“La mia passione è dare i numeri” con Luca Carli

Un mondo fatto di numeri.

 

Ero in prima Ragioneria. Durante la lezione di non ricordo quale materia, bussarono alla porta della classe.

Si affacciò uno studente di seconda che, timidamente, chiese di me. A mandarlo era il Prof di matematica, che mi chiedeva di raggiungerlo nell’aula attigua.

Mi tremavano le gambe, mentre seguivo quel ragazzo in corridoio.

Il prof di matematica era bravissimo nella sua materia, e altrettanto esigente con noi studenti.

Avevo più di una ragione per tremare: un cinque in matematica, un quattro in fisica – le sue materie – un quattro in geografia astronomica e un’altra insufficienza non ricordo dove. Insomma: quattro buoni motivi per essere bocciata.

Nonostante le insufficienze e le “bigiate” – fu proprio lui a beccarmi alla stazione dei treni, chitarra in spalla, in partenza per andare a fare una “visita specialistica” – non andò come previsto.

Il prof di matematica mi prese in disparte e, sorridendo bonariamente, mi disse: “Non me la racconti giusta, signorina: tu sei troppo intelligente. Hai due opzioni. La prima è augurarci buone vacanze e rivederci un’altra volta in prima. La seconda è che ti dia un sei in matematica. Ma … mi devi portare a settembre fisica e geografia. Cosa facciamo?”

Secondo voi, quale delle due opzioni scelsi?

Fu in assoluto l’estate più lunga e calda della mia vita. Mi feci una promessa: mai più, sarei stata rimandata a settembre!

Ne ebbi come premio l’ammissione al secondo anno e, con mia grande sorpresa, mi innamorai dell’Universo, dei pianeti e del loro sincronico movimento, delle maestose distanze che li separano, delle misteriose forze che ne regolano il funzionamento.

Mi innamorai della divina perfezione di un Cosmo, composto da misteriose cifre: codici che racchiudono – lo avrei scoperto decenni dopo – significati profondi, svelati soltanto a chi oltrepassa la soglia della distrazione, del sonno ipnotico che ci avvolge, privandoci – se non ci destiamo in tempo – del Piacere di Scoprire nuovi mondi.

Mi innamorai dei numeri.

 

I Numeri: le Chiavi d’accesso a Chi noi siamo e al nostro Scopo.

 

E poi c’è Paola e la sua passione di tradurre date significative, orari di eventi sincronici, targhe automobilistiche, lettere di parole e nomi … in Messaggi con cui l’Universo le parla e la guida.

Sostiene che ciascuno di noi dovrebbe prestare attenzione ai simboli, ai colori, alle metafore con cui la Vita ci ispira a seguire il suo eterno, gioioso fluire.

A ogni numero che si presenta, lei consulta il Manuale “1001 Messaggi dall’Universo”: 1001 numeri, convertiti in preziosi Suggerimenti per vivere al meglio il nostro personale Viaggio dell’Eroe.

Autore del magico libro è il suo carissimo amico Luca Carli. Le ho chiesto di presentarmelo: ne è nata una bella intervista, trasmessa in live streaming, in occasione del settimanale appuntamento del “Soul Talk”.

 

“1001 Messaggi dall’Universo”

 

A venticinque anni Luca si laurea in ingegneria. Non importa in quale ramo: è ovvio che abbia avuto a che fare con la matematica e i numeri! Sta di fatto che, chiuso il cerchio della formazione scolastica, abbia deciso di seguire la strada del Cuore.

E il Cuore, com’è facile intuire, lo ha portato altrove: a innamorarsi dei numeri come ponti tra la mente razionale e l’Anima, viadotti sospesi tra l’Anima e la Saggezza dell’Universo.

Scrittore e Poeta di rara sensibilità; Divulgatore di Psicologia del Profondo, Crescita Personale, Spiritualità; operatore olistico ed esperto numerologo, Luca Carli è conosciuto soprattutto per “1001 Messaggi dall’Universo”: il suo primo libro, cui seguiranno “Viaggio nell’Universo Interiore” e “Discorso con il Fauno, Dio e la Luce”.

Ma torniamo ai numeri, che Luca ama così tanto. Ne cito testualmente le parole.

“Come in uno specchio, possiamo rifletterci nei numeri per capire chi noi siamo … (Questo libro) è un’avventura che ti condurrà, pagina dopo pagina, a scoprire chi sei davvero, oltre a tutte le ipotesi, oltre a quello che ti hanno detto gli altri e oltre a ciò che, per qualche motivo, preferisci ancora non sapere.

