavolino di un bar ed intenta a contemplare il veleno verde.

Accanto a lei siede un clochard con lo sguardo smarrito nel vuoto. I due personaggi, nonostante siano seduti uno accanto all’altro, sono immersi in una disperata solitudine dovuta all’abuso di alcolici.

La dipendenza da computer è stata invece da me rappresentata in un alcune opere d’arte create su input di un’esperienza pratica di osservazione in ambito di contesti scolastici dove si è affrontata questa tematica.

Tra queste ricordiamo ad esempio “Ragazzo computer-dipendente” e “Ragazza computer-dipendente”, due quadri gemelli ed entrambi rappresentanti una persona intrappolata in una stanza, le cui pareti richiamano le sbarre di una prigione, davanti allo schermo del proprio computer.

In conclusione possiamo sostenere che la dipendenza rappresenti un problema di tutti i tempi e la radice comune che porta ad assumere questo comportamento è il senso di vuoto, spesso incolmabile, che fa scegliere ad alcune persone la bevanda alcolica o il computer come amici fedeli e sempre disponibili in qualsiasi momento della giornata. 

Alla luce di quanto esposto si rende necessario attivare in ambito scolastico e comunitario in genere campagne di prevenzione volte ad arginare il fenomeno delle dipendenze.




Fare e disfare è tutto un lavorare…

Ritorno a scuola. Due mesi di Carosello scolastico.

 

E torniamo a parlare di scuola per un primo report a due mesi dall’inizio di un altro rocambolesco anno scolastico.

 

A metà settembre, tutti insieme appassionatamente a scuola.

Eh, vai, è finito l’incubo della DAD, si ritorna in classe.

Ma attenzione!

Dentro la scuola, durante tutto l’orario di servizio, distanziamento sociale, sanificazione degli ambienti e rigidi protocolli anti covid.

Appena fuori, già all’ingresso e all’uscita, “il selvaggio west” dei mezzi di trasporto ed “il carnevale di Rio” della movida di fine estate.

Così, basta una settimana, per constatare un’impennata dei contagi.

E dire:” No, scusate, abbiamo scherzato”.

Praticamente, “Ciak si gira”, l’incubo Covid ritorna.

Ma, attenzione, cosa fa il Miur?

Passa la patata bollente della gestione della rinnovata emergenza sanitaria e sociale ai Presidenti delle Regioni.

Altro show!

Di tutto e di più.

Scuole aperte, scuole chiuse.

A macchia di leopardo, a seconda delle regioni.

E, persino nelle stesse regioni, diverse soluzioni.

Lezioni in presenza a giorni alterni, oppure, a settimane alterne.

Lezioni a distanza per le classi intermedie delle superiori, ma non per i più piccoli o i più grandi.

Comunque, isolamento fiduciario per docenti e discenti di tutte quelle classi con casi di contagio (vero? falso? supposto? Prima, dopo, durante il risultato del tampone?)

Per più di un mese, siamo andati avanti così, con delle conclamate idiosincrasie.

Per esempio, a metà ottobre, in Sicilia, con l’ultima Ordinanza del Presidente Musumeci abbiamo capito una cosa, per certi aspetti molto eloquente, nell’Italia contemporanea: prima il piacere e poi il dovere!

Eh sì! Perché, se ai nostri alunni delle scuole superiori è stato subito negato il diritto allo studio in presenza, agli stessi non è stato negato quello al relax psico-fisico.

Poveri adolescenti!

Avevano così bisogno in questa rinnovata emergenza pandemica di pensare alla cura del corpo, al piacere di andare in palestra o in un centro commerciale, al piacere di frequentare una sala bingo (seppur vietata ai minorenni) o di fare un happy hour con gli amici…

Avevano così bisogno gli alunni, (ma non solo loro) di dimenticare, di distrarsi dalla condizione di costrizione e di limitazione della libertà nella quale si trovavano a vivere.

Così, prima dell’ultimo D.C.P.M., con diverse ordinanze regionali “alla spera in Dio”, si è sancita una scelta culturale: prima chiudiamo la scuola e poi tutto il resto.

Perché, nel “tutto il resto” c’è di mezzo l’economia, con “il dio denaro”.

Mentre nella scuola, c’è di mezzo “la dea cultura”.

E della DEA CULTURA, in presenza poi, si può fare pure a meno…

Invece, che cosa si poteva o si doveva fare, già dalla fine del primo lock down?!?

Semplice.

Quello che non si è voluto fare, per tutti questi mesi.

Cioè, potenziare i mezzi di trasporto utilizzando anche quelli privati.

Potenziare i sistemi di prevenzione.

Controllare e monitorare con presidi medici e sanitari i luoghi di maggiore contagio lavorativo.

Intensificare i controlli in tutti i luoghi pubblici di aggregazione sociale indiscriminata.

Potenziare, potenziare, non proporre delle soluzioni stupide e delle risposte contraddittorie. 

Ed invece è stata fatta la scelta più facile, ma anche la più sbagliata.

Cioè, richiudere le scuole.

Prima le superiori.

E poi le medie, tranne le prime, giusto per salvare la faccia e riempirsi la bocca dicendo “La scuola non si ferma!”.

Ma, per favore!

Una scelta infelice, che più infelice non si può!

Perché la scuola NON è luogo di diffusione del contagio, ma luogo VITTIMA del contagio e della scellerata inerzia di chi avrebbe dovuto fare scelte, strategiche e lungimiranti.

Nel frattempo, però, dulcis in fundo, sono arrivati i banchi con le rotelle.

Perché questa è stata la risposta del Miur al problema del ritorno a scuola in sicurezza.

Ed ironia della sorte, i banchi sono arrivati proprio nei giorni dell’entrata in vigore delle ultime misure restrittive del D.C.P.M. del 6 novembre.

Nelle nostre scuole vuote, dove sono rimasti più insegnanti che alunni, dove i muri sono ancora decrepiti, dove manca la connessione per fare lezioni on line e dove non c’è la carta igienica nei bagni, (ma non manca il dispenser di gel sanificante), nelle nostre scuole, dicevo, ecco che sono arrivati i T.I.R. dei banchi con le rotelle.

