Agenzia delle Entrate nuovo DIO.

Ieri abbiamo scritto della scure fiscale nei prossimi stipendi dei lavoratori della scuola, vedi nostro articolo https://betapress.it/scure-fiscale-sugli-stipendi-ma-usiamola-noi-per-tagliare-le-teste-di-questa-classe-politica/, oggi la risposta dell’agenzia delle entrate alle innumerevoli proteste che si stanno sollevando rispetto ad una azione che evidentemente metterà in ginocchio migliaia di famiglie italiane.

Questa è la risposta:

La informiamo che non è possibile rateizzare i debiti per conguaglio fiscale. Questi devono essere recuperati in unica soluzione su disposizione dell’agenzia delle entrate.

Un vaffanculo faceva meno male, qui leggiamo supponenza, menefreghismo, ignoranza, miopia politica, stupidità ed incapacità di capire le esigenze del popolo oggi in forte difficoltà.

Ma i dipendenti dell’Agenzia hanno il conguaglio fiscale?

Siamo al livello di Maria Antonietta: il popolo si lamenta perché ha fame, dategli le brioche.

In realtà la frase non era proprio di Maria Antonietta, ma ormai l’immaginario collettivo la vede così.

Quindi alla frase: Agenzia le famiglie non reggeranno a questa tua operazione, la risposta è stata e chi se ne frega noi facciamo così!!!

Ma Noi chi?? ma tu sei mica Dio, sei un ente al servizio del popolo, e se affami il popolo che ti mantiene sei sicura che tu stia facendo il bene del paese??

Ma cacciamoli via tutti, questi sono degli incompetenti!!

Ma quando gli Italiani faranno come i Francesi che per un anno in più di età pensionabile gli hanno devastato le strade?

Basta Italiani facciamoci sentire, smettiamo di fare la rana bollita.

 

 

 




Nuova filiera 4 + 2, deragliamento?

Rispetto alla nuova filiera 4 + 2, fiore all’occhiello del ministro Valditara, sorgono perplessità che andrebbero stigmatizzate in modo coerente con quella che è la programmazione della rete scolastica.

Abbiamo Posto una domanda al Dott. Marco Ugo Filisetti DG di Ok School.

 

Direttore, cosa ne pensa del nuovo ddl 924?

 

Filisetti: Ho avuto occasione di seguire nell’aula del Senato mercoledì scorso il dibattito sul DDL S 924 istituzione filiera formativa tecnologica professionale tecnica professionale.

Al riguardo consentimi un sintetico contributo: l’alto tasso di occupabilità dei percorsi ITS con il conseguente loro successo, come frequentemente riportato sui media, è determinato dalla coerenza del n. di figure professionali (addirittura in difetto) in uscita e loro competenze, con la richiesta del mercato del lavoro.

In realtà tutte le figure professionali in uscita dai percorsi liceali, tecnici, professionali dovrebbero avere un analogo tasso di occupabilità, attesa comunque per tutte la formazione dello studente come persona integrale.

Così sarebbe se la programmazione dell’offerta formativa integrata fosse coerente (quantomeno tendenzialmente) nei numeri e contenuti con le richieste del mercato del lavoro anziché subordinata all’esigenze autoreferenziali del sistema d’istruzione, che influiscono altresì sull’orientamento scolastico.

Fermo restando che l’orientamento scolastico deve essere traguardato sulla programmazione dell’offerta formativa e non il contrario.

Il problema sta’ quindi nel processo programmatico dell’offerta formativa, declinato da una pluralità di centri decisionali (istituzioni scolastiche, Uffici Scolastici Regionali USR-Uffici d’ambito territoriale UAT, MIM-MEF, Regione, Provincie, Comuni, OO.SS.) disorganici oltreché ciascuno portatore d’interessi particolari confliggenti tra loro.

Al riguardo in via operativa ricordo l’opportunità di definire prima possibile la declinazione operativa della programmazione della rete scolastica come riportato nell’ apposito WBS (disponibile per ogni eventuale approfondimento) con l’indicazione:

  •  delle macro-attività previste;
  •  dei principali esiti attesi da ciascuna macro-attività – sono descritti in forma sintetica;
  •  degli gli archi temporali di riferimento – con previsione realistica, considerando anche i vincoli previsti a livello normativo;
  •  dei soggetti responsabili dello svolgimento delle macro-attività, oppure del loro recepimento



Betapress sotto ATTACCO!!! Acqua in redazione.

Comunicato Stampa: Difesa dell’Indipendenza Editoriale e della Libertà di Stampa

 

La difesa della libertà di stampa e dell’indipendenza editoriale dei giornali assume un ruolo cruciale nelle società democratiche, in quanto garantisce il pluralismo delle opinioni e il controllo democratico sul potere.