La verità si è sempre nascosta dietro l’illusione del mondo, dove ciò che appare così reale non lo è affatto. Voglio allora darti un suggerimento: inizia a guardare le cose che ti circondano come fossero messaggi dall’universo. 

I numeri possono aiutarti in molte situazioni, se li riconosci come simboli antichi che si rivolgono proprio a te.

In fondo hai sempre saputo di essere protagonista del gioco della vita.

Andiamo a scoprire i ‘1001 messaggi dall’universo’, dove i numeri sono i codici con cui l’universo comunica con noi.

Questo libro ne svela i messaggi fornendoti le chiavi per entrare nel tuo universo interiore e agire concretamente sulla tua realtà.”

E ancora:

“La Numerologia è una porta per entrare nel fondamento dell’esistenza, creare la propria realtà e godere appieno della vita, in armonia con le Leggi Universali. 

I numeri ci accompagnano da sempre e sono come una carta d’identità del nostro essere.

Ce li portiamo appresso da quando siamo nati, principalmente attraverso la data di nascita, il nostro nome e il cognome. Possiamo interpretarli come una guida interiore che presiede ad ogni stadio del nostro viaggio esistenziale, determinando in ciascuno le coordinate fondamentali che controllano l’affettività, il lavoro, i rapporti umani e le aspirazioni più profonde e intime. 

Individuare i nostri numeri e la loro influenza significa finalmente comprenderci più a fondo.

Così, possiamo essere protagonisti della nostra vita, collaborando con il nostro destino per non esserne soltanto vittime inconsapevoli.”

 

Soul Talk

 

È stato un bellissimo Soul Talk, quello con Luca.

Abbiamo parlato di cosa siano la “Realtà”, la “Verità”, di come possiamo scoprire chi davvero noi siamo e il nostro Scopo, della limitatezza della nostra percezione di “Quello che (davvero) c’è” …

… dei “problemi”, come “confini creati da noi stessi per metterci alla prova e poterli superare … perché solo in questo modo, ci è dato di conoscere noi stessi per davvero e continuare a crescere!”

Il Messaggio di Luca è potentissimo e riguarda la necessità di liberarci della nostra presunzione di sapere, per abbracciare la vastità del nostro mondo interiore, riflesso nella vita di ogni giorno.

Non mi resta che lasciarvi alla nostra chiacchierata.

Buona Visione e alla prossima!

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“La Vita è una Scultura” con Sergio Grasso.

Aperitivo in trattoria …

Sono passati trentatré anni dalla sera in cui, in quella trattoria nel trevigiano, aspettando che si liberasse un tavolo, Sergio propose di farci un “cicchetto” al bancone.

Non dimenticherò mai il suo sguardo, quando mi azzardai a chiedere una cola: a distanza di più di tre decenni, al solo ricordarglielo, sgrana gli occhi come alla vista di uno spettro. Divertito però.

Ma torniamo indietro di trentatré e una manciata d’anni.

 

… nella ridente Marca Trevigiana.

Correva l’anno 1976. Le prime Radio private spuntavano qui e lì, come funghi dopo una bella piovuta.

Un giorno mamma portò a casa una bianca Brionvega.

Non mi ci volle molto a scoprire il paradiso, selezionando la modalità “fm”.

Fu subito amore: abbandonai la Barbie e Ken per Radio Marca, un crogiuòlo di talenti vocali tra i quali spiccava, per spessore e autorevolezza, lo speaker Sergio Grasso, allora poco più che ventenne.

Ci sono cose che la ragione non può spiegare. L’istinto invece sì: è “lui” a dirti che qualcuno è lì soltanto di passaggio, che il suo Destino è altrove, e la sua voce sarà udita (quasi) ovunque.

Così è stato.

Trentatré e una manciata d’anni dopo …

… mentre il resto d’Italia è davanti alla tv per godersi la finale del Festival di San Remo, incontro il mitico “Sergione” per una chiacchierata.

Nato a Venezia l’undici dell’undici del cinquantacinque alle ventidue e ventidue – quale esperto numerologo non vorrebbe tracciare il suo profilo? – la vita di Sergio si snoda in cicli della durata di undici anni: giusto il tempo di farsi venire nuove Idee, intraprendere nuove avventure, portare a compimento nuove imprese.

La prima di una serie di tappe che lo avrebbero portato, negli anni successivi, a esplorare il variegato mondo dei media come “voce” e non solo, fu la Radio.

