La Musica come non l’avete mai letta prima…

Rockography & BetaPress insieme per un nuovo punto di vista sul mondo musicale

 

Rockography, blog di promozione musicale fiorentino, e BetaPress, periodico di cultura e attualità di origini marchigiane, hanno deciso di dare vita ad una collaborazione volta ad arricchire il racconto dell’universo musicale.

Il taglio giornalistico permetterà anche di capire retroscena e situazioni che normalmente non vengono rappresentati ai lettori, spesso per motivi di opportunismo commerciale.

Interviste, recensioni di concerti, approfondimenti, reportage: dagli artisti più blasonati fino alle band emergenti, la nuova rubrica darà spazio a tutti i fattori che contribuiscono a dare vita a questa splendida arte chiamata musica.

L’universo della musica si arricchisce quindi di una nuova collaborazione, volta a dare il proprio contributo alla narrazione che viene fatta sulla musica, fortemente convinti di ciò che a suo tempo ebbe a dire Friedrich Nietzsche: “Senza musica la vita sarebbe un errore.”

 

Rockography & BetaPress




Scuola e Salute

Nasce oggi la nuova rubrica di Betapress Scuola e Salute, nata grazie alla collaborazione con l’amico Vittorio Lodolo D’Oria, stimato professionista, illustre medico e sapiente conoscitore del mondo della scuola.

A Lui il compito di guidare i nostri lettori attraverso il complesso mondo della professione di docente e dei risvolti a livello di salute psicofisica.

 

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=89Gl2O3Lm5E&w=640&h=360]

https://www.facebook.com/watch/?v=367547307406119

https://www.edises.it/universitario/catalogo/discipline-umanistiche-psicologiche-sociali/psicologia/insegnanti-salute-negata-e-verita-nascoste.html

www.facebook.com/vittoriolodolo

 




Sono tornati i Beatles, ma si chiamano Beatbox!

Milano, Teatro Nazionale, i Beatles sono tornati, si chiamano Beatbox.

Durante un’entusiasmante serata i Beatles sono tornati per raccontare a loro storia, tre ore di canzoni dagli esordi fino al triste momento della separazione.

Uno spettacolo emozionante che scorre sulle note delle canzoni che durante un decennio hanno emozionato milioni di persone.

Mauro Sposito, Riccardo Bagnoli, Federico Franchi, Filippo Caretti sono bravissimi, sia musicalmente che nel rappresentare l’essenza della band anche e sopratutto durante le loro performance.

Il teatro era tutto esaurito a dimostrazione non solo della bravura dei quattro ragazzi, ma anche del fascino che ancora i Beatles rappresentano per tutte le generazioni, un fascino indiscusso, eterno ed immortale.

Inutile ripercorrere i motivi che hanno reso i Beatles eterni, ma c’è qualcosa nel loro sound che colpisce il nostro dna musicale, una sorta di riconoscimento naturale delle armonie da loro create, una identificazione emotiva innata a cui pochi sono immuni.

Lo spettacolo dei Beatbox è proprio una prova del DNA che riconosce in chi vi partecipa la vicinanza genetica a quel codice musicale che ti fa scattare in piedi a cantare Love me do, o Help, senza nemmeno accorgersene.

Ottima l’ambientazione e la scenografia, i costumi e la maniacale ricerca del dettaglio, perfetta la scelta delle canzoni, anche se la mancanza di qualche classico è stata notata dal pubblico in uscita, ma la cosa veramente simpatica è stata la consapevolezza di tutti, terminato lo spettacolo, di aver visto i Beatles suonare.

Per me i Beatles hanno significato la musica dei miei anni “verdi” quando ancora il vento della vita ti fletteva ma non ti spezzava, quando ancora le tue forze ti convincevano di poter andare avanti senza paura e senza timori, la loro musica mi faceva vedere il futuro come un mondo che stava diventando migliore.

Oggi è rimasta la loro musica come il segno di una possibilità ancora da sfruttare, forse non più da me, ma di certo da quei giovani che ancora sentono il dna dei Beatles, voglia di cambiare in meglio senza paura, che ancora hanno il privilegio di credere di poter essere e fare la differenza.

I Beatbox mi hanno riportato il ricordo di una speranza che ha mosso la mia anima giovanile, mi hanno ricordato che guardando avanti, correndo per le strade della vita vedevo qualcuno fermo che mi incitava a proseguire, oggi quel qualcuno devo essere io, dobbiamo riprendere quella gioia di vivere e trasmetterla ai giovani di oggi affinché loro possano continuare a correre.

Grazie Ragazzi.

 




Italia fanalino di coda per il riconoscimento delle responsabilità…

Come sempre Ancodis stigmatizza con efficacia le storture del mondo della scuola…

 

 

COMUNICATO STAMPA del 22 marzo 2019

 

ANCoDiS: il futuro CCNL 2019-2021 della scuola in edizione….rétro?

 

Da qualche settimana si è aperto il tavolo del confronto per il rinnovo del CCNL Comparto “Istruzione e ricerca” relativo al triennio 2019-2021.

Tra le priorità emerge la revisione delle tabelle stipendiali che dovranno prevedere risorse aggiuntive per retribuire adeguatamente il lavoro professionale di TUTTO il personale (è stato già fatto per i DS), con l’obiettivo – condiviso – di avvicinarsi alla media dei paesi europei dell’area euro.

E’ importante ricordare quanto recita l’articolo 36 della Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla QUANTITA’ e QUALITA’ del suo lavoro ……..” cioè ancorata a parametri che sono la qualità del servizio reso, la quantità di lavoro svolto, il tempo impiegato per lo svolgimento.