La situazione odierna in cui Betapress viene attaccato dalla politica perché rifiuta di cambiare la sua linea editoriale apertamente critica nei confronti dell’attuale governo solleva questioni fondamentali riguardo la libertà di espressione, il diritto all’informazione e la relazione tra i media ed il potere politico.

Sappiate tutti che se cercate di affondare la nostra nave, noi ci trasformeremo in sottomarino!!!

In data odierna, ci troviamo di fronte a un attacco senza precedenti contro l’integrità della nostra testata giornalistica, un attacco che non solo mette in discussione la nostra indipendenza editoriale ma che minaccia i fondamenti stessi della libertà di stampa, pilastro insostituibile di ogni società democratica.

La nostra redazione ha ricevuto pressioni crescenti affinché cambiasse la sua attuale linea editoriale apertamente critica nei confronti dell’attuale governo e di alcune figure della politica locale.

Tali pressioni, provenienti da alcuni settori politici, non solo ignorano, ma cercano deliberatamente di sovvertire il principio fondamentale su cui si basa la nostra professione: l’imparzialità e l’oggettività dell’informazione.

È dovere di un organo di stampa fornire ai cittadini una narrazione equilibrata e multi sfaccettata della realtà, consentendo loro di formarsi un’opinione informata su base di fatti accuratamente verificati e non di pregiudizi o di agende politiche.

La nostra redazione si impegna quotidianamente a garantire che ogni articolo, reportage o editoriale rispetti questo sacrosanto principio, guidati unicamente dalla ricerca della verità e dall’interesse pubblico.

L’attacco che stiamo subendo rappresenta un tentativo di intimidazione che mira a minare la nostra autonomia, costringendoci a diventare strumento di propaganda politica, anche tramite il nostro silenzio.

Questo non solo è inaccettabile ma rappresenta un pericoloso precedente che, se non fermato, potrebbe compromettere l’intero ecosistema informativo, riducendo la pluralità di voci e la ricchezza del dibattito pubblico, fondamentali in uno stato democratico.

Ribadiamo con fermezza che non cederemo a tali pressioni.

La nostra missione è quella di servire il pubblico con informazioni oneste e non filtrate, contribuendo così alla salute della nostra democrazia.

La libertà di stampa è un diritto inalienabile che resiste non solo come fondamento della nostra professione ma come baluardo contro ogni forma di autoritarismo.

Invitiamo l’opinione pubblica, le istituzioni democratiche, le organizzazioni nazionali e internazionali a sostenerci in questa battaglia non solo per la nostra testata, ma per la salvaguardia della libertà di informazione ovunque.

È solo attraverso una stampa libera e indipendente che una società può aspirare a essere veramente libera e democratica.

In ogni caso, mentre continueremo a svolgere il nostro dovere giornalistico con integrità e dedizione, richiamiamo tutti i soggetti coinvolti a riflettere sull’importanza cruciale di mantenere uno spazio pubblico in cui la diversità di opinioni possa prosperare senza timore di ritorsioni o censure.

La democrazia si nutre di dibattito e critica; soffocarle significherebbe compromettere l’essenza stessa della libertà per cui tanto abbiamo lottato.

Betapress non accetta di essere minacciato con nessun mezzo, anche se non abbiamo risorse adeguate per una difesa ad oltranza, ma dalle barricate non scenderemo.

Meglio chiudere che cedere alle pressioni che ci vogliono zittire.

Hanno attaccato il nostro direttore ed alcuni di noi usando sia mezzi espliciti che mezzucci da fascisti da pane e salame, una volta si devastavano le direzioni dei giornali e si picchiavano i direttori, oggi si applicano sistemi di pressione e di attacchi personali, anche arrivando a fare velate minacce  sul tipo “ma ti conviene continuare a collaborare con quel giornaletto?”.

Sappiamo benissimo che tutti negheranno di aver attaccato Betapress, ma alcune evidenze anche eziologiche sono innegabili: gli attacchi sono iniziati in modo veemente da quando abbiamo pubblicato l’articolo “quando un ministro mente sapendo di mentire …” dedicato al ministro Valditara, e l’articolo “sindaco incompatibile che fare “ in cui davamo evidenza di documenti riservati che esplicavano un piano “criminogeno”, e sono cresciute con il crescere degli articoli sugli stessi temi.

Sappiano tutti che la redazione di Betapress non cederà, non daremo la nostra integrità in cambio di una comodità personale.

 

“Una stampa libera può essere buona o cattiva, ma senza libertà, la stampa non potrà mai essere altro che cattiva.”
Albert Camus.

