SE LA FINE DI UNA GUERRA INIZIA CON UNA PACE, PERCHÉ NON INIZIARE SUBITO CON LA PACE?

Altre navi, altri uomini, altre armi in arrivo: devono dare copertura mentre si uccide, mentre si muore.
Che triste bilancio ad oggi…
Migliaia di civili uccisi, ira, vendette, odio, uso massiccio di armi, attacchi ‘preventivi’ sul suolo di altri stati, non portano da nessuna parte: peggiorano e complicano una situazione già di per sé intricata.
Anzi, in un’epoca di macro-contraddizioni, in cui distruttori di civiltà e umanità tentano di guidarci in passaggi retrogradi verso un moderno medioevo, ci sono di sicuro attori che soffiano sul fuoco per imporre ad ogni costo sé stessi e un modello di mondo violento e prevaricatore.
Incendiari con la tuta dei pompieri.
Lontani – ma anche opposti – dagli autentici valori e criteri di libertà, democrazia, fratellanza dei popoli.
C’è bisogno assoluto di PACE, di veri, autentici, energici, operatori di PACE: non di chi nomina tale nobile concetto mentre nella pratica avversa ogni proposta di mediazione, sostenendo persino che possa non essere ‘il momento’ o che a decidere non possano essere ‘altri’.
Non è momento di ‘tifoserie’: occorre anzi freddezza e lungimiranza nel prevedere soprattutto l’imprevedibile, senza dare alcunché per scontato.
Mai dimenticando che il pianto dei bambini, degli indifesi, del lutto, è lo stesso a tutte le latitudini.
PACE! PACE! PACE!
Che le armi vengano fatte tacere!
Che sia PACE, alfine!
VERA, AUTENTICA, EQUILIBRATA ED EQUA.
DURATURA!




NÉ BOMBE NÉ ARMI, MA PACE A TUTTI I COSTI.

Salvo cecità congenite o utilitaristiche, i più hanno acquisito delle consapevolezze: la politica estera del c.d. ‘occidente’, viene decisa in Nord America anche di concerto con organismi internazionali, anche sovranazionali.
La politica economica, commerciale, finanziaria e monetaria europee, è stata ceduta nelle mani di UE e BCE. Idem per quella sanitaria.
Il mix di queste tre componenti, ha come risultante l’esclusione di quasi tutte le amministrazioni da ogni reale e concreto processo decisionale: anche in barba alle varie Carte.
Quindi, capacità di attività diplomatica da parte europea, nella realtà? Appare uguale a ‘zero’.
Oggi, si palesano tre posizioni: gli USA, che dettano la linea per loro e in nome è per conto del circuito di chi a loro legato.
Chi guerreggia, con tutti i suoi fermenti; con tutte le incognite di un ‘dopo’ del tutto sconosciuto.
Proposte di pace? Nessuna o respinte senza ‘se’ o ‘ma’. Sforzi di pace dell’occidente pro libertà, democrazia, tolleranza?
Azzerati proprio con la mobilitazione aeronavale USA nello scacchiere medio-orientale: il maggiore schieramento d’attacco di tutto i tempi nell’area, cui nessuno sembra opporsi.
E’ stata scelta la via più tragica: la guerra per la guerra, la guerra per imporsi e comandare non ‘con’ ma ‘sopra’ gli altri?
Le piazze gridano PACE.
I governi dicono di cercarla, ma operano per la GUERRA.
O per favorirla.
O per non opporvisi.
Con disprezzo per la vita, per l’umanità tutta.
La soluzione: non è nelle ARMI…
E sbaglia di grosso chi si possa sentire ‘lontano’ , ‘al sicuro’.




Bossing verso pubblici dipendenti

In redazione è arrivata una segnalazione rispetto ad un comportamento di bossing verso un dirigente pubblico veramente grave e concatenata ad altre indagini che stiamo svolgendo.

Questi atteggiamenti non possono essere trascurati e meritano il più attento approfondimento possibile, che questa redazione farà, ampliando il più possibile il livello di comunicazione mediatica sull’argomento.

In questo specifico caso poi sembra che anche una certa parte politica voglia l’esclusione del dirigente dalla regione perché lo stesso ha “visto cose che non doveva vedere”.

Come Betapress affronteremo il tema cercando di approfondire tutti i dettagli.

Intanto per capire meglio occupiamoci del fenomeno del “bossing“.

Il fenomeno è una forma di comportamento ostile o umiliante da parte di un superiore nei confronti di un subordinato in un contesto lavorativo.