Per noi Collaboratori dei DS – e lo sappiamo bene – questo articolo è disatteso nonostante l’importante lavoro che svolgiamo quotidianamente per le nostre Istituzioni scolastiche.

Siamo l’unica categoria nella scuola per la quale alla regola si fa eccezione!

Per l’assunzione di incarichi e di responsabilità nella governance affidati dal DS ai sensi del art. 25 comma 5 del D.Lvo 165/2001, il vigente CCNL non riconosce di fatto il lavoro aggiuntivo e straordinario di questi docenti specializzati se non per la inadeguata retribuzione di due Collaboratori a carico del FIS (art. 88 comma 2 lettera f del CCNL 2006/2009) senza alcun effetto nella progressione di carriera.

E’ noto a tutti – MIUR, OO.SS. ed Associazioni dei DS – che in molti paesi europei si riconoscono incrementi stipendiali per l’assunzione di responsabilità aggiuntive, per la disponibilità a svolgere ore di lavoro straordinario, per l’insegnamento in aree geografiche disagiate, per la partecipazione ad azioni di formazione professionale, per la partecipazione ad attività extracurricolari.

In particolare, secondo il Rapporto Eurydice del 2013, le responsabilità aggiuntive sono riconosciute in 26 paesi e soltanto in 3 (tra cui l’Italia) sono considerate esclusivamente a livello di contrattazione di istituto: infatti, nei pochi sistemi d’istruzione basati su una struttura di carriera piatta, per le responsabilità aggiuntive sono previsti soltanto modestissimi incentivi economici determinati e contrattati a livello di istituzione scolastica.

In Europa, alla definizione della progressione della carriera e delle indennità concorrono diversi

fattori tra i quali un rilevante peso hanno l’assunzione di incarichi aggiuntivi con ulteriori

responsabilità, la formazione professionale continua, l’anzianità di servizio.

E di norma, in diversi paesi europei, ai docenti vengono attribuite indennità integrative allo stipendio determinate a livello nazionale, regionale o misto con certezza di prospettive di carriera: si tratta di “incentivi” per incoraggiare i docenti ad assumere responsabilità ed incarichi, a svolgere lavoro straordinario, ad accogliere favorevolmente proposte di azioni formative professionali.

In Italia, invece, è da rilevare (e contestare) che tutto questo importante e fondamentale lavoro non è connesso a nessuna prospettiva di progressione di carriera nell’ambito della professione docente né in quella dirigenziale.

Deve essere a tutti chiaro: in Italia, un Collaboratore del DS che insegna Lettere per 18 ore (e magari in scuola con DS reggente) con un’anzianità di servizio di 15 anni ed un docente con la stessa anzianità di servizio che insegna per 18 ore la stessa materia PARI sono.

In Italia, un Collaboratore del DS che insegna Matematica per 18 ore – a parità di requisiti di servizio con un altro docente – nella graduatoria interna ed ai fini della mobilità PARI sono!

In Italia, per l’accesso alla carriera dirigenziale un docente con esperienza pluriennale nell’attività di collaborazione al DS ed un docente con 5 anni di servizio (incluso il servizio da precario) e senza alcuna esperienza nella governance di un’autonoma Istituzione scolastica PARI sono!

Si tratta ovviamente di un’evidente discriminazione…ma a danno del docente Collaboratore del DS! Siamo di fronte ad una irragionevole condizione professionale per la quale Miur ed OO.SS. devono trovare soluzione.

(Al Ministro Bussetti (ex DS), al Vice Ministro Giuliano (DS in aspettativa) ed ai loro collaboratori al Miur (alcuni DD.SS. in aspettativa), ai tanti sindacalisti (alcuni DS distaccati) il tema che poniamo risulta molto chiaro poiché hanno avuto al fianco ed hanno lasciato le loro scuole affidate ai loro (validi) Collaboratori ed a DS reggenti).

Non esistono – ed è il vulnus dello status giuridico dei docenti italiani – differenziazioni della retribuzione né possibilità di diversa progressione di carriera!

In questo, dunque, l’Italia è davvero un paese europeo?

ANCODIS ritiene di no!

E propone al MIUR ed alle OO.SS. che nel prossimo CCNL si passi da una struttura di carriera piatta, iniqua ed arcaica (fondata cioè solo sull’anzianità di servizio!) alla struttura differenziata e moderna fondata anche su:

–        assunzione di responsabilità aggiuntive;

–        formazione in temi legati alla governance ed alla gestione di sistemi complessi;

–        complessità dell’Istituzione scolastica;

–        anzianità nello svolgimento dell’incarico;

–        valutazione professionale così come avviene per i Dirigenti scolastici.

Per i Collaboratori dei DS occorre prevedere – come avviene in molti paesi europei – la diversificazione dell’orario di lavoro in orario didattico ed orario aggiuntivo nel quale è riconosciuta la presenza a scuola per lo svolgimento di tutte quelle attività che oggi sono comunque realizzate ma che rimangono contrattualmente sommerse!

Occorre procedere – ed è arrivato il tempo – ad una coraggiosa innovazione contrattuale che determini per questi docenti specializzati modalità condivise di accesso (ferme restando le prerogative del DS previste dal 165/2001), la progressione di carriera e gli incentivi economici sulla base di criteri generali previsti nel prossimo CCNL ai quali le autonome Istituzioni scolastiche dovranno fare riferimento.

In questo modo – per i Collaboratori dei DS – si renderebbe davvero onore all’articolo 36 della nostra bellissima Carta Costituzionale!

In caso contrario non possiamo più stare a guardare…

 

Prof. Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo

 

 

 

 

 

 




Ancodis ricevuta dal Senatore Pittoni

Ancodis finalmente a colloquio con le Istituzioni!