 

Questo comunicato riflette un nostro impegno profondo alla libertà di stampa e all’indipendenza editoriale, concetti che vanno difesi strenuamente in qualsiasi circostanza.

Di contralto alla libertà di stampa, la stampa deve garantire l’assoluta imparzialità, e questo apre molti altri temi su cui cercheremo di aprire ulteriori riflessioni.

La difesa di tali principi non solo è cruciale per la professione giornalistica ma rappresenta anche un imperativo democratico, essenziale per il mantenimento di una società aperta, informata e libera.

Chiediamo a tutti di aiutarci, continueremo a pubblicare i nostri articoli e soprattutto i prossimi due sul ministro e su Bandecchi, finché ne avremo modo; diffondete il più possibile il nostro appello, ricordate che l’informazione libera è l’unica salvezza contro un abisso di tenebre.

 

Ombre di Autorità: l’Impatto del Bossing sulla Cultura e l’Integrità della Pubblica Amministrazione

 

 

Politici e Bugie: responsabilità etica.

Le nomine di Valditara

Se esercito il potere per il potere…

Bossing verso pubblici dipendenti

 

“La Sicilia non è Italia e nemmeno meridione …”

 

 

Rampelli vs Cineca – scontro di civiltà?

Siamo in Europa ma il MIUR non è d’accordo

Nuovo concorso DS, il MIUR dimentica precari, vicari e ricorrenti, l’ennesima ingiustizia!

Caro Ministro, ma mi faccia il piacere…

Concorso DSGA: note di malcostume italiano

PON – intervista ad un ex ispettore dei fondi europei del MIUR

 

 

 

 

 

Bandecchi, Terni, giunta comunale, incompatibilità… che fare???

 

 




Scure Fiscale sugli stipendi: ma usiamola noi per tagliare le teste di questa classe politica.

La “scure fiscale” di febbraio 2024 rappresenta un momento significativo nel contesto della politica fiscale e dell’amministrazione pubblica in Italia, con un impatto diretto sul settore dell’istruzione e, più specificamente, sul personale scolastico.

Questo intervento legislativo vorrebbe razionalizzare la spesa pubblica attraverso una serie di misure che incidono direttamente sulle condizioni economiche e lavorative del personale scolastico, sollevando questioni di equità, efficienza e sostenibilità del sistema educativo nazionale.

Il che ci porta a dire in prima battuta: ma vi siete impazziti tutti? La scure fiscale dovremmo usarla noi cittadini per tagliare le teste di tutti voi cari signori che godete di stipendi a questo punto immeritati.

Voi dovete salvaguardare le famiglie, che caspita date i bonus come se fossero caramelle se poi alla prova dei conti tagliate la testa alle famiglie?

Ma volete ogni tanto ragionare come se prendeste 1200 euro al mese invece che 15.000???

Ma forse è la parola ragionare che non si abbina alla vostra natura.

Cerchiamo di ragionare con calma e vediamo di analizzare alcuni punti, alla fine vi lasciamo con una domanda a cui preghiamo il governo di dare una risposta seria.

 

Contesto e Giustificazione della Misura

Nel contesto di una crescente pressione sui bilanci pubblici, aggravata da una congiuntura economica difficile e dalla necessità di rispettare i vincoli di bilancio europei, il governo italiano ha introdotto la “scure fiscale” come parte di un più ampio pacchetto di riforme volte a ridurre il deficit pubblico e a rilanciare la crescita economica.

Queste misure sono state presentate come necessarie per garantire la sostenibilità finanziaria del paese e per migliorare l’efficienza della spesa pubblica, compresa quella relativa al sistema educativo.

Il personale scolastico, che include insegnanti, dirigenti, personale amministrativo e ausiliario, si trova così al centro di un dibattito sul ruolo e sul valore dell’investimento nell’istruzione in un periodo di austerità fiscale.

Le misure previste incidono su aspetti quali stipendi, pensioni, contratti a tempo determinato e risorse per la formazione professionale, con l’obiettivo dichiarato di ottimizzare le risorse disponibili e migliorare la qualità dell’offerta formativa.

 Impatti sul Personale Scolastico

L’impatto della “scure fiscale” sul personale scolastico è molteplice e suscita preoccupazioni in termini di equità, morale e qualità dell’insegnamento.

In primo luogo, la riduzione degli stipendi e il congelamento delle progressioni di carriera possono avere effetti negativi sul benessere economico degli insegnanti e sulla loro motivazione, con possibili ripercussioni sulla qualità dell’insegnamento e sui risultati degli studenti.