Il Bossing, quindi, è una forma di molestia psicologica attuata, in ambito lavorativo, da un superiore nei confronti di un suo sottoposto.

Lo scopo è umiliarlo o penalizzarlo, creando un ambiente lavorativo insostenibile per il dipendente, che spesso difatti lo porta alle dimissioni a causa della pressione e dello stress subiti.

È una variante del più ampio fenomeno del “mobbing“, che può avvenire sia in orizzontale (tra colleghi) che in verticale (da un superiore a un subordinato o viceversa).

Nel caso specifico in cui il bersaglio è un dirigente pubblico, diversi fattori aggiuntivi entrano in gioco, come il contesto burocratico, le implicazioni legali e l’attenzione mediatica che potrebbe derivare da un caso di questo tipo.

Nelle organizzazioni pubbliche, la struttura gerarchica e burocratica può talvolta complicare la questione.

A differenza delle aziende private, dove spesso è più facile per la gestione prendere decisioni rapide in merito al personale, nel settore pubblico ci sono spesso più livelli di verifica e approvazione.

Ciò può rendere più difficile sia identificare che affrontare il bossing.

Dal punto di vista legale, il bossing nei confronti di un dirigente pubblico potrebbe avere ripercussioni significative.

Le leggi sulla discriminazione sul luogo di lavoro e sull’abuso psicologico variano da Paese a Paese, ma molte giurisdizioni prendono molto seriamente queste questioni.

In alcuni Paesi, il bossing potrebbe essere considerato una violazione dei diritti umani o dei diritti dei lavoratori.

Un altro aspetto da considerare è l’attenzione mediatica.

I dirigenti pubblici sono spesso sotto il microscopio pubblico, e un caso di bossing potrebbe attirare l’attenzione dei media.

Questo può avere un impatto sia sulla vittima che sull’autore del bossing, con conseguenze che vanno oltre il contesto immediato del luogo di lavoro.

Generalmente, i metodi per affrontare il bossing in un contesto di lavoro pubblico non sono molto diversi da quelli del settore privato.

Questi possono includere:

1. Mediazione: Un tentativo di risolvere la situazione attraverso un terzo imparziale.
2. Formazione: Programmi educativi per prevenire o affrontare il comportamento ostile sul posto di lavoro.
3. Procedure Disciplinari: Nel caso in cui il bossing persista, potrebbero essere necessarie azioni disciplinari.

Nel contesto pubblico, l’approccio alla risoluzione sarà inevitabilmente più complesso a causa della struttura burocratica e delle possibili implicazioni legali e politiche.

A causa di questi fattori aggiuntivi, la risoluzione del problema potrebbe richiedere l’approvazione o l’interferenza di più organi o dipartimenti, come commissioni di etica sul posto di lavoro, consigli di amministrazione o anche entità governative.

È fondamentale notare che la responsabilità del bossing non è solo del singolo individuo che esercita tale comportamento, ma spesso è un indicatore di una cultura organizzativa problematica che permette, o addirittura promuove, tale comportamento.

Pertanto, qualsiasi tentativo di risoluzione dovrebbe essere sistemico oltre che individuale.

Dal punto di vista psicologico, il bossing può avere un impatto negativo non solo sul benessere del dirigente pubblico bersagliato, ma anche sul morale dell’intera organizzazione.

Una cultura tossica sul posto di lavoro può portare a una diminuzione della produttività, un aumento dell’assenteismo e una elevata rotazione del personale, tutti fattori che sono particolarmente problematici in un contesto pubblico, dove la continuità e l’efficienza sono spesso cruciali.

In sintesi, il bossing di un dirigente pubblico è un problema complesso che va ben oltre la semplice dinamica tra due individui.

Ha implicazioni che spaziano dall’etica alla legge, dalla psicologia organizzativa all’immagine pubblica dell’ente interessato.

Affrontare questo problema richiede un approccio multidisciplinare e una volontà di cambiare non solo comportamenti individuali, ma spesso la cultura dell’organizzazione nel suo insieme.




… studenti indisciplinati a zappare la terra???

Il Disegno Di Legge per la revisione della valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti sostituisce la sanzione disciplinare dell’allontanamento da scuola con attività aggiuntive decise dal consiglio di classe o svolte presso strutture convenzionate.

Molte scuole, a tutte le latitudini, stanno anticipando la conversione in legge prevedendo “… a zappare la terra” per gli studenti indisciplinati.

Tale soluzione può sollevare plurimi dubbi di forma e di sostanza o, come dicono i giuristi, di merito e legittimità.

Intanto, a mente dell’art.2048 Codice Civile, i precettori e coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.