Era ora che a questa categoria di eroi della scuola fosse riconosciuto almeno il diritto di esprimere e raccontare il loro vivere quotidiano fatto di impegno e di altruismo.

Siamo sicuri che vista l’intelligenza dell’interlocutore il passo è importante.

Anche noi di betapress avevamo sostenuto con il Senatore Pittoni l’importanza di un riconoscimento a questa categoria, e siamo molto contenti dell’inizio di questo percorso.

In fondo non dimentichiamo che il ruolo di collaboratore, pur se scelto dal DS, è formalmente normato sia nella legge 165/2001 che nella tanto discussa legge 107.

Proprio per quanto sopra il “vicepreside” ha un ruolo ufficiale e formale, e NON deve essere trascurato da nessuno, men che meno dalle istituzioni.

Ecco cosa ci annuncia il presidente di Ancodis, Rosolino Cicero, figura importante per il ruolo dell’associazione:

Giovedi 11 aprile una delegazione di ANCODIS guidata dal Presidente territoriale di Palermo, Prof. Rosolino Cicero, incontrerà il Presidente della VII Commissione Cultura al Senato, Sen. Mario Pittoni.

L’incontro segue altri momenti di confronto con rappresentanti istituzionali delle diverse forze politiche (Ministro Bussetti e Dott.ssa Ferrario, On.li Casa, Azzolina, Villani, Ascani, Aprea, Fusacchia, Sen.ri Russo, Di Piazza, Stancanelli, il Presidente e Vicepresidente Anp, il Presidente Disal) ai quali ANCODIS ha sempre presentato i punti fondamentali della piattaforma programmatica con proposte che ritiene credibili e sostenibili relativi al tema della governance delle moderne ed autonome Istituzioni scolastiche.

Anche al Presidente Pittoni, i Collaboratori dei DS di ANCODIS – ai sensi del comma 5 art. 25 D. L.vo 165/2001 e comma 83 art. 1 Legge 105/2015 – porranno il tema del loro riconoscimento contrattuale nel sistema scolastico italiano.

Ribadiranno che si tratta di docenti specializzati che – con un lavoro ben noto a tutti e di alto valore professionale – coadiuvano i DS nella gestione e nell’organizzazione delle autonome e moderne I.S..

In ciascuna autonoma I.S. – lo sanno bene docenti, alunni e genitori  – ci sono tanti docenti (almeno 60000 tra 1°-2° Collaboratore, Responsabili di plesso) che, oltre la quotidiana attività didattica, offrono tempo, impegno e passione alla loro scuola senza avere in cambio alcun riconoscimento né in carriera né economico al limite di un lavoro in nero (fatta salva una misera quota forfettaria del Fondo di istituto!).

Ancodis a tutti i suoi interlocutori chiede la meritata attenzione per questa componente di docenti  che concorre alla gestione ed all’organizzazione didattica della scuola e senza la quale un DS non potrebbe guidare efficacemente ed adeguatamente la/e scuola/e affidata/e.

Possiamo affermare – senza timore di smentita – che se i Collaboratori dei DS decidessero di astenersi dalle loro mansioni soltanto per pochi giorni, le scuole entrerebbero in una seria difficoltà nel portare avanti il quotidiano servizio scolastico!

Ma poichè abbiamo a cuore le nostre scuole e siamo consapevoli del danno che si potrebbe arrecare ad alunni e famiglie, continuiamo – nonostante questa ingiustificata ed inaccettabile disparità di trattamento – a portare avanti responsabilmente il compito affidato dai nostri DS; deve essere chiaro, però, che non rinunceremo a fare sentire la nostra voce di professionisti “contrattualmente discriminati” (vedi ultimo comunicato stampa del 22/3/2019) e senza alcun riconoscimento nella carriera professionale oggi ancora fondata soltanto sull’anzianità di servizio (carriera piatta ancora esistente in pochissimi paesi europei).

Chiediamo di prevedere la necessità di determinare una diversa progressione di carriera (parallela/integrata/differenziata) che non può non tenere conto di quanto impegno, professionalità e competenze abbiamo offerto ed offriamo alle nostre scuole.

E’ ingiusto, non è ragionevole: la professione docente si deve misurare e valutare per la qualità complessiva del servizio reso – anche in termini di tempo – alla propria Istituzione scolastica.

Pertanto, confidiamo nell’attenzione del Presidente Pittoni e della Commissione cultura poichè riteniamo le nostre richieste LEGITTIME in una moderna visione della governance scolastica ed in una nuova prospettiva di carriera nella professione docente.

E’ arrivato il momento di una “rivoluzione culturale” nella scuola italiana.

E’ arrivato il momento di dare una risposta a questi professionisti della scuola italiana!

 

Cordialmente,

Rosolino Cicero

 




ANCoDIS: ennesima presa in giro

Noi di Betapress abbiamo ormai da un anno segnalato in più riprese l’assurda situazione dei collaboratori dei Dirigenti Scolastici.