E’ proprio così!

Basta fare un giro per le scuole d’Italia di metà novembre che si può vedere, con i propri occhi, che nei corridoi, giacciono ancora confezionati, interi scatoloni di banchi con le rotelle.

Banchi mai usati.

Soldi completamente sprecati.

Vergognosa non risposta istituzionale.

Delirio collettivo dei cervelloni del Miur.

Non si è voluto capire che i problemi vanno affrontati, gestiti e possibilmente risolti con competenza e professionalità.

Ancora una volta non si è capito che, chiudendo la scuola in presenza, non si riduce il contagio, ma si compromette il futuro dei nostri figli.

Perché, che lo si sappia, con le scuole chiuse, magari, avremo pure dei giovani apparentemente non contagiati, in perfetta forma fisica, soddisfatti nei loro hobby o piaceri, ma, questi giovani sono sempre più ignoranti, lasciatemelo dire, ignoranti come delle capre.

Perché, sfido chiunque, voglia assistere a una lezione on line, per vedere cosa significa fare una specie di seduta spiritica a suon di “Ci sei? Mi vedi? Mi senti?”

Cosa significa tentare di lavorare con dei ragazzi abbandonati a se stessi dietro un monitor oscurato.

Cosa significa ridurre i contenuti e regalare i voti a degli alunni a corto di conoscenze, in deficit cognitivo e relazionale, senza più né competenze, né abilità.

Alunni che crescono così, tirando a campare ed aspettando un futuro incerto.

Un futuro incerto, a norma di legge, però !!!

 

 




“Nutrire La Vita Per Non Morire Di Cibo”

Manifesto.

“Non c’è guarigione vera senza cambiamento, non c’è vita vera, e non c’è futuro, senza lo sviluppo della coscienza umana.

Essere ‘VITARIANO’ significa riconoscere e favorire la vita in tutte le sue connessioni e potenzialità per imparare a nutrirla su tutti i piani.”

cit. Corrado Ceschinelli

Un Fiume in piena che ritorna alla Sorgente.

È un fiume in piena, Corrado Ceschinelli.

E come un fiume impetuoso va lasciato fluire, così il suo eloquio ricco di perle di saggezza, buon senso e libertà.

Una libertà che ci conduce oltre la “dieta” come “lista di cose da fare” e guai a trasgredire, dieta che diventa ossessione e si traduce in un atteggiamento di giudizio nei confronti di chi non ha ancora capito che “belli è meglio”, “magri è meglio”, “in forma è meglio”.

Certo che è meglio, il punto è: è per te? Ti rende felice? Ti aiuta a prendere contatto con la parte più vera di chi tu sei, aprendo un dialogo costruttivo con le zone d’ombra di cui prenderti cura?

Una cosa è certa: sei unico nell’Universo. E funzioni bene solo se ti allinei con le leggi che muovono lo splendido teatro in cui la tua vita si svolge.

È un viaggio esplorativo quello che va fatto, dentro di te.

Alla ricerca di chi sei e del tuo splendido potenziale che attende solo di essere scoperto, risvegliato e valorizzato.

Molto probabilmente, è il viaggio più importante della tua vita.

Soprattutto, il più necessario.

Guardati intorno.

La natura sa esattamente come comportarsi per essere … se stessa.

… E ogni essere vivente svolge il suo compito senza chiedersi se sia giusto o sbagliato: non ha alternative che esistere e svolgere la propria funzione al meglio.

L’Universo è intelligente. La Coscienza che lo anima, comunque tu la voglia chiamare, ti ha dato forma, respiro, pensiero.

Un pensiero corrotto dalle informazioni che il sistema, giorno dopo giorno, ti ha spacciato per vere, necessarie, addirittura piacevoli.

Nel tempo, ti sei allontanato dalla Verità.

Hai perso il naturale equilibrio tra mente, cuore e pancia.

Hai perso la tua coerenza interiore, il meraviglioso allineamento tra il tuo mondo interiore – Chi sei e il tuo Scopo – e quella che chiami “realtà”.

Per essere sani, felici, longevi, si parte da qui.

Si parte da un risveglio della tua coscienza all’amore di cui sei fatto e che devi, prima di tutto, dare a te stesso.

A quel punto il cibo acquista un nuovo Valore: al suo significato conviviale, sociale, culturale si aggiunge la Consapevolezza del cibo come vibrante risorsa per aumentare la tua energia vitale, come dono d’amore a te stesso non auto imposto dalla dieta di turno, ma scelto perché sai che ti fa bene, andando a nutrire la tua vita a livello fisico, animico, spirituale.

Quando il tuo corpo è al massimo della sua energia, la tua mente è lucida e performante, gestisci al meglio il tuo stato emotivo e sei in grado di prendere le decisioni più utili per giungere alla tua completa realizzazione come Essere Umano.

Forse, la felicità è proprio questo.

 

Un Educatore alla Vita.

Ricevo con gioia nel salotto virtuale del Soul Talk, Corrado Ceschinelli: Sociologo e Naturologo, Counselor e Life Coach, Terapeuta del BenEssere e Stile di Vita, tra scienza e spiritualità.

La sua Mission è educare gli Esseri Umani alla Vita: trasformarli da inconsapevoli prigionieri di se stessi e del sistema che li ha nutriti fin dal loro concepimento a persone libere, in grado di esprimere al meglio la loro vera Essenza e il loro Potenziale.

Così che possano ritrovare o mantenere un ottimale stato di salute a tutti i livelli: fisico, mentale ed emotivo.

Vivere più a lungo. E, perché no, essere felici.

Corrado è Autore di diversi libri, di cui l’ultimo è “Codice Vitariano” (Anima Edizioni).

Un libro che nasce per rivelare i Codici della Vita, della materia e dell’energia che ci costituiscono e interagiscono fortemente tra di loro.

Un Manuale per pensare, intendere, praticare la vita tra Fisica Quantistica, Neuroscienze, Epigenetica, Spiritualità e comune Buon Senso.

Un ricco Vademecum per ritrovare se stessi, aiutare gli altri, cambiare il mondo.