Quindi lo studente sanzionato durante la “pena” non può essere lasciato solo, ma sottoposto alla prescritta vigilanza di un docente, che di fatto viene distratto dalla sua funzione di attività didattica nelle classi assegnate.

Inoltre perché vedere il lavoro della terra come una punizione?

Classiche le frasi del tipo “se non studi, sei bocciato o ti comporti male vai a zappare; vai a lavorare nei campi”.

Importante è considerare invece l’agricoltura come il mezzo per sfamare un mondo sempre più affollato, per tutelare la biodiversità, per preservare l’ambiente naturale il più possibile se vogliamo che la Terra abbia ancora un futuro.

Forse occorre intervenire a livello culturale pensando che il lavoro della terra, il sapere coltivare, far crescere una pianta, produrre cibo è un dono, un premio a livello personale e sociale, non certamente una punizione.

Allora proverei a premiare chi va bene a scuola e i giovani meritevoli, mandandoli a “zappare”, a coltivare l’orto o curare un giardino, abbandonando stereotipi superati del lavoro in campagna sinonimo di penitenza o espiazione di una bocciatura e come forma di rieducazione.

Pio Mirra – DS IISS Pavoncelli, Cerignola (FG)




Ebrei, storia senza fine…

La nostra generazione, quella dei boomer, è cresciuta con la narrazione dell’Olocausto come il peggiore atto di violenza dell’uomo sull’uomo.

Molti della nostra generazione avrebbero pensato che la persecuzione di uomini da parte di altri uomini, per uno stigma religioso, non sarebbe stata più attuale.

Abbiamo guardato nella direzione sbagliata.

 La strage di innocenti da parte dei terroristi di Hamas, la rivendicazione statutaria della stessa organizzazione  che esalta una “nuova soluzione finale” della questione ebraica, non possono non essere oggetto di un profondo sdegno ed una decisa condanna.

Nel Mein Kampf e nelle esternazioni successive Adolph Hitler addossa alla genia d’Israele la combinazione di due accuse elevate a rango di misura razziale: la connessione con il comunismo bolscevico, da un lato, e con il Capitalismo oligarchico, dall’altro.

Cancellare la stirpe ebraica avrebbe contribuito alla affermazione di un Reich puro e populista.

A distanza di oltre ottant’anni la persecuzione degli ebrei si ripropone in nome di un’intolleranza razziale verso l’occidente sollevata in nome di Hallah.

È facile, in questa situazione, scivolare nella legge coranica de ‘l’occhio per occhio, dente per dente”.

Il punto è che il Mondo ha bisogno di Pace ed i conflitti convivono a fatica con una dimensione locale.

La Guerra è globale nei suoi morti, nella sua dimensione mediatica e nella sua maledetta ampiezza globale.

Ebrei e Palestinesi devono poter vivere in Pace in due Stati per due Popoli.

Israele dovrebbe riconsiderare l’occupazione di alcuni territori contesi e favorire un processo di pacificazione.

Ora, però, è ancora il momento di piangere gli innocenti.




Lo spot di Esselunga: siamo alla frutta!

Con lo spot di Esselunga possiamo ormai dire che siamo alla frutta, sia come società che come mistificazione del messaggio.

Lo spot in se stesso è bello, ben realizzato ma certamente apre ad alcune riflessioni.

La prima è cosa vuole Esselunga?

Di certo il suo obiettivo non era vendere pesche!

Nemmeno convincere il consumatore della bontà dei suoi prodotti.

In ultima analisi nemmeno accattivarsi la simpatia dell’opinione pubblica visto il contenuto amaro dello spot.

Esselunga voleva far capire agli italiani il degrado sociale e familiare del paese?

Non c’era bisogno di Esselunga, ma di certo lo spot ha dato un messaggio di consapevolezza verso una situazione ormai alla deriva da anni, ovvero il disagio minorile e la disgregazione della famiglia tradizionale.

Di certo se ne parla, e molto, ma non ritengo che Esselunga avesse bisogno di questo tipo di “basta che se ne parli“.

Quindi Esselunga voleva porsi come nuovo predicatore della morale Italiana? e che gli viene??

Ma soprattutto chi ha dato ad Esselunga il ruolo di giudice della morale italiana?

Sutor, ne ultra crepidam!

Quindi riassumendo messaggio non coerente con le attività dell’azienda, giunto da un pulpito inadatto e con confusione di intenti.

A parte questo ritengo che lo scalpore mosso dal messaggio implicito nello spot di Esselunga sia proprio dovuto a tutti questi fattori che abbiamo appena detto, oltre che al fatto che tutti noi sappiamo benissimo che è tutto vero.