Inoltre, il ricorso più limitato ai contratti a tempo determinato e la diminuzione delle risorse per la formazione professionale continuata possono limitare le opportunità di sviluppo professionale per il personale scolastico e ridurre la capacità del sistema educativo di adattarsi alle esigenze in evoluzione della società.

Questioni di Equità e Giustizia Sociale

La “scure fiscale” solleva importanti questioni di equità e giustizia sociale.

Il personale scolastico, come categoria professionale, si trova a dover assorbire una parte significativa dei costi del consolidamento fiscale, il che solleva interrogativi sulla distribuzione del peso dei sacrifici richiesti alla società italiana.

In un contesto in cui l’istruzione è fondamentale per la promozione dell’equità sociale e per lo sviluppo economico a lungo termine, la riduzione degli investimenti nel personale scolastico può essere vista come controproducente e potenzialmente dannosa per le prospettive future del paese.

Riflessioni Finali

La “scure fiscale” di febbraio 2024 contro il personale scolastico si inserisce in un contesto più ampio di riforme e di dibattito pubblico sul ruolo dello stato, sulla gestione delle risorse pubbliche e sulle priorità della società italiana.

Mentre le giustificazioni economiche dietro queste misure possono essere comprensibili alla luce delle sfide finanziarie che il paese affronta, è fondamentale considerare attentamente le implicazioni a lungo termine di tali scelte politiche.

Una politica di austerità che colpisce il settore dell’istruzione e il personale scolastico solleva interrogativi critici sulla visione del futuro che si vuole costruire e pertanto sulla visione che lo stesso governo ha del paese.

L’istruzione è un investimento nel capitale umano, essenziale per la crescita economica sostenibile e per la coesione sociale.

Ridurre l’investimento in questo settore potrebbe avere conseguenze negative durature, non solo per l’economia ma anche per il tessuto sociale del paese.

È quindi imperativo bilanciare le esigenze di consolidamento fiscale con la necessità di investire nelle risorse umane, garantendo che le politiche adottate oggi non compromettano le generazioni future.

Insomma, ma vi siete davvero rincretiniti????!!!




Lupi di stato contro l’articolo 21

Il tema della libertà di stampa è di cruciale importanza nelle società democratiche, fungendo da pilastro per il mantenimento di un dibattito pubblico aperto e informato.

L’articolo 21 della Costituzione, come in molti stati liberal-democratici, riconosce esplicitamente il diritto alla libertà di espressione e di stampa, affermando il principio secondo cui ogni individuo ha il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero per mezzo della parola, della scrittura e di ogni altro mezzo di diffusione.

Questo articolo rappresenta un fondamento legale essenziale che dovrebbe garantire non solo la libertà di espressione individuale ma anche la protezione e il sostegno alla stampa come istituzione fondamentale per la democrazia.

Nonostante la presenza di tale articolo nella Costituzione, si può osservare una marcata discrepanza tra la teoria e la pratica nell’applicazione delle leggi che tutelano la libertà di stampa.

La critica principale che si può muovere in questo contesto è che lo stato, nonostante riconosca formalmente il diritto alla libertà di stampa, spesso non mette in atto meccanismi efficaci per la sua difesa e promozione.

Ciò si manifesta attraverso varie dinamiche, tra cui la mancanza di leggi adeguate che proteggano i giornalisti dalle minacce e dalle aggressioni, la presenza di normative che limitano l’accesso alle informazioni e la tendenza di alcuni governi a esercitare pressioni indirette sui media, attraverso pratiche come la pubblicità governativa selettiva o l’uso strumentale della giustizia per intimidire e sanzionare voci critiche.

L’assenza di un’applicazione pratica efficace del diritto alla libertà di stampa riflette non solo una vulnerabilità per i professionisti dell’informazione ma minaccia anche il diritto dei cittadini di essere informati su questioni di pubblico interesse.

Inoltre, la mancata implementazione di misure protettive per la stampa può portare a un clima di autocensura tra i giornalisti, i quali possono sentirsi costretti a evitare temi controversi o critici nei confronti del potere per paura di ritorsioni.

È imperativo che lo stato adotti un approccio più proattivo nella difesa della libertà di stampa, attraverso l’elaborazione e l’applicazione di leggi che non solo riconoscano formalmente il diritto alla libera espressione ma che offrano anche protezioni concrete ai giornalisti e ai media.

Ciò comprende l’istituzione di meccanismi di protezione per i giornalisti minacciati, la garanzia di accesso alle informazioni pubbliche, e la creazione di un ambiente in cui la libertà di stampa possa prosperare senza il timore di censure o repressioni.

In conclusione, sebbene l’articolo 21 della Costituzione stabilisca un solido fondamento teorico per la libertà di stampa, è evidente che lo stato deve fare di più per tradurre questi principi in azioni concrete.

