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Finito il Sinodo ecco la nuova Enciclica, i nuovi Cardinali,

il Giubileo: dove ci sta portando la Chiesa oggi?

 

“Con questo articolo, “il Credente” riassume alcuni eventi ecclesiali degli ultimi mesi verso l’apertura dell’Anno Santo ormai vicina e pone domande sul senso vero della religiosità oggi. L’autore è un esponente ecclesiale che vuole conservare l’anonimato per poter più liberamente interpretare i tanti eventi, a volte contrastanti, che stanno caratterizzando la comunità cattolica attuale.”

 

Diciamoci la verità: ma cosa fa la differenza “vera” tra chi crede e chi non crede? Oggi si dibatte molto sulla società “secolarizzata”, sulla lontananza dei giovani (e non solo loro) dalle chiese, sul venire meno di una morale condivisa, sull’individualismo imperante, sui tanti mali della nostra società. Scavando scavando, se siamo onesti con noi stessi, arriviamo a una risposta molto semplice: coloro che “credono” vivono nella convinzione e nella fede che ci sia un “Dio” che è più grande di noi, che ha creato il mondo, che ci vuole bene e che ci ha dato delle regole da seguire (i Comandamenti e il Vangelo). I veri “credenti” non si fanno una legge da soli ma vivono sottomessi alla Legge divina, non come schiavi o marionette. Credono perché sanno che la Legge è buona e ci è stata data per la nostra gioia e per una vita bella.

Coloro che invece non credono non hanno avuto il dono di mettersi in rapporto con un Dio-Persona, cioè con un Altro-da-noi, diverso da noi, più grande di noi, non lontano da noi. Il non credente non ha una bussola per vivere, fa fatica a distinguere tra il bene e il male e nello scegliere (mi drogo o non mi drogo? Mento o dico la verità? Rubo o vivo onestamente? Ecc.) spesso opta per il male, mettendosi così nei guai anche seriamente. Da qui i tanti mali odierni: famiglie distrutte, figli ribelli, costumi sessuali depravati, disonestà diffusa, invidia sociale, sollevazioni politiche, migrazioni forzate, disordine sociale.

Ci chiediamo queste cose circa i “credenti” e i “non credenti” rispetto al recente impegno della Chiesa cattolica di tenere un Sinodo sul tema della “sinodalità” e mentre si manifestano altri eventi pubblici di portata mondiale. Tra pochi giorni si terrà il Concistoro in Vaticano con la nomina di 21 nuovi cardinali, tra i quali 4 italiani: con la loro nomina saliranno a 141 i cardinali elettori che sceglieranno il futuro Papa dopo Bergoglio. Di essi, 111 li ha scelti lo stesso Francesco, 24 sono stati nominati da Benedetto XVI e 6 da Giovanni Paolo II. Quindi è presumibile che il successore dell’attuale pontefice avrà un po’ i tratti di Francesco, il che appare a molti fedeli più “tradizionalisti” alquanto preoccupante.

Altro evento di queste ultime settimane è stato la pubblicazione dell’enciclica “Dilexit nos” (tradotto “ci ha amati”) con la quale il Papa sembra avere compiuto una sorprendente svolta conservatrice. Nel testo infatti elogia i temi mistici della devozione al Sacro Cuore di Gesù, le pratiche di pietà tradizionali, l’adorazione eucaristica, i “primi venerdì del mese”, le preghiere di riparazione per i peccati del mondo, cose molto diffuse nel secolo scorso e che parevano quasi cadute in disuso. Qualche interpretazione maliziosa ha suggerito che il Papa abbia voluto scrivere un testo “tradizionalista” per ri-conquistare la fiducia e l’affetto di quella larga parte di fedeli cattolici in ogni parte del mondo che si stava preoccupando per le sue “fughe in avanti”: pensate alla comunione ai divorziati risposati, oppure alla “benedizione delle coppie gay”, all’insistenza spesso fastidiosa sull’accoglienza dei migranti da molti interpretata come un sostegno alla “invasione”, al fatto di ribadire che la Chiesa “accoglie tutti tutti tutti” senza chiedere il pentimento e di cambiare vita.

Se prendiamo in considerazione lo stesso Sinodo sulla “sinodalità” bisogna riconoscere che sono emersi molti dubbi: i più temevano che si sarebbe approfittato per dare alcuni “colpi” ulteriori ai pilastri portanti della Chiesa, facendo approvare la fine del celibato dei preti, l’ingresso delle donne nei ministeri “ordinati” (diaconesse), la rivoluzione della liturgia approvando un liberi-tutti dove ciascun paese poteva farsi la propria messa, l’indipendenza delle Conferenze episcopali nazionali dotate di nuova autonomia dottrinale con ciò facendo venir meno il ruolo unitario e centrale del papato e della sede vaticana. Senza contare i temi caldi dell’accoglienza di omosessuali, trans, divorziati ecc. su menzionati, con una rivoluzione a livello di dottrina sacramentale e matrimoniale.

Tutto questo sembra non essere avvenuto, almeno ufficialmente. Se ne è parlato nei vari gruppi di lavoro del Sinodo e il documento finale sottace i temi più delicati, rinviandoli al lavoro delle dieci commissioni istituite appositamente per affrontare tali argomenti “tabù”.

Rimane il Giubileo che partirà alla vigilia di Natale con l’apertura della “Porta Santa” in San Pietro e in centinaia di altre cattedrali nel mondo. Anche esso sarà un evento di portata storica, per la massa di pellegrini che giungeranno a Roma, ma ci chiediamo se sia stato adeguatamente evidenziato lo scopo del Giubileo stesso: rendere un culto profondo a Dio, visitare la Chiesa madre di tutte le chiese, riconciliarsi con il Santo e “lucrare le indulgenze” come si diceva una volta. Vedremo se prevarrà una lettura spirituale dell’evento giubilare oppure se invece si imporranno le cronache mondane sugli spostamenti di massa e il turismo religioso ….

Tornando alla domanda iniziale: in fondo i veri “credenti” quasi non hanno bisogno del Giubileo, seppure lo apprezzano e lo potranno vivere recandosi a Roma ecc. Questo perché sono già in uno stato di “giubilo”, sapendo che Dio ha parlato per secoli attraverso i profeti e l’Antico Testamento. E poi ha parlato una volta per tutte, senza bisogno che da qui in avanti aggiunga qualche cosa, con la nascita di Gesù e il suo messaggio contenuto nei Vangeli.

Così i veri credenti hanno questi “libri” nel cuore e non cercano altro a livello profondo. Qualunque domanda si pongano, la risposta si trova nella Bibbia, che essa riguardi il denaro, il sesso, la carriera, la felicità, la vita e la morte. Tutto, insomma.

Speriamo che ci siano tanti “veri credenti” che si fidano di Dio.

Il Credente

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