Interviene e puntualizza: “Si dice ‘mèdia’, non ‘mìdia’, visto che deriva dal latino”.

In vena di confidenze, Sergio ammette di aver sempre odiato la sua voce fin da quando, appena undicenne, prendeva lezioni di canto lirico da Mario Del Monaco. Come baritono.

Prosegue raccontando che, quando gli capitava di chiamare l’amichetta per chiederle di uscire … se rispondeva lei, tutto bene. Se invece rispondeva il suo papà, Sergio si spacciava per suo padre e a quel punto, cominciava la commedia degli equivoci.

Alla fine, malgrado i paradossi, ad averla vinta è l’Esistenza: ovunque Sergio ha messo piede – alla radio, in studio di registrazione, in sala di doppiaggio, alla tv e in teatro – rimane l’eco del suo “vocione”, le emozioni che ha trasmesso, il piacevole ricordo di chi lo ha apprezzato come Speaker, Doppiatore, Autore, Attore, Regista Teatrale …

 

Una Voce, una Penna e un’ardente Passione per la Cultura del Cibo.

Ecco i tre ingredienti della magica Ricetta di una Vita che è sempre un work-in-progress! O, per dirla all’italiana, un “lavori in corso”!

Di Sergio ho sempre ammirato il coraggio di superare i limiti imposti da ogni “ruolo”, da lui già incarnato con successo.

Di persone eccellenti in ciò che fanno ne incontriamo, nella vita. E non importa se, nel tempo, si appassioneranno ad altro: la tentazione, per l’attore, è continuare a crogiolarsi sugli allori del passato. Lo spettatore invece si addormenta, certo che il proprio beniamino sia “quel che ha già  fatto” e più nient’altro.

Ma torniamo a Sergio.

Nei primi Anni Novanta, la sua vena artistica incontra e si fonde con quella di Alchimista dell’Arte Culinaria, Filosofo del Gusto e della sua Storia, Antropologo alimentare, Amante dei prodotti tipici e della Cultura che li ha generati – Storia, Geografia, Usi e Costumi, Tradizioni, Arte, addirittura Archeologia – cogliendone i significati rituali e sociali.

Ed ecco entrare in gioco l’esperienza, fino a quel momento maturata in teatro: il carisma dell’attore, la colta creatività dell’autore e la leadership del regista, fanno di lui l’ospite televisivo perfetto, il giudice imparziale disposto a giocarsi l’approvazione dell’audience, pur di non scendere a compromessi con i “Cuochi d’Artificio” (i personaggi costruiti a tavolino dal “sistema”: più divi e “influencer”, che veri cuochi).

Nel frattempo, la sua fama di esperto di storia sociale del cibo e dei costumi alimentari, varca i confini d’Italia e si spande per il mondo, come profumo di pane appena sfornato.

Per lui, infatti, gli alimenti sono più che “nutrienti”: sono “marcatori culturali”!

In altre parole: il cibo di un Popolo ne rappresenta l’Identità, la Cultura, la Civiltà. Non rimane che metterci a tavola e assaggiarlo, per conoscere davvero la Nazione che ci ospita!

 

Un Curriculum lungo una vita.

Come è facilmente intuibile, le sue aree di interesse più importanti sono: Cibo, Cultura, Civiltà antiche e moderne, Arte, Storia, Geografia, Viaggi, Archeologia, Antropologia alimentare …

Dal suo profilo – aggiornato con cura dall’Ufficio Stampa – estraggo i ruoli da lui rivestiti nei momenti più salienti della sua carriera, ancora in pieno svolgimento.

Il mio elenco, sommario e incompleto, rende l’idea di chi sia il professionista “Sergio Grasso”: speaker radiofonico e pubblicitario; doppiatore cine televisivo; autore e conduttore televisivo; autore e interprete di monologhi legati all’arte, alla storia e all’alimentazione; regista e attore teatrale; documentarista; food-writer; docente universitario; ricercatore e membro di commissioni scientifiche e tecniche; antropologo e consulente alimentare; esperto di gastronomia e merceologia; giudice tecnico e “mentore” del programma “La Prova del Cuoco”; autore e coordinatore dei contenuti antropologici e agronomici del reality “La Fattoria 1870”; animatore di manifestazioni enogastronomiche; curatore della progettazione e realizzazione di eventi gastronomici legati alle rappresentazioni del cibo nell’arte; scrittore, editore, pubblicista …

L’elenco potrebbe continuare, ma mi fermo qui.