La creazione di un ambiente sicuro e aperto per i giornalisti e la stampa non è solo una questione di rispetto dei diritti costituzionali ma è essenziale per il mantenimento di una democrazia sana e vibrante.

 

 

La libertà di stampa

 

 

L’indipendenza di Stampa




Cari Figli, Italiani, amici

 

Mentre affronto gli ultimi momenti della mia esistenza terrena, sento l’impellente necessità di condividere con voi alcune riflessioni e sentimenti che mi hanno accompagnato lungo il viaggio della vita, un viaggio che per me si avvicina ora al termine.

Queste parole sono il mio ultimo tentativo di lasciarvi un’eredità immateriale, forse la più preziosa di tutte.

Prima di tutto, voglio che sappiate quanto profondamente vi amo.

L’amore che provo per voi è stato la forza motrice della mia vita, la luce che ha illuminato i miei giorni più bui. Ogni risata condivisa, ogni momento di orgoglio per i vostri successi, ogni abbraccio in tempi di tristezza, rimarrà per sempre inciso nel mio cuore.

La vostra felicità è stata la mia felicità, e i vostri dolori i miei dolori.

Ho cercato, nel migliore dei modi, di insegnarvi l’importanza dell’integrità, dell’onestà e del rispetto verso gli altri.

Questi valori sono il fondamento su cui costruire una vita degna di essere vissuta. Non dimenticate mai che il carattere di una persona è la sua eredità più duratura.

Vi incoraggio a vivere la vostra vita con coraggio e gentilezza, a non avere paura di perseguire i vostri sogni, ma a farlo sempre con considerazione e compassione per gli altri.

Spero di avervi insegnato il valore dell’educazione, non solo quella formale, ma anche quella che si acquisisce attraverso le esperienze di vita.

Ogni persona che incontrate, ogni esperienza che fate, buona o cattiva, è un’opportunità per imparare e crescere.

Rimante curiosi, aperti e mai cessate di interrogarvi sul mondo intorno a voi.

Vorrei anche parlarvi dell’importanza delle relazioni umane.

Le persone che scegliete di avere accanto influenzano profondamente la qualità della vostra vita. Circondatevi di coloro che vi ispirano, vi sostengono e vi amano per quello che siete.

E ricordatevi di ricambiare con la stessa moneta: siate un amico leale, un compagno premuroso, un membro della famiglia amorevole.

Infine, non dimenticate mai che la vita è preziosa e fragile.

Non sprecatela in rancori o rimpianti.

Amate con tutto il cuore, perdonate liberamente e cogliete ogni giorno come un dono.

La vita non è misurata dal numero di respiri che facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il fiato.

Mentre mi preparo a salutarvi, voglio che sappiate che porterò con me i ricordi dei momenti trascorsi insieme.

Anche se non sarò più fisicamente presente, il mio amore per voi rimarrà eterno, un faro che spero vi guiderà nei momenti di dubbio o difficoltà.

Con tutto l’amore che un cuore può contenere,

Vostro padre




Libertà di stampa: diritto/dovere.

 

La libertà di stampa è il pilastro su cui si regge ogni società democratica.

Questo diritto fondamentale, garantito in molte costituzioni in tutto il mondo, assicura che i media possano operare indipendentemente da interferenze governative, fornendo al pubblico informazioni non filtrate e critiche.

La sua essenza risiede nella convinzione che un’informazione libera e aperta è cruciale per la creazione di un’opinione pubblica informata, essenziale per il funzionamento della democrazia.

La Storia della Libertà di Stampa

La lotta per la libertà di stampa è antica quanto la stampa stessa.

Fin dai primi giorni della stampa a caratteri mobili, i governi hanno tentato di controllare e censurare le informazioni, temendo il potere delle parole di ispirare cambiamenti e sfidare l’autorità.

Tuttavia, con il passare dei secoli, sono emerse figure coraggiose che hanno lottato per il diritto di parlare e scrivere liberamente, spesso a costo della loro libertà o della loro vita.

La Dichiarazione dei diritti del 1791, che include la Prima Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, è uno dei primi esempi di protezione legale della libertà di stampa.

 

L’Importanza della Libertà di Stampa La libertà di stampa non è solo un diritto fondamentale di per sé; è il custode di tutti gli altri diritti umani.

Consentendo un flusso libero e non filtrato di informazioni, essa assicura che i cittadini siano informati su questioni di pubblico interesse, promuovendo una società trasparente e responsabile.

Questa libertà è cruciale per il mantenimento della democrazia, poiché facilita il dibattito aperto, il confronto di opinioni diverse e la critica costruttiva del governo e delle sue politiche.