La disgregazione della famiglia è sicuramente un elemento di forte distonia del benessere dei minori.

Normalmente questo fenomeno avviene nella fascia di età del minore più delicata, ovvero dagli otto ai 15 anni, dove il minore non ha gli strumenti per potersi difendere da un così repentino cambio di equilibri negli affetti.

Quelle due persone che fino ad un attimo prima erano felici ora non lo sono più, e spesso nella loro infelicità usano anche i minori come merce di scambio.

La dinamica di utilizzare il bambino come “scudo” nel contesto di una separazione tra i genitori è un fenomeno complesso che può avere implicazioni significative per tutti i membri della famiglia.

Il bambino può essere coinvolto in vari modi, sia emotivamente che comportamentalmente, in strategie di manipolazione, controllo o vendetta tra gli adulti.

In questi casi, la tutela e il benessere del bambino possono essere trascurati, poiché l’attenzione è focalizzata sul conflitto tra i genitori.

Dal punto di vista psicologico, utilizzare un bambino come scudo o come mezzo per raggiungere obiettivi egoistici può essere considerato una forma di abuso emotivo.

Questo genere di abuso può avere effetti duraturi sullo sviluppo emotivo e psicologico del bambino.

In termini pedagogici, l’ambiente familiare è un contesto formativo cruciale per il bambino, che può essere negativamente influenzato da dinamiche familiari disfunzionali.

Le teorie dell’attaccamento, ad esempio, mettono in evidenza come relazioni di base sicure siano fondamentali per lo sviluppo sano di un individuo.

Dal punto di vista legale, le autorità e i tribunali pongono particolare enfasi sulla tutela dei minori. Se viene dimostrato che un genitore sta utilizzando il bambino come scudo in un contesto di separazione, questo potrebbe influenzare decisioni relative alla custodia, ai diritti di visita e ad altre questioni legali. In alcuni casi, può essere necessario l’intervento di servizi sociali o di altri professionisti per valutare la situazione e proporre soluzioni.

Vi sono diverse strategie di intervento, tra cui la mediazione familiare e la terapia, che possono aiutare a ridurre l’impatto negativo di tali dinamiche sui bambini.

Gli interventi mirano a ripristinare un clima di cooperazione e rispetto tra i genitori e a mettere il benessere del bambino al centro del processo decisionale.

Da un punto di vista etico e sociale, utilizzare un bambino come mezzo in una disputa tra adulti è considerato inaccettabile.

La società, rappresentata da vari organismi come le scuole, i servizi sociali e la comunità più ampia, ha una responsabilità collettiva di proteggere il benessere dei bambini e di intervenire quando si verificano situazioni di questo tipo.

In conclusione, l’utilizzo del bambino come “scudo” in un contesto di separazione è una dinamica problematica che richiede un’attenzione multidisciplinare, coinvolgendo professionisti del diritto, della psicologia, della pedagogia e dei servizi sociali.

La priorità deve sempre essere la tutela del benessere e dello sviluppo sano del bambino.




CARA MAMMA!

La figura materna rappresenta un pilastro fondamentale nella vita di un individuo, influenzando la sua crescita psicologica, emotiva e sociale.

In numerosi contesti culturali e sociali, la madre è vista come l’archetipo dell’ambiente protettivo, nutriente e confortante.

Tuttavia, va oltre questa narrazione tradizionale, fungendo anche da modello di forza, resilienza e coerenza.

In queste poche righe, esploreremo le diverse dimensioni del ruolo materno, dall’offrire un ambiente protettivo all’essere un esempio di forza e coerenza.

Ambiente Protettivo

Il concetto di madre come luogo sicuro e protettivo è radicato in gran parte delle culture e spesso trova le sue radici nell’infanzia.

Secondo teorie psicoanalitiche come quella di John Bowlby, la madre è il primo e più importante “oggetto sicuro” nella vita di un bambino.

La sua presenza costante e affidabile fornisce al bambino un senso di sicurezza e stabilità, essenziale per lo sviluppo di una sana attaccamento e autostima.

In pedagogia, l’importanza della madre come figura di riferimento emotivo e sociale è stata ampiamente discussa, sottolineando come le interazioni precoci con la madre possano influenzare lo sviluppo cognitivo e le competenze sociali.

Modello di Forza

Contrariamente agli stereotipi culturali che relegano le madri a ruoli passivi o sottomessi, la madre è spesso un simbolo di forza e resilienza. In molte famiglie, è la madre che detiene una grande parte del “carico mentale,” coordinando le esigenze della famiglia e gestendo le crisi.

