Il mio nome è Faust e non mi sazio.

Ho milioni di fratelli,

tutti identici a me e abitiamo i corpi mortali di uomini eterni.

La mia storia è molto semplice ma straordinaria.

Ero un uomo anche io e già allora non mi saziavo e un giorno venne da me il diavolo a chiedermi la mia anima così appetibile.

Io neppure sapevo che la mia anima fosse così preziosa e accettai quando il diavolo mi propose il suo cambio: avrei potuto avere tutto quello che volevo al mondo e nell’universo.

Il diavolo avrebbe riscattato la sua merce solo alla fine, solo in un caso: quando e semmai avessi detto “ne ho abbastanza”.

Forte della mia fame, mi convinsi di essere immortale e tale rimasi per lunghissimo tempo.

Ero un brav’uomo, colto e di scienza e avevo sentimenti nobili quando iniziai questo mio viaggio.

Amai, uccisi, mi corruppi e diventai peggiore di chiunque, pensai di essermi allontanato da me ma mai, mai mi saziai.

Quando morì fu per errore: Mefistofele pensò che fossi sazio e quando fu il mio momento di pagare il pegno, gli angeli mi salvarono; la mia anima fu salva perché, nonostante tutto quello che avevo fatto, tutti i crimini commessi e tutte le aberrazioni compiute, io avevo provato.

E oggi sono qui,

io e i miei fratelli abitiamo i corpi mortali di uomini eterni

e ci stiamo stretti

e ogni giorno ci dimeniamo e tormentiamo il nostro ospite perché vorremmo di più e lo spingiamo a non accontentarsi e a non saziarsi.

Siamo la voce che ti fa chiedere “ancora e ancora”,

che ti tiene scomodo anche quando agli occhi degli altri hai tutto,

che ti affama e ti asseta di cibo e vino che non sono a casa tua.

Siamo la bramosia furiosa che vuole farti cambiare il mondo perché questo in cui stai è troppo piccolo e non ti sazia.

Siamo la legittimazione della ricerca, la componente salvifica che ti confonderà, ti peggiorerà ma ti garantirà che la tua vita non è stata né vana né sprecata perché hai provato.

Io sono Faust, vivo dentro te e non mi sazio.

 

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