Inoltre, la libertà di stampa svolge un ruolo vitale nel rivelare ingiustizie, corruzione e abusi di potere, agendo come un vero e proprio “cane da guardia” della società.

Ostacoli alla Libertà di Stampa 

Nonostante la sua importanza, la libertà di stampa affronta numerosi ostacoli in tutto il mondo.

Governi autoritari, organizzazioni criminali e persino pressioni economiche minacciano quotidianamente i giornalisti e i media.

La censura, sia esplicita che sottile, limita la capacità dei media di riferire liberamente.

In molti paesi, leggi draconiane sulla diffamazione, sulla sicurezza nazionale e sul terrorismo sono usate per intimidire e imprigionare i giornalisti.

L’impunità per gli attacchi contro i giornalisti rimane un grave problema, con numerosi reporter uccisi ogni anno.

Questi attacchi non solo mettono a rischio le vite dei giornalisti ma minacciano anche il diritto del pubblico di essere informato.

La Libertà di Stampa nel Mondo Oggi 

Il panorama della libertà di stampa nel mondo oggi presenta un quadro misto.

Secondo Reporters senza frontiere, alcuni paesi mantengono un alto livello di libertà di stampa, promuovendo la trasparenza e proteggendo i giornalisti.

Tuttavia, in molte altre nazioni, i giornalisti affrontano violenze, incarcerazioni e censure severe.

La digitalizzazione ha aperto nuove frontiere per la libertà di stampa ma ha anche introdotto nuove sfide, come la diffusione di notizie false e la sorveglianza online.

Casi di studio, come l’assassinio di Jamal Khashoggi o l’arresto di giornalisti in Bielorussia, evidenziano i pericoli che i giornalisti affrontano nell’esercizio del loro lavoro.

 Come Proteggere e Promuovere la Libertà di Stampa 

Proteggere e promuovere la libertà di stampa richiede un impegno collettivo.

Governi democratici dovrebbero abrogare leggi restrittive e garantire che i crimini contro i giornalisti siano perseguiti.

Le organizzazioni internazionali possono esercitare pressioni diplomatiche e fornire piattaforme per i giornalisti in esilio.

I cittadini possono sostenere i media indipendenti attraverso abbonamenti e difendere la libertà di stampa come valore fondamentale.

L’educazione ai media e alla letteratura mediatica è essenziale per sviluppare una comprensione critica delle notizie e promuovere il discernimento tra le fonti.

Inoltre, l’uso responsabile dei social media e il sostegno alle campagne per la libertà di stampa possono contribuire a creare un ambiente più sicuro per i giornalisti.

La libertà di stampa è un pilastro non negoziabile di una società libera e aperta.

Mentre le sfide persistono, la nostra determinazione a difendere questo diritto fondamentale deve rimanere incrollabile.

È responsabilità di tutti noi, dai governi ai cittadini, assicurare che la voce della stampa non venga soffocata.

Incoraggio ogni lettore a riconoscere il valore della libertà di stampa, a rimanere informato e a sostenere attivamente i media indipendenti.

La nostra libertà, in definitiva, dipende dalla capacità di mantenere aperto il dialogo, di sfidare le narrazioni dominanti e di sostenere la verità.

Proteggere la libertà di stampa è proteggere il cuore stesso della nostra democrazia.

 

Questo articolo rappresenta un appassionato appello a riconoscere, proteggere e promuovere la libertà di stampa in tutto il mondo.

La sua difesa è essenziale per la salvaguardia della nostra democrazia, dei nostri diritti e delle nostre libertà.




MAI PIU’ STERMINI! MAI PIU’ SHOAH!

Il 27 Gennaio di ogni anno è dedicato in ambito internazionale alla solenne celebrazione del “Giorno della Memoria”: eminentemente, in ricordo delle vittime della serie di drammi riconducibili tutti al concetto di quell’Olocausto consumatosi nel corso della WW2.               

Si commemora quindi la Shoah – ossia, il genocidio del popolo ebraico -, la persecuzione dei cittadini ebrei, le leggi che in nome del predominio di una ‘razza’ ne mortificavano un’altra, come pure – genericamente – la feroce persecuzione verso quanti si opposero al progetto e al programma di sterminio elaborato dalle menti malvage e malate dei devastatori nazisti.             

Non può né deve essere taciuto che in Italia, furono moltissimi coloro che aiutarono i perseguitati – tra questi anche non ebrei, pur se appartenenti a ‘categorie’ meticolosamente selezionate dai nazisti – a mettersi in salvo, sfuggendo alle retate, ai rastrellamenti, alla deportazione, alla morte. Ma va anche detto – non dimenticando che all’epoca l’Italia fascista era alleata della Germania nazista – che molti zelanti e squallidi soggetti – e, purtroppo, tra di essi non mancarono degli ebrei – riuscirono a dare il peggio di sé: complici, in un periodo di povertà e fame, i premi in denaro elargiti a chi, tradendo, avrebbe consentito la cattura di quanti tentavano di nascondersi per non cadere nelle mani dei carnefici.                                     