Ed in più occasioni abbiamo dato voce alle segnalazioni di ANCoDIS che strenuamente cerca di difendere una posizione che è fondamentale per la scuola italiana, vi rammentiamo alcune delle segnalazioni:

https://betapress.it/index.php/2017/06/18/ancodis-batte-miur-non-risponde/

 

https://betapress.it/index.php/2018/04/14/presidi-e-vicepresidi-tutti-in-ferie-per-protesta/

https://betapress.it/index.php/2018/07/14/ancodis-i-vicepresidi-lavorano-eccome/

https://betapress.it/index.php/2018/01/06/ancodis-basta-le-demagogie/

https://betapress.it/index.php/2018/02/11/ancodis-firmato-contratto-docenti-inadeguato/

https://betapress.it/index.php/2018/09/26/vicepresidi-e-chi-sono/

https://betapress.it/index.php/2018/07/17/dirigente-o-non-dirigente-questo-e-il-problema/

 

per l’ennesima volta lo Stato se ne frega altamente delle professionalità che ha sottomano e preferisce buttar via i soldi per far entrare nelle sue file persone a cui dovrà fare anni di formazione invece che agevolare chi questa formazione l’ha fatta sul campo per anni!!

riportiamo una segnalazione giustissima di ANCoDIS:

 

COMUNICATO STAMPA del 19 gennaio 2019

 

ANCoDiS: emendamento al D.L. 989 in merito alle procedure di semplificazione nella P.A..

Ennesima discriminazione dei Collaboratori dei DS.

 

E’ in corso nella 1a Commissione Affari Costituzionali del Senato il confronto parlamentare sul DECRETO-LEGGE 14 dicembre 2018, n. 135 “Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione”.

Da fonti di stampa leggiamo che – tra i temi della semplificazione – è stato proposto un emendamento unico che prevede una nuova modalità di selezione dei futuri Dirigenti Scolastici che di fatto supererà la procedura del corso-concorso previsto dalla Legge 107/2015 abbreviandone le fasi ed, in particolare, il percorso di formazione conclusivo.

Riteniamo ragionevole per i tempi ma non sufficiente tale iniziativa in quanto continua a non tenere conto delle professionalità presenti nella scuola italiana a partire dai Collaboratori del DS nominati ai sensi dell’art. 25, comma 5, del D.lgs. n. 165/2001.

La selezione per il ruolo di Dirigente Scolastico – oggi molto complesso proprio per le peculiarità di una autonoma Istituzione scolastica (funzioni organizzative, gestionali, di indirizzo, di promozione) – non può non tenere conto di quei docenti che in anni di servizio prestato alla collaborazione di DS titolari e reggenti hanno acquisito indubbie competenze in ordine ai temi della governance di una scuola.

Si tratta di donne e uomini (insegnanti in primis) che investono tempo ed energie in servizio dedicato anche alla gestione ed all’organizzazione della propria scuola, nella formazione specifica, consapevoli di un ruolo che, seppur non riconosciuto dallo Stato, è oggi più che mai necessario in ogni Istituzione scolastica.

Nell’espletamento del concorso che è in fase di svolgimento non si è voluto riconoscere tutto questo!

Ci era sembrato allora uno “schiaffo morale” per quei docenti professionisti (con esperienza professionale di insegnamento con un certo numero di anni di servizio nella funzione docente) che non chiedono facili scorciatoie ma giusti riconoscimenti in considerazione del fatto che hanno acquisito competenze e professionalità che – indiscutibilmente – sono sotto gli occhi di tutti.

In merito alla specifica formazione possiamo affermare senza dubbio alcuno che, grazie alla attività di collaborazione, essa è per noi “esperienza formativa” sul campo (esperienza professionale gestionale, nel diritto scolastico ed amministrativo, nel coordinamento, nella sicurezza, nella programmazione), acquisita   attraverso il confronto quotidiano con i DS, con i DSGA, con i colleghi, con gli alunni, con le famiglie.

Per queste ragioni Ancodis chiede al Legislatore di prendere atto di questa iniqua condizione e di riconoscerne formalmente la loro professionalità anche nelle fasi concorsuali che invece li hanno visti nel passato completamente discriminati.

Occorre procedere ad un riconoscimento di tale servizio nella carriera docente ed anche nel concorso per la selezione dei futuri DS (in diversi paesi europei per concorrere si deve certificare un’esperienza almeno triennale nella governance della scuola).

E’ un “risarcimento morale” per chi – in tanti anni scolastici – ha servito la Scuola Italiana senza nulla ricevere in cambio!

Chiediamo, dunque, l’integrazione dell’Art. 10 Decreto Legge 14 dicembre 2018, n. 135 prevedendo per i Collaboratori in possesso dei titoli richiesti per l’accesso alla carriera dirigenziale nella P.A. il riconoscimento del servizio reso (almeno 36 mesi di incarico in analogia a quanto già previsto dagli organi europei), la riserva di posti (una percentuale dei posti vacanti e disponibili), la formazione riconosciuta e certificata, un adeguato punteggio aggiuntivo nella graduatoria di merito sulla base degli anni di servizio espletato nell’incarico di Collaboratori dei DS.

Non vogliamo ancora essere “vittime” di una ennesima ingiustizia perpetrata ai nostri danni NON riconoscendone il RUOLO svolto nei tanti anni scolastici, il LAVORO quotidianamente espletato, le COMPETENZE faticosamente acquisite sul campo, il TEMPO dedicato alla governance.

Chiediamo ai rappresentanti delle Istituzioni ed alle OO.SS. di dare attenzione a questi professionisti che sono importanti figure del moderno sistema scolastico italiano.

E’ il caso di ricordare che nella maggior parte dei paesi europei, la governance della scuola è condivisa da un gruppo/staff riconosciuto formalmente negli ordinamenti scolastici.

Se così avvenisse in Italia, potremmo dire di essere a pieno titolo in Europa…

 

Prof. Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo




L’indipendenza di Stampa

La libertà di stampa viaggia a braccetto con quella che, mi permetto di chiamare, è l’indipendenza di stampa.

Mi rendo conto che i puristi storceranno il naso alla frase “indipendenza di stampa”, ma certamente è una frase che diviene sempre più significativa al giorno d’oggi.