Come una lista della spesa non può esprimere un pranzo preparato con amore, da gustare con gli affetti a noi più cari … un curriculum da solo non basta a raccontare la bellezza e il valore di un Essere Umano.

È stata una piacevole chiacchierata, quella di venerdì 5 marzo con Sergio Grasso, perché si è parlato un po’ di tutto.

Ne è uscito il ritratto di un Uomo coerente con se stesso e con i propri Valori; un uomo che, piuttosto che tradire ciò in cui crede, ringrazia con garbo, saluta e se ne va per la sua strada.

Il suo Viaggio dell’Eroe è tuttora in corso.

Verso la fine del nostro incontro, Sergio accenna a interessanti novità delle quali, “per scaramanzia”, preferisce non parlare.

Prima di accomiatarci, mi mostra con fierezza i “santini digitali”: le foto di Shanti, la sua adorata nipotina.

Di lui, questa bellissima bambina ricorderà che “… se l’ha avuto, un nonno, è già una fortuna; che il nonno scherza, ride e la fa ridere, le morde il sederino …”

La sua eredità per lei, la frase-mantra è: “Aspettati poco dagli altri: quel che ti serve nella vita, è già dentro di te”.  

E ancora: “La vita è una scultura, non una pittura: la pittura si fa aggiungendo delle cose su una tela bianca; la scultura, invece, si fa togliendo della materia per tirar fuori quel che c’è ‘dentro'”. La nostra vera Essenza!

Questa intervista è un’altra gemma preziosa incastonata nel Progetto di valore sociale “Ondina Wavelet World”, il Progetto multimediale che ha per Scopo la creazione di una Cultura basata sulla consapevolezza del Potere creativo delle nostre Parole.

E quando le Parole che pensiamo, diciamo e agiamo in coerenza, coincidono con i veri Valori dell’Uomo, possiamo dar vita, tutti insieme, a un mondo bellissimo.

Per partecipare iscriviti al Canale YouTube “Jasmine Laurenti” e, se i contenuti risuonano con te, fai del Progetto il “tuo” Progetto, abbonandoti al Canale stesso.

Ecco il video e il podcast della stupenda chiacchierata con “Sergione”.

Alla prossima!

Con Amore,

la vostra Eroina acquatica Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“La Musica Dell’Anima”

Un dono bellissimo.

Uno dei doni più belli che l’anno 2020 mi abbia fatto, è stato imbattermi nel Team giornalistico di BetaPress.it, con cui ho il piacere e l’onore di collaborare.

Un giorno, nella chat della Redazione, compare l’invito di “Perth” – pseudonimo di Federico Pertile, Capo Redattore Musica del giornale online – a far girare il link di un video di beneficenza.

 

Un dono nel dono!

Un click e sono sul Canale YouTube. È un video musicale, la rivisitazione di “Plush” degli Stone Temple Pilots. 

A eseguirla cinque amici sulla cinquantina appassionati di musica “grunge” che, ispirati dalle parole “Would you even care?” – “Te ne prenderesti cura?” – decidono di suonare, insieme dopo tanto tempo, una delle loro canzoni preferite. 

Che cosa c’è di speciale in tutto questo? 

C’è che questi ragazzi hanno scelto di esprimere quel che hanno nel cuore in un Linguaggio universale alla portata di tutti: quello musicale.

In barba ai limiti imposti dall’emergenza sanitaria sugli spostamenti e sulla realizzazione di eventi dal vivo, un video clip diventa un atto d’amore, un pretesto per dire: “Ehi, noi ci siamo, siamo qui e siamo pronti a dare una mano.”

 

Il segreto per essere felici.

Per Simon (voce), Rige (basso) e Perth (chitarra e background vocals), i tre musicisti intervistati che si fanno portavoce anche dei due amici non presenti – Gas (tastiere) e Alba (batteria) –  basta avere una passione ed esprimerla con tutto il cuore, in piena libertà, per dar vita a qualcosa di bello, di utile e speciale.

Ed ecco che due formazioni, “Slim Simon’s Boys” e “UEMMEPI”, si riuniscono in un super gruppo allo scopo di condividere la Bellezza della musica Grunge, suscitando in chi l’apprezza un gesto di solidarietà concreta: una donazione a favore dei numerosi progetti dell’ONG “AVSI”, a sostegno di quattrocento bambini e cinquemila famiglie bisognose in Italia e nel mondo.

I numerosi progetti umanitari di AVSI trovano supporto e promozione anche grazie al generoso contributo dei volontari dell’Associazione Santa Lucia.