Intere famiglie, centinaia di migliaia, milioni di persone, quasi tutte ebree, scomparvero nel buio dei treni merci e avviati alla deportazione, per finire nei mattatoi organizzati dai nazisti; dapprima affamati, depredati di ogni oggetto di valore, maltrattati e sfruttati, spesso percossi o violentati fisicamente e mentalmente e infine sterminati coi gas e poi cremati.                         

Fu una tragedia immane, orribile! Mai potrà essere dimenticata!                          

Quel lontano giorno del 1945, le truppe dell’Armata Rossa – proprio quei sovietici che ebbero allora ca. 20 milioni di morti, immolatisi per non cedere al nemico – giunsero al campo di concentramento di Auschwitz, liberando i superstiti dalle violenze e dalle atrocità tutte, consumate dalle truppe del Terzo Reich.                                                                           

Tutti gli Uomini Liberi speravano ardentemente che quei momenti inquietanti, quelle persecuzioni infami e quelle tragedie disumane, fungessero da perenne esempio dissuasivo e da monito affinché sciagure simili non dovessero né potessero ripetersi.                                    

Invece, con lo scorrere del tempo, solo a parole – pur solenni – veniva ricordato tale complesso di nefandezze e miserie umane. Nei fatti, la società, quella che ci si affanna ancora a definire consorzio civile, ha conosciuto – specie in questo ultimo lustro, una degenerescenza inimmaginabile e persino incomprensibile: in particolare, il cancro della guerra si è impadronito di intere nazioni entrando con le sue terribili metastasi nella mente e nelle azioni di chi pare non valutare appieno e con discernimento la precarietà di equilibri – spesso raggiunti con forti difficoltà, nel tempo – messi in discussione e che potrebbero saltare definitivamente da un momento all’altro, sotto la spinta di provocazioni e dispetti la cui concatenazione non è affatto casuale.                                       Per rendere sincero e memore omaggio a quanti persero la vita nel corso della Shoah, e per onorare i patimenti e l’immane dolore delle loro famiglie e dei loro parenti, occorre abbandonare tutto ciò che possa essere divisivo, per stringersi l’un l’altro nel segno della Solidarietà, della Tolleranza e della Pace, per dare con l’esempio un energico contributo nell’allontanare senza indugio quelle minacce, quei venti di guerra che soffiano impetuosi.         

Che si rammenti come le guerre segnano la sconfitta di ogni civiltà, di ogni umanità.      Che non si dimentichi che dittature e totalitarismi – specie di marca nazista, comunista o fascista – hanno portato miseria, povertà, guerre e stragi.                                                    

Che si ricordi che è la Storia a insegnarci che nel tempo le possibili ed eventuali ragioni dell’uno o dell’altro, mutano trasformandosi in una unica tempesta, in un dramma comune: folle, terribile, angoscioso.                                                                                                         

Che si amministrino i popoli con saggezza e lungimirante visione prospettica, ricordando che lo schiavismo e il business delle armi non portano progresso, ma sono solo radici e causa di sofferenza, ingiustizia e morte: meglio essere costruttori di Pace che non di armi e, quindi, di violenze.                                                                                                       

Che i padri ricordino che è dal loro esempio che dipende il futuro dei figli, in ogni senso.  Che le madri urlino la propria paura e il proprio terrore nel timore consapevole che i figli da loro generati potrebbero essere immolati da gente senza scrupoli sull’insanguinato altare di questo o quel conflitto.    Che tutti – alfine – abbiano costantemente presente che, a ogni latitudine, il pianto dei bambini, degli innocenti, ha sempre lo stesso suono.  

Rendiamo quindi autentico e solenne omaggio alle Vittime della Shoah, volgendo gli occhi al Cielo e gridando con forza: Pace!  

Mai più guerre! poiché non esistono guerre ‘giuste’!                                              

Mai più Shoah! Mai più genocidi! Mai più stragi di innocenti!     

 

 




Studiare per il lavoro?? chi lo dice è un pazzo.

L’affermazione riecheggia un’antica idea, spesso attribuita a Seneca, filosofo romano, che affermava “Non si studia per la scuola, ma per la vita”.

 Questa visione è profondamente radicata nel concetto di educazione come strumento per il miglioramento personale e lo sviluppo intellettuale, piuttosto che come mero mezzo per raggiungere obiettivi professionali.

