Vittorio Lumetti, la storia di chi rese grande il Fiera District di Bologna
È scomparso il 25 febbraio, all’età di 85 anni Vittorio Lumetti, già funzionario tecnico dello staff della Finanziaria Fiere di Bologna, uno degli ultimi protagonisti del Fiera District, il complesso fieristico progettato da Kenzo Tange, di cui proprio quest’anno si festeggia il centenario della nascita. Kenzo Tange, patriarca dell’architettura giapponese, è noto per la ricostruzione di Hiroshima, la.progettazione della Place d’Italie a Parigi, delle arene per le Olimpiadi di Tokyo e dell’area espositiva dell’Expo di Osaka.

Vittorio Lumetti, uno degli ultimi protagonisti del Fiera District di Bologna, scompare nel centenario della nascita di Kenzo Tange.
Il 25 febbraio, all’età di 85 anni, ci ha lasciati uno degli ultimi protagonisti della grande avventura del Fiera District di Bologna.
Si tratta di Vittorio Lumetti e il suo sguardo sul futuro e la sua professionalità hanno reso eterno il suo passaggio su questa terra.
All’epoca d’oro Vittorio Lumetti era giovane funzionario tecnico dello staff della Finanziaria Fiere di Bologna.

Con tanta dedizione aveva seguito negli anni la realizzazione delle superbe moderne linee architettoniche ideate dalla fertile creatività artistica di Kenzo Tange.
L’anniversario del centenario della nascita di Kenzo Tange
Kenzo Tange è il celebre architetto giapponese, amico di Le Corbusier, che ha ricostruito il Giappone post-bellico e che ha firmato le opere più importanti del Novecento nel mondo.
Tra queste, la ricostruzione di Hiroshima, la progettazione della Place d’Italie a Parigi, delle arene per le Olimpiadi di Tokyo, dell’area espositiva dell’Expo di Osaka e del Centro Direzionale di Napoli.
La scomparsa di Vittorio Lumetti avviene proprio nell’anniversario dei centodieci anni della nascita del patriarca dell’architettura giapponese (04.09.1913, Osaka- 22.03.2005, Tokyo) e segue quella di altri illustri protagonisti, tra cui Susumo Haraguchi, architetto del team di Kenzo Tange e il Geom. Giulio Maccaferri, deceduto nel luglio 2020.
Storia del Fiera District
Nel 1967 il Comune di Bologna conferì a Kenzo Tange il progetto di un nuovo quartiere nella periferia nord di Bologna. Di quel progetto complessivo fu realizzato il cosiddetto “Fiera District”.
Torri e portici furono rivisitati, resi astratti e contemporanei, nel tipico stile dell’architetto giapponese. L’8 marzo 1983 ci fu il taglio del nastro della conclusione della grande avventura.
Kenzo Tange, già noto per i suoi studi sulle piazze del mercato dell’antica Roma e dell’antica Grecia, riproponeva così a livello culturale le stesse prerogative etiche e sociali ed artistiche della Bologna storica.
Gli anni 60, 70 e 80 a Bologna
Nel 1964 anche a Bologna si era conclusa la fase della ricostruzione.
Era iniziata la fase espansiva. Si respirava in quegli anni una atmosfera particolare.
È l’atmosfera di quella irripetibile e prolifica stagione di progettualità urbanistica e architettonica che pullulava in tutta la città, sin dagli inizi degli anni Sessanta.
E che sfocia, appunto, nell’investitura dell’architetto Kenzo Tange come progettista e supervisore urbanistico-architettonico del Fiera District.
L’opera di Kenzo Tange (dal 1978 al 1983) si rivelerà risolutiva per il contributo all’immagine, non solo del complesso fieristico di Bologna, ma della città intera.
La società Finanziaria Fiere
Il nucleo originario dei dieci Padiglioni fieristici, inaugurati con la Campionaria del 1965, sono stati la prima realizzazione della Finanziaria Fiere
Della società ha sempre fatto parte Vittorio Lumetti, sin dai suoi esordi.
Si tratta di una società di enti pubblici, probabilmente il primo esempio in Italia, in cui partecipano il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio e l’Ente Fiere.
Uno dei titoli di merito della Finanziaria Fiere (costituita il 19 febbraio 1964-Presidente Felicori), è stato di garantire alle opere realizzate un coordinamento architettonico, che ne fa un esempio forse unico a livello europeo.
Il quartiere fieristico a Bologna
La società Finanziaria Fiere di Bologna, ora BolognaFiere S.p.a., si è occupata non solo del Fiera District di Kenzo Tange, ma anche della realizzazione di tutto il vasto quartiere fieristico.
I lavori sono stati previsti su un’area di 400.000 mq a nord della città.

La prima pietra è stata posata dal Cardinale Giacomo Lercaro l’8 maggio 1964, nella giornata inaugurale della 28a Fiera Campionaria.
L’ultimo edificio, il Palazzo della Regione, che ospita l’attuale sede della Regione Emilia-Romagna, è stato inaugurato nell’aprile del 1985.
Il fil rouge che lega Bologna al Giappone
C’è un fil rouge che lega Bologna e il Giappone. L’affinità culturale e tecnica con il Fiera District si rinviene anche in altre opere di Kenzo Tange.
Ad esempio, nello splendido Shizuoka Press and Broadcasting Center di Tokyo (quartiere di Ginza) e nel centro Yamanashi (1961-1966) della città Kofu, nel Giappone centrale.
Si tratta dei primi esperimenti di architettura modulare, modificabile ed ampliabile all’infinito.
Sono riscontrabili forti analogie col Fiera District per i volumi semplici, ritmati con fasce di vetrate e cementizi.
Da essi emergono gli agili cilindri per le comunicazioni, alle varie altezze.
Lo staff della Finanziaria Fiere, in primis Vittorio Lumetti, si recò numerose volte a Tokyo per interfacciarsi con l’architetto giapponese.