Dopo aver letto il suo articolo “Vegetariano? Vegano? No! ‘Vitariano’” – Manifesto di un Codice di Vita riscoperto, metabolizzato e agito nel quotidiano – gli ho chiesto il permesso di pubblicarlo in versione integrale.

Non c’è infatti descrizione migliore che possa esser fatta della sua Opera di ricerca e divulgazione, se non quella che lui stesso ha scritto di suo pugno.

 

“Vegetariano o vegano?” “No! ‘Vitariano'”.

Quando mi chiedono se sono ‘vegetariano o vegano o se seguo un regime ‘fruttariano’ o, comunque, quale dieta io pratichi, reagisco sempre con un po’ di stizza e di ironia e dico di essere ‘vitariano’ …

Poi spiego il senso di questa mia affermazione che è anche l’argomento di questo articolo. Cominciamo con il tranquillizzare tutti i ‘naturalisti’ menzionati: dal punto di vista strettamente nutrizionale, hanno sicuramente più ragione che torto.

E non lo dico solo io. Lo dicono gli studi più autorevoli e l’incidenza delle patologie correlate agli stili alimentari.

Per cominciare a farvi capire in che direzione si muoverà il mio ragionamento vi racconto un episodio recente.

Chiamato a fare una conferenza in una serata macrobiotica, ho esordito dicendo: ‘Ma per mangiare macrobiotico bisogna essere così tristi?’.

 

Una religione chiamata “dieta”.

Effettivamente, molto spesso, dietro ad una scelta nutrizionale c’è lo spettro dell’identità, dell’ideologia, del modo di essere e di atteggiarsi voluto da quello stile e dal suo stereotipo, con declinazioni, a volte, che rasentano il fondamentalismo e la maniacalità.

In trent’anni che mi occupo di educazione alimentare e di stile di vita, posso dirvi che, finalmente anche in questo campo, l’attenzione si sta spostando oltre la manipolazione e il delirio dietologico, o prescrittivo, e si comincia a considerare l’uomo a partire dalla sua totalità e potenzialità.

Ed è proprio da questa osservazione che si scopre che la prima e la più significativa compromissione per la vita (qualità e durata) è nelle nostre idee e nelle nostre convinzioni, in una esperienza che struttura comportamenti e provoca stati d’animo talmente ‘offensivi’ e dis-funzionali da essere la causa originaria di tutti i nostri mali.

Essendo compromessa la vita nei suoi fondamentali ed essendo questa civiltà soprattutto impegnata a ‘curare’ i mali che questa stessa compromissione provoca, ci si rende conto che quello che occorre fare, prima di tutto, è favorire proprio un cambio di mentalità capace poi di tradursi in altrettanti comportamenti e stati d’animo ma questa volta coerenti e funzionali alla nostra costituzione e alla nostra natura.

Le 3 “Chiavi” della Libertà: Consapevolezza, Cambiamento, Conoscenza

Quello che posso dirvi con certezza, essendoci arrivato dall’esperienza e praticando questo approccio educativo da molto tempo, molto prima che fosse spiegato e argomentato dagli studi di oggi, è che non vi è soluzione (guarigione) senza questo processo di cambiamento.

Un cambiamento che deve coinvolgere la persona, la sua percezione di vita, capace di riattivare e recuperare risorse inimmaginabili, inespresse e mortificate da un vissuto e da un modo di vivere fortemente debilitante e invasivo.

Le nuove frontiere della medicina, grazie ai contributi delle nuove scienze, parlano di olismo e di integrazione, cominciano a considerare l’influenza delle emozioni e degli stati energetici sulla funzionalità generale e sistemica, riconoscono l’importanza del cambiamento quale processo fondamentale sia per la guarigione che per la conservazione della salute a lungo termine.

Per darvi un’idea, uno degli ultimi convegni al quale ho partecipato si intitolava ‘Anima e cancro’ ed erano presenti relatori medici e oncologi di grande profilo professionale, oltre che una moltitudine di testimonianze significative.

Occorre quindi mettere mano laddove le cose sono accadute e accadono senza che siamo presenti a noi stessi per liberarci da una ‘schiavitù’ di cui non abbiamo nessun sentore, ma soprattutto nessuna considerazione.

Quel mondo è pieno di luoghi comuni, di ansie e di bisogni inespressi. È lo stato inconsapevole dell’essere teso più alla compensazione che alla soluzione dei suoi disagi, alla dieta più che all’idea di imparare a mangiare, a rivendicare il diritto delle proprie convinzioni più che a riconoscere obiettivamente la realtà, alla legittimazione della propria rabbia, paura, colpa, più che a capirne la natura e l’origine.

Sani, belli, felicemente longevi.

Allora, per tornare da dove siamo partiti, io sono ‘vitariano’, il che significa che riconoscendo la vita in tutte le sue connessioni e potenzialità, sono impegnato a nutrirla su tutti i piani.

Si perché se il cibo è nutrimento del corpo, le emozioni e i pensieri sono nutrimento della mente e dell’anima, e insieme all’attività fisica, sono nutrimento di quell’insieme indissolubile che siamo e che è costituito proprio di corpo, mente e spirito.

Una delle conferenze che porto in giro, non a caso si intitola: ‘Nutrire la vita, per non morire di cibo’ e forse adesso ne capite il senso.

Quindi l’obiettivo del cambiamento, del processo di consapevolezza, non è nient’altro che riconoscere e favorire l’evoluzione di coscienza, perché legato a questo c’è lo sviluppo della personalità, della libertà, dell’autonomia, del talento, dell’amore incondizionato, ma anche quello della salute e del benessere psico-fisico; in una parola, di quello che siamo, che possiamo e che dovremmo essere veramente, secondo le leggi di Madre Natura e dell’Universo intero.

Sono le stesse leggi, secondo il principio di compatibilità, di costituzione e di funzionalità che, guarda caso, non ci portano lontano da vegani, vegetariani, fruttariani, macrobiotici, ecc.

Quello che cambia semmai è arrivarci dal cammino evolutivo e dalla presa di coscienza invece che come forma di compensazione o di esaltazione perché, in questo modo, per bene che ci faccia, l’anima sarà sempre inquieta e noi saremmo ‘sani’ a metà.

