Privacy e azienda: la chimera della non applicabilità.

Nonostante l’opinione comune che vuole che le aziende ricadano fuori dall’ambito di applicazione del Regolamento Europeo, salvo il caso in cui il nome della società identifichi una persona fisica o se il “dato di contatto” della persona giuridica rappresenti un nome e un cognome di una persona fisica ed allora le informazioni inerenti persone giuridiche possono considerarsi “concernenti” persone fisiche e in tal caso possono ricadere comunque nell’ambito di applicazione, occorre fermarsi a considerare che la raccolta di dati societari in cui sono presenti dati di persone fisiche (soci consiglieri, etc.) fa invece rientrare completamente l’azienda nell’ambito della gestione completa del GDPR.

L’excursus che porta a queste considerazioni è presto illustrato:

l’ambito di applicazione del Regolamento europeo è chiaramente espresso:

all’articolo 1 che “stabilisce norme relative alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali…….. protegge i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche in particolare il diritto alla protezione dei dati personali”;

all’art. 4 definisce dato personale come “qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile (interessato). Si considera identificabile la persona fisica…”;

al considerando 14, ove si afferma “È opportuno che la protezione prevista dal presente regolamento si applichi alle persone fisiche, a prescindere dalla nazionalità o dal luogo di residenza, in relazione al trattamento dei loro dati personali. Il presente regolamento non disciplina il trattamento dei dati personali relativi a persone giuridiche, in particolare imprese dotate di personalità giuridica, compresi il nome e la forma della persona giuridica e i suoi dati di contatto”.

Le prime indicazioni ci vengono già dal Working Party art.29, parere 4/2007 dove nel definire il concetto e la portata di dato personale, si fanno alcune ipotesi e si giunge a considerazioni molto più cautelative nei confronti della tutela dei dati personali riferibili a persone giuridiche. Testualmente“…. le informazioni sulle persone giuridiche non sono in linea di principio disciplinate dalla direttiva, e quindi non godono della protezione da questa disposta. Ciò nondimeno, alcune norme di protezione dei dati possono, in certe circostanze, applicarsi indirettamente alle informazioni concernenti imprese o persone giuridiche”.

E, più in particolare, il medesimo Working Party, nel suddetto parere aveva esplicitamente affermato che le informazioni sulle persone giuridiche possono considerarsi “concernenti” persone fisiche in virtù della loro situazione specifica “È quel che accade quando il nome di una persona giuridica deriva dal nome di una persona fisica, oppure nel caso dell’indirizzo e-mail di un’impresa di norma usato da un dato dipendente, o delle informazioni su una piccola impresa (giuridicamente un “oggetto” piuttosto che una persona giuridica) che possono descrivere il comportamento del suo titolare. In tutti questi casi, in cui i criteri di “contenuto”, “finalità” o “risultato” fan sì che le informazioni su una persona giuridica o su un’impresa possano considerarsi come “concernenti” una persona fisica, è opportuno considerare tali informazioni come dati personali e si applicano le norme di protezione dei dati.” (WP29, dal Parere 4/2007 sul concetto di dati personali del WP29).

Sul tema il Garante era già intervenuto subito dopo l’entrata in vigore dell´art. 40, secondo comma, del decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011 che aveva determinato l’esclusione del trattamento dei dati relativo alle persone giuridiche, enti ed associazioni dall’ambito di applicazione del Codice privacy.

In quel provvedimento il Garante argomentava il permanere della tutela in capo alle imprese facendo leva su concetto di “contraente” cui fa riferimento il Codice delle comunicazioni elettroniche nulla distinguendo dal fatto che siano o no essi persone fisiche o giuridiche. Pertanto, questi ultimi soggetti “continueranno a fruire della tutela prevista dal titolo X del codice della privacy per gli abbonati a servizi di comunicazione elettronica”.

Dubbi eventualmente venuti meno con l´art. 1, comma 7, lett. a), n. 3 del d.lgs. 69/2012 che sostituendo il termine “interessato”, con quello di “contraente o utente” ha reso applicabili quelle previsioni anche alle persone giuridiche.

Da ultimo l’intervento del decreto legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito con modificazioni, in legge 14 giugno 2019, n. 55 che all’art.1, lettera a), che al di là di ogni ragionevole dubbio, definitivamente riformula la definizione di contraente qualificandolo come la “persona fisica o giuridica che sia parte di un contratto con il fornitore di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, per la fornitura di tali servizi”.

Detto quanto sopra che illumina su come sia labile il detto il GDPR non coinvolge le aziende, in ogni caso osserviamo che le aziende devono comunque rispettare alcune regole di ingaggio che, per brevità, si sintetizzano nei seguenti sei punti:

  • Registro dei Trattamenti
  • Informative
  • Lettere di Designazione
  • Procedure
  • Registro Data Breach
  • DPIA Data Protection Impact Assessment

A maggior ragione l’impianto su esposto è necessario qual ora un’azienda acquisisca dati di altre aziende (bilanci, visure, conti correnti del sistema bancario, etc.) per fare analisi e clusterizzazioni.

Anche perché solitamente in queste acquisizioni troviamo anche i dati dei soci, del management, delle persone affini, identificando in questo caso la necessità di rispettare completamente il codice.

Ma il problema è poi anche la conservazione ed archiviazione di quei dati che richiede importanti misure tecnologiche e di impianto.

Oggi il problema è che nella convinzione che il GDPR non si applica alle aziende le stesse stiano prendendo delle gran cantonate trascurando invece l’applicazione corretta del GDPR ai loro processi.

Facciamo un esempio:

l’azienda A prende i dati camerali dell’azienda B e li utilizza per fare dei sistemi di analisi incrociata di mercato per poter personalizzare il prodotto che A offre a B.

Per far ciò A usa un outsourcer esterno C a cui passa i dati di B.

Ovviamente per personalizzare al meglio i prodotti A chiede anche i dati dei dipendenti e dei soci di B.

L’azienda A è tranquilla perché ritiene di non essere nel GDPR lavorando con l’azienda B (quindi azienda su azienda) e che i dati camerali essendo pubblici non rientrano nel GDPR.

Questo è un tipico errore di valutazione in quanto si incorre nelle seguenti problematiche:

mancata compilazione del registro dei trattamenti da parte di A.

I dati aziendali di B devono poi essere conservati e tale conservazione ricade su A con tutti i requisiti di sicurezza del caso, inoltre essendo passati a C occorre comunque garantire che i dati siano utilizzati per la finalità per cui vengono acquisiti e conservati a norma (dpia?).

Ed ancora è necessario chiarire bene tutti i flussi organizzativi ai fini della corretta informativa e probabilmente, nel caso citato, è anche necessario svolgere una dpia da parte del titolare del trattamento.

Ma ancora peggio sono poi i dati dei soci e dei dipendenti che vengono acquisiti al fine della personalizzazione del prodotto di A per B, questi dati non rientrano nel considerando 14 succitato perché la persona fisica che rientra nei dati di contatto non può comunque essere utilizzata per altre finalità se non quelle di contatto e comunque le stesse possono essere al limite due o tre ma non certo tutti i soci, che peraltro spesso non hanno nemmeno la rappresentanza legale della società e quindi non possono essere considerate persone di contatto.

Occorre considerare che anche i dati dell’azienda, sopratutto se riferiscono ai soggetti fisici dell’azienda, quali ad esempio i debiti verso soci o lo scoring creditizio legato ai soggetti societari, identificando un comportamento, anche se solo finanziario, rientrano nei dati da tutelare.

In questo banale esempio l’azienda A si troverebbe ad essere in palese violazione di tutto l’impianto del GDPR.

E’ bene infatti cristallizzare che i dati identificativi della persona giuridica ex se, sono distinti dai dati identificativi delle persone fisiche in ogni modo afferenti la persona giuridica (soci, addetti, et similia).

