Ma gli Italiani? Più dubbiosi di prima, più perplessi e disorientati.

 

Di campagne elettorali definite “insignificanti”, secondo tanti lettori che ci contattano e dalle informazioni rilevate sui social, da tenere in considerazione pur se con le dovute cautele, sembra ne siano trascorse tante, specialmente negli ultimi anni.

Quest’ultima tornata elettorale, che terminerà alle 23 del 9 Giugno, non solo sembra non sottrarsi all’idea che gli Italiani si sono fatti nel tempo, ma addirittura sembra abbia aumentato il senso di diffidenza, non appartenenza e sfiducia che mai è stato toccato.

La dimostrazione più tangibile la si potrà probabilmente registrare con la crescente diminuzione di partecipazione al voto, astensionismo, fenomeno fortemente in crescita nelle precedenti tornate e che sembra essere sempre più inarrestabile.

Fenomeno che tuttavia appare essere assai gradito a tutti i partiti, sia che abbiano governato, sia che sono in essere, sia che siano in opposizione, ma che probabilmente sembrano avere tutti gli interessi a mantenere lo status quo o a ridistribuirsi, ma solo al loro interno, le varie posizioni.

Quasi a dimostrare che una bassa affluenza di votanti, a qualunque titolo, garantisca loro la tranquillità di mantenere le posizioni dominanti, potendo contare anche su quelle che vengono definite, chissà fino a che punto impropriamente, “le truppe cammellate” che assicurano loro il voto di continuità, e che è impossibile fermare.

Chiedersi tuttavia, anche alla vigilia del voto, perché si vota e chi votare, diventa quantomeno legittimo, se desidera realmente avere una consapevolezza ed una responsabilità civica

Così, per queste elezioni europee, tutti i partiti decantano volontà di: più Europa, dell’Europa che vogliamo, che cambieranno l’Europa, che l’Italia cambierà l’Europa, l’Italia che conta in Europa, e chi più ne ha più ne metta.

A supporto, alleghiamo il video che ne riassume tanti, e prodotto da AskaNews, nota agenzia di stampa Italiana.

Gli slogan dei partiti per le elezioni europee

Ma per fare cosa?

Ci induce ancora a riflettere la non comune apertura dei seggi elettorali, che vede spostare dal “tradizionale” lunedì, al sabato la mezza giornata di apertura dei seggi.

Infatti i seggi elettorali apriranno al pubblico, per accogliere gli elettori alle 15 di sabato 8 giugno con chiusura alle 23, per poi riaprire la domenica 9 giugno alle 7 e chiudere, per dare avvio allo spoglio delle schede, alle 23.

Rispettato il giorno e mezzo, ma, come mai la mezza giornata di sabato e non l’usuale mezza giornata del lunedì?

Ritornando tuttavia al perché votare e chi, riteniamo interessante riproporre l’articolo pubblicato alcuni giorni or sono da BETAPRESS, dal titolo interessante:

“Il vero partito deve essere l’Italia”.

Il vero partito deve essere l’Italia

Tra le tante considerazioni ricevute, evidenziamo quella che ci ha inviato un lettore e che riportiamo così come pervenuta.

Considerazioni che esprimono il sentimento dei milioni di elettori che in questo tempo, pur desiderando informazioni nutrono dubbi e… non solo.

Considerazioni che evidenziano anche il grande impegno economico finanziario che tutti gli Italiani e gli europei devono sobbarcarsi.

“ In questa campagna elettorale per le europee non appare chiara la posizione dei partiti italiani (e non solo). Soprattutto andrebbero chiarite alcune posizioni: prima di tutto si vuole una Europa delle Nazioni con il rafforzamento dei ruoli politici delle singole nazioni o una Europa più unita sulla base di cessioni di sovranità? Ed ancora come si coniuga l’idea di un’Europa che entra a gamba tesa su questioni spesso vitali per i cittadini ed un’Europa in cui singoli Stati indeboliscono le posizioni europee rispetto a Russa Cina e USA?

L’Europa sembra frutto di un parto distocico e confuso ed ancora di più, con l’allargamento ad est che è parso più causato dal desiderio di indebolire la Russia che dall’effettiva volontà di creare un’Europa forte basata su culture, religioni, etnie comuni e condivise.

Finora i governi europei sono apparsi pallidi nelle posizioni in tema di politiche estere, di immigrazione, di sostegno alle economie, nel fronteggiare minacce pandemiche. È ora di cambiare, ma sul come vedo tanta confusione in questo voto europeo forse il più importante da quando è nata la UE.

Tra tante considerazioni, certamente soggettive, io credo che, se le richieste di essere votati fossero fatte da persone leali e responsabili, coloro che si presentano per confermare e quindi rinnovare il precedente mandato dovrebbero farlo presentando ai possibili elettori una dettagliata relazione sul lavoro da loro svolto nei precedenti 5 anni e sui risultati concretizzati…

… considerando quanto il loro incarico costi agli Italiani dovrebbe essere non solo un “dovere” ma piuttosto una “regola”.

Appare evidente che tutta questa “nebulosità”, “inconsistenza” di obiettivi, “poca chiarezza, ha reso il voto, che oltre ad essere un diritto è un dovere, privo di significato e di mordente, favorendo così l’astensionismo.

Astensionismo che fa gioco ad i piccoli partiti, che altrimenti non avrebbero alcuna possibilità di ottenere qualche seggio, essendo presente la soglia di sbarramento.

Infatti, meno sono i votanti, meno sono i voti che servono per avere diritto di accesso.

Quanto mai bizzarra la propaganda di chi, forse non essendo riuscito a presentare la propria lista, anche a causa della complicata burocrazia e per l’elevato numero di firme da raccogliere, cerca di convincere gli elettori a non recarsi al voto per protesta.

Protesta di cosa? Dal momento che bastano solo i voti delle su citate “truppe cammellate” per eleggere dei rappresentanti.

In ogni caso è doveroso rispettare anche chi non vota.

Forse uno stimolo potrebbero darlo i candidati, ma anche lì, non sembra esserci molta chiarezza, se non per il fatto che molti capolista, sono messi li per far confluire voti, ben consapevoli che difficilmente lasceranno gli attuali incarichi che già hanno in Italia.

Aumentando così l’indifferenza, la sfiducia e, come logica conseguenza, l’astensione.

Sembrerebbe esserci solo un caso di candidato capolista, Vannacci Roberto, dichiaratosi indipendente e non iscritto al partito, che ha tracciato gli obiettivi precisi da raggiungere in Europa, e che sono comuni alla maggioranza degli Italiani.

Obiettivi condivisi dagli Italiani, perché desiderosi di quella normalità, sicurezza, giustizia, lavoro e quant’altro che l’Europa sembra avere messo in forte discussione.

E’ forse l’unico che ha messo anche al centro come obiettivo la pace, con grande competenza, visto il ruolo che fino ad oggi a svolto, in un momento dove la pace ha lasciato il passo alla guerra, e che potrebbe coinvolgerci tutti.

Interessante diventa così la presa di posizione del Noto Prof. Giovanni Frajese, che nella Sua piattaforma, con grande senso di responsabilità, rivede la sua posizione di astensionista, ponendo in Vannacci Roberto, la speranza di quel cambiamento, iniziando proprio dalla speranza di pace, proclamato da tanti senza tracciarne i contorni.

http://www.ettorelembonews.it/grazie-prof.-giovanni-frajese.html

Ettore Lembo

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