Dobbiamo riconoscere questa trappola per liberare quel ‘divino’ che è in ognuno di noi e per riprendere il cammino della forza e dell’integrità vera. È ora di tornare ad essere felici! È l’unico dovere che abbiamo, nei nostri confronti e nei confronti del nostro prossimo.

Corrado Ceschinelli

Grazie, Corrado!

Non mi rimane che ringraziare il mio Ospite per le perle di saggezza che ci ha donato.

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Alla prossima Ondina!

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti).

 

 

 

 

 




Presentazione Libro Covid-19 – Redazione Betapress

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=YwMKoAvPCo8&w=640&h=360]



Sesso a colazione

Dopo l’amore ai tempi del colera, il sesso ai tempi del covid.

Alzi la mano chi tra noi non si sente addosso il marchio a fuoco del covid.

Chi tra di noi è rimasto quello che era ed ha mantenuto quello che aveva.

Alzi la mano chi non ha perso qualcuno o qualcosa.

Salute, lavoro, soldi, ruoli, abitudini…

Ma anche persone, affetti, legami, rituali…

Oggi però, come redazione di betapress, non vi parleremo della crisi sanitaria o di quella economica o di quella sociale.

Vi parleremo della crisi psicologica, relazionale, affettiva, ma soprattutto sessuale.

In tal senso abbiamo avuto il piacere di intervistare la Dott.ssa Giulia Alleva, laureata in psicologia, specializzata in sessuologia.

Betapress- Buongiorno Dott. ssa, ci parli un attimo della sua formazione Alleva- Eccomi, sono Giulia Alleva, laureata in Psicologia con una tesi che mi ha appassionato moltissimo: ho svolto una ricerca sulla sessualità femminile e sulla presenza delle disfunzioni sessuali più diffuse. Ho riscontrato che la sessualità è molto legata anche ad alcuni tratti di personalità, come l’autostima sessuale e il perfezionismo sessuale

Appena dopo la laurea, ho deciso di dare spazio a un’altra delle mie grandi passioni: il viaggio. Muoversi, con occhi nuovi e scoprire qualcosa che è altro da te.

Con questi presupposti, ho passato due settimane di studi antropologici in India sud occidentale con l’idea di svolgere la mia stessa ricerca di laurea sulle donne di quel luogo.

Purtroppo, gli organizzatori mi hanno sconsigliato di farlo: gli strumenti utilizzati per indagare la sessualità erano prima di tutto pensati per le donne occidentali e, in più, il contesto dei villaggi in cui ci siamo mossi era ancora molto arretrato, sia per la condizione femminile delle donne indiane che per la loro difficoltà ancestrale ad aprirsi nel parlare di sessualità. 

Dopo questo viaggio, forte, scottante e significativo, ho iniziato una full immersion di tirocinio di un anno per imparare come realmente nella pratica funzionasse il lavoro di psicologa.

E’ stato estremamente formativo, e nel frattempo ho iniziato un corso di perfezionamento in cui ho conseguito il titolo di consulente sessuale.

Adesso, non vedo l’ora di continuare i percorsi di sessuologia clinica e psicoterapia!

Betapress- Allora, Dott.ssa Giulia, partiamo dalla nostra situazione attuale, cioè la sessualità ai tempi del covid, come gestire il desiderio sessuale durante il lockdown in Italia, e più in particolare quali sono i problemi sessuali e/o i disagi psicologici specifici di questo periodo.

Alleva- La pandemia globale Covid-19 ha, probabilmente, influenzato la sessualità di ognuno, in modi certamente diversi, anche in base alla situazione relazionale e abitativa della persona.

Partiamo, ad esempio, dalle coppie monogame e non monogame conviventi, che potrebbero trovarsi a lavorare a casa insieme in smartworking h24.

Per queste coppie, i risvolti possono essere duplici: da un lato, più tempo disponibile per avere contatti sessuali, dall’altro, invece, si può verificare un calo del desiderio sessuale.

La diminuzione del desiderio può avvenire quando, stando sempre insieme, diventano infrequenti le situazioni erotiche misteriose o sorprendenti, praticamente la quotidianità forzata, può spegnere il desiderio e l’attrazione reciproca.

Betapress– Una sorta di saturazione sessuale, diciamo. Dott.ssa, ci sono delle strategie per riaccendere il desiderio in queste coppie H/24?

Alleva– A queste coppie, consiglierei di ritagliarsi dei momenti specifici per dedicarsi all’altro mettendo da parte il lavoro una volta terminato e pensando a dei piccoli gesti che possano risvegliare l’erotismo: immagino, ad esempio, un bagno erotico a due, un massaggio che possa coinvolgere i cinque sensi, con candele profumate per esempio, oppure una cena afrodisiaca con gli abiti preferiti dal partner.

Betapress– E le coppie che invece sono lontane e vivono il divieto di incontrarsi?

AllevaPer le coppie monogame non conviventi attualmente in zona rossa, potrebbe essere invece un periodo complesso a causa dell’impossibilità di vedersi.

Viene a mancare il contatto sessuale fisico, quello fatto di corpo e di sensazioni forti.

Certamente, non è possibile sopperire alla mancanza del contatto fisico, ma ci possono essere alcune strategie utili per migliorare i propri contatti sessuali in questo periodo.

 

Betapress– Immagino che non potrà consigliare ai nostri lettori di eludere alla sorveglianza e di produrre una certificazione falsa con la dicitura “validi e comprovati motivi sessuali”?!?

 

Alleva– Tutt’altro! Per queste coppie che devono gestire il loro desiderio sessuale non vissuto in presenza, ho ben altri consigli da dare…

 

Betapress– Per esempio?

 

Alleva– Per esempio, è possibile usare il sexting, o praticare autoerotismo in videochiamata con il partner raccontandosi le stimolazioni preferite, così da poterle poi replicare una volta riuniti.

Ma c’è di più…Esistono anche sex toys che possono essere azionati a distanza dall’altro partner, che può decidere di iniziare la stimolazione “all’insaputa” del partner, creando un coinvolgente gioco erotico.

 

Betapress– Il discorso si fa piccante…E per chi è solo, senza una relazione stabile, né in presenza, né a distanza?