Da circa un ventennio, oltre a iniziative locali come le cucine popolari e le case di accoglienza per minori, l’Associazione cura la realizzazione di un fantastico Evento di Beneficenza: la “Cena di Santa Lucia”.

Per saperne di più clicca qui.

Per guardare il video autoprodotto e autofinanziato dai cinque musicisti e dai loro amici, clicca qui. 

Nella descrizione del video trovi anche le modalità con cui puoi fare la tua donazione. Anche un euro è importante per restituire il sorriso a bimbi, ragazzi e famiglie che stanno attraversando un periodo di disagio, soprattutto dal punto di vista finanziario.

Infine, per guardare la video intervista realizzata venerdì 8 novembre 2021 in occasione del settimanale “Soul Talk”, clicca qui.

Alla prossima!

Ondina (Jasmine Laurenti).




Orientiamo il nostro animo al bello

Ogni tanto, per igiene spirituale, orientiamo il nostro animo al bello.

Solleviamo gli occhi e le orecchie dal guscio autoprodotto di ciò che non osserviamo e non ascoltiamo e leggiamo una poesia, ascoltiamo una sinfonia o immergiamoci in un quadro.

Sottraiamoci per qualche minuto alle fragorosa urla dei nullatenenti spirituali che si autoincoronano eroi tenendo in mano scettri dalla chiara forma di scopini.

Non c’è paura a sottrarcisi per qualche minuto dal caos che ci siamo costruiti attorno.

Non c’è horror vacui nell’affrontare l’arte.

Il senso di silenzio e di solitudine, di inadeguatezza e di incertezza che si prova quando pensiamo di aver finito di leggere una poesia, di vedere un quadro o di sentire una sinfonia… è solo l’inizio dell’estasi.

Dedichiamoci all’arte ogni tanto, all’arte vera e scavalchiamo dentro noi oltre il primo silenzio della superficie.

Nessuno ci osserva, nessuno ci interroga, siamo noi che socializziamo con noi stessi e, chissà, potremmo anche innamorarci.




Il borsellino vuoto

Dov’è il nostro cuore?

Dov’è la nostra anima?

Da quando nei soprabiti c’è la tasca interna all’altezza del petto, ci siamo abituati a pensare che per toccarci il cuore sia indispensabile accarezzare il portafoglio;

tanto che, nella moderna abitudine di prendere in fretta la prima cosa che capita, pare che abbiamo finito per confondere le emozioni con le monete.

Ma non è nel borsellino la nostra morale, non si trovano tra gli scontrini le nostre emozioni, non bastano le banconote ad asciugare le lacrime di chi amiamo.

Verrà la stagione calda e dovremo togliere il cappotto e a quel punto il nostro cuore sarà un’unica cosa esposta al soleE se non ci siamo confusi prima, sapremo dove si trova la nostra anima e saremo felici di non avere freddo né bisogno di nulla.

E di poter dare, dare infinitamente.

Se però avremo dimenticato dove sta il cuore, avremo perso ogni metro di giudizio e ci sentiremo poveri e vorremo coprirci anche se fa caldoPerché non ricorderemo la nostra essenza ancora ancorati all’apparenza.

Non è nel borsellino la nostra morale, non si trovano tra gli scontrini le nostre emozioni.

[dipinto: colazione sull’erba – Éduard Manet ]




La dipendenza del predatore

Il predatore sarebbe talmente tanto inutile senza la preda che, per tenerla, le dice “senza me non vali nulla”.

Le frasi sono sempre le stesse, quelle in cui il mascolino (la parte aggressiva) dice al femmineo (la parte più delicata):

“Se te ne andrai non troverai nessun altro che ti prenderà”

“Senza di me non vali nulla”

“Se qualcuno ti stima è solo perché sei legata a me”

“Se lasci questo lavoro non troverai di meglio”

“Solo io posso aiutarti”

“Non esiste per te altra strada all’infuori di me”

“Certo, senza di me potresti anche farcela… ma non con gli stessi risultati”

…E sono frasi che arrivano in ogni ambito, in ogni momento della vita e dei rapporti, umani, sentimentali e lavorativi.

Sono frasi intelligenti, subdole; fendenti che vanno dritti al cuore.

Ma per sciogliere ogni stregoneria basta riconoscerla.

Il predatore esiste solo se ha una preda; se la preda va via, il predatore perde perfino la sua identità e sparisce in una nuvola di polvere cadendo nell’oblio.

La verità è che la preda può diventare tutto ciò che vuole ed è il predatore a non essere nulla senza la preda.