Se, pertanto, alcun limite – se non quello, comunque, afferenti il più generale diritto alla personalità ed all’identità, riconosciuto anche in favore degli Enti – incontrerà il trattamento dei dati propri delle persone giuridiche (es. denominazione, sede, dati fiscali) dovranno invece osservarsi le disposizioni del regolamento UE con riferimento ai dati delle persone fisiche collegate all’Ente.

In ultimo l’errore finale quasi decisivo è la nomina di un DPO interno da parte dell’azienda.

La figura del D.P.O. introdotta dal GDPR 679/2016 ha una funzione complessa a metà tra il consulente ed il controllore.

Il DPO svolge principalmente un ruolo di informazione e sorveglianza  che è sostanzialmente affine alle attività tipiche della consulenza specialistica.

Nel mondo delle aziende questo tipo di figura è abbastanza poco conosciuta, forse solo l’R.SP.P. ha una qualche similitudine per chi opera, ma a differenza di quest’ultimo il DPO ha anche un ruolo di garanzia nei confronti dell’organismo di controllo nazionale, ovvero il garante della Privacy.

La scelta del DPO da parte delle aziende diviene quindi un elemento di particolare complessità perché non è meramente legato al “prezzo”, ma bensì ad una serie di considerazioni che lo rendono particolarmente difficile da identificare  in modo semplice.

Il GDPR vuole il DPO indipendente dall’organizzazione che deve vigilare, competente sulla materia normativa, esperto dell’azienda che deve servire.

La scelta di un DPO interno già non può garantire il primo punto ovvero quello dell’indipendenza, ma nemmeno molto il secondo, pertanto risponderebbe solo al terzo punto.

Questo brevissimo punto di osservazione dovrebbe consigliare a tutte le azienda una scelta esterna, che in realtà non viene fatta per una motivazione meramente economica.

Anche questa ultima valutazione è comunque facilmente smontabile solo con il considerare il costo di un eventuale errore in tema di protezione di dati personali.

Non importa quanto sia strutturata un’azienda: il Regolamento Europeo coinvolge tutti, senza distinzione.

La media delle sanzioni erogate a livello europeo si attesta sulle 30.000 euro, in alcuni casi arrivando a importi singoli di oltre 500.000 euro.

Facciamo alcuni esempi:

Il Garante austriaco ha condannato un imprenditore al pagamento di un’ammenda pari a €4.800 per aver installato le telecamere di videosorveglianza fuori dal suo esercizio commerciale, riprendendo parte del marciapiede. La palese violazione del principio di liceità, correttezza e trasparenza giustifica l’intervento del Garante. I casi riportati confermano il valore prescrittivo della normativa e la doverosa compliance al contenuto.

Il Garante privacy italiano invece è stato chiamato in causa per multare un medico, a causa di un trattamento illecito di dati personali. Sono stati utilizzati gli indirizzi di 3.500 pazienti per inviare lettere a sostegno di un candidato alle elezioni del 4 marzo del 2018, senza che gli interessati avessero espresso il consenso. 16.000€

Il Garante privacy danese ha sanzionato la società produttrice di mobili IDdesign per €200.850, corrispondenti a 1,5 milioni di corone danesi, per aver conservato i dati di un elevato numero di clienti per un periodo superiore al necessario

Il Garante privacy rumeno ha multato Unicredit Bank S.A, con un’ammenda di €130.000, per non aver adottato le giuste misure tecniche e di sicurezza in seguito all’entrata in vigore del GDPR.

L’Autorità italiana ha segnalato l’iscrizione a ruolo di 779 contravventori che porterà ad una riscossione complessiva di circa 11 milioni di euro.

Ma il Garante si mantiene attivo: a breve si concluderà l’iter per l’iscrizione di altri 500 trasgressori.

Un DPO esterno oggi costa da 10.000 euro a 80.000 euro in base alla complessità dell’azienda.

Senza contare che affidare all’esterno il ruolo di DPO è anche segno di trasparenza e qualità, mentre ricevere una multa da Garante potrebbe distruggere l’intera credibilità dell’azienda sul mercato.

 

Il Team Privacy

controllerprivacy.it

Corrado Faletti, Roberto De Duro, Andrea Caristi




“La Via Della Sensualità”

C’erano una volta l’Uomo …

L’Uomo era infuso dell’Energia cosmica maschile più pura e più nobile, in azione.

Questa Energia si esprimeva – e ancora si esprime, laddove è presente – in modo funzionale al processo spirituale evolutivo, a partire dal primo impulso dato all’anima per incarnarsi, per poi scoprire, sperimentare, conoscere gli aspetti della materia.

L’Essere Umano dotato di quest’energia aveva una naturale propensione all’ordine, alla classificazione, alla pianificazione, all’organizzazione e all’armonia.

Il suo Obiettivo era – ed è ancor oggi – intraprendere la Via che porta alla Saggezza.

 

… e la Donna.

La Donna, infusa dell’Energia cosmica femminile superiore, accompagnava l’Uomo nel suo Percorso.

L’Energia femminile primigenia, contraddistinta da Valori quali l’Accoglienza, l’Ascolto, la Condivisione, l’Empatia, la Tenerezza, il Timore reverenziale, la Devozione, la Generosità, la Comprensione, l’Inclusione, l’Integrazione, l’Amore incondizionato, la Fiducia nell’Esistenza, la Gioia di vivere, manteneva la Donna in costante contatto con il Divino.

L’Uomo si prendeva cura della Donna e la proteggeva garantendole Sostegno, Stabilità e Sicurezza nei più che naturali alti e bassi della quotidianità.

 

Finché non arrivò “Matrix”.

Sembra la trama di un film. E invece è successo davvero.

Qualcosa, qualcuno, a un certo punto della Storia è intervenuto a rimescolare le carte del Gioco chiamato Vita.

Un po’ alla volta, nell’Uomo e nella Donna, si è insinuato un altro tipo di energia, un’energia a bassa frequenza vibrazionale.

Questo tipo di energia è il risultato dell’abbassare di un’ottava la frequenza vibratoria dell’Energia maschile di tipo superiore: ciò che ne risulta è la fredda razionalità, il calcolo, l’egoismo, l’aggressività, il “mors tua vita mea”, la competitività, la “lotta per la sopravvivenza” che genera insicurezza e paura.

Chi lotta per sopravvivere, chi non ha altro valore che il proprio benessere a discapito di quello altrui, non ha più occhi per vedere la Bellezza.

La Bellezza che continua a sussurrare all’anima dei viventi che è l’Amore la Via che porta alla Saggezza, la Risposta delle Risposte, il Senso ultimo del nostro vivere.

 

Una guerra santa dall’esito poco felice.

Negli anni Settanta del secolo scorso la donna scende in campo contro l’uomo per rivendicare pari diritti, responsabilità e opportunità in ogni ambito – professionale, politico, economico e sociale – al di fuori della famiglia dove si sente “stretta” nei suoi ruoli di moglie e madre.

La sua è una “guerra santa” più che giustificata nei suoi obiettivi.

Matrix lo sa e ne approfitta, instillando in lei l’aberrante convinzione che per essere riconosciuta, valorizzata e rispettata nei suoi nuovi ruoli, debba indossare gli abiti del “nemico”: ed ecco che anche la donna adotta valori, consuetudini e atteggiamenti che finiscono per allontanarla dalla sua vera natura.

I Valori di cui era incarnazione vivente, gli stessi Valori che facevano di lei un Ponte sacro per consentire all’Uomo di ricongiungersi col Divino, vengono disprezzati e considerati punti deboli di cui vergognarsi, fragilità da nascondere sotto la maschera androgina di un nuovo essere, né maschio né femmina, omologato e obbediente agli standard imposti dal sistema.

