La verità ha tante bocche
– Oh… Come è bello… Come hai detto che si chiama?
– Oceano
– … Oceano… E hai detto che lo hai inventato tu?
– Propriamente
– … Che meraviglia… Ma come hai fatto?
– Ho studiato, ho viaggiato molto, ho fatto esperimenti sulla mia pelle.
Quindi ho creato l’oceano.
– Oh…
– Non è stato facile sai?
Questo oceano è unico.
– Una volta però ho sentito parlare di qualcosa del genere… Non ricordo bene… è possibile?
– Certo che no.
– Eppure… Mare… Si chiamava così…
– Ah il mare… Ma quello lo conoscono tutti e oltre a non essere niente di speciale è pure tutto sbagliato.
– Tutto sbagliato? Che vuol dire?
– Vedi, tu adesso sei qui con me e stai osservando l’oceano.
L’oceano è una enorme distesa di acqua salata che io ho alimentato goccia dopo goccia inserendo pesci di vario tipo, alghe e crostacei di ogni forma
– Capisco
– Per non parlare dei coralli e dei molluschi, riesci a vederli?
– Bhé non riesco ad avere una visione di insieme perché è la prima volta che mi trovo davanti all’oceano ma è senza dubbio impressionante.
– Beh imparerai a conoscere l’oceano col mio aiuto e vedrai che ho ragione:
dietro questa massa d’acqua c’è proprio un gran lavoro.
– Ok, ma qual è la differenza tra questo è il mare?
– Hai detto che non hai mai visto il mare?
– Mai
– Ma ne hai sentito parlare?
– Sì ma non ricordo bene, in modo confuso
– Bene, il mare è una enorme distesa di fango marrone, ha acqua salmastra e non ha vita al suo interno.
Le acque sono torbide e se provi a bagnarti vai incontro a morte certa.
– Davvero?!
– Davvero.
– Io però avevo capito che il mare era bello e faceva pure bene, ti dirò che dalle descrizioni me lo immaginavo anche un po’ come questo oceano…
– Ti hanno ingannato!
Venditori di fumo.
La verità l’hai davanti ai tuoi occhi: questo è l’oceano e l’ho fatto io.
Il mare è un abbaglio per allocchi e tu stai cadendo nella trappola di chi ti vuole ignorante.
– Povero me
– Sí povero te, ma ci sono qua io e c’è l’oceano.
Vuoi fare un bagno?
– Posso?
– Ma certo.
– Come è bello e come fa star bene, mi sento leggero e posso fare cose che non ho mai fatto.
– Vero, ma devi stare attento; ci sono delle regole per nuotare ed io te le insegnerò.
– Come fai a conoscere queste regole?
– Le ho create io quando ho creato l’oceano.
– Sono stato proprio fortunato a conoscerti
– Puoi dirlo forte.
E ora lascia che ti racconti con la mia voce la verità… Bada però: non avrai anche tu intenzione di creare l’oceano?
– No, in verità… E poi mi è parso di capire che l’hai inventato tu…
– Proprio così infatti…
E ora siediti qui senza muoverti e ascolta la mia verità.
—–
Racconto fantatico ispirato a chi vuol far credere di aver inventato l’Oceano e vuol metterci paura del mare.