Lettera di una Professoressa a Babbo Natale
Babbo Natale regalami uno spid!
Caro Babbo Natale, so di essere un po’ cresciuta per scriverti una letterina, ma ho proprio bisogno del tuo aiuto.
Come forse saprai, o forse no dato che vivi al polo nord, il nostro ormai ex premier ha omaggiato tutti gli insegnanti della ricca somma di 500 euro da spendersi per curare la nostra formazione, poiché, si sa, gli insegnanti sono estremamente refrattari alla cultura.
In effetti non ci è richiesto molto per svolgere la nostra professione: una laurea, una specializzazione del costo di 3000 euro, almeno tre corsi di formazione del costo di 700 euro l’uno, un corso di perfezionamento, il cui costo si aggira intorno ai 500 euro, senza contare la seconda specializzazione in sostegno, costata altri 3000 euro, ai quali aggiungere il costo dei libri, delle riviste e delle mostre/ corsi che ogni insegnante si pagava di tasca propria.
Se fai il conto direi che questi 500 euro sono una goccia in mezzo al mare ma ben vengano.
Il problema è oggi lo spid, ossia l’identità digitale che ci è richiesta per accedere a questi 500 euro elargiti sotto forma di voucher da spendere nei negozi convenzionati.
L’altro anno il governo ci ha concesso in busta paga questi soldi e ci ha chiesto di documentare le nostre spese, cosa che abbiamo fatto prontamente.
Quest’anno ecco la novità: lo spid! Per ottenere lo spid ci si deve iscrivere in uno dei siti abilitati, e io ti giuro ci ho provato! Ho scartato il primo sito consigliato perché era a pagamento, mentre gli altri tre promettevano un facile accesso soprattutto gratuito perlomeno per il primo anno.
Il primo che ho consultato è stato quello di TIM, che garantiva un facile accesso via internet e, visto che ho sempre il tempo contato, tra scuola, studio e figli, ho pensato che fosse un’ottima cosa, anzi mi sono complimentata con il governo per avere scelto la modalità on line, che risolveva tanti problemi! Ma i problemi invece sono arrivati dopo aver inserito i dati!
Era infatti necessario un attrezzo che leggesse la carta di identità digitale altrimenti non era assolutamente fattibile.
Un po’ dispiaciuta ho riprovato con il secondo sito: Sielte.
Questo sito proponeva la modalità on line cui seguiva un riconoscimento tramite videocamera.
Inserire i dati non era proprio semplice, comunque alla fine ci sono riuscita.
Un mese fa. Sto ancora aspettando che mi contattino per ottenere le credenziali.
Visto che il tempo passava ho deciso di provare con Poste italiane.
Una garanzia di serietà ed efficienza. Ho iniziato nuovamente tutto l’iter: inserisci i dati, inserisci tutto ciò che è richiesto e…. paf ! Primo scoglio.
Non riconosce alcun formato per i documenti opportunamente scannerizzati, né JPG né Word.
Ricomincio da capo.
Reinserisco i dati riprovo e zac! Mi comunica gentilmente che non posso fare niente perché risulto già inserita.
Ma come se poco prima sosteneva che non potevo procedere perché la richiesta dei documenti scannerizzati mancava?
Ricomincio, perché si sa che la pazienza è la virtù principe degli insegnanti che si scontrano da sempre con le inefficienze del sistema.
Di nuovo rifiuta tutto.
Presa dallo sconforto provo con l’altra modalità, che consiste nel far venire a domicilio il postino, ovviamente a pagamento.
Stranamente in questa seconda modalità tutti i dati vengono prontamente accettati, documenti scannerizzati compresi.
Finalmente! Esulto soddisfatta! Dopo qualche giorno sul cellulare mi arriva un sms: poste informa che il postino per il riconoscimento arriva oggi ore 19! Che bello!
Guardo con compassione i miei colleghi che continuano a impazzire con le altre modalità e mi sento una privilegiata.
Poste mi ama, poste mi comprende! Certo devo pagare, ma quanta solerzia, che efficienza! Fossero tutti così!!! Arriva il postino, gentile, cordiale e un po’ infreddolito, mi richiede le fotocopie dei documenti, quelle che avevo provveduto a inviare scannerizzate, ed io le consegno gioiosa, seppure perplessa, considerando lo sforzo fatto per inviarle in formato jpg.
Il postino mi consegna un foglio con il riepilogo dei dati, ma mi chiarisce: “ non so niente di credenziali, user e password, mi hanno informato stamattina di questo servizio!” così mi rassegno ad aspettare… i giorni passano e nulla accade.
Siamo sotto Natale ormai e vorrei tanto poter comprare con i buoni del governo alcuni libri che mi servono per lavorare con il mio studente.
Decido di andare alla posta centrale della mia città. Che bello! Non c’è coda! Certo sono le 8.20 del mattino, ma perlomeno mi sbrigherò.. attendo il mio turno allo sportello e una gentile signora mi chiede il numero di pratica.
Trasecolo… quale numero di pratica? Spiego che ho utilizzato la modalità domiciliare… mi rimanda alla collega.. che attendo perché non c’è. La collega arriva svettante sui tacchi 12 e fatichiamo un po’ a capirci.. mi ripete che devo iscrivermi, le spiego che l’ho fatto, che ho pagato il postino, che ho consegnato i documenti. Mi ripete che devo iscrivermi.
Mi accorgo che c’è un problema di comunicazione. Provo a parlare più lentamente: “ mi sono iscritta sul sito… ho scelto la modalità domiciliare… È venuto il postino… mi ha consegnato questo foglio.. che devo fare adesso?. “ deve iscriversi sul sito ottenere il numero e tornare qui!. “ “ ma io ho pagato , ho la fattura, possibile che non serva a niente?” “ di questa modalità non so niente. Si riscriva da capo e torni, al limite chiami questo numero che è a pagamento dai cellulari, gratis da fisso.”
Adesso sono arrabbiata, me ne vado inveendo contro poste italiane , ma chiamo dal cellulare il numero a pagamento, che mi rimanda ad un altro numero a pagamento, nel quale una voce suadente mi racconta che il governo questo anno ha deciso di regalare a noi fannulloni professori dei bei soldini per curare la nostra scarsa formazione e meno male che c’è il governo che ci pensa, però dobbiamo dimostrarci capaci di ottenere lo spid che Poste ci darà volentieri se attendiamo in linea.. per circa 20 minuti.. dopo di che la stessa suadente voce mi dice che c’è un gran traffico e che dobbiamo richiamare più tardi bye bye…
A questo punto sono nera!
Offendo in tutte le lingue che ho studiato, compreso il greco antico la voce registrata, perché sappia che nella mia vita ho studiato molto, continuo a studiare nonostante i 500 euro fantasma del governo.. e ho pensato malevolmente: perché è necessario questo spid dato che siamo dipendenti del ministero, statali insomma, conosciuti, noti, certificati.. non era possibile ottenere le credenziali direttamente dal ministero?
O serviva una modalità che scoraggiasse tutti ?
Da qui la mia richiesta caro Babbo Natale... se non ci pensi tu anche questo anno pagherò da sola tutto ciò che mi serve, libri, corsi e quant’altro a dimostrazione che i docenti hanno ancora la propria dignità.
Paola Manacorda