 

La Via della Salvezza.

La Salvezza, nell’Era dell’Acquario contraddistinta dall’influsso dell’Energia femminile superiore, sta nel recupero di questi Valori.

È nel riconoscere, accogliere, riconciliare a Sé , da parte dell’Uomo e della Donna, questo Femminile.

Solo così l’Uomo potrà risvegliarsi dall’addormentamento psichico in cui è rimasto come ipnotizzato: uno stato di demenza adolescenziale, immaturità, irresponsabilità che lo rendeva e rende cieco di fronte alla Bellezza della Vita: una vita ricca, abbondante, piena di Significato. Solo così può ritrovare il suo ruolo di Compagno che protegge la sua Donna dalle insidie di un mondo che l’ha trasformata in ciò che non è.

Solo così la Donna potrà ritrovare Se stessa in rapporto al suo ruolo di “Beatrice” per l’Uomo – Dante che ha smarrito la Via della Saggezza. Solo così, la Donna potrà tornare alla Fonte alla quale è sempre rimasta connessa, per brillare di luce divina e portare il Cielo sulla Terra.

Solo così, infine, Uomo e Donna potranno lasciarsi alle spalle la paura, l’incertezza, la fredda, cinica e razionale lotta per la sopravvivenza e aprire il loro sguardo sull’Abbondanza che li attende nello Spirito, nell’Anima e nella “Carne”, ritrovando la Gioia di Vivere e la Fiducia nell’Esistenza.

 

“La Via della Sensualità”.

Per Fabio Grimaldi, Scrittore e Ricercatore Spirituale, in questo particolare momento storico è necessario adottare un Cambiamento nel modo di osservare la vita, grazie al contatto col mondo del Femminile: il mondo della Sensualità.

Il termine “Sensualità” negli ultimi secoli è stato svilito e manipolato.

Il suo vero significato risiede nella capacità dell’anima di esprimere le sue qualità attraverso la materia, nell’espressione, manifestazione della nostra parte divina nella vita di ogni giorno.

“La Via della Sensualità” – titolo di uno dei suoi libri – è il nome attribuito dall’Autore al suo percorso spirituale: una forma di ricerca della Bellezza sotto ogni aspetto e in ogni ambito: l’Arte, la Musica, la Natura, e soprattutto gli Esseri Umani.

Ce ne ha parlato in occasione del “Soul Talk” di venerdì 9 ottobre 2020 alle 22:30, in diretta sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”.

Per guardare il video clicca qui.

Un abbraccio e a presto, dalla tua Ondina Wavelet (JL).

 

 

 

 

 

 

 




“Funziona Solo Se Brilli!”

A dirlo è una stella …

Nell’ambito del Fashion e del Luxury Chiara Franchi si è costruita un Brand che vale oro, per le Griffe che si avvalgono della sua expertise come Advisor per brillare ancora di più.

Il messaggio però è anche il titolo del suo esordio come Scrittrice. Il libro è un Viaggio alla Scoperta della Luce che abita in ognuno di noi e che è importante scoprire, per diventarne consapevoli e farne dono al mondo.

In 9 capitoli, ognuno dei quali dedicato a un argomento e a un VIP, Chiara indaga i temi della Bellezza, dell’Autostima, del Coraggio di essere se stessi, dell’importanza di dipingere il quadro, prima di dargli una cornice (metafora per dire che è di fondamentale importanza curare noi stessi da dentro, riconoscerci, imparare ad accoglierci, volerci bene, ridere di noi e delle nostre presunte debolezze … )

Altri argomenti si susseguono, e il lettore può scorrere le pagine del libro come meglio crede, scegliendo di leggere i capitoli in ordine sparso.

 

… tra le stelle …

Ogni amico intervistato racconta a Chiara la sua storia e soprattutto il proprio modo di brillare, nella vita: Paolo Borzacchiello – il “Mago delle Parole” già da me più volte ospitato – il regista cinematografico Luca Brignone, l’attore Gabriel Garko, l’ex modella e fashion blogger argentina Candela Pelizza, l’attrice Jane Alexander, l’attrice e conduttrice radio televisiva Rosita Celentano, lo scrittore e influencer Paolo Stella, lo scrittore Simone Tempia, il Presidente dell’Unione Buddhista Italiana Filippo Scianna.

 

… che ha imparato a brillare di luce propria!

Tra un appuntamento e l’altro, Chiara racconta di sé e del suo Percorso di Crescita interiore; un percorso caratterizzato da momenti tutt’altro che luminosi e “felici”, eppure così importanti per fare di lei, oggi, la donna che è diventata: una Donna che ha rinunciato alla severità con cui si è sempre trattata per accogliersi, piacersi e amarsi.

Tutto infatti parte da “dentro”: imparando ad amare noi stessi, a scorgere la Bellezza che è in noi, a prenderci cura delle parole che usiamo per descrivere ciò che ci accade – lo facciamo tutti i giorni e in ogni momento: si chiama “dialogo interno” – possiamo amare gli altri, scorgere la bellezza che è in loro, migliorando la nostra percezione della “realtà” che ci circonda.

 

Una favola in cui specchiarsi.

In Chiara ho rivisto me stessa, e chissà quante altre persone si sono riviste in lei!

Non è facile immaginare un Destino glorioso per chi nasce in una piccola realtà di provincia dai confini così ben delineati.

I pensieri si limitano a “constatare” ciò che viene percepito: è un mondo in cui sentirci protetti, ma che presto finisce per starci stretto come il guscio di un uovo che, prima o poi, va rotto.

Non è facile lasciarsi alle spalle il piccolo mondo a noi familiare, per catapultarsi in una Dimensione dove il ritmo del respiro, i battiti del cuore e i nostri passi si fanno più veloci. Tanta gente intorno a noi ha visto luoghi e vissuto esperienze che abbiamo solo visto in tv, e ci sentiamo pesci fuor d’acqua.

Non è facile, infine, lasciarsi alle spalle una brillante carriera in qualcosa per ricominciare, ancora una volta, tutto daccapo. Rispondendo alla nostra Chiamata.

Una Chiamata troppo forte per far finta di nulla: ignorarla sarebbe come tradire la nostra vera Identità, il nostro Scopo.

 

È il Viaggio dell’Eroe.

Con i suoi momenti di sconforto, i tratti di strada in ombra, le cadute.

Ma ogni sfida è un’Alleata. Ogni lacrima una goccia di Coraggio, Fiducia e Autostima. Ogni caduta l’Occasione per rialzarsi, più forti di prima.

Di questo e d’altro ancora ho parlato con Chiara Franchi, attualmente impegnata in un Progetto che si avvale delle scoperte scientifiche in ambito neuro fisiologico e dell’Intelligenza Linguistica per offrire ai Brand più prestigiosi e alle Startup più promettenti gli strumenti conoscitivi per riallineare le Parole Chiave di ogni singola area operativa.

Il tutto formando una Leadership consapevole, responsabile della scelta delle proprie Parole per suscitare, nei membri dei propri Team, Emozioni come strumenti di una grande orchestra, da dirigere adottando uno stesso virtuoso Linguaggio.

Per ascoltare l’intervista, clicca qui.

Alla prossima!

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)

 

 

 

 

 

 

 

 




“Paura, vuoi essere mia Amica?”

Chi ha paura di aver paura?

Provare paura, soprattutto nel mondo occidentale, significa essere deboli, mammoni, e anche un po’ vigliacchi.

Ma cosa accadrebbe se la smettessimo di attribuirle il nome di “paura”?

Cosa succederebbe se le dessimo il benvenuto, la accogliessimo nel nostro salotto migliore, le offrissimo una tazza di tè, facessimo una chiacchierata con lei sul motivo della sua visita?