La madre può quindi servire come modello di forza e autodeterminazione, insegnando implicitamente ai figli l’importanza della resilienza e del coraggio.

Donne come Malala Yousafzai, per esempio, citano spesso l’influenza delle loro madri come fondamentale nel plasmare le loro convinzioni e nel fornire il coraggio di affrontare sfide estreme.

Coerenza e Consecutività

Un altro aspetto critico del ruolo materno è la coerenza e la consecutività nel comportamento e nell’educazione.

Una madre coerente fornisce un ambiente prevedibile in cui un bambino può sviluppare una sensazione di ordine e logica. Questa coerenza è fondamentale non solo per lo sviluppo emotivo del bambino, ma anche per la sua cognizione e la comprensione del mondo.

Il concetto di “scaffolding” nella teoria di Vygotsky rappresenta questa funzione pedagogica, in cui il supporto costante e adattivo della madre serve come una struttura temporanea su cui il bambino può costruire nuove competenze e conoscenze.

La figura materna è un complesso amalgama di ruoli e aspettative, che vanno ben oltre il semplice cliché dell’ambiente protettivo e nutriente.

Essa funge da modello di forza, resilienza e coerenza, caratteristiche che sono essenziali per lo sviluppo di un individuo in una persona autonoma e competente.

Comprendere la complessità e la multidimensionalità del ruolo materno è cruciale per apprezzare la profondità del suo impatto sulla vita di un individuo, influenzando non solo l’infanzia ma anche le successive fasi della vita.




Banche ed ingiusti profitti

L’ipotesi di una tassa sugli extraprofitti delle Imprese bancarie , con la conversione in legge del Decreto Omnibus, è diventata norma (legge n. 136/2023).

La misura si applicherà sul 40 per cento dell’apprezzamento del margine di interesse degli Istituti del credito nell’esercizio 2023 e non potrà essere superiore allo 0,26% dell’attivo dello Stato Patrimoniale.

La misura sembrerebbe minare la fiducia delle imprese verso il Governo ed  indebolire i presupposti dello Stato Liberale.

 In realtà l’aumento dei tassi d’interesse in atto ha rafforzato i Prodotti Netti Bancari agendo direttamente sui Mark Up/Mark down e conseguentemente sul Margine da Intermediazione: la relazione per la quale gli Istituti di credito hanno guadagnato di più sulla raccolta (Mark Down), remunerandola meno del tasso interbancario, e di più sui Prestiti e Finanziamenti (Mark Up), praticando tassi più elevati dei tassi di provvista.

È questa l’asimmetria che porta grandi utili alle aziende bancarie che incassano interessi attivi suo finanziamenti ad imprese e famiglie e remunerano la raccolta bancaria con tassi passivi.

Nelle fasi di rialzi dei tassi durature,  come è avvenuto negli ultimi mesi, gli Istituti di credito adeguano gli interessi sui mutui alle famiglie ed alle imprese ma potrebbero essere refrattari all’adeguamento della remunerazione dei depositi bancari.

Ciò crea un’asimmetria che è giusto che venga tassata e non tanto in quanto “extra-profitto” ma proprio perché “profitto – ingiusto” .

 

Il grafico anno su anno del #FTSE settoriale Banche  (acronimo di Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa, il FTSE MIB è l’indice azionario di riferimento in Italia.

È formato da un paniere di 40 titoli dei mercati Euronext Milan ed Euronext MIV Milan, selezionati in base alla capitalizzazione, al volume di scambi e al settore – Fonte Wikipedia) la progressione del settore. Nell’infografica si nota chiaramente la progressione dell’Indice rappresentativo delle Banche  anno su anno e a 24 mesi.

 

Risulta agevole notare come il rialzo dei tassi deciso per ben 7 volte negli 10 mesi abbia gonfiato, senza dubbio, la dinamica virtuosa del conto economico del sistema bancario.

Ovviamente la misura, in futuro, dovrebbe essere applicata con una progressività tanto più rilevante quanto maggiore è stato la reattività del settore creditizio agli adattamenti sul costo del credito e sugli interessi per i risparmiatori.

Le banche che non hanno allineato prontamente i movimenti dei tassi alle linee di bilanci aumentano quindi i crediti finanziari ma anche i tassi sui depositi a vista ed a termine dovrebbero pagare una tassa non solo equa ma anche giusta nei riguardi della collettività.

La legge ha lasciato, tuttavia, una via d’uscita agli Istituti di credito per non pagare il dovuto.