È necessario formare i giovani con un’Educazione come Preparazione alla Vita, non solo al Lavoro, questo perché Studiare solo per il lavoro limita il potenziale dell’istruzione.

L’educazione dovrebbe mirare a formare individui completi, dotati non solo di competenze tecniche, ma anche di una comprensione critica del mondo, capacità di pensiero analitico, creatività e sensibilità morale.

 Occorre mirare ad uno sviluppo Personale e Intellettuale: l’istruzione deve fornire gli strumenti per una crescita personale continua.

L’apprendimento di discipline come la storia, la filosofia, le arti, oltre che delle scienze e della tecnologia, contribuisce a sviluppare un pensiero critico, empatia e una comprensione più profonda delle diverse realtà umane.

Impostare l’Educazione finalizzata solo al Lavoro è una follia che solo gli stolti possono percorrere: una visione dell’istruzione puramente orientata al lavoro può portare a un riduzionismo, dove si valutano le discipline in base alla loro “utilità” immediata nel mercato del lavoro, trascurando aree di studio fondamentali per lo sviluppo umano.

Se si trascura l’importanza della cultura generale, dell’etica, della storia e della filosofia, si rischia di formare professionisti tecnicamente competenti ma privi di una solida base culturale e di valori, elementi fondamentali per un agire consapevole nella società.

La scuola intesa come percorso complessivo pedagogico educativo è in realtà la ricerca di un proprio equilibrio tra studio per la Vita e solo di conseguenza per il lavoro: il lavoro infatti nobilita l’ uomo perché gli permettere di esprimere le sue capacità e di inserirsi nella sua società di cui deve essere parte integrante.

L’ideale sarebbe un sistema educativo che integri l’apprendimento professionale con quello umanistico, fornendo una base solida sia per il successo professionale che per un arricchimento personale.

In un mondo in rapida evoluzione, l’apprendimento non si ferma con la formazione scolastica o universitaria; piuttosto, diventa un processo continuo che abbraccia sia lo sviluppo professionale sia quello personale.

L’affermazione che studiare per il lavoro sia un errore discende da una visione dell’istruzione che privilegia lo sviluppo umano integrale, Obiettivo a cui le famiglie dovrebbero mirare per i propri figli.

Sono le famiglie che dovrebbero obbligare le istituzioni ad allontanarsi da quel pericoloso percorso che sta trasformando l’istruzione dei giovani in formazione professionale.

E’ un grave errore che si avvicina al bordo di un fallimento sociale.

La formattazione dei giovani fin dalla più precoce età è un errore madornale che potrebbe limitare sviluppi della nostra società nel prossimo futuro: i genitori dovrebbero allargare la propria visione oltre alla ricerca di lavoro per i propri figli, ma a pensare di dare una vita ai propri figli.

Non credo che i nostri figli debbano essere cresciuti come piante già pronte per la crescita in un terreno domestico, ma come semi, che possano esplorare qualsiasi terreno, anche lontano.

Sono convinto che i figli debbano aver gli strumenti per capire il mondo e per poterlo cambiare, molto meno per studiare per entrare in una catena di montaggio.

Mentre le competenze professionali sono importanti, è essenziale mantenere un approccio all’istruzione che valorizzi la formazione intellettuale, etica e culturale, elementi indispensabili per una vita piena e consapevole.




Quer pasticciaccio brutto de via Trastevere, la nuova filiera formativa 4+2

In Lombardia ad oggi ad iscrizioni aperte le Istituzioni scolastiche e formative hanno appena ricevuto la loro ammissione alla sperimentazione.

C’è una confusione tra elenco delle filiere ammesse che deve essere approvato dalla Regione ai sensi della DGR 1655 del 21 dicembre con scadenza 22 gennaio per la definizione degli enti partecipanti, e filiere ammesse alla sperimentazione di cui avviso con scadenza candidature al MIM al 12 gennaio.

Ieri il MIM ha pubblicato sul sito l’elenco delle candidature ammesse, per ritirarlo dopo alcune ore.

Curiosamente la Regione ha stabilito che l’ammissione al proprio elenco è condizione necessaria per la proposizione della candidatura MIM stabilendo un termine per la presentazione della richiesta di ammissione all’elenco successivo al termine per la presentazione della candidatura al MIM.

Come al solito pasticci alla italiana, che fare inutile, meravigliarsi.

Sta di fatto che le famiglie in Lombardia non hanno avuto tempo per ragionare su questo nuovo percorso, visto che il tutto è arrivato ad iscrizioni aperte, ed ancora è difficile comprendere in quali Istituzioni è possibile iscrivere i propri figli al percorso sperimentale.