 

Alleva– Per le persone che non hanno una relazione fissa o sono single, forse in questo momento incontrare un* nuov* partner può essere davvero complesso. Soprattutto per chi già vive da solo in zona rossa, non poter avere contatti con l’esterno può far crescere sentimenti di isolamento e solitudine.Questi sentimenti sono del tutto normali, ma è possibile effettuare, per chi lo desidera, degli incontri sessuali virtuali.

Le videochiamate, ormai molto utilizzate sia per lavoro che per mantenere i contatti familiari, hanno iniziato a essere utilizzate come vere e proprie piattaforme di incontri sessuali online.

Anche in questo caso, nulla può sopperire al contatto fisico, però esistono certamente degli stratagemmi per mantenere attiva la propria vita sessuale.

Praticare autoerotismo può essere, in questo periodo, un modo per scoprire sé stessi e il proprio piacere, ma anche per rilassarsi, per scaricare la tensione dovuta spesso alla difficoltà della vita quotidiana e alle frequenti brutte notizie riportate dai telegiornali.

 

Betapress– Ma, Dott.ssa, non è pericoloso ricorrere al sexting?

 

Alleva– Per quanto riguarda l’uso del sexting o il sesso online: è importantissimo avere il consenso della/e persona/e con cui si sta facendo sexting sulle pratiche sessuali da utilizzare e, inoltre, bisogna sincerarsi che le proprie immagini erotiche non siano diffuse online. Per chi pratica sexting con persone che non conosce un consiglio può essere quello di non mostrare il proprio volto, intrigando il partner attraverso una narrazione orale che possa accendere la fantasia. Sesso sicuro sì…anche online!

 

Betapress-Dottoressa, sesso a parte, in questi ultimi mesi si è registrato un incremento di forme depressive, ed in generale, viviamo un po’ tutti una sensazione di disagio collettivo. Come possiamo stare meglio?

Alleva– Ha ragione, bisogna lavorare sul benessere psicologico in generale, non solo sessuale, della persona.

Provare sentimenti negativi come tristezza, ansia, isolamento e solitudine può essere davvero molto comune: è importante “stare” in queste emozioni, non rifuggirle ma dare loro un significato.

Un suggerimento per affrontare queste emozioni negative può essere quello di ritagliarsi dei momenti specifici nella giornata per coltivare il proprio benessere personale.

Stare bene in questo periodo così complesso può significare ripartire dalle piccole cose: prova a pensare a quali “cose” hai sempre desiderato fare ma non hai mai avuto tempo. Imparare una nuova lingua? Seguire un corso di cucina? Seguire un corso di educazione sessuale? Fare sport? In questo periodo il web pullula di iniziative che puoi seguire da casa e possono essere il tuo momento di benessere quotidiano. 

Betapress– A proposito di corso di educazione sessuale, abbiamo scoperto che Lei è l’autrice di “Parliamone a colazione”. Di che si tratta?

Alleva– “Parliamone a colazione” è il mio primo progetto di educazione sessuale, che tanto mi ha fatto battere il cuore.

Un giorno ho sentito dire: “non si parla a tavola di sessualità, è sconveniente!”.

Io, allora, ho cercato con tutte le mie forze di sfatare questo tabù: la sessualità non è una “cosa sporca” e se ne può parlare insieme, con i dovuti modi…anche a colazione!

Ho deciso, quindi, di portare avanti questo progetto con un percorso pensato per abbattere i tabù sulla sessualità femminile, un percorso per co-costruire insieme, tutte insieme, una nuova narrazione della sessualità.

Non si tratta di “semplici” webinar, ma sono veri e propri incontri partecipativi in cui ci si confronta, si parla e ci si muove insieme verso nuove prospettive, senza mai giudizi o pregiudizi.

Betapress– Ma sono corsi on line o in presenza? E con che tappe di percorso?

Alleva– Il corso è stato on line nel primo lockdown, in presenza quest’ estate, ed ora sarà ancora on line.

Parliamone a colazione si articola in cinque incontri. Nel primo corso attualmente attivo, si parte per un viaggio che comincia dal corpo: conoscersi è la base per provare autostima e piacere sessuale. Ci muoviamo, poi alla scoperta di come il corpo e la mente reagiscono allo stimolo sessuale: parliamo di desiderio, eccitazione e di orgasmo. Infine, nelle ultime due lezioni affrontiamo i due binari importanti della sessualità che si alimentano vicendevolmente: la sessualità in relazione e quella “da sole”, quella masturbatoria che può accompagnarsi ai sex toys!

Betapress– Qual è il Profilo medio dei suoi iscritti età, livello culturale, argomenti preferiti… 

Alleva – Il bello di “Parliamone a colazione” è che è aperto a tutti. Dato che gli incontri sono molto partecipativi e si cerca di creare nuove narrazioni tutti insieme, è davvero per me illuminante e stimolante quando si incontrano i pensieri di persone con le loro unicità: età diverse, livelli culturali diversi, orientamenti sessuali differenti, identità di genere differenti.

E’ grazie alla “diversità” che c’è la possibilità di sviluppare un pensiero creativo e avere un reciproco scambio di narrazioni, è proprio questo il bello! 

Generalmente, gli argomenti che suscitano maggiore interesse sono i motivi per cui nelle coppie di lunga data avviene un fisiologico calo del desiderio, la costante dialettica tra orgasmo clitorideo e vaginale e, forse il tabù dei tabù: la masturbazione femminile. Molto interessante è anche l’approccio all’incontro sulle modalità relazionali, che spesso è in grado di smuovere molto la prospettiva dei partecipanti rispetto alle relazioni monogame e non monogame.

Betapress– Feedback ottenuto positivo riscontro/ criticità?…

Alleva– Sono davvero contenta dei feedback ottenuti dalle partecipanti delle prime due edizioni del corso: tutte si sono sentiti davvero a loro agio nel raccontare di sé, proprio come in una colazione tra amiche! Mi ha fatto particolarmente piacere che anche persone che già mi conoscevano prima del corso si siano sentite a proprio agio e mai giudicate.