Eppure, conoscerla è amarla …

Se ci prendessimo la briga di conoscerla per chi “lei” davvero è, scopriremmo sul suo conto delle cose davvero interessanti.

Che è lei, la forza misteriosa che ci sprona a ricercare nuovi modi per risolvere un “problema”, che ci invita ad adottare un nuovo approccio nei confronti della Vita: non più come nemica da combattere pur di sopravvivere, ma come Dono irripetibile, celeste esperienza per evolvere.

È lei a rompere gli schemi fissi, rigidi, delle nostre inveterate abitudini.

Sempre lei, la Maestra che chiede solo di essere ascoltata.

 

… e fare di lei una potente Alleata.

La paura non va combattuta, respinta, ignorata. La paura va accolta, abbracciata, ringraziata per il Regalo che ci porta: farci entrare in contatto con il vuoto, l’ignoto, la morte che prelude a una rinascita.

La paura non va superata, ignorata o vinta: la paura va accolta “nuda” nel qui e ora, nella Presenza che è Luce a dissolvere ogni ombra.

Ed è qui che possiamo operare scelte non dettate da vani pensieri proiettati in dimensioni spazio temporali indimostrabili, ma scelte consapevoli, sagge, efficacissime.

Possiamo trarne il maggior vantaggio tornando a meravigliarci come quando eravamo bimbi.

Mantenendo il nostro cuore leggero come piuma.

Immaginando, scrivendo, creando opere d’arte.

Morendo a noi stessi per rinascere.

Ed è così che la paura, a braccetto con la Creatività, rivela la sua forza dirompente che risveglia dal torpore, cambia e trasforma.

 

“Paura, vuoi essere mia Amica?”

Al Soul 2 Soul Talk ho incontrato per voi Rita Minelli: Artista, Alchimista, Ricercatrice e Divulgatrice spirituale, Insegnante di Pittura intuitiva.

Fondatrice e Ideatrice di Spazio Rubedo, Rita tiene incontri di Arte Evolutiva e Crescita Interiore, percorsi evolutivi personali e collettivi di Risveglio a nuova Consapevolezza, incontri di Meditazione guidata attraverso il disegno intuitivo, alchemico ed evolutivo.

Per guardare il video clicca QUI.

Buon Ascolto e alla prossima!

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)

 

 

 

 

 

 

 




SmemoApp ed i giovani d’oggi!

Il gruppo editoriale CCEditore ha svolto nell’ultimo anno una importante ricerca sui giovani di oggi ed i social, commissionata dal Gruppo Smemoranda, al fine di realizzare un ambiente digitale a misura di giovani.

Il team di ricerca coordinato dal Professore di Sociologia, Corrado Faletti, con la sua ricerca ha permesso di avviare la creazione della SmemoApp, un diario digitale in grado di offrire una serie di servizi ad hoc per i suoi giovani utenti.

L’analisi di mercato, accurata e sistemica, ha calibrato l’offerta di un prodotto innovativo in grado di offrire una serie di servizi incentrati sulle richieste degli adolescenti del terzo millennio.

La dottoressa Chiara Sparacio, responsabile del team di ricerca ci riassume i principali contenuti:

Ragazzi ricchi di valori (impegno sociale e voglia di salvare il mondo).

Ragazzi che credono ancora nella famiglia, nell’amicizia e nella scuola.

Ragazzi creativi e dinamici, pieni di idee, i cui amori ed umori corrono sul filo degli ormoni (vedremo insieme l’evoluzione anagrafiche delle risposte).

Ma, comunque ragazzi, intelligenti e motivati, che chiedono qualcosa di più e qualcosa di meglio, di quello che c’è, attualmente, dentro e fuori la scuola.

Proprio, martedì scorso, il 15 settembre 2020, al Teatro Zelig a Milano, nella conferenza stampa di Smemoranda, è stato presentato un estratto della ricerca svolta da CCEditore per indagare sui valori dei giovani.

Il campione preso in considerazione tra marzo e giugno 2020, presenta le seguenti caratteristiche:

Età compresa tra gli 11 ed i 18 anni.

Studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado.

Nel 55% dei casi, maschi, e nel restante 45%, femmine.

Appartenenti a tutto il territorio nazionale.

Analizzati in due tempi, nella Fase 1, durante il lockdown, 550 studenti,

nella Fase 2, terminato il lockdown, 2000 studenti.

Monitorati attraverso un questionario di 40 tavole, relative a più di 100 domande espresse tramite questionari e test di verifica incrociati, gruppi di lavoro e workshop.

I ragazzi hanno risposto a questionari relativi a

  • Interessi generali
  • Utilizzo dei siti
  • L’app ideale
  • Reperimento e rapporto col denaro
  • Valori condivisi
  • Impatto personale sul mondo

 

Lo studio ha riportato dei valori molto interessanti, tracciando un profilo dei giovani notevole.

Prima di tutto, i giovani, nel giro di pochi mesi, passando dalla preadolescenza all’adolescenza (dagli 11-13 anni ai 14-18) cambiano di parecchio la focalizzazione sulla propria identità.

Essi spostano il loro interesse dall’esterno, verso eventuali idoli, all’interno, verso la consapevolezza di sé, assumendo così, una presa di coscienza del proprio valore personale.

I giovani decidono di volersi formare, vogliono essere artefici del proprio destino.

Interessante è vedere, per esempio la scala di valori dei ragazzi.

Nella fascia di età 11-13 anni, la Famiglia occupa il primo posto, seguita dagli Amici ed in ultimo dallo Studio.

Dai 13 ai 18 anni, cambia tutto, prima c’è l’Amicizia, poi lo Studio, per ultimo la Famiglia.

Ma non solo!

Lo studio ha dimostrato che i ragazzi, più crescono, più chiedono alla scuola di essere al loro fianco per essere migliori.

I giovani non vogliono materiale scolastico o programmi predefiniti (le famose conoscenze), ma, chiedono competenze, vogliono studiare su materiale creato apposta per loro, anzi, nato da loro.

La app più amata tra gli 11 e i 14 anni parla di musica, la meno interessante parla di libri.

Tra i 13 e i 18, la app più amata parla di musica, ma quella di libri sale vertiginosamente.

Se i più giovani seguono Tik Tok, ed usano prevalentemente WhatsApp, ben presto, crescendo, passano ad Instagram, Facebook, Messenger.

Sono sensibilissimi al tema della natura, pensano di avere il dovere di intervenire e chiedono alla scuola di aiutarli in questo.

Il loro denaro denaro viene speso per uscire e per fare acquisti di beni tra gli 11 e i 13 anni, ma per comprare app e appunti per studiare tra i 13 e i 18.

 

I ragazzi sono molto sensibili al sociale, infatti spendono il 10% del loro importo mensile in beneficenza.

Insomma, i giovani non sono una categoria unica, preconfezionata, sono fluidi e dinamici, intelligenti ed esigenti.

Per questo ci voleva una ricerca di marketing per centrare il bersaglio, per offrire loro un servizio scolastico ed un supporto digitale esclusivo.

Questo asse di ricerca, dicevamo, è stato curato da CCEditore, ed intorno a questo asse è nata SmemoApp.

Smemoranda ha infatti deciso di raddoppiare il suo storico diario, accostando alla versione cartacea, un’innovativa versione digitale.

La nuova veste dell’agenda nata nel 1979 è stata presentata proprio martedì 15 settembre al Teatro Zelig di Viale Monza, alla presenza del team di Smemoranda e dell’influencer Luciano Spinelli.

La Smemoranda cartacea esiste già da oltre 40 anni.

Nata nel 1979, Smemoranda ha ospitato le firme più prestigiose del mondo del cinema e della musica come Fellini, Jovanotti e Ligabue.