[immagine: Giuditta e Oloferne di Caravaggio c.1597]




Cosa ne sarà di noi quando i nostri nemici saranno tutti morti?

Cosa ne sarà di noi quando i nostri nemici saranno tutti morti?

Cosa ci darà lustro e cosa ci farà sembrare intelligenti?

Di chi diremo male per sembrare più buoni?

Di chi sveleremo le bugie per sembrare più sinceri?

Cosa ne sarà di noi quando, finiti i poli dialettici, finiremo di sembrare interessanti?

Come faremo a recuperare le nostre anime dopo che saranno divorate?

Chi è avanti non guarda indietro e il secondo ha sempre gli occhi puntati sul primo.

Povero secondo

che ne sarebbe di lui se mai dovesse diventare primo?

Come si risolverà la sua vita se il primo continuerà a non sapere della sua esistenza?

“A che vale conquistare il mondo se la tua anima è persa?”

Parlar male degli altri ci distrae dal coltivare la nostra anima

Ci distrae dall’interessarci alla nostra vita.

Non sono gli altri che ci porteranno in cima, ma noi stessi.

L’eccellenza non è un carro bestiame sul quale si sale in un ammasso di carni

ma il cammino fiero dell’eroe




Distanza dal brutto

Non indugeremo in ciò che è aridamente brutto.

Non cercheremo ciò che ci fa infecondamente arrabbiare.

Non ci fermeremo ad osservare le bugie di chi promette e le incoerenze di chi formula buoni propositi.

Non cercheremo chi ha occupato il nostro posto né ci chiederemo per quale strada ci è arrivato.

Non dedicheremo la nostra attenzione a chi non ne ha avuto rispetto.

Non lasceremo che la nostra anima muoia ma la incoraggeremo ad andare più in alto, lì dove deve stare, senza zavorre, affinché possa agire e creare.

Tutto quello che siamo o non siamo che abbiamo o non abbiamo è l’immagine del cammino che stiamo battendo.

Il nostro potere è sul nostro cammino non quello altrui.

Non lasceremo che questo tempo passi invano.

[L’immagine ritrae “Natività mistica” di Sandro Botticelli -1501]




La solitudine del replicante

Quando avremo finito di combattere le guerre degli altri, ognuno di noi si troverà solo.

Lasciamo allora il campo ai generali che oggi pianificano dagli accampamenti.

Lasciamo che siano loro a combattere contro chi in privato è loro amico o tornerà ad esserlo.

A combattere le guerre degli altri, quando le guerre finiranno, gli unici vincitori saranno i generali negli accampamenti e gli unici sconfitti noi che avremmo potuto, invece, passare il tempo abbracciati ai nostri fratelli.




Se ci facessimo a pezzetti

Le persone vanno fatte a pezzi… perché finché le terremo insieme, non saremo in grado di amarle.

E, se non amiamo, ci condanniamo a una vita di astio e aggressività e moriremo di fame.

Tutti noi abbiamo vite fatte di ore, giorni ed anni 

e, in almeno una di queste parti, abbiamo fatto qualcosa di increscioso.

Quando il giudice morale vuole condannare, 

trova pezze di appoggio alla sua tesi anche di fronte a Buddha, Gandhi o Gesù Cristo.

Il censore è convinto che, anche in un corpo prevalentemente sano, un episodio di malattia abbia come unica soluzione l’eutanasia purificatrice.

L’estremista intransigente studia la sua giustizia per condannare gli altri anziché salvarli.

Il teorico della correttezza dice che se un uomo è un essere con due braccia e due mani, una persona senza una mano non è un uomo.

Finché cercheremo col rigore della totalità e della generalizzazione,

troveremo sempre una macchia o una scucitura nell’infinita tela delle azioni umane 

e tutto questo ci renderà soli e esposti al male del mondo.

Noi siamo ceste di bei frutti raccolti.

In noi ci sono frutti maturi e frutti acerbi, frutti marci e frutti imperfetti.

Siamo mazzi di fiori profumati in cui è seccata qualche foglia.

Siamo forzieri di monete d’oro tra le quali sono finiti dei sassi.

Siamo ecosistemi interi nei quali hanno vissuto altri uomini.

La ricerca della parte bacata che compromette il tutto ci distrae dal nostro vero interesse

da ciò che davvero ci porta vantaggio: 

Trovare e salvare la parte buona.

Chi ha fame, raccoglie il frutto buono dalla cesta 

Chi vede solo il frutto marcio, morirà di fame.