Al secondo corso, infatti, moltissime ragazze del primo hanno convinto amiche, sorelle e conoscenti a intraprendere lo stesso percorso! 

Una criticità che posso evidenziare è che, spesso, è difficile decidere di mettersi in gioco in prima persona, probabilmente per l’intimità degli argomenti trattati. Di frequente, infatti, le partecipanti mi raccontano delle loro amiche molto curiose delle informazioni trasmesse al corso, ma che non decidono, forse per timidezza, di intraprendere il percorso. Tanti sono ancora purtroppo i tabù verso questi argomenti. 

 

Betapress– A quanto pare, un’iniziativa vincente, ma non è difficile il corso on line?

Alleva– Visto il grande successo delle prime due edizioni, rispettivamente online su Zoom nel periodo di maggio e giugno 2020 e di persona a Novara nel periodo di settembre-ottobre 2020, ho deciso di riproporre il corso online in partenza il 18 novembre 2020.

Ho riscontrato che il corso online nulla toglie a quello di persona: se, in apparenza si può pensare che lo schermo possa creare una barriera invalicabile, spesso aiuta a dare coraggio e a esporsi su argomenti così intimi, amplificando, al contrario, la partecipazione.

 

Betapress– Per il nostro pubblico femminile, Dott.ssa alleva ha un messaggio esclusivo per le ragazze che vivono le prime esperienze, per le donne che devono giostrarsi tra sessualità e maternità, per affrontare la questione menopausa, per la sessualità in tarda età…

Alleva– “Parliamone a colazione”, cioè il coraggio di mettersi in gioco in prima persona ed affrontare il tema della sessualità fa bene, comunque alle donne in primis.

“Parliamone a colazione”, non è un corso, ma un percorso.

E’ un percorso che può far bene alla sessualità ad ogni età in quanto porta alla luce diversi tabù e dà l’occasione di ottenere nuove consapevolezze. Con ciò, non si intende certamente eliminare le peculiarità che avvengono nella sessualità durante ogni fase del ciclo di vita, anzi.

Spesso, queste peculiarità emergono tramite il confronto con gli altri e arricchiscono la narrazione condivisa. 

Mi sento di dare un piccolo consiglio per le persone che si apprestano a vivere le prime esperienze sessuali: informarsi è il primo passo per vivere serenamente e consapevolmente le prime esperienze. Il consenso sulle pratiche sessuali che ci va di attuare è davvero fondamentale: se non vi va di fare qualcosa, è importante saper dire di no e al contempo accettare il “no” del/della partner. 

Anche la gravidanza può essere un momento peculiare nella vita sessuale: è normale che nei primi tempi dopo il parto possa esserci un calo del desiderio ma è importante mettere in gioco una buona comunicazione con il partner su come potersi riavvicinare non solo come coppia genitoriale ma ancora come partners sessuali, con i desiderati modi e tempi.

Infine, un grandissimo tabù è quello della sessualità durante la menopausa e dopo: questo momento particolare non significa un’interruzione forzata della sessualità, anzi. Anche in questo caso, con una buona comunicazione con il partner, una diversificazione delle stimolazioni sessuali che possano portare novità alla vita sessuale, la sessualità può vivere addirittura una seconda rinascita. Questo momento, infatti, porta con sé maggiori consapevolezze e può essere possibile vivere la sessualità in modo ancor più libero e felice.

Betapress– La ringraziamo moltissimo, Dott.ssa Alleva per il tempo che ci ha dedicato e per i preziosi consigli forniti ai nostri lettori.

E certi di fornire un servizio al nostro pubblico, anticipiamo che come redazione di betapress, avremo l’onore di avere la Giulia Alleva, come consulente psicologa e sessuologa, nella nostra rubrica on line “Storie di donne”.

A proposito, scriveteci la vostra storia, e nel pieno rispetto della privacy, ne parleremo in diretta con la nostra Dottoressa e vedrete che le parole, vostre e nostre, ci/ vi aiuteranno a formattare i pensieri e a schermare le paure. 

info@betapress.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando la casa è l’ultima spiaggia

 

Le Chat: estensioni della fuga dal matrimonio…

 




“Il Battesimo di Ondina”

Il Progetto che ispira le persone a essere felici.

Basandomi sulle ricerche condotte dal Dott. Masaru Emoto ho elaborato un Progetto che ha lo scopo di ispirare le persone a essere felici e, se già lo sono, a esserlo di più.

Come?

Ispirandosi al comportamento dell’acqua: l’unico elemento in natura a cambiare stato – solido, liquido, gassoso – pur rimanendo chimicamente fedele a se stessa, alla sua vera Essenza.

Ed ecco che, rimanendo fedeli ai nostri Valori, anche noi possiamo aprirci al cambiamento e “fluire” con la vita verso la nostra foce, ciascuno di noi la sua: lo Scopo per cui siamo nati.

I tre Presupposti.

 

  1. Tutto ciò che esiste è composto di particelle “danzanti”, che vibrano a determinate frequenze (oscillazioni al secondo).
  2. Tutto ciò che esiste è composto, per una buona percentuale, da acqua.

    Ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’acqua ha una memoria: è un data base universale di informazioni di tutto ciò che accade.

    Il Dott. Emoto, fotografando molecole d’acqua ghiacciate, si è accorto che esse reagiscono a suoni, musica, parole, pensieri e intenzioni con cui vengono a contatto, cambiando colore e forma.

  3. Anche noi esseri umani siamo fatti per circa il 75% d’acqua.

    Se scegliamo con cura i nostri pensieri e le nostre parole, l’acqua di cui siamo fatti sarà bella, trasparente e luminosa!

    La Value Proposition del Progetto “Ondina Wavelet World” riassume in modo esemplare quanto detto fin qui.

    Dice: “O.W.W. è un Progetto di Informazione, Educazione e Intrattenimento che, servendosi del potere creativo delle parole, ispira le persone alla ricerca di uno scopo ad aprirsi al cambiamento per scoprire chi sono, i valori che le guidano, il loro messaggio al mondo.

    Così che, esprimendo al meglio la loro autenticità, possano vivere una vita nella pace, nell’amore e in piena libertà.”

 

I Cinque Canali.

