Hillary o Trump, ma anche no…
Scatta ormai il confronto serrato fra i due candidati alla casa bianca, Hillary o Trump.
Mai come in questo caso l’America ha presentato due personaggi diametralmente differenti, caricaturalmente opposti, emotivamente divisi, intellettualmente aggressivi.
Lo scontro che si sta profilando, e che parzialmente è già in corso, avviene principalmente in via mediatica: contano le immagini, il linguaggio, la provocazione.
Insomma un Nixon JFK di seconda maniera, dove l’immagine portò ad un forte ribaltamento delle preferenze dell’opinione pubblica americana.
Di certo però oggi non troviamo nei due candidati la profondità dei discorsi di JFK della Nuova Frontiera, peraltro profondamente ispirati al nostro Gaetano Salvemini, e nemmeno al “piano segreto” di Nixon, oggi ci troviamo davanti ad un’abile regressione infantile del linguaggio di Trump che raggiunge chiunque ed una compassata Hillary che cerca l’appoggio degli intellettuali.
« Noi non possiamo essere imparziali. Possiamo essere soltanto intellettualmente onesti: cioè renderci conto delle nostre passioni, tenerci in guardia contro di esse e mettere in guardia i nostri lettori contro i pericoli della nostra parzialità. L’imparzialità è un sogno, la probità è un dovere. »
(Gaetano Salvemini, Prefazione a Mussolini diplomatico, Éditions Contemporaines, Paris 1932)
Il dato inquietante è che, nonostante il perbenismo americano, quasi il 50% si sia ormai apertamente schierato con Trump, e l’intervento di Clint Eastwood ben lunga la dice sulla ormai esausta ed esaurita pazienza degli americani.
Nel segreto della cabina elettorale gli americani seguiranno la pancia o la testa?
L’America deve decidere tra due passati, quello remoto e quello participio, avendo scelto due candidati che rappresentano due restaurazioni differenti, questa più che mai diventa l’elezione tra la scelta di pancia, Trump, e la scelta di testa, Hillary, tra colui che dice quello che tutti pensano e colei che dice quello che tutti dicono.
Davanti a due candidati che forse sono entrambi non adatti per il futuro che si prospetta al mondo ed al ruolo dell’America, chi sceglierà l’Americano medio?