Ha sempre veicolato valori importanti ed estremamente attuali come la solidarietà e il pacifismo.

Il celebre diario ha raccolto attorno a sé più di 25 milioni gli studenti che, dalla prima edizione ad oggi, l’hanno “consumata” ogni giorno ed ha visto la partecipazione di diverse centinaia di collaboratori che hanno contribuito al suo successo.

Smemoranda è stata riconosciuta come un social ante litteram, ed è sempre stata considerata una vera e propria bacheca materiale.

Ora,”la Smemo si è aperta al web preparando il terreno per questa rivoluzione digitale” ha raccontato Nico Colonna, Direttore di Smemoranda.

La SmemoApp è un diario a tutti gli effetti, in formato digitale, che permette di segnare gli orari delle lezioni, di organizzare la giornata scolastica e di controllare il calendario scolastico.

Ma non solo, dall’app è possibile anche tenere sotto controllo la media dei voti, aggiungere gli amici e creare gruppi di discussione, oltre che condividere gli appunti con i compagni di scuola.

La SmemoApp è in grado di interagire day by day con gli studenti nel loro quotidiano, scuola compresa.

Ogni giorno, il diario propone centinaia di contenuti dedicati ai giovani, che possono creare post e condividerli.

I contenuti prodotti dagli utenti sono di loro proprietà ed essi stessi possono decidere di eliminarli in qualsiasi momento.

La genesi del progetto rimanda, come dicevamo, alla stretta collaborazione del team di Smemoranda con Corrado Faletti, Professore di Sociologia, che ha pensato alla “Stanza delle idee della generazione Z“.

Da lui è partita l’intuizione geniale di progettare un luogo digitale dedicato alla scuola, agli studenti e alle loro esigenze.

Dalla ricerca è emerso che la maggior parte dei ragazzi desiderava un’app in grado di offrire opportunità e stimoli per lo studio e di supportare la scuola in progetti sull’ecologia e sulla didattica.

La nascita della SmemoApp, è costruita proprio intorno a “la stanza delle idee della generazione Z”.

La SmemoApp offre una serie di attività, nate per i giovani e create con i giovani.

Nel corso dell’anno scolastico, infatti saranno implementati, con i partner leader del singolo settore, attività e servizi relativi a viaggi, assicurazioni su richiesta, servizi bancari, acquisto di biglietti per spettacoli e concerti, orientamento, volontariato, distance learning.

Non mancherà una sezione per giocare, accumulare punti, partecipare a concorsi e vincere premi, sezione realizzata in collaborazione con Epipoli, gruppo fintech italiano leader nei sistemi di engagement e specializzato in carte prepagate e Gift Card.

La rubrica reward è inaugurata dal Grande Concorso Smemoranda: chi acquisterà in edicola il magazine “Smemoranda – Tutti a scuola!” avrà la possibilità di partecipare al concorso e attraverso SmemoApp e potrà vincere subito fantastiche gift card Foot Locker e Media World per un monte premi totale di 15.000 euro.

Alessia Gemma, Responsabile contenuti Smemoranda, ha commentato: “Smemoranda si è sempre contraddistinta per la cura dei contenuti, contenuti che adesso abbiamo spostato anche on-line.

E’ il primo motore di ricerca per i ragazzi, per la generazione Z.

Ci sono tutti i contenuti scelti insieme ai Partner, il mantra che abbiamo seguito nella loro selezione è stato “se devi spiegarlo agli adulti, va benissimo per i ragazzi”.

Ci sarà inoltre una rubrica dedicata al Fantacalcio, vignette di ZeroCalcare, oroscopi e rubriche”.

Una moltitudine di contenuti freschi, aggiornati costantemente, legati all’attualità e ai trend.

I contenuti della Generazione Z, insomma, contenuti dei giovani.

Il rapporto completo verrà presentato da unicceditore.education entro il 2020.

Giovani creativi e vitali, anche un po’geniali, open mind e work in progress, come chi li ha studiati ed accontentati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La nostra realtà sono i sogni”

 




“Tutto è Vibrazione”

A dirlo è Fabrizio Rispoli.

Cantante, compositore, chitarrista, ricercatore spirituale di nuova generazione.

Ha impreziosito con la sua bellissima voce gli intermezzi musicali di trasmissioni televisive per la Rai di Milano presentate da Paolo Limiti, Simona Ventura e Gene Gnocchi, Fiorello e Baldini.

Sempre per la Rai ha partecipato, come vocalist, al Festival di Sanremo.

In qualità di cantante e compositore ha pubblicato con “The New Jazz Affair” 4 CD, distribuiti in tutta Europa e in Giappone.

Nel 2017 è uscito il suo primo CD con 12 canzoni inedite autoprodotte, “White and Blue”.

Un po’ di storia.

Ci siamo lasciati poco più che ragazzi in uno studio di registrazione di Conegliano Veneto in provincia di Treviso dove, appena ventenne, ho imparato l’arte dello speakeraggio pubblicitario e a cantare come corista di jingles per le radio private sparse sul territorio nazionale, quando ancora i grandi network non erano stati inventati.

Lo studio era la sala prove e di incisione di un gruppo musicale di cui Fabrizio era il frontman: il “Level Group”, formazione ormai disciolta con “Miki” (Michele) Minniti al basso, Gianni Fantuz alla batteria, “Caio Sax” (Claudio Zambenedetti) al sax, Mario Baratto alle tastiere, Fabrizio alla chitarra e voce.

Non ricordo come fossi approdata lì. Forse il gentile passaparola di qualcuno che già mi apprezzava come voce alla radio.

Quel che ricordo è che il giorno del mio primo turno al “Level Studio” avrebbe segnato l’inizio di un sodalizio artistico durato un biennio, fino al giorno in cui, sulla scrivania di Marina – l’allora fidanzata di Miki – non lessi un trafiletto pubblicitario che parlava del Centro Teatro Attivo di Milano, la scuola di teatro e di doppiaggio più nota e prestigiosa dell’epoca.

Il resto è storia: la mia storia come doppiatrice.

 

Il primo jingle non si scorda mai …

Tra uno spot pubblicitario e l’altro, un bel giorno Miki mi invitò a intonare un jingle* che Fabrizio aveva già inciso con la sua voce e splendidamente armonizzato.

Ricordo la melodia e il brand come fosse ieri: è proprio vero che, come il primo bacio, il primo jingle non si scorda mai!

Mi bastò sovrapporre la mia voce sulla linea melodica principale per convincere Miki che ero io, la corista che stavano cercando.

I nostri timbri vocali armonizzavano tra loro come i colori di un abbinamento ben riuscito. Registrammo tanti jingles, da coprire il fabbisogno delle radio private di tutta Italia.

Jingles composti da Fabrizio con amore, costituiti da più linee melodiche in accordi tutt’altro che scontati.

Non è facile armonizzare un jingle su base jazz, ma io trovavo le tracce già incise da Fabrizio. Tutto quello che dovevo fare era sovrapporre la mia voce alla sua in ognuno di quegli audaci, imprevedibili “ricami”.

 

La scintilla del genio.

Avevo vent’anni all’epoca, i ragazzi del gruppo all’incirca venticinque. Pur essendo così giovani erano appassionati di jazz, funk e fusion: musica colta per una nicchia di ascoltatori dal “palato” esigente.

Tra i loro idoli ricordo gli Yellow Jackets, gli Spyro Gyra, gli Uzeb e ancora Marcus Miller, Larry Carlton, Stanley Clarke, Jaco Pastorius, Chick Corea, e altri mostri sacri del jazz da loro venerati, seguiti e studiati.

Colti e dotatissimi, devo a loro l’aver affinato il mio orecchio musicale, abituandolo a generi musicali da intenditori.