L’escamotage riposa sull’opzione di destinare a riserva due volte e mezza l’imposta dovuta, un’opzione che consentirà il rafforzamento dei bilanci bancari.  

Sarebbe auspicabile che la misura venga estesa anche ad altri settori che hanno registrato risultati di mercato non caratteristici ed il pensiero va , ovviamente, al settore farmaceutico.

 

 

 

 

 




Scancel Culture??

Nel tentativo di resistere a movimenti culturali anomali e poco orientati alla salvaguardia del patrimonio culturale della nostra società l’Accademia di Alta Cultura presieduta dall’illustre Dott. Giuseppe Bellantonio ha lanciato un accorato invito a tutte le associazioni per salvaguardare la vera cultura della società e della nostra storia.

Come redazione con piacere lo rilanciamo invitando tutti ad aderire.  

Accademia di Alta Cultura

 

Invito alla collaborazione

 

Dopo la ‘Campagna Associativa Straordinaria’ del 2022, l’Accademia di Alta Cultura – anche recependo le riflessioni dei propri Soci e simpatizzanti – ha intensificato la propria attenzione verso il rapido – e, purtroppo, non sempre positivo – sviluppo delle esigenze della Società Italiana, in particolare.                    Il peculiare momento storico, sociale, economico e culturale, rende quanto mai opportuna una forte presa di coscienza, il cui fine è quello di tendere sollecitamente a un riequilibrio generale, tale da garantire il recupero di Valori, Tradizioni e Ideali che hanno caratterizzato la crescita e lo sviluppo di decine e decine di generazioni. Ciò, nella considerazione che, pur nella obiettiva difficoltà di recuperare appieno quanto abbia subito i fieri colpi di una sconsiderata cancel culture, vera e propria smania di imporre nuovi c.d. ‘valori’ disgregando i precedenti, sia necessario porsi delle priorità qualificate e qualificanti.                    

Studi, incontri, approfondimenti e riflessioni, su tematiche e problematiche di comune interesse, hanno caratterizzato ad oggi tali sforzi, premiandoli con graditi consensi nel trattare il tema portante: RIGENERARE LE COMUNI RADICI – NUOVI SENTIERI PER RECUPERARE ANTICHI VALORI.                            

I dialoghi e il confronto con altre Associazioni parimenti impegnate, hanno condotto a una ribadita motivazione nel dare rinnovato vigore a uno sforzo di certo non esauritosi: anzi, nell’incontro con i vertici dell’APU, capofila nel coinvolgimento di molte altre Associazioni Culturali con identiche finalità sociali, il coincidere di sensibilità, riflessioni, percezioni e indirizzi, ha fatto rapidamente da traino alla definizione di un progetto condiviso – e quindi comune e di ampio respiro: una vera e propria ‘piattaforma’ – cui l’Accademia di Alta Cultura, una delle più antiche d’Italia, offrirà il proprio massimo, fattivo, apporto.                   

Gli eventi – conferenze, mostre, focus, dibattiti e quant’altro: non solo all’insegna della Cultura nel senso più ampio, ma anche delle Arti e delle Scienze – avranno modo di svilupparsi lungo tutta la Penisola, non disdegnando di superare i confini nazionali per così favorire lo scambio e il confronto anche tra Genti con Tradizioni e Culture diverse ma di certo non meno importanti: confronto e dialogo sono i modi ideali per crescere interiormente e per agevolare lo sviluppo di ogni relazione a livello globale. Gli incontri prevedono fin da ora anche la presenza e la partecipazione di relatori qualificati che avranno il piacere di condividere i nostri obiettivi e che quindi si potranno identificare con noi nel trattare il tema trainante, ossia

IL PIACERE DI SAPERE

ma anche quant’altro di significativo e rilevante possa essere individuato. Ovviamente, non mancheranno i progetti educativi e scolastici come pure nel settore della formazione. Certamente, ci si avvarrà del prezioso contributo di enti universitari in grado di sostenere e meglio qualificare le iniziative stesse.          

Le riunioni potranno svolgersi con sistemi digitali o di presenza, considerando le esigenze e le disponibilità locali che via via potranno presentarsi        

Ciò detto, con questa nostra desideriamo rivolgerci in via preminente a quelle Associazioni con le quali intercorrono già delle relazioni improntate a viva considerazione e reciprocità, ma ci indirizziamo anche a quelle strutture ed a quei soggetti cui per competenza, professionalità, valori etici e morali, va fin da ora la nostra stima, invitandoli a unirsi a noi, così da poter condividere e ampliare il Progetto le cui linee essenziali sono sopra evidenziate.

