Lettera ad Eugenio: guida la tua nave verso la verità! Sempre!
Mio caro Eugenio,
ti scrivo con l’affetto e la sollecitudine di chi ha percorso il cammino prima di te, affinché tu possa trovare la via senza smarrirti nelle ombre del mondo.
Vedo in te un animo inquieto, sospinto da un duplice vento: da un lato il desiderio di conoscere e affermarti, dall’altro il richiamo della comodità, che induce a scivolare nel torpore del disimpegno morale.
Stai attento, figlio mio, perché questo secondo vento è insidioso: non impone, non costringe, ma culla dolcemente verso il nulla, svuotando l’uomo della sua essenza e della sua dignità.
Essere uomini significa innanzitutto essere pienamente consapevoli del proprio io.
Chi non conosce se stesso, chi non si interroga sulla propria natura e sul proprio destino, chi non riflette sui suoi doveri e sulla sua vocazione, è come una foglia trascinata dal vento, senza meta né scopo.
Ma tu, Eugenio, non sei una foglia.
Tu sei un uomo, e in quanto tale hai il dovere di essere vigile, di dominare le tue passioni, di forgiare la tua volontà e di scegliere il bene con piena coscienza.
Questa consapevolezza, questo sguardo interiore, è il primo passo verso la vera dignità.
L’uomo che si riconosce come essere morale comprende che la sua esistenza non è fine a se stessa, ma legata a valori eterni, che lo trascendono e lo rendono parte di un disegno più grande.
E quali sono questi valori, se non quelli che hanno sempre sostenuto i giusti, i forti, i degni?
Lealtà, famiglia, comunità.
La lealtà è il fondamento del vero carattere.
Non essere mai schiavo dell’inganno, né nei tuoi confronti né verso gli altri.
L’uomo leale è un uomo saldo, capace di guardare negli occhi il suo prossimo senza timore, senza rimorsi.
La falsità avvelena l’anima e la rende debole, priva di sostanza.
Chi è leale cammina invece con passo fermo, perché sa che la sua parola è il riflesso del suo valore.
La famiglia è il primo legame che ci definisce, la culla da cui partiamo e il rifugio a cui torniamo.
Onora coloro che ti hanno generato, rispetta la loro saggezza e proteggi coloro che verranno dopo di te.
Chi disprezza la famiglia si priva delle radici che lo nutrono e finisce per disperdersi nella solitudine e nell’insignificanza.
La comunità è l’estensione della famiglia, il luogo in cui l’uomo realizza se stesso come essere sociale.
Non vivere soltanto per te stesso, Eugenio.
Ricorda che il tuo valore non si misura solo nei tuoi successi personali, ma in ciò che offri agli altri, nella capacità di costruire un mondo migliore, più giusto e più saldo.
Chi vive per sé muore nel nulla; chi vive per la sua comunità lascia un’eredità di significato e di onore.
Essere veramente uomini significa abbracciare questi valori e farli parte del proprio spirito guida.
Non è una strada facile, ma è l’unica che conduca alla pienezza dell’essere. Il disimpegno, al contrario, porta alla fragilità, alla corruzione dello spirito, alla perdita del senso della vita.
Sii vigile, Eugenio. Sii forte.
Non lasciarti cullare dalla corrente del vuoto, ma tieni salda la barra della tua nave e naviga verso la luce della verità.
Questo è il solo cammino degno di essere percorso.
Con stima e fiducia,
Il tuo maestro, Sofronio