 

Trent’anni di silenzio.

Galeotto fu il trafiletto sul Centro Teatro Attivo di Milano nella rivista sulla scrivania, e galeotta fu Marina che me lo indicò, pensando che mi sarebbe potuto interessare.

Di lì a qualche mese sarei partita per intraprendere la mia carriera di doppiatrice.

Calato il sipario sulla mia attività di speaker pubblicitaria e corista di jingles al “Level Studio” di Conegliano Veneto, ci perdemmo di vista.

Finché un giorno, aggrappata alla barra di sostegno di un tram diretto verso Corso Sempione a Milano non notai, tra i passeggeri, un ragazzo che parlava con una ragazza seduta al suo fianco. Lo notai perché aveva un’aria a me familiare. Non ebbi il coraggio di chiedergli se era “lui”. Trent’anni dopo lui stesso mi avrebbe confessato di avermi notata per l’incredibile somiglianza con la ventenne che aggiungeva la sua voce ai suoi meravigliosi, angelici cori.

Il mistero fu svelato trent’anni dopo circa: lui era davvero Fabrizio e stava raggiungendo la Rai di Milano per cantare come vocalist nelle trasmissioni condotte dagli illustri presentatori già citati.

Io, ovviamente, ero davvero “lei”. Il mondo è piccolo. Anzi. Piccolissimo.

 

Grazie, FacciaLibro!

È vero: è una tentazione continua quella home dove, tra un post e l’altro, a volte passa un’ora e neppure te ne accorgi.

Ma ha un pregio: se ti viene in mente qualcuno che hai perso di vista, ne scrivi il nome nella barra della ricerca.

Al resto, pensa l’app più popolata del pianeta. Così è stato per me e Fabry. Alla fine ci siamo ritrovati.

Rimasti in contatto su Messenger per qualche anno, fino alla diretta a sorpresa di ieri sera.

 

Quando la vita ti sorprende, sorprendila anche tu.

L’Ospite da me invitato – anch’egli musicista, compositore e consulente musicale – per parlare di come suoni, musica e parole influiscano a livello fisico, emotivo, psicologico e comportamentale sull’essere umano, ha avuto un contrattempo il giorno prima dell’appuntamento settimanale del Soul Talk sul mio Canale YouTube.

Mi è subito venuto in mente Fabrizio: erano mesi che cullavo l’idea di intervistarlo!

Gli ho lasciato un vocale su whatsapp, chiedendo scusa per il breve preavviso, vista l’emergenza. Certo, avevo in cuore di realizzare comunque una puntata con lui, ma temevo che non avrebbe preso bene l’idea di colmare un inatteso “vuoto”.

Nella sua imprevedibilità, la Vita dà grazia a chi crede che, alla fine, “tutto andrà bene”.

… E un momento lì per lì “improvvisato” si è rivelato essere perfetto: già scritto nell’Agenda di un Universo che non conosce sosta nel suo magico operare.

Il format, della durata di mezz’ora, è stato completamente stravolto.

 

Trent’anni da raccontare, tra ricordi e Frequenze Sacre.

Oggi Fabrizio è impegnato in concerti live e nell’insegnamento: è uno dei pochissimi maestri di canto, di cui puoi ascoltare la voce alla radio!

Per quanto concerne la Ricerca Spirituale è un appassionato cultore del Suono come Vibrazione: ai suoi allievi insegna come percepirlo in modo cosciente sia “interiormente”, sia nella loro realtà circostante, attraverso la Musica e la Voce ma anche attraverso la Spiritualità, ovvero la Coscienza del “Tutto che vibra”, facendo del Suono stesso il mezzo per meditare e innalzare la propria personale vibrazione.

Ed ecco il Soul Talk, trasmesso in live streaming sabato 19 settembre 2020 alle 22:30, un’ora prima del consueto orario di inizio.

Sono quasi due ore di piacevolissima conversazione, sul tema delle frequenze e dei loro benefici sul corpo e sulla psiche umana, durante una meditazione “ben fatta”.

Buon Ascolto e alla prossima!

Ondina Wavelet  (Jasmine Laurenti)

 

*il coretto pubblicitario che apre, fa da intermezzo e chiude lo spot pubblicitario. All’epoca andavano tantissimo di moda i jingles, usati anche da soli come sigle flash di trasmissioni o rubriche radiofoniche.

 

 

 

 

 

 




“Il Fotografo Dell’Anima”

Un Progetto per le Donne.

Tutto cominciò il giorno in cui un’amica mi coinvolse in un Progetto pensato per le Donne.

In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, Ary – questo lo pseudonimo della mia amica – avrebbe divulgato short movies con immagini e “voci” di Donne identificate nella loro Mission.

“Mission” è forse un termine un po’ inflazionato, al giorno d’oggi.

Eppure l’unico, a mio avviso, a suggerire l’Idea di Risveglio al proprio Scopo, nella Vita.

Scopo che abbraccia l’Identità dell’Essere Umano che lo porta a manifestazione, i suoi Valori, il Modo – o i Modi – per raggiungere l’Altro e fargli del Bene, realizzando pienamente Se Stesso.

 

“… Posso fotografarti l’Anima?”

Ecco come ho incontrato Sérgio Saraiva.

Quel giorno di marzo fu l’ultimo per me, a Milano, alla vigilia del periodo storico più delicato dei nostri ultimi tempi.

Nato in Brasile e, per sua stessa ammissione, senza radici, dopo alcuni anni di apprendistato con i migliori fotografi della sua epoca – vere e proprie celebrità nel suo Paese – decide di partire alla volta di Milano e poi da lì, per altri Paesi d’Europa.

I suoi servizi fotografici conquistano riviste come Elle, Vogue, Marie Claire, Cosmopolitan e ancora Max, Gioia, Annabella, Vogue Sposa e Vogue Germania, PlayBoy Brasile e Grecia …

 

“Sì, ma con rispetto.”

Ci siamo seduti attorno a un tavolo, Sérgio e io. Tra noi, la sua attrezzatura per le riprese. Intorno, le luci.

Mi aspettavo una serie di domande a cui dare risposta, per realizzare una video intervista.

Invece il tempo si è fermato e io non ho avuto altra scelta che mettere da parte i miei pensieri – già proiettati “altrove”- la mia fretta di finire, la mia immagine pubblica a mo’ di corazza.

Non ho avuto altra scelta che deporre orologio e corazza.

I miei pensieri, veloci come saette, sono rimasti sospesi a mezz’aria – come nel film “The Matrix”! – per tutto il tempo necessario.

Ecco com’è nato il video di Benvenuto del mio Canale YouTube “Jasmine Laurenti”!

 

“Stanotte tocca a me …”

… Intervistare la sua Anima e chiederle come si trova, nei panni di un Fotografo Viaggiatore.

Raccogliere, nel Giardino del Silenzio, i Fiori di Parole profumate e altamente vibranti.

Fermare il tempo parlando di Fede, Verità e Bellezza.

Basteranno a salvare il mondo, risvegliandolo a Nuova Consapevolezza?

 

Save the Date and the Event:

Venerdì 11 settembre 2020 alle 23:30, in diretta sul mio Canale YouTube, “Soul 2 Soul Talk” con Sérgio Saraiva, il Fotografo dell’Anima.

Per gustarti la diretta “in diretta”, clicca QUI.

Il video rimarrà a disposizione sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti” da stasera in poi, per sempre.

Alla prossima!

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Ripartenza, sforzo inutile?

 

Si ritorna a scuola, tra incertezze e perplessità.

I colleghi precari sperimentano errori ed orrori delle graduatorie provinciali.

I colleghi di ruolo si ritrovano a ballare tra tracciabilità e positività (ai test sierologici).

I Dirigenti sono braccati tra linee guida del C.T.S. e pressioni dell’utenza.