Saremo lieti di un contatto che consenta di considerare la migliore via per sintonizzarsi al fine di contribuire a soddisfare le esigenze di Persone che non intendono rinunciare a immaginare, sognare e creare, e soprattutto a pensare così rinnovando le proprie energie e contribuendo a vivacizzare quelle altrui.

Una sorta di Rinnovamento Culturale – utilissimo là dove invece possa stagnare una deprimente mortificazione del sentire più vero e autentico – intorno al quale costruire capacità, competenze e futuro.

Nell’attesa di un incontro, Grazie per la cortese attenzione e un cordiale saluto, anche da parte del Dr. Antonio Ballarin – eminente studioso di fisica quantistica e accademico a livello internazionale – che, nel prossimo anno, subentrerà nella carica di Presidente dell’Accademia di Alta Cultura.

 

Roma, 23 Settembre 2023                                                           Accademia di Alta Cultura                                                                                                            Il Presidente  (Giuseppe Bellantonio)

 

 

 

per contatti:

Accademia di Alta Cultura – Associazione Culturale – Via Marino Mazzacurati, 767 – 00148 Roma {RM) || C.F.: 96024880583 ||

Registrata AA.EE. di Roma ||  http://accademiadialtacultura.blogspot.com  || Facebook: Accademia di Alta Cultura – Italia 1948 ||Contatti e corrispondenza, e-mail: accademiadialtacultura@gmail.com




La Mamma Cattiva!

 

La figura materna svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel benessere del bambino.

Tuttavia, in alcuni casi, una madre può avere un impatto negativo sullo sviluppo del proprio figlio.

Ma può esistere una Mamma cattiva?

Ovvero una mamma che opera per il male del proprio figlio?

La risposta è no, normalmente troviamo non mamme cattive ma mamme negative, ovvero quelle mamme che non hanno nei confronti dei figli un comportamento adatto al loro sviluppo armonico. 

È importante comprendere i rischi e le conseguenze di un comportamento materno negativo al fine di intervenire tempestivamente e fornire il sostegno necessario al bambino.

Questa breve digressione fornisce un’analisi sull’impatto delle figure materne negative sullo sviluppo del bambino e mette in luce l’importanza della pedagogia nel garantire un ambiente sano e positivo per i bambini.

Definizione dell’impatto delle figure materne negative sullo sviluppo del bambino

La definizione dell’impatto delle figure materne negative sullo sviluppo del bambino è un argomento complesso che richiede una comprensione approfondita.

Quando parliamo di figure materne negative, ci riferiamo a comportamenti o atteggiamenti che possono portare a un effetto dannoso sullo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo del bambino.

Questi comportamenti possono includere abuso fisico o emotivo, trascuratezza, instabilità emotiva, mancanza di supporto affettivo e così via.

Gli effetti di una figura materna negativa possono variare da un rallentamento dello sviluppo dei bambini, problemi di comportamento, problemi di attaccamento, bassa autostima, difficoltà nel regolare le emozioni, e problemi scolastici.

È importante sottolineare che non tutte le figure materne negative avranno un impatto così grave sullo sviluppo del bambino, ma è cruciale riconoscere i segnali precoci e agire prontamente per mitigare gli effetti negativi.

Di seguito, esploreremo più in dettaglio gli effetti specifici di una figura materna negativa e come riconoscere questi comportamenti.

Ricerche e studi su questo argomento

Per comprendere appieno l’impatto delle figure materne negative sullo sviluppo del bambino, è importante fare riferimento a studi e ricerche scientifiche.

Negli ultimi anni, molti psicologi e ricercatori hanno indagato su questo argomento, fornendo una base solida di conoscenze su cui basare le nostre analisi.

Alcune delle ricerche hanno evidenziato che i bambini che sono stati esposti a figure materne negative possono manifestare un ritardo nello sviluppo delle competenze sociali e cognitive.

Ad esempio, potrebbero avere difficoltà a stabilire relazioni positive con i loro coetanei o ad acquisire abilità di problem solving.

Altri studi hanno sottolineato come i bambini che hanno avuto esperienze negative con le loro figure materne possano sviluppare problemi di autostima e presentare un maggior rischio di sviluppare disturbi emotivi come l’ansia o la depressione.

Gli effetti negativi delle figure materne sulla salute mentale del bambino

Per capire appieno l’impatto delle figure materne negative sullo sviluppo del bambino, è fondamentale esaminare gli effetti negativi sulla salute mentale dei bambini.