Il Progetto si declina in cinque canali di comunicazione diversi e complementari, che possono raggiungere un’audience potenzialmente di tutte le età:

  • Il VLOG
  • Il LIBRO in duplice versione: per bimbi in età prescolare e per ragazzi
  • Il TALK SHOW
  • La WEB RADIO
  • Il FILM D’ANIMAZIONE

Si parte da qui.

Si parte dal Canale YouTube “Jasmine Laurenti”.

Nato come archivio in cui raccogliere spezzoni di film doppiati e spot pubblicitari ai quali ho prestato la mia voce, si trasforma in “VLOG”: un video blog, video diario in cui pubblicare, ogni giorno, le Rubriche di “TELE ONDINA”, Playlist dedicata al Progetto.

È un atto profetico, il mio: utilizzare quello che c’è come se “già fosse” ciò che diventerà: una Web TV che trasmetta solo Buone Notizie!

Sono partita con le Rubriche condotte da me: la “Buonanotte da Eroe” e il “Soul Talk” (tra poco ve ne parlo in dettaglio).

Nel tempo si è formato un Team di Esperti nei rispettivi ambiti di competenza: gli Eroi di Ondina.

Eccoli, me compresa, in ordine alfabetico.

 

I Favolosi Cinque Eroi di Ondina.

ROSITA DORIGO: l’inventrice del “Food Design”.

C’è chi racconta storie fatte di parole … E chi invece le racconta con il Cibo e il Vino.

Rosita si è inventata la professione di “Food Designer”, “Experience Creator”, “Art Catering Artist”.

Il suo Valore aggiunto nel mondo?

Progettare, organizzare e realizzare Esperienze multisensoriali che vedano come protagonisti cibi e vini scelti ad hoc per la loro provenienza, genuinità, qualità.

Non solo: Rosita si diverte a combinare tra loro fragranze e sapori, in modi che raccontino una storia, mille storie.

Il suo pallino è presentare come si conviene prelibatezze e vini “giusti” insieme, in paradisiaci connubi.

La sua Vision è creare una Cultura del Food raccontando in ogni piatto, ogni bicchiere, ogni evento pubblico o privato, una storia affascinante e sempre nuova.

 

PAOLA FERRARO: Consulente di “BenEssere OL3”.

Paola è autrice del libro “Aldilà dei Sensi”, Formatrice e Organizzatrice di eventi e di seminari di consapevolezza.

Esercita la sua attività di Consulente di “BenEssere OL3” – Benessere a 360° – utilizzando diversi strumenti quali le costellazioni quantiche sincroniche, la numerologia e l’aloe vera (pianta alchemica usata come strumento di trasformazione che va a lavorare anche nel corpo).

La sua Mission è suggerire a chi si rivolge a lei i modi via via più utili per raggiungere un Benessere a 360° che includa corpo, anima e spirito.

Paola ama prestare attenzione alla sincronicità degli eventi, alla simbologia e alle metafore con cui la vita, nel suo flusso quotidiano, ogni giorno ci parla.

 

JASMINE LAURENTI: la doppiatrice che doppia se stessa.

Per tutta la vita ho dato la mia voce a parole altrui: i miei primi dieci anni di carriera li ho trascorsi alla radio come talk show host e speaker pubblicitaria.

Poi mi sono trasferita a Milano per intraprendere l’attività di doppiatrice cine televisiva. E sono volati altri trent’anni.

Infine, mi sono resa conto di avere un mio Messaggio da dare.

Così, ho deciso di doppiare me stessa.

Oggi faccio la giornalista e collaboro, fiera del mio affascinante ruolo, con BetaPress.it.

Inoltre accompagno i Leader a essere impeccabili nel loro modo di comunicare in video, in podcast e in eventi dal vivo.

Mi dedico al Progetto “Ondina Wavelet World”, creando ogni giorno modi nuovi per dire al mondo che, per essere felici, basta decidere di esserlo: curando il proprio benessere fisico, mentale e spirituale, adottando uno stile di vita sano e, soprattutto, scegliendo con cura le parole da pensare, dire e agire.

 

ANTONIO OLIVER: lo Stilista dal Cuore d’Oro.

Artista Contemporaneo innamorato della Donna e della Bellezza, Antonio Oliver è lo Stilista delle Dive e di tutte noi che sogniamo di avere, nel nostro guardaroba, un abito da Principessa.

Nato in Brasile, nel 1992 si è trasferito a Milano dove si è diplomato alla Scuola di Moda “Burgo”.

Collabora con varie Scuole di Moda come l’Istituto Marangoni e l’Istituto Europeo di Design presso il quale è docente, con il Politecnico di Milano e ovunque sia richiesta la sua preziosa consulenza.

Uomo dallo straordinario talento creativo e dal cuore d’oro, nei primi Anni Novanta dà vita a “Progetto Moda”, allo scopo di realizzare eventi e sfilate di moda a fini benefici.

Due le sue nobili cause: i bimbi meno fortunati e la salvaguardia dell’ambiente.

Nel 2017 viene insignito di due prestigiosi premi:

– il Premio Internazionale “Il Dono dell’Umanità” conferitogli dall’Associazione “Amici del Dono dell’Umanità”;

– il titolo onorifico di “Ambasciatore per i Diritti Umani”, conferitogli dall’Associazione Per I Diritti Umani E La Tolleranza Onlus, per il suo contributo alla diffusione del messaggio sui diritti umani.

 

LUCIA RIBEIRO: la Cuoca dei Vip.

Esuberante come il samba della sua terra natia, vulcanica creatrice di succulente meraviglie, Lucia è una forza viva della natura: guardarla volteggiare tra i fornelli, fra un vassoio di pão de queijo appena sfornati (micro pagnottelle al formaggio, tipica prelibatezza brasiliana) un brigadeiro “dietetico” (dolce brasiliano al cioccolato, ricchissimo di zucchero nella sua versione classica ma riadattato per poter essere gradevole a un palato europeo) e la sua famigerata torta vegana soffice e leggera come nuvola, mette già di buon umore.

Lucia scrive libri, organizza eventi e sfilate di moda, fa da manager a sua figlia Anna (modella e indossatrice), dipinge e cucina.