Il personale A.T.A deve districarsi tra cattedre scoperte, aventi diritto, perdenti posto, messe a disposizione, categorie a rischio e lavoratori fragili.

Le famiglie navigano a vista tra lo spettro della Dad, (diventata ora Didattica Digitale Integrata, come se bastasse cambiare un nome per risolvere un problema) ed i protocolli anticovid…

La dura prova alla quale è stato sottoposto il nostro sistema scolastico ha fatto emergere criticità e punti di debolezza.

Aspetti critici sistemici e vulnerabilità contingenti che hanno indotto in tutti i protagonisti una condizione di sconforto, forse mai registrata nella scuola del dopo guerra.

Amarezza ed avvilimento sono aumentati ancor di più nel periodo delle vacanze, periodo segnato da incertezze, indicazioni poco chiare, opinioni fuorvianti, messaggi contraddittori, anche al limite della perdita di ogni elemento di ragionevolezza.

Ma, nonostante tutto questo, anche se spesso e volentieri, non se ne parla, la scuola ha continuato a svolgere il suo ruolo.

La scuola non si è fermata.

I DS, i collaboratori dei DS ed i DSGA hanno continuato a programmare, progettare, eseguire tempestivi monitoraggi di diversa provenienza per mettere un “popolo” nella condizione di poter riprendere a costruire – con i limiti indotti dall’evoluzione pandemica, ma in sicurezza – i progetti educativi delle autonome Istituzioni scolastiche.

Purtroppo, temi di distrazione di massa e di efficace qualità populista hanno provato a far perdere la bussola ad una squadra di professionisti che, nonostante tutto, ed a diverso titolo, sono stati e sono protagonisti nella ripartenza di questi giorni.

Come redazione di betapress, ne abbiamo parlato con il prof. Rosolino Cicero, Presidente dell’Ancodis (Ass. Naz. Coll. Dir. Scol.)

Betapress– Prof. Cicero, quest’anno, di certo, i Dirigenti scolastici ed i Vicari, non si sono goduti le ferie…

Cicero– Proprio così.

Siamo stati in questa calda e complicata estate impegnati quotidianamente nelle nostre scuole a progettare, ad immaginare, a verificare come poter dare risposta, senza allarmismi ed in sicurezza, alle legittime richieste delle famiglie, consapevoli che “l’anno che verrà” non potrà essere come i precedenti, ci riserverà tante “sorprese” e metterà in discussione prassi organizzative e modelli didattici consolidati.

Betapress– Da addetti ai lavori del mondo scuola, cosa state facendo come Ancodis?

Cicero– Alla facile inerzia di alcuni o alla tentazione di altri di scaricare le responsabilità abbiamo preferito la strada più difficile, quella di osare e di rischiare, pur con tutte le incognite che la dura e complessa realtà ci porrà innanzi.

Abbiamo preferito giocare da protagonisti la partita contro il Covid 19, consapevoli che il risultato finale dipenderà da una squadra coesa e determinata, costituita dalla comunità scolastica, dai genitori, dagli EE.LL.(Enti Locali), dal volontariato.

Betapress– Qual è il vostro obiettivo?

Cicero- Continuiamo a perseguire, con determinazione e nonostante le tante criticità, un solo obiettivo: fare ripartire i nostri alunni in ambiente scolastico, far comprendere loro che ciò che è nelle nostre possibilità dovrà essere fatto, senza se e senza ma, schierarli in “campo da gioco” nel quale, nel rispetto delle regole, seppur molto stringenti e magari non comprese, ciascuno possa sentirsi protagonista e tutti insieme fare, nel primo giorno di scuola, un incoraggiante segno di vittoria.

Betapress– Prof. Cicero, vuol dire qualcosa in particolare ai suoi colleghi vicepresidi?

Cicero– Sì, vorrei rivolgere un pensiero particolare, ai tanti colleghi Collaboratori che si trovano a lavorare in scuole in reggenza: conosciamo bene l’enorme lavoro che li aspetta e le tante criticità ed emergenze cui dovranno far fronte.

A loro ed alle loro comunità va un sincero incoraggiamento.

Betapress– E a tutti gli altri operatori scolastici…

Cicero– A tutto il personale della scuola, ma anche alle famiglie, agli alunni, ai volontari, voglio dire che la scuola deve ripartire e ciascuno deve poter dire di aver contribuito a vincere la grande sfida.
Buon anno scolastico a tutti.

E noi come redazione di betapress, vogliamo appoggiare questo messaggio propositivo di Ancodis.

Messaggio, controcorrente, certo, ma molto più efficace ed efficiente di tanta propaganda elettorale, in cui la scuola è impiegata come specchietto per le allodole, per guadagnare voti da chi non sa neanche di cosa sta parlando.

Grazie, Prof. Rosolino Cicero, per fortuna che qualcuno ci crede nella scuola e, nei fatti, si impegna a migliorarla.

[N.d.D.]

Nel fare i complimenti al prof. Cicero, riteniamo giusto osservare che tutte le scuole hanno lavorato in questi ultimi tre / quattro mesi per  la ripartenza.

Il vero problema è che hanno ricevuto indicazioni sempre più confuse e contrastanti, segno di mancanza di conoscenza  a monte, costringendo i dirigenti a fare e disfare, senza una linea coerente o quanto meno sicura.

Ancora di più si stanno buttando al vento milioni di euro che forse si potevano usare in modo più proficuo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rosolino Cicero: la DAD non è di sistema…




“Non siamo qui per sbrogliare la matassa, ma per passarci attraverso e lasciarci trasformare”

La “realtà” è multistrato …

C’è una dimensione, oltre quella in cui viviamo quotidianamente, dove tutto è rarefatto, leggero … vibra ad alte frequenze, sempre più vicine alla Luce.
 
Su questo mondo a noi invisibile ma più vero del sogno in cui siamo immersi, più o meno consapevolmente, si è posato lo sguardo di Paola Ferraro, Autrice, Formatrice e Ricercatrice Spirituale la cui Mission è porgere al mondo preziosi Strumenti per raggiungere un Benessere a 360 gradi.
 

Lo sguardo “oltre” ciò che appare.

Grazie alla sinergia di elementi come le Costellazioni Quantiche Sincroniche, la Numerologia e l’Aloe vera come pianta alchemica, Paola crea forme diverse e cangianti combinazioni, nel rispetto delle diverse situazioni che la Vita ci pone davanti.
 
Ascoltarla parlare di ciò che la appassiona è lasciarsi andare a un flusso inarrestabile di informazioni intrise di pura ispirazione.
 
Si parte dal presupposto che la “realtà”, percepita attraverso i nostri cinque sensi, è “multistrato”: ci appare materiale nella dimensione più densa, dove impariamo a vivere nella dualità: giusto e sbagliato, ragione e torto, luce e ombra, bene e male …
 
Vedendo la vita come “materia”, impariamo a credere solamente a ciò che possiamo percepire sensorialmente.
Ma se il nostro sguardo va “oltre” l’apparenza delle cose, ci si dischiude un intero, nuovo universo!

Siamo Uno.

… Scopriremo che mondo interiore e realtà esterna non sono mai stati divisi, e che la realtà si muove in noi, attraverso di noi, al ritmo del nostro evolvere e “accorgerci”.
Gli stessi eventi sincronici non sono che espressione del nostro inconscio!
 
Nel fluire delle sue parole, Paola tocca argomenti come i messaggi che la Vita ci manda ogni momento sotto forma di “coincidenze”.
E poi simboli, archetipi, numeri, codici, che sono già dentro di noi: basta scoprirli e attivarli, per comprendere il Linguaggio con cui l’Universo ci parla!
 

Il crollo delle illusioni e la nuova nascita.