Numerosi studi hanno dimostrato che i bambini che sono stati esposti a figure materne negative hanno una maggiore probabilità di sviluppare problemi di salute mentale.

Uno studio ha rilevato un collegamento significativo tra figure materne negative e un aumento del rischio di sviluppare disturbi d’ansia.

I bambini che hanno sperimentato atteggiamenti controllanti o critici da parte delle loro figure materne sono più inclini a sviluppare ansia e preoccupazione e possono manifestare sintomi di ansia come insonnia, irritabilità e difficoltà a concentrarsi.

Allo stesso modo, un’altra ricerca ha evidenziato un legame tra figure materne negative e un aumentato rischio di depressione nei bambini.

I bambini che hanno subito abusi emotivi o sono stati trascurati possono sviluppare una bassa autostima e sentimenti di tristezza persistenti.

Esplorando ulteriormente, anche nei prossimi articoli, questi effetti negativi delle figure materne sulla salute mentale del bambino, analizzeremo le cause sottostanti e le possibili strategie di intervento per mitigare tali effetti.

Il ruolo delle figure materne nella formazione delle relazioni sociali dei bambini

Il ruolo delle figure materne nella formazione delle relazioni sociali dei bambini

Oltre agli effetti negativi sulla salute mentale, le figure materne negative possono anche influenzare negativamente la formazione delle relazioni sociali nei bambini.

Studi hanno dimostrato che i bambini che sono stati esposti a comportamenti di controllo o critica da parte delle loro figure materne possono sviluppare difficoltà nel creare legami sani con i loro coetanei.

Questo può manifestarsi in diversi modi. Ad esempio, i bambini possono mostrare un atteggiamento di chiusura e isolamento, evitando l’interazione con gli altri.

Possono anche sperimentare difficoltà nell’integrarsi all’interno dei gruppi e nel sentirsi accettati dagli altri.

È importante sottolineare che queste difficoltà sociali possono persistere anche in età adulta e avere impatti duraturi sulla vita dei bambini colpiti.

Pertanto, comprendere il ruolo delle figure materne nell’ambito delle relazioni sociali dei bambini è fondamentale per sviluppare strategie di intervento efficaci.

Quali possono essere le ragioni di queste difficoltà sociali e che tipi di strategie che possono essere adottate per aiutare i bambini a superare gli effetti negativi delle figure materne sulle loro relazioni sociali?

Come mitigare gli effetti negativi delle figure materne negative sullo sviluppo del bambino

Come mitigare gli effetti negativi delle figure materne negative sullo sviluppo del bambino

Mentre abbiamo esaminato gli effetti negativi delle figure materne negative sullo sviluppo delle relazioni sociali dei bambini, è importante sottolineare che esistono strategie che possono essere adottate per mitigare questi effetti.

Innanzitutto, è fondamentale fornire un ambiente sicuro e stabile per il bambino, dove si senta amato e accettato.

Le figure materne possono lavorare su se stesse, cercando di alleviare il proprio stress e ricevendo il supporto adeguato per affrontare i propri problemi.

In secondo luogo, è essenziale incoraggiare il bambino a sviluppare l’autostima e l’empatia, attraverso attività che promuovano un senso di successo e gratificazione personale.

I bambini devono essere esposti a modelli di comportamento sani e positivi, al fine di apprendere come formare relazioni positive con gli altri.

Ci sono anche programmi di intervento precoce e terapie familiari che possono essere utilizzati per favorire il recupero dei bambini che sono stati esposti a figure materne negative.

Conclusioni e raccomandazioni per un ambiente sano di crescita per i bambini

In conclusione, comprendere l’impatto delle figure materne negative sullo sviluppo del bambino è fondamentale per promuovere un ambiente sano di crescita per i più piccoli.

Abbiamo esplorato le conseguenze negative che possono derivare da modelli di comportamento negativi e abbiamo discusso alcune strategie per mitigare questi effetti.

Per garantire un ambiente sano di crescita per i bambini, è importante che le figure materne lavorino su sé stesse, cercando di alleviare lo stress personale e ricevere il supporto adeguato.

Creare un ambiente sicuro e stabile in cui il bambino si senta amato e accettato è essenziale per favorire lo sviluppo sano delle relazioni sociali.

Inoltre, incoraggiare l’autostima e l’empatia nel bambino attraverso attività gratificanti e fornire modelli di comportamento sani e positivi sono altrettanto importanti.

I programmi di intervento precoce e le terapie familiari possono anche essere utilizzati per aiutare il bambino a superare gli effetti negativi delle figure materne negative.