Essere indipendenti quando si è giornalisti è un dovere nonché diritto fondamentale per svolgere al meglio il mestiere di giornalista, infatti un giornalista indipendente è portato a tutelare la notizia che racconta ed il lettore che la legge, e nessun altro.

Oggi è fin troppo facile ammantarsi la bocca con la parola libertà di stampa, ma è l’inevitabile abbinamento di libertà con indipendenza che oggi dovrebbe essere elemento di attenzione da parte dei lettori.

Forse oggi la stampa è libera, ma di sicuro non è indipendente!

Ovviamente quando parliamo di stampa intendiamo anche le televisioni, le radio etc. etc., insomma tutti quei mezzi di diffusione dell’informazione a livello di massa.

Ma quali sono le vere dipendenze che oggi vincolano la stampa italiana?

Prima fra tutte la “morbosità” del lettore, il piacere quasi tranquillante di vedere che qualcuno è peggio di noi, o sta peggio di noi, o vive peggio di noi, o alla via così avete capito benissimo; questa “morbosità” porta i giornalisti a fare delle domande idiote come ad esempio alla mamma che ha perso il bambino “signora come si sente?”, o cose similari che normalmente al sentirle mi fanno personalmente andare in bestia ma che purtroppo vedo far alzare gli indici di ascolto.

La seconda non meno significativa è la dipendenza da un editore; ma non è detto che sia lo stesso del giornale o della tv,  a volte è quell’editore che sui suoi mezzi di comunicazione di massa apre spazi assoluti ai vari direttori di giornale dando credibilità e visibilità alla testata da loro diretta.

Se ci fate caso in quasi tutte le trasmissioni televisive ci sono direttori di giornale / giornalisti che commentano i fatti del giorno!

Una volta in tv i direttori di giornale andavano per intervistare i politici e non per fare i politici.

Questa seconda dipendenza diventa gravissima quando riesce a distogliere l’attenzione, di chi svolge il ruolo di giornalista, dai fatti.

E poi c’è la terza dipendenza, la legge del click, la mortale dipendenza dagli sponsor, dagli inserzionisti, che oggi obbliga i giornalisti a diventare dei “marchettari” pur di raccogliere sponsorizzazioni / Pubblicità.

Infine c’è il finanziamento pubblico all’editoria!

Non fraintendetemi questo istituto nasce con un buon intento, proprio quello di togliere la carta stampata dall’influenza degli sponsor, ma inevitabilmente l’ha messa sotto lo scacco dell’influenza politica.

In pratica impossibile parlare di stampa indipendente, cosa grave anche solo perché oggi ci sono troppi canali di diffusione delle informazioni, e di tutti questi nessuno risulta affidabile.

Libertà, Indipendenza, Affidabilità, questi sono i principali vocaboli che identificano, o che dovrebbero identificare, una fonte di informazioni, che sia essa un giornale, una tv, una radio, ma anche solo il singolo giornalista che scrive.

Troppe volte vediamo un uso distorto dell’informazione, piegata a necessità differenti da quelle del servizio al lettore, troppe volte uccidiamo un poco di noi stessi per poter aumentare la visibilità.

Tutto questo mina alla radice il rapporto con il lettore, distruggendo un altro valore importante, ovvero la credibilità.

Ormai nessuna fonte gode più della credibilità assoluta, ma tutte sono soggette al maleficio del dubbio da parte del lettore, ovvero quella sottile sfiducia che ci guida nella lettura di ogni notizia su qualsiasi fonte.

Una situazione insostenibile che, se non sanata nel breve, potrebbe portare ad una incolmabile frattura fra lettore e giornale, portando qualsiasi notizia a livello di fake news.

Quali sono le soluzioni?

Questa la mia ricetta che offro sempre ai miei giornalisti quando iniziano a scrivere per betapress:

  1. Intanto riflettere su quello che si scrive!
  2. Anche a rischio di non essere i primi ad uscire con la notizia, sarebbe bello se il ragionamento fosse: “meglio una notizia vera che una notizia subito”.
  3. Magari verificare le fonti, anche con una telefonata di approfondimento in più, piuttosto che fidarsi di un riporto da altra testata.
  4. Scrivere dopo essersi informati sul fatto e su tutto quello legato al fatto: troppo spesso chi scrive non approfondisce la tematica che tratta, il tutto a danno del lettore.

Viene una facile considerazione: se si facesse davvero il mestiere del giornalista, oggi non uscirebbe più una notizia in tempo reale, ma viene anche da dire che forse sarebbe meglio.

Libertà, Indipendenza, Affidabilità, Credibilità, difficile trovarle tutte in una fonte.

Alla fine mi rendo conto che oggi è diventato un mestiere anche quello del lettore, se viene fatto bene, perché scegliere a chi dare la propria fiducia, scegliere a chi regalare il proprio tempo è importante tanto quanto scrivere con onestà.

La mia convinzione è che per fare un buon giornale non occorre scrivere tanto, ma scrivere bene.

 

Corrado Faletti

Direttore

 

 

 

 

 

 

 




Concorso DSGA: note di malcostume italiano

Concorso DSGA: vergogna!

Assistiamo sempre più stupiti ad accadimenti che questo paese affronta senza batter ciglio ma che sono esempio di inciviltà e di mancanza di rispetto da parte di uno Stato che dovrebbe riconoscere almeno chi da sempre lavora con dedizione per Lui.

Avevamo già scritto rispetto al concorso dei Dirigenti Scolastici l’assurda dimenticanza dei vicepresidi nelle fasi di valutazione delle posizioni, e già ci sembrava quella una grave ingiustizia, ma ora con il concorso dei DSGA si è superato il limite!