Quando tutto viene rimesso in discussione a partire da noi stessi, nella disidentificazione dai “ruoli” ricoperti nel Gioco della Vita, nella consapevole rinuncia al controllo, nella piena “comprensione” – accettazione e accoglienza – di ciò che ci accade, nell’apparente Vuoto, nella resa totale e incondizionata alla volontà divina, crolla il mondo delle illusioni e accade il Miracolo della Nuova Nascita.
È il punto di partenza di un PerCorso che ha per destinazione l’Eternità.
 

Appuntamento con Paola Ferraro:

Stasera alle 23:30 sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”, video première di “Non siamo qui per sbrogliare la matassa, ma per passarci attraverso e lasciarci trasformare”.
 
Se non ti sei ancora iscritto al Canale, questo è un ottimo momento per farlo.
… E ricordati di attivare le notifiche!
Così, viaggiamo insieme.
 
Ondina Wavelet – Jasmine Laurenti
 
#alchimiatrasformativa #alchimia #universo #spiritualità #aloevera #consapevolezza #simboli #codici #numeri #metafore #eventisincronici #vita #inconscio #uno #dualità #anima #spirito #corpo
 
 
 



Un desiderio irrefrenabile di acquisti online

In alcuni momenti di crisi può succedere di mettere in atto delle modalità compensatorie per placare il disagio.

La nostra mente ci aiuta a gestire l’ansia attraverso la soddisfazione di desideri, uno  dei quali, molto comune tra le persone, è quello di possedere abiti, scarpe, borse, trucchi,  gioielli, oggetti d’arredo, libri, quadri ed altro.

Prima dell’avvento di internet, pur essendo presente questa ambizione, era più  complesso poterla soddisfare nell’immediato mentre oggi le opportunità di acquisto sono molto più celeri in quanto attraverso internet abbiamo accesso 24 ore su 24 a qualsiasi tipo di prodotto. È dunque possibile selezionare diversi negozi avendo  l’illusione di potere risparmiare.

L’acquisto online tende ad azzerare le dimensioni spazio-temporali in quanto alla persona viene offerto un “luogo virtuale” nel quale il prodotto in vendita è reso  accattivante da numerose informazioni e stimoli spesso di tipo subliminale.

Lo shopping compulsivo online ha in comune con quello che avviene fisicamente la tensione ed il bisogno irresistibile che si placano solamente con l’acquisto  dell’oggetto del desiderio.

Ciò che muta è la modalità d’acquisto ed una caratteristica importante è legata al  fatto che la persona può possedere ciò che desidera senza essere giudicata.

In passato già lo psichiatra tedesco Emil Kraepelin si era occupato del fenomeno  dell’acquisto compulsivo che identificò con il termine “oniomania”.

Oggi lo shopping compulsivo viene definito come un comportamento d’acquisto che  il soggetto sperimenta a causa di un bisogno irrefrenabile ed urgente di comperare.

Accade spesso che ciò che si è acquistato sia un qualcosa di inutile e la persona ne è  consapevole ma non riesce a farne a meno. Si innesca un comportamento ripetitivo nel tempo che può giungere a provocare e a causare danni alla vita relazionale, sociale, lavorativa ed economica.

Anche se la persona sostiene di voler interrompere questi comportamenti disadattivi, numerosi sono i tentavi fallimentari osservati.

Proviamo ora ad immedesimarci nella persona che di abitudine mette in atto comportamenti di shopping compulsivo.

Cosa prova?

Innanzitutto si sente pervasa da un senso di urgenza che era stato anticipato da sensazioni di noia, ansia, rabbia; segue poi la pianificazione dell’acquisto che prevede la selezione dei negozi da visitare; scelto il negozio il soggetto inizia a comperare oggetti che sente attraenti e riguardo ai quali sostiene di non potervi rinunciare.

Gli acquisti sono sempre accompagnati da una forte sensazione di euforia che in breve si trasforma in senso di colpa e frustrazione.

Perché ci si sente in colpa?

La riflessione prioritaria è che si è speso più di quanto ci si poteva permettere.

L’episodio di shopping compulsivo è sempre accompagnato da stati emotivi intensi.

L’infelicità sembra essere una tra le cause più attendibili della predisposizione allo shopping compulsivo e sono soprattutto le persone infelici che riescono a trasformare, acquistando, i propri sentimenti negativi in fittizi sentimenti positivi.

Tra le varie teorie che hanno cercato di analizzare il fenomeno dello shopping compulsivo riteniamo opportuno riflettere su quella psicosociale che sottolinea alcuni aspetti collegati alla distorsione dell’autonomia. In pratica sembra che le persone che non si sentono autonome si attivino per sfuggire all’impotenza che le caratterizza proprio attraverso l’azione del comprare.

Altrettanto interessanti e degne di  nota sono le teorie psicodinamiche che accennano al tema della seduzione infantile. In quest’ottica pare che l’atto dell’acquistare permetta di superare il senso di inadeguatezza sperimentato già a livello dell’infanzia. Sempre secondo le suddette teorie la causa potrebbe essere riconducibile al tema freudiano della castrazione femminile. Ulteriore causa potrebbe anche essere la rottura del legame con una persona di riferimento significativa nella vita dell’individuo.

Un basso livello di autostima è la caratteristica più comune tra chi soffre di shopping compulsivo.

Possiamo ritenere che lo shopping via internet venga utilizzato per sollevarsi dal dolore e sentirsi autonomi .

È stato osservato che chi soffre di shopping compulsivo ricerca l’acquisto per provare sensazioni forti.

L’acquisto compulsivo può portare ad un disturbo da accumulo, che si esprime nel  bisogno insaziabile di possedere il maggior numero possibile di quegli oggetti sui  quali ci si è fissati.

Sono noti a tutti gli accumulatori di scarpe il cui bisogno insaziabile può sfociare  nel      disturbo psicologico denominato “shoeaholic”.

Gli accumulatori di oggetti sono disposofobici e tendono ad accatastare negli  ambienti in cui vivono oggetti senza mai disfarsene. Queste persone possono  invadere tutte le stanze delle loro abitazioni con libri, vestiti, oggetti vari. Non leggono quei libri, non indossano quegli abiti, non utilizzano quegli oggetti .

Oggi gli acquisti online riguardano anche oggetti importanti. Possiamo notare come molte persone lascino fluire il loro bisogno compulsivo di collezionare opere d’arte.

Più l’oggetto è costoso maggiore sarà la gratificazione.

Riteniamo che il desiderio inarrestabile di acquisti online sia alimentato oggi dalla facilità di accesso ad internet che offre anche la possibilità di partecipare ad aste virtuali. Utilizzare carte di credito per i pagamenti rafforza inoltre la condotta compulsiva e facilita l’acquisto.

Se analizziamo artisti geniali, possiamo ritrovare spunti di fissazione sugli oggetti nelle loro opere d’arte.

Van Gogh ad esempio dipinse un numero rilevante di quadri dedicati alle scarpe.   

Interessante è anche l’arte seriale dove lo stesso soggetto viene ripetuto in quadri diversi all’infinito, e magari più volte nello stesso quadro, e a questo proposito pensiamo ad Andy Warhol quando ripropone in modo ossessivo le sue lattine di zuppa Campbell.

 

L’ossessione è ben espressa da Dino Buzzati in una frase tratta dal suo libro “Il colombre e altri cinquanta racconti”: “Navigarenavigare, era il suo unico pensiero. Non appena, dopo lunghi tragitti, metteva piede a terra in qualche porto, subito lo pungeva l’impazienza di ripartire”.

 

Così chi soffre di shopping compulsivo online acquista navigando in internet, si ferma un attimo ma il suo desiderio è quello di ripartire subito perché la compulsività  non gli lascia tregua.