A riprova del forte legame con Bologna, nel suo Studio di Tokyo, Tange esibiva in bella mostra un plastico della città.
Dalla Bologna del medioevo alla Bologna del futuro. Un tentativo riuscito di riequilibrio del territorio
Il Fiera District non è solo un Polo Direzionale, ma una nuova zona deputata allo sviluppo della città. Rappresenta un’importante area della Bologna presente e futura.
In poche parole, riflette una forte immagine dell’entità simbolica di un nuovo centro di Bologna, che si sviluppa fuori Porta
Si tratta di due nuclei, quello antico e quello moderno, da considerarsi unitariamente e reciprocamente. D’altronde, in tutto ciò che la caratterizza, urbanistica compresa, è racchiusa una città, con le sue ricchezze, anche concettuali e storiche.
Dalle Torri medievali alle Torri avveniristiche
Perdersi tra i dettagli e gli anfratti delle Torri antiche e moderne è una esperienza affascinante che Bologna sa regalare.

Immancabile e intuitivo è il confronto artistico e culturale tra le Torri del futuro e le Torri medievali di Bologna.
In particolare, l’accostamento si pone con le due Torri Asinelli e Garisenda, simbolo della città. Tra le sette Torri del Fiera District, infatti, spiccano due Torri simili e vicine come omaggio alle Due Torri antiche, icone della città.

Più volte nel passato, per celebrare questo connubio, un raggio laser di color verde le collegava entrambe nel cielo.
Il futuro fuori porta a Bologna
Kenzo Tange, il progettista del Fiera District, ha sempre descritto le Torri non solo come un generico omaggio di lui, giapponese, a uno dei più caratteristici aspetti di Bologna, ma anche come convinta scelta di rivisitazione plani-volumetrica dell’intera città.
Le Torri, destinate ad uffici, servizi e attività commerciali, svettano non solo sul centro fieristico direzionale, ma sullo skyline cittadino.

Soleva affermare Kenzo Tange: “È una quinta a nord, la cui assenza oggi lascerebbe incompleto l’orizzonte”.
La Piazza Maggiore medievale e la Piazza moderna del Fiera District
Interessante è pure il parallelo tra la Piazza del Fiera District e la antica Piazza Maggiore simbolo di Bologna.
A riprova dell’ispirazione che ha tratto da Piazza Maggiore, Kenzo Tange affermava che: “Fra le Torri ecco la grande Piazza, non inferiore per dimensioni alla Piazza Maggiore.
Una piazza, non semplicemente uno spazio vuoto, acquista senso e significato dalle quinte circostanti e dal proprio arredo”.

La piazza principale del complesso è caratterizzata da una monumentale scultura cilindrica in granito di Isamu Noguchi.
L’orizzontalità della sua forma si pone in armoniosa contrapposizione con la verticalità delle torri.
I colori del Fiera District di Bologna
Ancora oggi dall’incrocio di viale Aldo Moro e di via Serena si possono ammirare le eleganti ed armoniose linee irradiate delle Torri moderne.
La luce ne esalta la scintillante cromaticità e, a seguire, tutto il vasto complesso del Fiera District, che è nella medesima tonalità di colore.

Conclusioni
Quella del Fiera District è stata un’epoca indimenticabile, di crescita ed espansione urbanistica, di fermenti culturali e artistici.
Di qui l’omaggio a tutti coloro che, come Vittorio Lumetti, con serietà d’intenti, capacità professionali e profonda consapevolezza del loro impegno, hanno saputo produrre l’abito più elegante e appropriato per valorizzare la prestigiosa opera ideata dal genio giapponese.
Bibliografia relativa a Vittorio Lumetti
- La vita di Kenzo Tange, l’uomo che ha rivoluzionato l’architettura, Redazione Elle Decor Italia, 3 febbraio 2023, in www. https://elledecor.com
- Giulio Maccaferri, I colori della fiera district, ed. Pendragon
- Bologna 1965, Bologna 1975. La Finanziaria Fiere per lo sviluppo della città, Bologna, Finanziaria Fiere, 1975
- BolognaFiere. Fiere internazionali di Bologna, ente autonomo, a cura del Servizio Stampa BolognaFiere, Bologna, Grafiche Zanini, stampa 1998
- Costituita la Società finanziaria Fiere di Bologna, in “Il Comune di Bologna. Notiziario settimanale”, 7 (1964). Cronologia di Bologna dal 1776 ad oggi
- Ente Autonomo per le Fiere di Bologna, Una vetrina sul mondo. Storia per immagini della Fiera di Bologna, Bologna, Ente Autonomo per le Fiere di Bologna, L’Inchiostroblu, 1991
- Il futuro fuori porta. Storia del Centro fieristico direzionale di Bologna, Bologna, Finanziaria Fiere di Bologna S.p.A., 1986
- Una sede per il futuro Banca del Monte di Bologna e Ravenna,1983