Non è assolutamente possibile che venga indetto un concorso per una posizione così strategica per la Scuola senza tener conto che ci sono centinaia di persone che già da anni svolgono il ruolo di direttore dei servizi generali ed amministrativi all’interno della scuola ed a queste persone vengono imposte “angherie” inaudibili; infatti in primis l’obbligo di possedere la conoscenza della lingua inglese (e se uno conosceva il francese? perché quello non vale nulla??!!), ma comunque non esiste una legge che obbliga il possesso di una lingua per lavorare nelle segreterie, quindi con quale assurda logica vengono obbligate persone con una importante anzianità di servizio a certificarsi B2 per poter esercitare un diritto che a nostro avviso hanno già?

Poi l’umiliazione di accedere tramite test psicoattitudinali, non, attenzione, sulla loro preparazione, ma tramite generici test che ovviamente non hanno lo spirito di verificare la preparazione di persone che lavorano da oltre vent’anni in un ruolo che secondo chi scrive ormai gli spetta di diritto, ma solo di fare uno sbarramento generico e poco lungimirante.

Inoltre un concorso aperto a laureati in economia e legge, giovani che hanno tempo di prepararsi, contro lavoratori, che proprio perché ora svolgono la funzione di Dsga, non hanno tempo nemmeno per respirare, ma che razza di equità è questa, ma chi caspita ha pensato questa ingiustizia???

Ed i sindacati dove sono o dove erano e comunque dove saranno?

Sarebbe stato giusto fare prima un concorso interno dedicato a queste figure che hanno svolto con dedizione un ruolo significativo e poi eventualmente aprirlo all’esterno!

Ma forse ai sindacati non interessano tanto le tessere di quelli che hanno già tra i loro iscritti (gli attuali facenti funzione di DSGA, ma quelle dei nuovi che dovranno entrare e che di tessere sindacali non ne hanno), bella roba, evviva la giustizia evviva la difesa dei lavoratori.

Ma pensate al caso assurdo di una scuola dove c’è un DSGA facente funzione che da più di dieci anni svolge il ruolo con bravura e passione, non è certificato b2 di inglese perché conosce il francese, non ha tempo di prepararsi perfettamente perché il lavoro di DSGA lo assorbe totalmente, non passa il concorso perché ai test attitudinali oggi tanto usati Lui non è abituato, ed al suo posto arriva un giovane laureato in economia che conosce l’inglese, ha fatto già prove su prove ai concorsi vari a cui ha partecipato quindi conosce i meccanismi, ha tempo di prepararsi perché non ha nulla da fare, vince il concorso e diventa DSGA proprio in quella scuola dove il bravissimo DSGA facente funzioni ritorna invece ad essere un assistente amministrativo… in pratica lo Stato sostituisce un bravo DSGA con un INESPERTO DSGA (sperando che poi diventi bravo con gli anni), creando certamente malcontento e comunque facendo danno a se stesso perché bastava dare il ruolo a chi da tempo lo faceva (e se lo faceva è perché lo Stato stesso lo nominava anno su anno), assumendo personale di segreteria giovane che avrebbe potuto imparare il mestiere con calma.

Non ci voleva molto a fare questo ragionamento, ma chissà, forse gli interessi sono ben altri, come al solito!!!

 

https://betapress.it/index.php/2017/06/16/nuovo-concorso-ds-il-miur-dimentica-precari-vicari-e-ricorrenti-lennesima-ingiustizia/




Vicepresidi… e chi sono?

E’ scomparso il Vicepreside, già nella legge 165 del 2001 è stato soppresso, eliminato e sostituito dalla parola collaboratore a volte vicario, a volte primo collaboratore…

Ma Lui, il Vicepreside, alla faccia di tutti quanti è ancora lì, vigile ed attento, silenzioso al servizio della Scuola, si è vero è stato eliminato formalmente, ma le scuole non possono funzionare senza di Lui e Lui lo sa, Lui, paziente in tutti questi anni è rimasto nelle retrovie continuando a combattere per il bene della scuola.

Eppure i Vicepresidi sono Desaparecidos, legalmente non esistono, lo Stato pur di non pagarli e di non riconoscerli li ha fatti sparire!!!

Paura, e se lo stato domani si stufasse dei suoi cittadini potrebbe farli sparire magari modificando un pochino qualche norma primaria, tipo ” L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al collaboratore che potrà essere scelto dal politico di turno fra i vicini di casa, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

Le aberrazioni di questo stato sono quasi comiche, perché pur avendo eliminato una figura manageriale importantissima continua a farla lavorare…

Minchia lavoro nero signor Tenente!!

Noi continuiamo invece a vederli lavorare proprio come Vicepresidi, i Dirigenti li trattano da Vicepresidi, i genitori vanno a parlare con i Vicepresidi, il MIUR scrive ai Vicepresidi (però li chiama vicari, sottile…) e tutti continuano a dormire sogni tranquilli perché il Vicepreside c’è!!

Noi invece continuiamo a dargli la parola perchè per fortuna adesso i Vicepresidi incominciano a parlare ed a far sentire le loro sacrosante ragioni, forza ragazzi, siamo con voi.

 

ANCODIS: Vicari si…..Vicari no…….Vicari ma….
questo è il PROBLEMA della governance del sistema scolastico italiano.
Occorre riconoscere giuridicamente il diritto di esistenza!