Prepara per i vip e i loro ospiti, a pranzo o a cena, incredibili manicaretti.

Sempre con quella verve che fa di lei una persona luminosa e simpaticissima.

 

Il Palinsesto di Tele Ondina …

… ospitata dal Canale YouTube “Jasmine Laurenti”, mente creativa del Progetto Multimediale “Ondina Wavelet World”, prevede i seguenti appuntamenti.

LUNEDÌ

Ogni LUNEDÌ sera è dedicato alla lettura interpretata di Parole ad altissima frequenza vibrazionale: è la “Buonanotte da Eroe”, il virtuale giardino incantato dove gli Eroi dei nostri tempi si danno appuntamento per concedere alla mente una pausa rinfrescante, preparandosi a un sonno tranquillo e rigenerante.

Alle 22:00 live sul Profilo Instagram @thejasminelaurentishow e a seguire alle 22:30 sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”,

Qui offro la mia personale interpretazione di aforismi, poesie, racconti, capitoli estratti da libri di Autori Vari.

Denominatore comune delle Opere scelte: l’essere composte da parole brillanti, belle, buone, come puntini luminosi in Messaggi ricchi di Valori e Valore.

MARTEDÌ

Ogni MARTEDÌ, sotto forma di post sulle varie piattaforme social o di podcast, il pubblico riceve un pensiero sul quale meditare … Un Pensiero composto da parole “alte” e dal grande potere creativo, trasformativo, ispirazionale.

MERCOLEDÌ

Ogni MERCOLEDÌ alle 11:11 si apre un tempo speciale: 33 minuti dedicati al BenEssere del corpo, della mente e dello spirito.

Un BenEssere a 360° che si declina in diverse discipline e altrettanti colloqui con esperti di nutrizione, naturopatia, fitoterapia, floriterapia …

Un ritorno a Madre Natura e ai suoi verdi Rimedi dalle proprietà calmanti, depurative, disintossicanti.

Ogni mese parte un gruppo, guidato su whatsapp, per un viaggio detossinante di 9 giorni, durante il quale viene seguito il metodo “EasyDetox” messo a punto dal Dott. Patrizio H. Barbon con nutraceutici a base di aloe vera, pianta dalle molteplici proprietà alchemiche trasformative che, purificando il corpo, fa ritrovare ai “viaggiatori” energia, lucidità mentale e un’accentuata sensibilità spirituale.

GIOVEDÌ

Il GIOVEDÌ è il giorno dedicato al “Food Design”: “Le Mille E Una Storia”.

Alle 22:30 sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti” Rosita Dorigo, l’inventrice del “Food Design”, coinvolge in affascinanti StoryTelling chi desideri affacciarsi a nuove prospettive sul Cibo e i Vini come Strumenti d’Arte in cucina, a tavola e in Eventi multisensoriali.

Il nobile Obiettivo è quello di creare una Cultura del Food & Wine, restituendo loro la dignità che meritano in una cornice degustativa multisensoriale.

VENERDÌ

Il VENERDÌ è tempo di “Soul Talk”: il late night talk show con Jasmine – alias Ondina Wavelet – e ospiti sempre diversi che abbiano una bellissima Storia da raccontare, un Messaggio di Valore da condividere, un Esempio di Vita da offrire per ispirare gli spettatori a credere in loro stessi e nei loro sogni più ambiziosi.

SABATO

A cadenza quindicinale, in giorno di SABATO, ci raggiunge lo Stilista internazionale Antonio Oliver con “Il Bon Ton Della Moda”: una chicca di eleganza, classe e raffinatezza in cui il Fashion Stylist ci regala preziosi suggerimenti per brillare in ogni occasione, sia essa ufficiale o riservata a pochi intimi, indossando, in modo impeccabile, l’abito e l’accessorio giusto.

DOMENICA

DOMENICA, sempre a cadenza quindicinale, Lucia Ribeiro, la Cuoca dei Vip, arriva a svelarci in modo semplice e divertente i segreti di una cucina internazionale dove, alla scelta di ingredienti buoni e genuini, si aggiungono il piacere della preparazione e l’amore della convivialità.

 

Un Sogno da realizzare insieme …

Come amo dire in chiusura dei miei post sui Canali Social: “Non ti sei ancora iscritto al Canale? Questo è un ottimo momento per farlo. Mi raccomando: clicca sulla campanellina per rimanere sempre aggiornato/a sui nuovi video pubblicati!”

E ora, abbonandoti al Canale, con due caffè al mese puoi accedere a fantastici, speciali video approfondimenti e contribuire alla realizzazione del Progetto multimediale “Ondina Wavelet World”, che ha per scopo ispirare le persone a essere felici, compiendo un percorso di ritorno alla Sorgente per scoprire Chi sono, il loro Perché, il loro Messaggio al mondo.

Per informazioni sul Progetto multimediale, il suo Scopo e le modalità per supportarlo, clicca qui.

Scopri i vantaggi riservati agli Amici di Ondina cliccando qui.

Grazie anche a BetaPress.it!

Quando ho proposto a Corrado Faletti – Presidente del Gruppo Editoriale CCEditore, Direttore Responsabile di BetaPress.it, Giornalista, Docente di Sociologia e Pedagogista – e a Chiara Sparacio – Vice Direttore Polo Didattico eCampus CCEditore, Capo Redattore Cronaca per BetaPress.it, Giornalista, Studiosa di Sanscrito – di realizzare un’intervista a tre per presentare ufficialmente il Progetto, ne è nato un edificante, piacevolissimo Talk Show, trasmesso in video première sul Canale YouTube venerdì 6 novembre 2020 alle ore 22:30.

A Corrado e Chiara va tutta la mia gratitudine per avermi accolta nella mia esuberante “follia” nella Redazione di BetaPress.it e per aver fatto da Padrino e Madrina all’acquatica Eroina del Progetto Ondina Wavelet.

Per assistere alla video première o guardare il video in un momento successivo, clicca qui.

Buona visione!

E sii felice! Meriti di esserlo, soprattutto in momenti sfidanti come quello che stiamo vivendo.

Ondina Wavelet – Jasmine Laurenti