In questi giorni di inizio anno scolastico continuiamo ad aspettare che si concretizzi quanto detto dal Ministro Bussetti e richiesto dalle Associazione dei Presidi in merito al tema della governance delle scuole.
In particolare, ci aspettiamo una chiarezza di intenti e di posizioni che ad oggi ci appaiono confuse e cristallizzate ancora in un sistema che riteniamo vecchio e superato.
Ci riferiamo, in particolare, a due interventi che sottoponiamo alle riflessioni di quanti si occupano di scuola e che chiedono urgenti risposte:
a) Esonero del Collaboratore principale (denominazione ANP), Collaboratore Vicario (denominazione MIUR), Vicepreside 1° Collaboratore (denominazione comunemente riconosciuta) nelle scuole con DS reggente o titolare.
Siamo ancora in attesa di un intervento che consenta al DS di poter contare su un Collaboratore a tempo pieno per la gestione e l’organizzazione della scuola in modo adeguato, moderno e pienamente corrispondente alle necessità dell’Istituzione scolastica.
Non è più accettabile procedere nelle attuali condizioni di Collaboratori senza DS titolare o con DS part-time ed impegnati anche in attività di docenza: è un notevole risparmio per lo Stato ma un danno per la scuola e, soprattutto, per gli alunni delle classi assegnate al Collaboratore!
E’ il caso di ricordare che il 9 marzo 2018, durante l’incontro con le OO.SS., il MIUR si era impegnato a sollecitare i Direttori degli Uffici Regionali affinché nell’assegnazione dell’organico di potenziamento per l’A.S. 2018-2019 si tenesse conto della classe di concorso del primo collaboratore, come indicato dal dirigente scolastico.
Se l’impegno dell’Amministrazione fosse stato confermato nelle scuole avremmo avuto una unità di potenziamento corrispondente alla classe di concorso/tipologia di
posto del primo collaboratore, permettendo allo stesso di essere esonerato
dall’insegnamento. Ma l’impegno è stato palesemente disatteso!!
Successivamente sia Disal che ANP hanno ribadito in documenti ufficiali l’urgenza di tale intervento al fine di “assicurare la migliore governabilità delle istituzioni scolastiche……affinché tutti i DS preposti alle suddette scuole abbiano la possibilità di esoneraredall’insegnamento un docente loro collaboratore, individuato ai sensi dell’articolo 25 del d.lgs.165/2001, e di disporre la relativa supplenza fino al termine delle attività didattiche (comunicato ANP del 2/8/2018)”, indipendentemente dalla classe di concorso del Collaboratore.
E’ancora una volta a rischio la qualità e la funzionalità della scuola specialmente in quei territori dove la presenza di un DS reggente o part-time non può dare tempestive risposte alle urgenze ed emergenze che quotidianamente si presentano (spesso senza preavviso!).
Ci saremmo aspettati – vista l’urgenza – che la norma avesse visto la luce già nel decreto milleproroghe di recente approvazione (come anticipato dal Ministro Bussetti il 4/9/2018) ed, invece, stando al dispositivo nessuna risposta è stata data nel merito.
E le scuole – con buona pace dei DS e dei loro Collaboratori – continuano ad arrangiarsi nella quotidiana fatica di garantire un’efficiente gestione ed una efficace organizzazione unitamente al diritto allo studio degli alunni.
ANCODIS ribadisce l’urgenza di ripristinare l’esonero per tutti i Collaboratori vicari (la legge di stabilità 2015 ha cancellato questa possibilità ai danni delle autonome I.S.) indipendentemente dalla condizione di reggenza.

b) Riconoscimento giuridico della figura del VICARIO.
Nell’Avviso pubblico per l’individuazione degli “Snodi formativi territoriali”………. Conferma disponibilità corsi formativi in materia di privacy pubblicato il 22/8/2018 si legge “A tal fine, si chiede ………… di confermare la disponibilità ad organizzare un’attività di formazione in materia di protezione dei dati personali, ………. rivolta ad un massimo di quattro partecipanti per ciascuna istituzione scolastica, tra cui, necessariamente, il Dirigente Scolastico (DS), il vicario e il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA)”.
Una piacevole sorpresa leggere in un documento ufficiale che esiste il Collaboratore VICARIO quale figura da impegnare – necessariamente – in questo corso di formazione!
Ma allora i VICARI formalmente esistono per il MIUR solo quando si devono occupare di formazione o lavorare nelle scuole in assenza del DS o gestire plessi distaccati o organizzare il servizio scolastico o sostituire il DS assente per ferie o malattia?
Ciascun DS (part-time/reggente/titolare) può contare su una squadra di Collaboratori che lo coadiuvano nelle scelte, nella pianificazione, nella gestione, nella condivisione delle criticità, che sono soddisfatti per i risultati positivi conseguiti: questi docenti per lo Stato NON esistono e non ricevono dallo Stato quanto, invece, offrono incondizionatamente alla loro Istituzione scolastica.
Lo abbiamo scritto e continuiamo a farlo: nel sistema scolastico italiano OCCORRONO figure intermedie, con un servizio contrattualmente riconosciuto in una carriera integrata, e tra di essi un Collaboratore che possa supplire temporaneamente all’assenza del DS.
Le forze politiche di maggioranza e di opposizione – se hanno a cuore l’organizzazione e la gestione moderna di una scuola e la conseguente qualità dell’offerta formativa – DEVONO trovare, nel confronto con tutti gli operatori (DS, DSGA, OO.SS) quelle soluzioni moderne ed efficaci che riconoscano ruolo e dignità a quanti si spendono – oltre la didattica – a servizio di alunni e famiglie.
A tal proposito non possiamo non apprezzare quanto si legge nel documento dell’ANDIS del 9 settembre “(I Collaboratori) Sono di sicuro sostegno a un sistema fondato su effettive autonomie…….con il pieno riconoscimento e la stabilizzazione delle figure di staff, in grado di collaborare col dirigente scolastico.
Certamente una posizione lungimirante e consapevole di una visione che guarda alle autonome istituzioni scolastiche come sistemi complessi nei quali una leadership può realizzarsi integrando e riconoscendo i contributi professionali dei Collaboratori del DS.
E’ arrivato il tempo di infrangere questa dicotomia tra la realtà dei Collaboratori ben nota in tutte le scuole e l’assenza di un fondamento normativo, tra l’evidenza di una presenza costante e riconosciuta da docenti, alunni e famiglie e il mancato riconoscimento giuridico da parte dello Stato, tra un ruolo effettivamente ed efficacemente svolto ogni giorno dell’anno e l’indifferenza delle OO.SS. che non spendono parola a loro sostegno!
Questa condizione per i Collaboratori non è più sostenibile e lo dimostreremo a cominciare dal possibile rifiuto a svolgere la cosiddetta “necessaria” formazione così come indicato dal MIUR!
ANCODIS, dunque, ribadisce la necessità– questa sì! – del riconoscimento giuridico e della progressione di carriera di quanti collaborano nella gestione e nella organizzazione delle autonome I.S. a partire dal 1° Collaboratore Vicario.
In caso contrario, verrebbero meno a scuole e DS quelle condizioni favorevoli che i Collaboratori garantiscono con la presenza quotidiana, con le loro specifiche competenze, con lo spirito di servizio e la leale collaborazione sempre profuse.
Chi si occuperebbe di organizzazione del servizio, di gestione supplenze, di controllo sicurezza nei plessi, di progettazione, di alternanza scuola-lavoro, di relazioni con i genitori, di gestione dei conflitti, di PON FESR, di RAV, di PdM?
La professionalità dei Collaboratori NON può essere messa all’angolo dal ricatto “Accetti queste condizioni o rinunci” oppure dalla asserzione qualunquista “Lo hai voluto fare tu”.
Per fortuna c’è di mezzo la forza della dignità e dell’etica in ciascun Collaboratore!

Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo




UDIR, Dirigenti Scolastici da tutta Italia a Palermo per dire basta alla mancata tutela del ruolo!!!

Nasce oggi l’UDIR, sindacato dei Dirigenti Scolastici, che come prima mossa rivendica diritti ormai accantonati da anni, sommersi dalle responsabilità addossate sulle spalle dei Presidi.

“io non capisco” esordisce Marcello Pacifico, Presidente del Sindacato Anief, all’apertura del seminario di formazione lanciato dall’UDIR alla sua prima apparizione pubblica “avete dei diritti cari Dirigenti Scolastici e non li andate a difendere??”

La domanda dopo aver spiegato che un Dirigente Scolastico oggi non riceve circa 20.000 euro di compensi pregressi che gli spettano per legge.

Oggi erano presenti al convegno più di 200 dirigenti scolastici provenienti da tutte le parti d’Italia, Lazio, Lombardia, Calabria, Campania, Veneto, Emilia Romagna ed ovviamente Sicilia, un grande successo che lascia presagire spiragli di grande futuro per questa azione nuova e fresca in un panorama sindacale che non è mai stato favorevole ai Dirigenti Scolastici, specie perchè la rappresentanza pesa circa lo 0,1 % rispetto agli iscritti di una normale forza sindacale generalista.

Difficile che in un mondo dove la rappresentanza dei Dirigenti pesa così poco e dove i sindacati generalisti (leggasi CGIL, CISL, UIL, etc. NdR) si trovano nella ridicola situazione di dover difendere un professore dal suo datore di lavoro, che è il Dirigente Scolastico, e ove entrambe le figure sono iscritte allo stesso sindacato, difficile si diceva che il sindacato possa essere obiettivo se il peso del docente vale il 30%sugli iscritti e quello del Dirigente lo 0,1%.

“UDIR” continua Pacifico nel suo incisivo intervento “non nasce per porsi come alternativa politica agli altri sindacati, ma per intervenire nelle reali problematiche legate al ruolo della dirigenza, e soprattutto per sistemare l’annosa questione della differenza di retribuzione tra Dirigenti Scolastici e tutto il resto della Dirigenza Pubblica.”

“Basta, Basta, Basta” riprende Pacifico ” è il momento di capire che la Dirigenza Scolastica ha tenuto per troppo tempo un comportamento da martire pur di far andare avanti le scuole! è ora di dire davvero basta all’iniqua diseguaglianza che si è creata negli anni addirittura tra dirigenti prima 2001 e dirigenti dopo 2001!!!”

Can che abbaia non morde, ma UDIR da subito ha morso il centro del problema, mostrando idee chiarissime ed efficaci, prevedendo tre linee di azione immediata, quella normativa e di accompagnamento alla politica, quella di unità forte dei dirigenti su un primo tema importante quale quello della retribuzione, e quella legale, tipica di Anief che negli anni ha fatto recuperare milioni di euro ai suoi iscritti di mancate erogazioni stipendiali, che vuole essere il primo supporto concreto agli iscritti.

“Nessuno di quelli che abbiamo accompagnato nei ricorsi ha mai dovuto pagare nulla di spese legali!” Tuona ancora Pacifico in risposta ad una mail che proprio in questi giorni è stata fatta girare ed in cui si sosteneva che ricorrenti aiutati da Anief avessero dovuto pagare ingenti spese legali in caso di mancata riuscita del ricorso stesso.

Abbiamo inoltre notato che proprio nell’ultimo mese, quando cioè ormai era nota la nascita di UDIR e la sua battaglia per la retribuzione, tutte le altre sigle sindacali hanno iniziato a parlare di retribuzione dei Dirigenti, ma possibile che per far muovere i sindacati su un diritto occorra fondare un nuovo sindacato??

Se va ha le gambe dicevano i nostri nonni, ed UDIR sembra proprio avere due poderose gambe da corsa.